Cap. VIII --- “Il Mastro di Chiavi”--- ultima parte
Mentre andavamo al locale che avevamo scelto a piedi visto che non eravamo molti distanti da dove eravamo, Francesco e “occhi di ghiaccio”, avanti a noi di una decina di passi, già tubavano come 2 innamorati.
Ero contento per il Frà, il tanto temuto impatto iniziale con una realtà nuova era stato superato brillantemente; quanto a me, avere accanto una come Mei-Ley era come veder concretizzarsi il sogno di una vita.
Mentre camminavamo cominciai a informarmi dei suoi progetti, se voleva continuare a fare la modella oppure diventare attrice a tempo pieno.
Facendola parlare di sè, pian pianino la ragazza si “sciolse”, diventò molto più allegra; tra noi due si stava instaurando un certo “feeling”, che avrebbe reso il proseguo più facile.
La prima cosa è instaurare un rapporto di fiducia; il tuo obbiettivo deve convincersi che tu non sei “pericoloso”, e che comunque lei si ritiene in grado di gestire comunque la situazione.
Come diceva la mia “Guida Spirituale”, usando una metafora “Non fare il montone assatanato, ma piuttosto il coccodrillo paziente.”
Mi sono sempre chiesto come mai usò quella metafora (in fin dei conti non era nemmeno cacciatore). :
Poi un giorno, durante una caccia in Africa mentre osservavamo io, il mio P.H e il Tracker un gruppo di blue-wildbeest che si stava abbeverando in uno stagno, vidi un cocco che si avvicinò al gruppo di animali.
I blue-wildbeest erano abbastanza nervosi, sanno per atavica esperienza che l'abbeverata è uno dei momenti più pericolosi della loro esistenza; il fatto di abbassare il capo per bere, gli fa perdere per alcuni secondi la difesa della vista e dell'olfatto, per cui diventano estremamente tesi, pronti a scattare via al primo sintomo di pericolo.
Questo il cocco, anche lui per atavica esperienza lo sa, per cui lascia che la preda si abitui alla sua presenza, e che lo ritenga non pericoloso.
Ecco perchè l'attacco avviene sempre molto tempo dopo; il mio P.H. diceva “Quando il cocco ha guadagnato la tua fiducia, è il momento che ti prende.”
Fino a quel momento non avevo accennato al dopo, preferivo godermi il presente; poi per le prossime ore, ci penseremo, pensai. :
Avevamo fatto bene a venire a piedi, nei dintorni del locale non c'erano parcheggi, e quei pochi erano tutti occupati.
Anche il locale era parecchio affollato, c'erano un paio di feste con relativa combriccola rumorosa e piuttosto alticcia.
Girammo un po' per le varie sale, poi finalmente trovammo un tavolo libero e ci accomodammo; mentre giravamo per trovare un posto, dovetti annotare purtroppo che le nostre accompagnatrici colpivano molto l'immaginario dei maschietti presenti; era come passare per un centro cittadino con 2 Ferrari Enzo: impossibile non girarsi, anche fra le donne.
Se da una parte mi faceva piacere per la felice scelta, dall'altra devo dire che il buon Bigfoot non ama mettersi in mostra, anzi direi che la cosa gli dava particolarmente fastidio.
Visto che sulla pista da ballo stavano suonando una canzone romantica, il Frà decise di partire all'attacco è trascino Mila in pista; capii subito che l'idillio (e la mossa) poteva giocare a mio favore, e rivolgendomi a Mei-Ley gli proposi di fare altrettanto anche noi.
Accettò subito con un sorriso, anche perchè gli piaceva ballare.
Bene, approfittiamo per fare una conoscenza “più profonda” pensai. :
Finalmente cominciai ad avere un'idea più precisa del suo corpo (dal punto di vista sensoriale), visto che il ritmo era perfetto per un “esplorazione cartografica”.
Il risultato fù da brivido.
La mia mente oramai correva al dopo, anche perchè Mei-Ley ci “sapeva fare”; con il viso a pochi centimetri (o forse millimetri), mi osservava con i suoi occhi scuri, in silenzio, muovendo il suo corpo sinuoso sotto le mie mani, al ritmo della musica.
Se questo era il prologo della serata, chissà il resto; intanto raccomandai al mio equipaggio di indossare il casco e i giubbotti di salvataggio, perchè prevedevo mare molto mosso nelle prossime ore.
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Dopo po' tornammo al tavolo, dove ci attendevano il Frà e Mila che avevano deciso di passare a cose più interessanti del ballo.
Siccome avevo notato che Mei-Ley era un po' a disagio su come si stava evolvendo la situazione, decisi di lanciarmi nel rush finale:
“Senti, perchè non torniamo in albergo, visto che qui c'è un po' troppo casino ?”
Accettò subito, salutammo i nostri compagni e uscimmo, con difficoltà, dal locale (era sabato e fuori c'era anche la coda).
Purtroppo mentre camminavamo per tornare all'albergo, si mise a piovere; cercammo un taxi, ma in quel momento, gli unici che passavano erano già occupati.
Visto che non eravamo molto lontani, decidemmo di buttarci e iniziammo a correre, ridendo come ragazzini, zizzagando sul marciapiede tra una pozzanghera e l'altra; lei era molto più agile di me, per cui quando arrivammo all'albergo non aveva neanche il fiatone.
Io, beh, diciamo che arrivai secondo.
Mi feci dare le chiavi, e sotto lo sguardo d'invidia dei portieri, salimmo nella mia camera.
Nonostante la corsetta fatta per non bagnarci....... eravamo abbastanza bagnati tutti e due; a questo punto gli offrii un'accappatoio e degli asciugamani, lei chiese di fare anche una doccia.
“OK, fai pure con calma, intanto preparo qualcosa da bere.”
Mei-Ley prese il tutto e sparì in bagno; peccato non assistere alla spettacolo, pensai. :
Ma la pazienza non mi manca.
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Guardai cosa c'era nel bar; alla fine optai per un buon cognac francese, l'ideale per creare una certa un'atmosfera; e c'erano pure, strano a dirsi, i bicchieri adatti.
Quando Mei-Ley tornò, dovetti ammettere che anche con un semplice accappatoio era splendida.
Gli offrii il cognac e gli dissi sorridendo:
“Fai come se fossi a casa tua; faccio una doccia anch'io e torno, sarò velocissimo”
“Vai pure, ti aspetto”
Wow, pensai mentre schizzavo come un fulmine in bagno.
In quell'occasione feci la doccia più veloce della mia vita, credo che addirittura migliorai il mio record precedente di 4'50” fatto a bordo dell' SSN Virginia (con i 6 gg di lavoro più lunghi della mia carriera).
Quando tornai, Mei-Ley era davanti ad una finestra e guardava fuori il panorama di una New York notturna, bevendo il suo cognac a piccoli sorsi.
Guardai l'orologio appeso alla parete : erano le 24:00, l'ora delle streghe o del bacio di mezzanotte; optai per la seconda soluzione, presi anch'io il bicchiere, assaggiai il cognac e mi avvicinai a lei.
“New York di notte è sempre affascinante” disse lei, senza voltarsi.
“Ma tu lo sei sicuramente di più.......”
Le sollevai adagio i lunghi capelli scuri e le diedi un lungo bacio sul collo.
Gli piacque, e allora prosegui scoprendo e baciandola sulla spalla; restammo così per un po', davanti alla finestra godendo delle nostre sensazioni, amplificate dal buon cognac.
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Poi decisi che era ora di proseguire con il resto; tirai le tende (troppi grattacieli vicini, non si sa mai); lei si girò, come alcune ore prima, i nostri visi erano a pochi cm, ci osservavamo.
Io, generalmente e per cavalleria, lascio sempre la prima mossa alla donna, ma questa volta feci una trasgressione alla regola, e la baciai.
Lei rispose subito alla grande, con baci sempre più profondi; senza ombra di dubbio era molto preparata.
Purtroppo, pensai, sarà più difficile delle altre volte sapere la verità, anche sfruttando gli insegnamenti di Teresa; Mei-Ley era un'attrice, magari alle prime armi, ma comunque restava un'attrice “professionista”.
Ho conosciuto delle “dilettanti” che interpretavano la loro parte di amante con consumata esperienza e meglio di tante attrici di fama mondiale.
Scacciai i cattivi pensieri, o quantomeno li misi da parte, dovevo concentrarmi.
Mentre continuavamo a baciarci, il suo accappatoio si aprì e lei lo lasciò scivolare a terra; e credetemi, quello che vidi era la realizzazione di un sogno lungamente accarezzato.
In fondo, dissi tra me e me, non era molto differente da Piccola Luna; a parte la scala.
Piccola Luna era una miniatura, questa era in scala 1:1; un corpo da atleta su un viso orientale.
Ora ci vorrebbero pagine e pagine per descrivere cosa è successo dopo; se avete dell'immaginazione usatela, se avete dei sogni particolari che vorreste fare, probabilmente l'abbiamo fatto, non ci siamo fatti mancare nulla.
Quello che posso assicurare, è che Mei-Ley era veramente un'atleta, con un corpo che sembrava di marmo; non so se per tutti gli sport che praticava che le davano una “flessibilità” ed una “forza” che non avevo mai visto in una donna, ma quella volta veramente mi dovetti impegnare moltissimo.
Alla fine eravamo veramente tutti e due senza benzina, con i serbatoi vuoti; per la prima volta pensai che anche il sesso può uccidere. :
Come normalmente accade, tutte le endorfine che avevamo accumulato durante in nostro rapporto andarono in circolo, e nel giro di pochi minuti ci addormentammo abbracciati stretti.
L'ultimo mio pensiero fù per il mio discepolo: chissà come era andata a finire la serata. :
Domenica mattina, poco prima delle 08:00 mi svegliai, in concomitanza della luce che filtrava dalle finestre.
Mi girai nel letto verso di lei, ma non c'era più; toccai le lenzuola nel suo posto, erano ancora tiepide e nell'aria percepivo ancora il suo profumo; pensai che fosse in bagno, ma non sentendo nessun rumore, mi alzai per controllare.
Vidi subito anche i suoi vestiti erano spariti, se n'era andata.
Guardai sul mobiletto nell'ingresso dove, come da prassi dentro una busta bianca, avevo lasciato il “regalo” per lei; era ancora là, dove l'avevo lasciato la sera precedente.
Controllai la busta, non aveva preso niente; solo sulla busta aveva lasciato l'impronta con il rossetto delle sue labbra.
Ritornai in camera e mi sedetti sul letto, con quella busta in mano; nella stanza aleggiava ancora il suo profumo.
“Allora è vero che i sogni muoiono all'alba” pensai.
Dopo circa un'oretta, mentre mi facevo la barba, sentii bussare alla porta; era il Frà, tutto arruffato come da copione; Mila se n'era appena andata.
Gli chiesi com'era stata la serata e il resto; entrò senza rispondermi, con aria trasognata, andando a sedersi su una poltrona; poi fissandomi con occhi lucidi finalmente mi rispose :
“Fantastica, è stata incredibile, non ho parole per ....“ e fece un sospiro di almeno 10 secondi.
Poi riprendendosi, mi raccontò tutto, nei minimi particolari; indubbiamente non era paragonabile alle ragazze che frequentava abitualmente in Italia.
Daltronde l'avevo avvertito, qui campionato e regole sono diverse.
“Ti sei ricordato del regalo ?”
“Sì, ho fatto tutto come mi avevi detto, lei era molto contenta”
“Ci credo, era una bella cifra....”
A questo punto il Frà mi guardò e sorridendo mi disse :
“Lo sapevo che il Mastro di Chiavi non poteva sbagliare.”
“Va bene, a questo punto il Mastro di Chiavi ti nomina ufficialmente Guardia di Porta”
I love New York pensai.
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Conclusione
Quest'episodio che ho voluto raccontare è avvenuto una decina di anni fa, quando Mei-Ley aveva 25 anni; da allora ha iniziato una splendida carriera professionale ed è diventata una star del cinema e sopratutto della televisione.
Dopo aver cambiato nome per l'ennesima volta,ha fatto diversi film di successo con attori famosi, purtroppo non come protagonista, come meriterebbe.
In compenso ha avuto un grosso successo di pubblico con alcuni serial-tv, di cui uno come protagonista principale, in cui metteva in mostra le sue “qualità” e la sua bravura nelle scene d'azione (è una delle poche star che non usa controfigure).
Proprio in questi giorni ho visto che una nota rivista USA l'ha nominata, per il secondo anno consecutivo, come l'attrice americana più sexy.
E per una splendida 35enne non è poco......
Il colmo poi è, per me, che Teresa e le sue amiche l'hanno eletta come loro idolo.
Ogni volta che la vedevamo in televisione o al cinema, Teresa non faceva altro che descrivere tutte le caratteristiche straordinarie di quest'attrice.
Ed io non sapevo se ridere o piangere.......
Anche Mila ha fatto carriera; ora è una delle top-model più richieste, vive tra gli USA e l'Europa e spesso lo vista sulle riviste di moda e di fotografia più famose.
Addirittura Met-Art e altre riviste specialistiche del settore gli hanno dedicato dei numeri speciali, con i migliori fotografi del momento.
Francesco purtroppo ha appeso le scarpe al chiodo; ha incontrato una bellissima cavallerizza (vera) che gli ha messo i finimenti, la sella e l'ha domato, regalandogli poi 2 bellissime bambine.
Ogni tanto ci si sente, abbiamo amici comuni; mi ha confessato che oramai è uno “tranquillo”, ha abbandonato i vecchi sentieri di caccia.
Ma Bigfoot non si sbaglia mai sui suoi discepoli; sono sicuro che da qualche parte dentro di lui c'è ancora un vecchio Ussaro che non vede l'ora di risalire a cavallo. :
Quando si diventa un Guardia di Porta, lo si è per sempre.
Così come anche per un Mastro di Chiavi.
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.