Cap. XI - “The Red Rose” - ultima parte
....... tutti erano su di giri; era stato risolto un grosso problema.
Sopratutto Grace e Brian e, parzialmente Annie; quanto a Beth, era come sempre, molto riservata.
Ma quelli più su di giri erano sicuramente i ragazzini; uno mi aveva paragonato addirittura Davy Crockett, perchè sapevo un sacco di cose come i Trapper americani.
Sogni di un ragazzino di 8 anni..... :
I primi a crollare furono naturalmente i più giovani, e alla fine restammo a bere birra seduti in giardino io, Brian, sua moglie e la silenziosa Beth.
Chiaccherammo un bel po' di cose varie, finchè la moglie di Brian decise che era ora di andare a dormire; ne approfittai subito anch'io per sganciarmi dalla compagnia; ero stanco e avevo bisogno di recuperare.
Dopo una bella doccia rigenerante, mi infilai nel mio letto; e come sempre i pensieri presero il sopravvento. :
Era da quando ero partito da Sidney che non sentivo della mia piccola; eravamo d'accordo che ci saremmo risentiti al mio rientro da questa breve vacanza, ma avevo comunque già nostalgia.
Poi i miei pensieri si spostarono sul presente; tutto sommato mi ero divertito, in fondo la paura fa parte del Grande Gioco; la compagnia mi era piaciuta, e i figli di Grace e Annie mi avevano fatto ritornare anch'io un po' ragazzino.
Lentamente stavo scivolando nel sonno, quando percepii qualcosa; immediatamente mi misi in all'erta.
Qualcuno era entrato nella dependance e stava camminando nel corridoio; mentre mi stavo alzando per andare a vedere, sentii bussare lievemente alla porta della camera.
Istintivamente guardai l'orologio, 00:30, l'ora delle streghe; chi cavolo poteva essere ? :
Aprii subito : era Beth, avvolta in una veste da camera molto elegante, i lunghi capelli rossi sciolti sulle spalle, con una bottiglia e 2 bicchieri in mano.
“Volevo ringraziarti per avermi dato una mano oggi...”
Mi spostai e lei entrò, andando a posare la bottiglia e i 2 bicchieri su un tavolino.
“Lo faccio arrivare appositamente dalla Scozia, è per le occasioni speciali.”
Guardai la bottiglia di whisky : Red Rose, invecchiato 12 anni; roba non facile da trovare. :
Beth riempì i 2 bicchieri e me ne porse uno :
“A noi....”
Presi il bicchiere e risposi anch'io : “A noi....”
Poi si sedette su una sedia vicino al tavolo, accavallando le gambe; il movimento le scoprì quasi fino alle cosce, ma lei con un rapido gesto si affrettò a ricoprirle con un lembo della veste.
“Ho visto che spari molto bene; dove hai imparato ?”
Era l'argomento ideale per iniziare una conversazione, tipica di una lady di campagna; mi sedetti su un angolo del letto e iniziai a raccontare.
Le prime esperienze con un mio zio, grande appassionato, che aveva finito di trasmettere anche a me la sua passione; poi pian pianino con gli amici avevo iniziato anche ad andare all'estero e di conseguenza l'esperienza era aumentata.
“In fondo non penso di essere l'unico ad aver fatto così.”
Mentre parlavo Beth non aveva mai smesso di guardarmi fisso mentre ogni tanto sorseggiava un po' di whisky.
“Non credo che s'impari a sparare così andando semplicemente in giro per il mondo a caccia....”
Ma guarda, mi stava dando del bugiardo, e senza tanti fronzoli.
In effetti avevo “saltato” l'anno trascorso in Usa con Linette, dove avevo fatto grazie a lei un notevole miglioramento; anche gli amici cacciatori in Italia se ne erano accorti, ma me la cavai dicendo che in Usa è più facile fare allenamento.
Provai ad uscire dall'angolo in cui mi aveva cacciato.
“Comunque anche tu te la cavi bene; chi ti ha insegnato ?”
“Mio padre, quando si vive in campagna bisogna essere preparati a tutto.”
“E' per quello che tieni un fucile d'assalto in camera ?”
“Quello è un regalo di un amico.....”
Che strani amici che aveva Beth. :
Poi con un mezzo sorriso divertito, se ne uscì con una frase che mi lasciò abbastanza sconcertato.
“Ho visto l'altra sera che mi guardavi con l'ottica dell'SVD mentre ero sul terrazzo....”
Porca miseria !! mi aveva beccato in pieno.
Daltronde ero stato stupido io, non mi ero ricordato quello che mi aveva detto una volta Linette :
“..... mai far sporgere un fucile da una finestra o da un angolo di un'ostacolo: saresti troppo evidente, come una mosca in una tazza di latte; restare all'interno della stanza almeno di un metro curando di non aver fonti luminose alle spalle oppure scegliere l'angolo di raccordo tra il terreno e l'ostacolo.....”
Ma avevo fatto anche un'altro grosso errore: non avevo coperto l'ottica e quando mi ero messo a sbirciare Beth, il riflesso delle luna sulle lenti mi aveva fatto subito notare.
A questo punto stavo facendo una figuraccia; per uscirne in qualche modo, dissi quello che in fondo era la verità :
“Volevo provare la “visione notturna” del POSP e ti ho usata come bersaglio......”
Lo dissi sorridendo.
)
“La visione è stata di tuo gradimento ?”
Caspita, mi stavo quasi eccitando, ma preferii non aggiungere altro se non un :
“I russi sono stati molto bravi”
Per un paio di minuti restammo tutti e due in silenzio, a sorseggiare quel meraviglioso whisky, in attesa della prossima mossa dell'avversario.
Era come una partita a scacchi, solo che non avevo ancora capito il suo gioco; anche perchè Beth mentiva molto bene.
C'erano troppe cose che nel suo comportamento non mi quadravano. :
Improvvisamente cambiò discorso :
“C'è qualcuno che ti aspetta in Italia ?”
Impiegai qualche secondo a reagire, non mi aspettavo questa domanda.
“Si”
“Come si chiama ?”
Era semplice curiosità o c'era qualcos'altro ?
Gli dissi il nome della mia piccola e da quanto stavamo assieme.
“Allora è una cosa seria.....”
Non riuscivo a capire dove voleva andare a parare. :
A questo punto Beth vuotò con un'ultima sorsata il suo bicchiere, si alzò aggiustandosi la veste da camera e si avviò verso la porta; anch'io mi alzai per accompagnarla, ma arrivata sulla porta si fermò, poi girandosi di scatto mi venne vicino e mi baciò, appassionatamente.
Devo confessare che non me l'aspettavo, e feci un po' la figura dell'imbranato.
Poi tornò indietro, verso il letto, si tolse la veste da camera e la buttò su una sedia; sotto era completamente nuda.
Quindi si coricò sul letto, in una posa che mi ricordava la “Maja desnuda” e sorrise; o forse, più del quadro del Goya, visto il colore dei capelli mi ricordava certi dipinti degli impressionisti Fiamminghi. :
Per alcuni secondi rimanemmo a guardarci a vicenda immobili ed in silenzio; adesso che potevo vedere bene, non dimostrava di avere 43 anni, anzi mi ricordava di più una trentenne; e direi che la vita in campagna gli faceva molto bene.
Poi, visto che un'offerta così non si poteva rifiutare, mi spogliai alla velocità della luce ed in un attimo ero al suo fianco nel letto.
Iniziammo a baciarci, con baci sempre più profondi; posai una mano sui suoi seni e sentii subito la reazione dei capezzoli, molto sensibili.
La guardai negli occhi per vedere come reagiva, ma non c'era reazione; solo il suo corpo reagiva alle mie carezze, ma lei continuava a rimanere “fredda”, “imperturbabile”.
Visto che mi lasciava il pallino del gioco, iniziai ad esplorare il suo corpo con carezze e baci; avevo un obbiettivo, che da anni cercavo, e questa volta, vivvaddio l'avrei conquistato.
Costi quel che costi, l'avevo promesso al mio equipaggio per infiammarlo.
Era dalla mia adolescenza che cercavo un prato “autunnale”, o come dicono gli anglosassoni “autumn-orange bush”.
Daltronde quando avevo iniziato questa onorata carriera, mi ero ripromesso di cogliere tutti i colori ed eventuali varianti; ricordo ancora la mia prima volta, a 13 anni con una biondina, mia compagna di scuola di 14; un pomeriggio per riuscire ad abbassargli le mutandine, cm. dopo cm. in un gioco del “si/no/forse”. :
Quando finalmente riuscii a tuffarmi in quel prato dove iniziavano a crescere i primi fili d'erba color del grano maturo (o del riso visto dove eravamo) toccai il cielo con un dito.
La mia amichetta scoprì una nuova dimensione dell'essere, io inaugurai quella che sarebbe poi diventata la mia ossessione, sopratutto nel cercare le varianti di colore.
Peccato che ad un certo punto la moda impose un cambiamento e da allora la ricerca è diventata sempre più difficile. :
Ora però avevo davanti un bellissimo prato di erica, nei colori autunnali che manco nella tundra finlandese o, meglio ancora, nella brughiera scozzese riesci a vedere.
Mi ci tuffai letteralmente, percorrendo quel prato in lungo e in largo, avanti e indietro, da destra a sinistra e viceversa.
Ero come Tobia, il bracco italiano del mio amico Pinuccio, che la prima volta che lo porta a caccia, ha bisogno di rotolarsi e annusare tutti gli odori del bosco.
Beth mi osservava con curiosità, forse non si aspettava una cosa del genere; ma mi lasciò fare, forse anche solo per curiosità; ma ero come Tobia, non me ne fregava niente, a me piace così. :
Quando finalmente decisi che era ora di percorrere il sentiero che porta alla grotta del tesoro, sentii le mani di Beth sulla mia testa.
La guardaii, aveva chiuso gli occhi e inarcato il corpo; finalmente reagiva, ero sulla buona strada.
Quando varcai la soglia della grotta, le sue mani cominciarono a stringere la mia testa, mentre dopo aver fatto passare le sue gambe sulle mie spalle, le incrociò sulla mia schiena.
Eccomi bello arpionato, costretto ad un duro lavoro; quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare, ed io ci diedi dentro di brutto. :
Non so quando andai avanti, parecchio comunque; ad un certo punto sentii il suo nettare sulla mia lingua; finalmente pensai, alzando la testa. :
Ma, in maniera forse anche un po' brutale, con le mani mi sospinse di nuovo in miniera :
“Continua”
E il tono era abbastanza imperioso. :
Ricominciai il mio duro lavoro, in fondo mi ci ero cacciato io in questa situazione; appena rallentavo, anche solo per prendere fiato, Beth stringeva le gambe (come quando devi spronare il cavallo) e con le mani mi rispediva in miniera:
“Continua...”
Non ho idea di quanto andammo avanti, ma sono sicuro che gli vuotai tutti i barattoli del suo nettare delizioso.
Lo capii dal fatto che all'improvviso mi “liberò” dalle sue gambe, lasciando libera la mia testa; finalmente si poteva passare al prossimo numero.
Invece, elegantemente mi scavalcò, scendendo dal letto; prese la sua veste da camera e si rivestì.
Poi guardandomi mi disse :
“E' ora di andare a dormire, siamo stanchi tutti e due.....”
Ero basito !!
Mi diede il bacio della buona notte, su una guancia e se ne andò.
Scesi dal letto e mi rivestii; non riuscivo a capire cosa era successo.
Era come andare a Roma per vedere il papa e fermarsi alla cappella Sistina per poi tornarsene a casa.
Eppure mi sembrava che le cose stessero andando bene, non riuscivo a capire; oltre al fatto che mi giravano vorticosamente “i cabbesisi”.
Uscii sul porticato, a respirare un po' di aria fresca e per raffreddare i bollenti spiriti.
Una cosa del genere non mi era mai successo.
Poi, sbollita l'arrabbiatura, me ne andai a dormire.
Il mattino dopo, Grace e Annie con le rispettive famiglie partirono per tornarsene a casa; erano venute in macchina e avevano parecchia strada da fare.
Io, Brian e consorte saremmo partiti nel primo pomeriggio con il Cessna; a pranzo, Beth si comportò nel solito modo riservato e di poche parole.
Quando venne l'ora della partenza, ci accompagnò all'aereo, con il suo cavallo che la seguiva come un cagnolino.
Abbraccio, bacio sulla guancia e arrivederci.
Come tra buoni amici.
Mentre il Cessna saliva nel cielo, mi voltai a guardare la fattoria e Beth che era rimontata a cavallo e se ne andava.
Adieu mon Red Rose Aussie, pensai. :
.............................
Da allora non so quante volte ho pensato a quest'episodio, ho perso il conto. :
Quella donna non mi ha mai convinto del tutto; sono quasi sicuro che non era come voleva apparire.
Troppe cose non mi quadravano; ma ogni volta che mi facevo una domanda, non riuscivo a trovare una risposta plausibile.
Aveva dei segreti, che probabilmente neppure i suoi familiari sapevano : dai 2 anni che era stata via (se non fosse stato per la moglie di Brian che me lo aveva accennato, tutti gli altri mi avevano sempre detto che non si era mai mossa dalla fattoria), a come conosceva le armi e le sapeva usare.
Mi sembrava strano che tenesse un fucile d'assalto in camera per difesa personale (sarebbe stato più logico una pistola); e poi cosa ci faceva un fucile da “cecchino” in una collezione di armi da caccia ?
Ambedue poi “regalati da un amico” ?
Ma la cosa che mi insospettiva di più era quando mi aveva scelto per andare con lei a cercare i cani selvatici nell'Outback.
Visto il tipo di animali che stavamo cercando e a come erano armati gli altri gruppi, la scelta di darmi l'SVD che sarebbe stato più d'impaccio che d'aiuto, tenuto conto che fare caccia “stalking” non è come fare caccia “walking”, era abbastanza discutibile. :
Mentre lei aveva il Savage 22-250, arma da poligono o al massimo da “varmint”.
O per la caccia ai bipedi......
Forse avevo corso un bel rischio seguendola nell'Outback, se si fosse convinta che ero quello che non sono.
L'Outback è grande e pericoloso, stavamo cacciando animali pericolosi e un “incidente” di caccia può sempre avvenire.
In fondo eravamo solo io e lei.
O forse era solo un'eccentrica donna di campagna, che mi aveva dato un “contentino” per l'aiuto che gli avevo dato, fermandosi "prima", visto che gli avevo detto che c'era una persona che mi aspettava in Italia.
Forse........... :
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.