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bigfoot
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Resisti Dania, sta per uscire l'ultima parte. )

BF
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
bigfoot
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Capitolo V - "La lampada di Aladino" 

Finalmente venne sera; dopo aver fatto la mia solita telefonata a Teresa (ovviamente senza accennare ai miei “disguidi” per non allarmarla ulteriormente, mi preparai per la serata.
Dato che dovevo andare a fare bisboccia con una banda di tagliagole e un samurai, optai, vista la mia taglia, per una “tenuta” alla Tony Soprano (Ndr : vedi serial tv “The Soprano's&rdquo.

Il locale dove dovevamo andare era alla periferia di Riad; impiegammo circa 3 quarti d'ora ad arrivarci nonostante il bosniaco avesse una buona andatura, rischiando anche un paio di volte di mettere sotto qualche persona.
Comunque arrivammo sani e salvi a destinazione; il locale era in un gigantesco villone, circondato da alte mura e palme; da fuori mi ricordava un palazzo reale.
Sul muretto all'ingresso, una piccola targa in ottone con scritto (in arabo e in inglese ) : “Aladdin's lamp”.
Entrammo senza nessun controllo (ci sono più controlli nelle discoteche italiane, anche se dopo capii il perchè.

Dentro sembrava di essere nel film “Casablanca”; tavolini rotondi su cui erano appoggiate delle candele profumate accese; su un piccolo palco una signora/ina non araba cantava una canzone malinconica (che non ho riconosciuto) nell'indifferenza totale dei presenti.
La maggior parte erano arabi, ma notai anche qualche straniero; tutti bevevano alla grande (ma l'alcool non era proibito ?).

Mentre il serbo parlava con un cameriere, ci sedemmo ad un tavolo e ordinammo delle birre ghiacciate che arrivarono in pochi secondi.
Subito dopo ricomparve il cameriere accompagnato da un donna (araba) di età indefinita, vestita all'europea e tutta “tirata”.
Il serbo iniziò ha parlarle, girandosi ad un certo punto verso di me e il giapponese e indicandoci alla donna.
La donna ci sorrise, mettendo in mostra un paio di denti d'oro; tra anelli, bracciali e collane varie aveva più oro addosso lei che un galeone spagnolo che ritornava dalle americhe.

Ci alzammo tutti quanti e mettendoci in formazione tipo (il serbo e il bosniaco davanti con la donna, io e il giapponese in mezzo, lo zingaro e e lo “sfregiato” in coda), attraversammo il salone del bar.
Mi stavo divertendo da morire, vedere come tutti nel salone si affrettavano a scansarti gonfiava a dismisura il mio ego. )
Quei 4 non saranno stati bellissimi, ma incutevano timore, e a me questo piaceva da matti.

Dopo aver percorso un lungo corridoi tutto rivestito in marmo bianco, sbucammo su un bellissimo giardino interno, con tanto di fontane, piante, fiori, prato all'inglese e sopratutto un discreto numero di giovani fanciulle vestite come sul catalogo generale di Victoria Secret's.
Il serbo mi fece cenno che loro si fermavano qui, avevano già visto che c'erano degli articoli interessanti (avevo visto anch'io che molte arrivavano da paesi europei sopratutto dall'est, e quindi come si suol dire “paesi e buoi dei paesi tuoi&rdquo.

Io invece ero rimasto fermo accanto alla maitresse (ora avevo capito chi era) con il giapponese; ormai ero diventato per lui il suo “shogun” (me lo aveva detto nel pomeriggio, perchè era rimasto impressionato da come avevo gestito la situazione).
La maitresse rimase un po' delusa che non approfittassimo di tutto quel ben di Dio; mi prese sottobraccio e mi condusse, attraverso una serie di corridoi e stanze, in un'altra ala dell'edificio.
Era un gigantesco salone sempre tutto rivestito in marmo, con un'altrettanta gigantesca piscina azzurra; su un lato si aprivano delle salette, ove intravedevo dei lettini per massaggio professionale.
Subito arrivarono, cinguettando un gruppetto di 5 cinesine; erano tutte molto belle (tipo quelle che vedete sulle foto pubblicitarie dei CM in Italia (anche se in realtà sono quasi sempre giapponesi); assomigliavano tantissimo a Piccola Luna, solo che queste non erano miniaturizzate.
Qui capii, cari compagni di merende, che in Italia ci mandano solo gli scarti.
Vidi che al giapponese brillavano gli occhi, allora gli dissi “Vai pure.”; mi guardò per un attimo, dopodichè mi fece il solito inchino con la testa e si fece risucchiare dal gruppo di cinesine.
La maitresse mi osservava dubbiosa; aveva capito che io ero quello “potente” del gruppo; prima avevo “sistemato” i mie uomini come ogni buon capo, ora probabilmente si chiedeva cosa volessi di speciale visto che avevo rifiutato le precedenti portate.

Con aria furba, da tipico mercante del suk, mi disse qualcosa in arabo, che io non capii ovviamente; probabilmente stava cercando di capire quale “articolo” fosse di mio interesse.......
Riprendemmo il nostro cammino tra sale e corridoi, fino ha sbucare in una sala tutta piena di cuscini,divani, piccole poltrone e..... alcune bambine.
Rimasi di stucco; mi girai verso la maitresse e gli dissi deciso un bel “No assolutamente !! “ perentorio.
Feci anche la faccia disgustata, e questo probabilmente generò un equivoco; immediamente iniziò ha blaterare, battendomi sulla spalla, come se avesse capito quello che cercavo.
Probabilmente il motto del locale era “soddisfatto o rimborsato” e quindi, altri corridoi, stanze e un'altro giardino interno, più bello di quello precedente, con fontanelle da tutte le parti; ogni fontanella aveva un “puttino” che con il suo pisello disegnava giochi d'acqua.
Solo che in questo giardino c'erano solo.... ragazzi, la maggior parte ignudi (per far vedere la merce nò; tutti molto giovani e belli (avranno avuto un'età tra i 12 e i 20).
Mi stavo alterando, la maitresse l'ho capì al volo e mi trascinò via, verso altre soluzioni.
Il mio equipaggio aveva oramai iniziato a scommettere su cosa ci avrebbe offerto la tipa come prossima fermata; chi diceva un branco di cammelle, chi un branco di asine, e chi invece propendeva per un branco di capre (più maneggievoli). :

Io invece ero sempre più incazzato; la giornata era iniziata male e stava finendo peggio, oltre a tutto avevo pure spese un sacco di soldi per far divertire gli altri.
Arrivati in fondo ad un corridoio piuttosto scuro, aprì un porta e sentii chiaramente un odore di bruciato e il crepitare delle fiamme.
Mi fece entrare, guardai : c'erano 3 ragazze bionde piuttosto “muscolose”, sedute su degli sgabelli, con addosso dei costumi mediovali in pelle; sparsi per la stanza, vari strumenti di tortura : ruote, tavoli vari, croci di S.Andrea e catene che pendevano dal soffitto; in un angolo un braciere con sopra alcune tenaglie e strumenti vari.

Dissi alla maitresse (in inglese purtroppo): “Grazie ma ho scampato un'esperienza simile alcuni mesi fa in Messico, e non vorrei approfondirla qui.”
Capii al volo che non era il mio genere, tornammo fuori e ripartimmo per un'altro reparto.
Oramai ero completamente sconsolato, la seguivo come una pecorella smarrita; ad un certo punto si fermò, fece dei disegni con le mani per aria, per farmi capire che qui dove mi portava sarebbe stato di mio gradimento; io pensai : “Basta che non ci sia un gigante con un nerchia fuorimisura....”

Entrai nella stanza che mi stava indicando; sembrava la camera della regina di Saba (non quella degli elettrodomestici); gigantesco letto con tende sui lati, tavolini e cuscini dappertutto; sui tavolini vassoi di frutta secca e dolci, con caraffe di non so cosa.
Nell'aria un odore di spezie, di caffè e tè contemporaneamente; eravano vicini alle cucine ?
A questo punto, stanchissimo mi diressi verso il letto e mi ci buttai letteralmente sopra.
La maitresse iniziò a parlare (tanto continuavo a non capire una mazza), facendo vedere tutti le features della stanza.
Ad un certo punto si avvicinò ad una specie di grossa lampada posata su un tavolino; la strofinò sulla sommità e partì una specie di nenia araba.
Perfetto, iniziai a chiudere gli occhi, avevo sonno.
La tizia, vedendomi rilassato, disse ancora qualcosa, poi se ne andò rinchiudendo la porta.
Ero solo con i miei pensieri, quando sentii entrare qualcuno nella stanza; alzai la testa e rimasi allibito.

C'erano 3 ragazze vestite da odalische che mi stavano guardando; erano chiaramente di etnia locale, piuttosto “in carne” come potevo intuire da sopra i veli che avevano addosso.
Quella più robusta iniziò ha fare una specie di danza tribale, mentre le altre 2 si erano sedute ai miei fianchi.
Sentii chiaramente che Mister Dick si era svegliato e mi chiedeva cosa stava succedendo.
La ragazza intanto aveva iniziato ha togliersi i vari veli che la coprivano (compresa la faccia); intuii subito che non era una velina.

Difatti poco a poco stavano comparendo varie maniglie dell'amore e chiari segni di cellulite; iniziò una specie di danza del ventre (nel senso che il ventre andava sempre dalla parte opposta a dove andava lei); intanto le altre 2, nonostante non si fossero ancora tolte nulla, avevano iniziato a “toccarmi”.
A forza di agitarsi, intanto era caduto anche l'ultimo velo (a parte quello su viso); quello che vedevo però non era molto incoraggiante (almeno per me).
La ragazza era piuttosto “in carne”, di età indefinita (comunque per tranquillizzare quei lettori sensibili a queste cose, sicuramente maggiorenne a giudicare dal gatto persiano nero che aveva tra le gambe). )

La cosa che più mi colpì però era il seno ; era almeno una 8° misura, forse anche di più, con 2 capezzoli scuri del diametro di una tazzina di caffè.
Mentre la guardavo, le altre 2 che erano rimaste vestite con il loro chador, iniziarono a sfilarmi la camicia e i pantaloni.

Feci un breve ragionamento con il mio equipaggio : ok, non mi sembrano miss mondo, però se molliamo l'ancora per cercare qualcosa di meglio non è detto che lo troviamo.
Tanto vale, forse, restare qui; l'equipaggio approvò la mia soluzione.

Oramai completamente nudo, presi la ragazzona (con un po' di fatica) e la feci sedere sulle mie ginocchia; le 2 miss al mio fianco, intanto avevano iniziato ad occuparsi di Mister Dick, che mi fece capire subito che erano delle professioniste “navigate”.

A questo punto, si avverte i Sigg. Lettori che la narrazione diventa, per forza di cose un po' “cruda”.

Mentre una delle ragazze al mio fianco aveva tirato fuori un “gommino”, l'altra preparava Mister Dick all'investitura finale.
Quando tutto fu pronto, quella alla mia destra, tenendolo ben fermo in mano, aiutò la danzatrice ha posarsi sul trespolo; poi iniziarono a spogliarsi anche loro (finalmente potevo vedere cosa c'era sotto tutti quegli stracci).

Apro una parentesi : Bigfoot è uno molto timido, e pensa che una donna per volta sia più che sufficiente; l'importante che ci sappia fare.
2 per volta, se ci sanno fare, diventa troppo impegnantivo; 3, diventa una sfida contro se stessi (ne vale la pena ?). :
Chiusa parentesi.

Anche loro, sotto lo chador, erano completamente nude; ed erano anche molto più belle della danzatrice (che intanto aveva iniziato ha danzare sul mio trespolo, tirando fuori la lingua con cui riusciva ha toccarsi addirittura il naso).
Peccato che erano ambedue incinte.
Ero esterefatto; come si fa ha lavorare (loro) e a far lavorare (gli altri) delle donne incinte in un bordello ?

Gli chiesi, a gesti , di quanti mesi erano.
“Five months” una, “Six months” l'altra.
Ora nel mio manuale personale di bordo, all'articolo 27, comma 2 si dice : “Mai con donne incinte.”
A gesti le ringraziai della collaborazione, ma mi bastava la danzatrice che avevo sul coso.
Rimasero un po' perplesse, tentarono anche di farmi cambiare idea prendendomi le mani e appoggiandole sul loro ventre.

Vedendo però che ero rimasto fermo nella mia decisione, ripresero i loro chador e sculettando se ne andarono via.
Mi restava solo da risolvere il problema con la danzatrice; la quale aveva iniziato ha fare il solito giochetto delle arabe, forse pensando che non lo conoscessi.

Peccato che il vostro Bigfoot era stato qualche anno prima ad Amman in Giordania, dove una simpaticissima funzionaria giordana si era premurata di farmi conoscere il giochetto, che consiste nell'usare la vagina come se fosse una bocca (d'ora in avanti PBJ, prendete nota).
Se la ragazza ci sa fare, il vostro orgasmo (e in parte anche il suo), può durare anche 10-15 minuti.
Per ovvi motivi però è consigliabile ai maschietti di fare un controllino cardiovascolare prima, perchè la pratica può essere potenzialmente pericolosa (così mi disse una volta Teresa).

Vedendo che me la stavo prendendo con calma, la danzatrice si abbassò verso di me, prendendo i suoi enormi seni e cominciò a pacioccarli; davanti a quella visione, con le sensazioni che trasmetteva il PBJ, chiusi gli occhi per “assaporarli meglio”.
Dopo alcuni secondi, cominciarono ad arrivarmi in faccia degli spruzzi.
Che c....o sta succedendo ? Riaprii gli occhi e la guardai; da quegli enormi seni, uscivano dei getti di latte, che mi arrivavano regolarmente in faccia.

Era di nuovo allibito; ma in questo bordello c'era qualcosa di normale ? :

In pochi minuti, mi aveva trasformato in Cleopatra che sta facendo il bagno nel latte; va bene che sono abituato alle zone umide (e che mi piacciono anche), ma quando il troppo è troppo, basta.
La fermai con un gesto perentorio; ci rimase male, probabilmente ero il primo utente che non gradiva la doccia nel suo latte.
A questo punto, fermò anche la danza, scese dal trespolo, mi tolse il gommino e velocemente passò ad un BBJ classico.
Io intanto la osservavo cercando di capire dove voleva arrivare, mentre lei osservava me, per vedere come reagivo.

Reagivo cercando di resistere, contando le pecorelle e pensando a cose innocenti o di lavoro, perchè oramai il gioco mi piaceva e non volevo finirlo subito.
Ad un certo punto gli dissi “Slow !!”, facendo anche il gesto; lei ubbidì, ma subito dopo fece un numero da alta scuola: lasciò uscire il povero Dick, ormai paonazzo e sul punto di non ritorno e dopo avermi osservato, aprì le fauci a dismisura e in un solo colpo inghiottì Mister Dick e le 2 sorelline.
Non avevo mai visto un numero del genere; credo che per poterlo fare, oltre ad un lungo addestramento, ci voglia anche delle caratteristiche particolari che non tutte hanno.
Con la lingua iniziò ha giocare con le mie cose; non so come facesse (e che ne ho visti nella mia lunga carriera, ci potrei tranquillamente farci un libro).
Ma come questa, mai nessuna mi aveva trasmesso sensazioni così forti; mi venne in mente Teresa, dovevo assolutamente insegnargli questa tecnica; o mandarla a ripetizione da questa tipa.
Riusciva ad aspirare e ruotare la lingua creando un effetto centrifuga indescrivibile, tipo scossa elettrica che mi percorreva tutto il corpo.
Mi distesi sul letto, cercando di pensare alle cose più astruse; volevo prolungare quel momento all'infinito, era piacere allo stato puro.
Mi concentrai su un punto del soffitto; per la prima volta notai che non era blu come mi sembrava inizialmente, ma vi erano state dipinte anche delle piccole stelline bianche, forse per simulare la notte.
Ad un certo punto sentii che la tipa iniziava ha massaggiarmi, con le dita, il perineo.

Maledizione, questo era il colpo di grazia; forse aveva capito che la stavo tirando troppo in lungo, e difatti dopo pochi minuti fui costretto ha mollare il carico.
Non so come, ma riuscii a non urlare. )

Sentii dei colpi di tosse, ma rimase attaccata al bocchettone fino alla fine; anzi, si assicurò che non ci fosse ancora qualche colpo in canna.
Questo è fare bene il proprio lavoro, un'autentica professionista !
Si rialzò e nonostante avesse la bocca piena, riuscì ha sorridermi; quindi accertatasi che la stessi guardando, mandò giù tutto, verificando con la mano che non ci fosse qualche residuo sulle labbra.

Ero distrutto; conoscendomi sembra impossibile, ma era veramente così; pensai alla saga di Harry Potter e ai Demoni che ti succhiano la vita. :
Speriamo che questa tipa non mi abbia succhiato anche qualche anno di vita..............

Facendo uno sforzo non indifferente, mi rialzai dal letto; lei prontamente corse ha prendere una bacinella piena d'acqua di rose (c'erano anche i petali) e iniziò ha lavarmi per benino.
Io continuavo ha tenere il mio sguardo su quelle tette enormi che ballonzolavano; ogni volta che faceva un movimento un po' brusco, si produceva un effetto di “dripping”; ero come ipnotizzato.

Dopo avermi lavato, asciugato e stirato, mi rivestii; prima di uscire dalla città di Samarcanda, gli diedi un bacio sulla guancia.
Lei sorrise contenta.
Appena fui nel corridoi e mentre cercavo di capire che strada dovevo fare per ritornare dai miei bravi, da dietro una tenda apparve la maitresse.
Pensai : “Chissà se si è goduta lo spettacolo ?”
Ma in fondo, ormai il ghiaccio era rotto; probabilmente ero già finito negli archivi della DEA e dei “federales” messicani, quindi qualche altro spettatore in più cosa cambiava ?
Ritornammo velocemente al punto iniziale, con lei che continuava ha parlare (in arabo) e io ha tacere.
Quando arrivai nella sala iniziale dove c'erano gli articoli standard, notai subito che c'era anche il giapponese; gli chiesi con un cenno com'era andata e vidi che mi sorrise facendomi il segno di ok con la mano; bene.
Quando il serbo mi vide, spostò le 3-4 ragazze che aveva addosso, e scattò in piedi; contemporaneamente emise un breve fischio e in un attimo comparvero anche gli altri 3; mentre si rivestivano, riuscii ha notare sul petto dello “sfregiato” un tatuaggio gigantesco a colori che riproduceva la croce di S.Giorgio.
In un attimo capii tutto; ecco perchè all'arrivo aveva parlato con alcune ragazze in russo: era un georgiano.
Ancora una volta mi complimentai mentalmente con il tizio che aveva organizzato la security per questa missione: cosa c'è di meglio che utilizzare 4 templari slavi in un paese profondamente arabo ? :

Comunque ero stanco, volevo andare a dormire e quindi dissi loro che potevamo tornare alla base;
detto fatto, riattraversammo il bar in formazione tipo (mi piaceva troppo vedere come le persone ti guardavano e/o ti scansavano, con ammirazione e/o preoccupazione).
Uscimmo sul piazzale, dove avevamo lasciato le auto; mentre lo zingaro controllava che le auto fossero a posto (ve lo immaginate fregare un'auto ad uno zingaro ?), diedi un'occhiata all'orologio: segnava le 03:30am.
Ridendo e scherzando avevamo passato oltre 4 ore in questa Disneyland del sesso.


Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
MiamiVice
Sr. Member (289 post)
K+ 356 | K- 194
bigfoot:

Capitolo V - "La lampada di Aladino" 

...Uscimmo sul piazzale, dove avevamo lasciato le auto; mentre lo zingaro controllava che le auto fossero a posto (ve lo immaginate fregare un'auto ad uno zingaro ?), diedi un'occhiata all'orologio: segnava le 03:30am.
Ridendo e scherzando avevamo passato oltre 4 ore in questa Disneyland del sesso.


Ma è il Paese dei Balocchi scritto da Collodi, in versione hot? )
Racconto veramente esagerato.... ora lo sai che molti colleghi ti chiederanno di fargli da guida per una mini vacanza del piacere?? :

Sei nelle ore, Post-it


      MiamiVice

Piatti preferiti: Y, capezzoli e labbra morbide e carnose. Chi non bacia gode solo a metà
TBK®
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Caro MiamiVice,

quando quel mattino mi hanno "prelevato" per portarmi alla sede dei Servizi di Sicurezza non mi sembrava proprio il Paese dei Balocchi.
E meno male che non mi sono fermato ad assaggiare il tè o il caffè che mi hanno offerto(più che altro perchè non volevo verificare il seguito come mi aveva detto il mio amico).
Comunque, mai avrei immaginato come si sarebbe conclusa quella giornata.

Per quanto riguarda la vacanza in quella Disneyland, è meglio che non vi dica quanti VA (Ndr: Velocità Autostradale) mi è costata .

BF
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AnDaty
Sr. Member (226 post)
K+ 237 | K- 99
bigfoot hai girato tutto il mondo...e ci hai deliziato con le tue storie, in alcune di esse sembrava di leggere Wilbur Smith. Scoprendo anke usi e costumi locali...ma guardando il planisfero, manca l'Oceania...
avventure aborigene non ne hai fatte?
Ciao
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Ciao Andaty,
da quelle parti sono stato solo in New Zealand (ma a pesca con amici) e alle Hawaii con la mia compagna Teresa (in vacanza), quindi......... nisba.

Wilbur Smith chi ?......... ha si ora ricordo, era quello che incontravamo sempre durante i safari in Africa. )

BF
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bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Cari amici
che mi avete seguito in questo viaggio autobiografico a ritroso nel tempo, adesso vi faccio una domanda :

Preferite che vada prima ad est oppure ad ovest con il prossimo racconto ? :

BF
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dania.rose
Pay girl (43 post)
K+ 170 | K- 55
Io voto ovest
xx73xx24
Full Member (38 post)
K+ 2 | K- 22
ANCH'IO VOTO OVEST
Scricciolo72
Jr. Member (120 post)
K+ 100 | K- 9
Dico ovest pure io


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xxxxlevel
Sandokan (1457 post)
K+ 644 | K- 225
bigfoot:

Cari amici
che mi avete seguito in questo viaggio autobiografico a ritroso nel tempo, adesso vi faccio una domanda :

Preferite che vada prima ad est oppure ad ovest con il prossimo racconto ? :

BF
Io non faccio testo ) punto sempre ad est eheheheh, dovunque ci porterai ti seguiremo uomo peloso, complimenti pe il tuo ultimo racconto e K+ saluti.
http://i61.tinypic.com/255n…" /> http://i62.tinypic.com/34et…" />
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Bene ragazzi, questa volta andremo ad ovest (nord-america) e il titolo della prossima puntata sarà :

"Alzata con pugno e il Sasquatch"

Là, dove tutto è iniziato è, probabilmente, tutto finirà.......... :


-- C O M I N G  S O O N --
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dania.rose
Pay girl (43 post)
K+ 170 | K- 55
bigfoot:

Bene ragazzi, questa volta andremo ad ovest (nord-america) e il titolo della prossima puntata sarà :

"Alzata con pugno e il Sasquatch"

Là, dove tutto è iniziato è, probabilmente, tutto finirà.......... :


-- C O M I N G  S O O N --



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bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Cap. VI  -    “Alzata con pugno e il Sasquatch ”

Era parecchio tempo che mi frullava nella testa un desiderio : portare Gigggetto a caccia nel grande nord americano.
Purtroppo il mio “grosso” amico ha un problema gigantesco : ha una paura folle di volare.
Per convincerlo impiegai tutti i mezzi leciti e illeciti possibili; addirittura feci intervenire anche Teresa per fare in modo che curasse, sotto l'aspetto psicologico, il problema.
La mia compagna prese subito a cuore il suo problema, e con una serie di sedute (cene del sabato sera) riuscì ha convincerlo. )
Probabilmente influì anche il fatto che Teresa preferiva sapermi in giro per il mondo con un fucile piuttosto che al lavoro in qualche paese “disagiato”; e meno male che non gli raccontavo tutto. :

Finalmente si convinse, e diedi via ai preparativi : spedizione delle armi e bagagli (operazione semplice se non fossimo in Italia) tramite l'outfitter canadese a cui avevo delegato l'organizzazione della “vacanza”.
Il giorno della partenza, visto che aveva un po' di tempo, pregai Teresa di accompagnarci, perchè ero sicuro che il “bambinone” avrebbe fatto i capricci all'ultimo momento. :

Non mi sbagliai, Teresa e la moglie di Gigggetto dovettero prenderlo sottobraccio e portarlo pian pianino verso la zona d'imbarco; un uomo che stesse salendo al patibolo sarebbe stato più allegro.
Sull'aereo (per fortuna avevamo beccato la fila centrale) mi premurai di avvertire le hostess che il mio amico aveva paura di volare; in effetti durante il volo le assistenti si fecero veramente in quattro per rendere il volo più confortevole possibile.

Arrivammo a Toronto in perfetto orario; purtroppo non era stato possibile trovare un volo diretto dall'Italia per Vancouver, per cui dovemmo cambiare aereo; al momento di salire sul Boing della Air Canada, Gigggetto ricominciò ha fare i capricci :
“Chi me la fatto fare, non ce la faccio più, ho paura etc.”
Lo guardai con lo sguardo più cattivo possibile e gli risposi :
“A questo punto siamo oltre il punto di non ritorno, abbiamo speso un sacco di soldi, sali sull'aereo e stai zitto o ti prendo a calci in c....o !”
Capì che non scherzavo e mogio mogio salì sull'aereo”

A forza di frequentare per lavoro gente “dura”, stavo diventando come loro.

A Vancouver, c'era il terzo cambio aereo da fare; per fortuna non c'era da aspettare e salimmo subito sul 737 per WhiteHorse; ormai Gigggetto era “soggiogato” da me e mi seguì senza tante cerimonie.
Per fortuna il volo durò abbastanza poco (almeno rispetto ai 2 precedenti); l'unica cosa che disse è che gli dispiaceva che gli aerei fossero sempre più “piccoli”.
Pensai, ovviamente senza dirgli niente :
“Aspetta di vedere l'ultimo...” :

All'aeroporto di WhiteHorse trovammo il responsabile dell'organizzazione con armi e bagagli ad aspettarci; caricammo tutto sul suo pick-up e ci avviammo all'ultimo imbarco.
Gigggetto mi chiese subito, sottovoce, perchè non partivamo dallo stesso aeroporto dove eravamo arrivati. :
Semplicemente, gli dissi, perchè gli idrovolanti partono da specchi d'acqua.
“I-d-r-o-v-o-l-a-n-t-i ?”
Incominciò lentamente a cambiare colore.
Quando arrivammo all'imbarcadero dove c'erano gli idrovolanti, completò la sua trasformazione; ora era bianco “cadavere”.
Non aiutò nemmeno ha caricare i bagagli sull'aereo; facemmo tutto io e il tizio dell'organizzazione, mentre lui continuava ha guardare fisso l'aereo sempre più sbigottito.

Era uno dei più diffusi in Canada, un DHC-2 con motore “stellare” a pistoni, un po' arrugginito, bianco e rosso degli anni '50.
Quando vidi arrivare anche il pilota, anch'io cominciai però ad avere qualche perplessità; ovviamente feci finta di nulla per non spaventare ulteriormente il mio amico.
Il pilota era un tizio piuttosto grassottello, cappellino da baseball in testa, barba e capelli lunghi, Ray-ban a specchio; mi preoccupava sopratutto il pacco da 10 lattine di birra che teneva in mano e che mise velocemente con i nostri bagagli. :

Salimmo sull'aereo, io davanti con il pilota, Gigggetto, visto la taglia, dietro.
Per avviarsi, l'aereo impiegò qualche minuto, tra fumate nere e bluastre e “sputacchiamenti” vari.
Una volta stabilizzato il motore, il pilota mollò il cavo con cui l'idro era legato al pontile, e iniziò a rullare verso il fiume.
Per decollare il pilota portò l'aereo sul fiume, lo dispose in favore di corrente e diede “manetta”.
Decollare da uno specchio d'acqua non è come decollare da una pista di cemento, e sopratutto il monomotore a pistoni non è un come un moderno jet passeggeri. :

Il rumore era assordante, tutto vibrava; mi girai verso Gigggetto per tranquilizzarlo : vidi solo 2 occhi iniettati di sangue che mi guardavano; sorrisi e gli feci segno “tutto ok”.
Almeno speravo.
Dopo una breve rincorsa, lentamente, molto lentamente ci alzammo sul fiume.
Guardai il pilota : era calmo e rilassato, come se andasse a spasso in bicicletta; aveva anche tirato fuori un grosso sigaro e se lo era messo in bocca; per fortuna non l'aveva acceso.
Per rompere un po' il ghiaccio, chiesi al pilota da quando faceva quel lavoro.
Mi rispose che faceva servizio di fly-inn da circa 4 anni; in pratica da quando aveva chiuso il suo rapporto ventennale con la USNavy; ex-pilota di F-14, dopo la prima guerra del golfo aveva deciso di “pensionarsi” e godersi un po' la vita, e visto che aveva sempre vissuto in California si era trasferito in Canada.

Per farci vedere come si volava nella USNavy iniziò a zigzagare tra le piante che costellavano il fiume a non più di 20-25 mt d'altezza, passando spaventosamente vicino, troppo vicino per i miei gusti , alle chiome degli alberi.

Evitai di voltarmi per guardare il mio compagno; forse era meglio se fossi stato zitto. :

Il volo durò circa 2 ore; l'atterraggio fu come il decollo, solo che essendo seduto davanti vedi arrivarti incontro tutto troppo velocemente (almeno ti sembra); ma mi tranquillizzai subito; pensai che portare le 20 tonnellate di un F-14 ad atterrare sul ponte di una portaerei, di giorno e di notte con qualsiasi tempo, sia molto più difficile di quello che stava facendo adesso. :

Il lodge dove eravamo arrivati era una specie di piccolo villaggio composto da una decina di casette tutte in legno, affacciate su un grande lago; tutto intorno, boschi, altri laghi, fiumi, torrenti e montagne.
Un'ambiente idilliaco, dove forse tutti vorremmo vivere.
A motore spento, arrivammo all'unico pontile che s'inoltrava nel lago, dove ci stavano aspettando un paio di uomini e alcuni ragazzini schiamazzanti.
Uno dei 2 uomini era il responsabile del lodge e ci aiutò a scaricare i nostri bagagli sul pontile; ultimo a sbarcare era Gigggetto, ovviamente in uno stato pietoso.
Sembrava come se fosse appena stato ripescato da una lavatrice, dopo una centrifuga di parecchie ore.
O forse era semplicemente la mancanza di ore di sonno (non avevo uno specchio per controllarmi). :

Con il responsabile del lodge, andammo armi e bagagli al campo base, alla periferia del villaggio; una casetta tutta in tronchi d'albero, con veranda sul lago;erano presenti tutti i confort : acqua corrente (dietro la casetta c'era un torrentello che sfociava nel lago), WC (una garitta ad una cinquantina di metri , bagno (una tinozza di legno nel giardinetto di fronte alla casetta).
All'interno una decina di posti letto (brandine e coperte militari) e angolo cottura (fornello a gas con 3 fuochi, 4 pentole di varie misure e un po' di stoviglie varie).
Più o meno la dotazione che puoi trovare anche da noi nei rifugi alpini in alta quota (quelli molto vecchi ovviamente).

Mentre ci sistemavamo nel campo base, il responsabile ci comunicò che c'era un problema.
Pensai subito “Ahi, ahi, ahi, comiciamo male....”
Una delle 2 guide professioniste del campo, non era ancora rientrata, in quanto un gruppo di cacciatori che ci aveva preceduto nelle settimane precedenti avevano ferito un grizzly; i cacciatori erano tutti rientrati, ma ovviamente non si poteva lasciare in giro un grizzly ferito (ed incazzato) per cui una delle guide era ripartita per risolvere la questione.

Decisi subito di lasciare la guida professionista a Gigggetto (in fondo l'avevo trascinato io fin qui, non potevo andare a caccia sapendolo fisso al campo ad oziare).
Subito il responsabile del campo aggiunse però, che comunque se volevo, aveva pronta un'altra soluzione per me.
Ok, mi va bene tutto (piuttosto che restare al campo ha fare foto o bighellonare nei dintorni del villaggio). :

Quella sera andammo ha dormire prestissimo, anzi restammo secchi tutti e due, nonostante le brandine da campo non fossero il massimo della comodità.
Al mattino, quando ci svegliammo, trovammo il disastro : dei procioni erano entrati nella casetta da un pertugio di aerazione e ci avevano “disfatto” i bagagli.
Per fortuna erano solo procioni “curiosi”, in cerca di qualche manicaretto da mangiare; basta fare un po' di rumore e se ne vanno da dove sono venuti; diverso sarebbe stato se invece dei procioni fosse stato qualche black bear.
In questo caso finisce sempre a schioppettate (“Ricordarsi di andare armati alla toilette” c'era scritto sulla porta della casetta).
Impiegammo una buona mezzora a rimettere tutto a posto, dopo di chè fummo pronti per la partenza.
Puntuali alle 07:00 arrivarono il responsabile del campo e la guida di Gigggetto; controllo della sua attrezzatura (in pratica volle vedere il fucile e il coltello); soddisfatto, restituì il tutto e partirono; avevano davanti 8 giorni di “caccia vera”.

Prima di partire, si girò verso di me e lanciò il suo classico grido di guerra “Fatla bùna mat !”
“Anca ti. “ gli risposi. )

Ora toccava a me; presi il mio zaino, tenda singola, sacco a pelo, il Weatherby Mark V calibro .300Weatherby e il binocolo al collo; una quarantina di kg malcontati da portare a spasso.

Con il responsabile mi avviai verso la periferia del villaggio; percorremmo circa 400 mt., e ci fermammo davanti ad una casetta tutta colorata che dava direttamente sul lago; davanti alla casetta c'erano 3 indiane, 2 molto vecchie e una più giovane che sistemavano (forse cucivano) delle reti da pesca.
Il responsabile iniziò ha parlare con la donna più giovane in un dialetto locale che non capivo; alla fine del discorso, la ragazza fece cenno di sì, mi guardò “accuratamente”, dopo di che rientrò in casa.
Il responsabile mi disse che aveva accettato di farmi da guida; era un'indiana che conosceva come le sue tasche tutta la regione.
Alcuni mesi prima aveva perso il marito (anche lui guida indiana); era morto annegato durante una caccia all'alce; un maschio gigantesco li aveva attaccati ed era riuscito a rovesciare la barca su cui si trovava con alcuni turisti; i turisti si erano salvati, lui invece era rimasto impigliato sotto la barca ed era annegato.
Istintivamente me le toccai.

Dopo una decina di minuti, tornò fuori; si era cambiata, non aveva più la camicia a quadrettoni rossi e neri con i jeans sdruciti e le scarpe da ginnastica.
Ora aveva una veste di foggia indiana verde con un sacco di frange e guarnizioni in pelle che le arrivava alle cosce, pantaloni marroni aderenti e stivaletti indiani morbidi senza tacco; ovviamente tutto in pelle scamosciata (artigianato locale ?).
Sulle spalle aveva una sacca (una specie di rucksac sloveno in pelle), un Lee Enfield Mk II calibro .303 e bandoliera con un po' di cartucce.
In uno stivale aveva un coltellaccio da scuoio da far paura.

Mi fece un cenno e partimmo; anch'io avevo davanti 8 giorni di "caccia", con una vera “squaw” indiana.
“Wow !!”. )


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MiamiVice
Sr. Member (289 post)
K+ 356 | K- 194
L’aereo è come la barca che più è piccola e più sente il mare…
Certo che sei stato un po' strunz a far prendere un idrovolante a una persona alla sua prima esperienza con gli aerei... e che ha paura a volare!

Lo chiedo io prima che lo faccia qualche collega... ma com'era questa “squaw” indiana? Un minimo di descrizione, per capire se il tuo equipaggio si è messo sull'attenti o è tornato a dormire aspettando la prossima
Saluti, in attesa della continuazione


      MiamiVice

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TBK®
zimmerman2
Hulk (1948 post)
K+ 482 | K- 191
Bravo miamivice stavo proprio x chiedere una descrizione dell'indiana
La figa e il ciuffetto e' un duo perfetto!!!
sempreintir
Super Hero (1115 post)
K+ 1114 | K- 268
Caro Piedone...quel termine P.H., da te menzionato qualche racconto fa', mi aveva messo la famosa pulce nell'orecchio...adesso ne ho la conferma!!!! K+ ...di stocco!!
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Grazie ragazzi.

La descrizione della mia guida indiana la troverete nella seconda parte del racconto.
Posso solo anticiparvi che è stata un'esperienza "incredibile". )

Come ha sottolineato l'amico Sempreintir, spesso troverete nei mie racconti delle sigle a voi sconosciute; lavorando spesso con gli anglosassoni ho preso da loro il vizio di utilizzare diffusamente gli acronomi; quando non vi è chiaro qualcosa chiedete pure.
Per adesso :
P.H. = Professional Hunter (cacciatore professionista che ti fà da guida)
PBJ = Pussy Blow Job (è chiaro vero, o vi serve anche un disegno ? ) )

BF
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bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Oramai camminavamo da oltre 3 ore lungo le sponde del lago, verso nord; aveva un passo piuttosto “spedito”, molto più rapido del mio; per fortuna quando vedeva che restavo un po' indietro si fermava ad aspettarmi.

Oltre tutto, essendo piuttosto longilinea e “caricata leggera” era sicuramente favorita rispetto alla taglia XXXL del sottoscritto, equipaggiato “pesantemente”.

Il problema principale di queste spedizioni e sempre quello di NON prendere poco e di NON prendere troppe cose; ci vuole un giusto equilibrio (sembra facile). :

Finalmente durante la sosta potei dare un'occhiata alla mia guida; quando il responsabile del lodge me la presentò non mi aveva fatto una gran impressione; ora invece, complice il fatto che la vedevo vestita con i suoi abiti tradizionali, mi sembrava quasi bellina.
Ovviamente tenendo conto che comunque era una “nativa” (Ndr: così vogliono essere chiamati).
Era alta circa 1.70, longilinea (ma non magra), pelle piuttosto scura (non come una mulatta, direi piuttosto come se fosse abbronzata); capelli neri corvini lunghi, riuniti in 2 trecce ai lati del capo.

In quelle 3 ore di marcia, praticamente avevo consumato tutta la borraccia d'acqua che mi avevo portato, urgeva fare rifornimento; lei se ne accorse, tirò fuori dalla sua bisaccia una fiaschetta in pelle e me la porse.
Non mi andava di consumare anche la sua acqua, quindi mi bagnai solo le labbra e gliela restituii; posai quindi lo zaino e l'aprii; da qualche parte avevo 2 pacchettini di biscotti (li avevo presi al duty-free al momento della partenza da milano),erano i mitici pavesini; l'intenzione era quella di darli a Gigggetto per farlo stare buono, ma poi ci pensarono le hostess a rinpinzarlo a dovere.
Aprii uno dei 2 pacchettini, ne presi 1, dopo di che offrii il pacchetto alla mia guida.

Capii subito che era curiosa, prese il pacchetto e cominciò ad annusarlo; poi, finalmente si decise a prenderne uno ed ad assaggiarlo.
Dal sorriso di approvazione capii che gli erano piaciuti; gli dissi di tenere tutto il pacchetto, ma lei voleva ridarmelo indietro; allora per convincerla, tirai fuori anche l'altro e glielo feci vedere; si convinse, e con un cenno di ringraziamento, lo ripose nella sua bisaccia.

Purtroppo non c'era molto colloquio tra di noi; parlava solo la sua lingua, anche se qualche volta tirava fuori delle parole in francese e inglese. Tra di noi comunque ci si intendeva benissimo con i gesti (sono sempre stato abbastanza sveglio). )

La scena dell'acqua e del biscotto mi aveva ricordato la scena dell'incontro del tenente (Kevin Costner) e della squaw Sioux Alzata con Pugno nel film "Balla coi lupi".
Gli dissi sorridendo, visto che il suo nome era impronunciabile (per me),che d'ora in avanti l'avrei chiamata Alzata con Pugno. )

Mi guardò seria, non aveva capito, ma mi andava bene lo stesso.

Riprendemmo la marcia verso nord, lungo il lago.
Costeggiando la riva, Alzata con Pugno trovava spesso tracce di animali che erano andati a bere; tra questi, mi fece vedere anche le tracce lasciate da alcune alci.
In particolare mi fece vedere una serie di impronte molto grandi; con un bastone indicò sul tronco di un albero l'altezza dell'animale: praticamente un grosso cavallo !!

Poi però mi fece capire che non si poteva prendere perchè era una femmina (per farsi capire si prese i seni con le mani evidenziandoli, con 2 vitelli (portò la mano con le dita aperte all'altezza del suo fianco, agitandola orizzontalmente).
Gli feci segno che avevo capito, ed approvavo.

Riprendemmo il cammino, oramai era pomeriggio inoltrato; dietro di noi intanto il tempo stava cambiando, grosse nuvole cariche di pioggia stavano scendendo dalle montagne verso il lago.
Diedi un'occhiata alla mia stazione meteo/gps portatile che avevo nello zaino; il barometro era in picchiata, gran brutto segno.

All'improvviso vidi la ragazza, avanti a me di una ventina di metri, immobilizzarsi; poi si acquattò alzando la mano destra e rinchiudendola a pugno.
Nel linguaggio delle guide di caccia (e dei militari professionisti) devi fare altrettanto, prestando attenzione verso la parte dove vedi il pugno chiuso (in questo caso verso la sua destra).
Misi immediatamente un ginocchio a terra, presi il Weatherby dalla spalla, lo appoggiai sulla coscia e camerai una cartuccia.
Il pur lieve rumore dell'otturatore del Weatherby (che io avevo a malapena sentito), la fece girare di scatto e mi fece subito segno di non sparare.

Poi, con l'intento di farmi capire che animale era, si mise ha fare delle strane smorfie con la faccia e le mani.
Capii quasi subito che aveva visto un felino; ma cosa di preciso ?
Da quelle parti sono abbondanti puma, linci, bobcat e wildcat.

Presi lo Steiner 10x50 e cominciai ha sbinoculare; c...o, non vedevo nulla; lei visto il mio sguardo interrogativo, cominciò a disegnare con le mani qualcosa nell'aria ; pianta abbattuta, 2 cespugli, un grosso ramo messo in verticale davanti ad una roccia rotonda.
Guardai nella direzione del suo braccio e finalmente la vidi : era una lince canadese stupenda, davanti alla roccia, e ci stava osservando anche lei; era distante una quarantina di metri.

Per alcuni minuti non ci muovemmo, limitandoci ad osservarla; ad un certo punto, sempre senza parlare, con dei segni mi fece capire che era una femmina che portava da mangiare ai suoi piccoli.
Mentre continuavo ad osservarla attraverso il binocolo, vidi che prendeva un grosso uccello morto in bocca (penso fosse una grouse) e con un paio di salti si diresse verso dei cespugli; immediatamente, da sotto i cespugli saltarono fuori 3 cuccioli a far festa.
Ancora adesso mi chiedo come aveva fatto ha vederla, ha capire che era una femmina e che portava da mangiare ai suoi piccoli.

Era la prima volta che vedevo una lince dal vivo.

Riprendemmo il cammino, e deviando dal percorso per non disturbare la famigliola, tornammo verso il lago.
Era ora di scegliere un posto dove dormire, anche perchè il tempo si faceva sempre più brutto; anche la temperatura era scesa : al mattino, quando eravamo partiti, era di 14°, ora era scesa a 11°.

Dopo poco più di un quarto d'ora trovammo quello che cercavamo: un spiazzo circondato da alberi abbattuti su 2 lati, quasi in riva al lago (distante una trentina di metri).
Preparammo il campo; mentre accendevo il fuoco (con la barretta di magnesio e l'acciarino è un'attimo farlo, anche con l'umidità che c'era), l'indiana aveva raccolto un bel po' di legna e procurato l'acqua (dal lago).

Però prima di mangiare volevo fare un po' di toelette personale (in fin dei conti avevamo marciato per oltre 10 ore ed ero sudato marcio).
A gesti gli feci capire che cosa volevo fare, e mi avviai verso il lago; trovai un angolino da cui il campo non si vedeva, mi spogliai e scesi in acqua.
Era fredda, ma non come mi immaginavo, tenuto conto che oramai la temperatura probabilmente era sotto i 10°; cominciai a lavarmi e strofinarmi bene, per riattivare la circolazione e togliermi un pò di sporco.

Ad un certo punto senti uno sciaquio dietro di me; mi girai subito pensando:
“C...o, non ho preso il fucile !!”.
Invece, con mia enorme sorpresa, era Alzata con Pugno che era entrata in acqua anche lei (era distante una decina di metri).

Notai anche che sulla riva accanto ad un tronco, aveva lasciato tutti i suoi vestiti e il Lee Enfield. Siccome ero completamente nudo, mi vergognavo un po' (non ridete per favore); lei intanto si era messa a nuotare in su e in giù, ignorandomi completamente.

Cominciavo ad aver freddo, ma volevo uscire dopo che se ne fosse andata, per cui continuai a fare la ranocchia (anzi, visto la stazza, assomigliavo più ad un babi) in acqua.
Per fortuna, dopo una decina di minuti che mi sembrarono lunghissimi, uscì dall'acqua completamente nuda, e vi assicuro, tutti i mie dubbi su cosa ci fosse sotto quel costume tradizionale, sparirono.
Era un gran bel vedere; e come gentil'uomo mi fermo qui. )

Velocemente si rivestì, poi guardandomi mi fece segno di uscire anch'io dall'acqua; presi il coraggio a 2 mani,e dicendomi che in fondo era stata sposata e quindi non c'era niente da vedere che non avesse già visto, uscii dall'acqua. )
Lei con il fucile in spalla, aveva preso i mie indumenti e me li porse; assolutamente imperturbabile.
Una volta rivestito, tornammo all'accampamento per la cena (e la notte )).



Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
AnDaty
Sr. Member (226 post)
K+ 237 | K- 99
Immagino un territorio bellissimo, immerso nella natura...mi sembra di essere lì...
Aspetto con ansia la terza parte

Ciao bigfoot...
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