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AnDaty
Sr. Member (226 post)
K+ 237 | K- 99
bigfoot:

Grazie a tutti ragazzi, un vero grazie di cuore.

Ora, se permettete, Bigfoot si prende una breve pausa; l'aereo sta per atterrare e devo ancora indossare la mia armatura di Cavaliere Errante. )

?? ??-?
BF
Buona fortuna cavaliere...immagino il sorriso della tua Regina quando ti vedrà
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Bene amici, eccomi di nuovo qua.
Ho appena rimesso la mia armatura da Cavaliere Errante nell'armadio e sono pronto a riprendere il nostro viaggio assieme a Voi.

Dove andremo questa volta ? :
Forza, chi indovina si beccherà un bel K+; vi dico solo che sarà una puntata "HOT" )

BF
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
xxxxlevel
Sandokan (1457 post)
K+ 644 | K- 225
: Sicuramente al caldo )
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AnDaty
Sr. Member (226 post)
K+ 237 | K- 99
...Sudamerica...Brasile
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
AnDaty:

...Sudamerica...Brasile
Acqua
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
squinternotto
Hero Member (534 post)
K+ 286 | K- 220
manca solo l'Australia fra i continenti visitati....
xxxxlevel
Sandokan (1457 post)
K+ 644 | K- 225
: Io dico Africa sudo al solo pensiero....
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9.1.1.
IMPERATOR (4030 post)
K+ 1701 | K- 1041
fermi tutti, forse ho indovinato,
si va tutti a FAN GU, e vaiiiiii 
Tutti vogliono il vostro bene. Non fatevelo portare via!
xxxxlevel
Sandokan (1457 post)
K+ 644 | K- 225
9.1.1.:

fermi tutti, forse ho indovinato,
si va tutti a FAN GU, e vaiiiiii 
Prima gli anziani
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9.1.1.
IMPERATOR (4030 post)
K+ 1701 | K- 1041
va be che conosco bene la strada, ma usare un vecchio pensionato come primo della fila
vuol dire che gli altri non lo seguono 
terrone si, stupido no  >
Tutti vogliono il vostro bene. Non fatevelo portare via!
Scricciolo72
Jr. Member (120 post)
K+ 100 | K- 9
Secondo me bigfoot, si torna n Oriente !!
Eyjafjallajökull
Super Hero (943 post)
K+ 292 | K- 117
Paesi Scandinavi?
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Bene ragazzi, il K+ se lo becca......... Squinternotto (k+40) )

Il titolo della prossima puntata sarà : "The Red Rose"

--------------------- COMING SOON -------------------
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
squinternotto
Hero Member (534 post)
K+ 286 | K- 220
grazie bigfoot....ma era facile.... una avventura fra gli aborigeni, nel deserto, ci mancava....
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
squinternotto:

grazie bigfoot....ma era facile.... una avventura fra gli aborigeni, nel deserto, ci mancava....
Aborigeni ? Deserto ?
No no, meglio, molto meglio......
Qui si parlerà di Outback, Bush e Zone Umide ) ) )

BF
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
xxxxlevel
Sandokan (1457 post)
K+ 644 | K- 225
9.1.1.:

va be che conosco bene la strada, ma usare un vecchio pensionato come primo della fila
vuol dire che gli altri non lo seguono 
terrone si, stupido no  >
) Sei troppo forte eheheheheheh
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bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Cap. XI -      “The Red Rose”

Dopo quasi tre mesi trascorsi nella terra dei faraoni, ero finalmente a casa dalla mia piccola, per le vacanze di Natale e... qualche giorno aggiuntivo.

Le previsioni erano che dovevo rientrare al lavoro per la fine di gennaio, però non sapevo ancora dove.
Quell'anno l'inverno era veramente inverno; pioggia, neve e gelo la facevano da padrone, sopratutto sul Nord-Italia.
Ma la cosa non mi pesava più di tanto; alla sera avevo il mio giocattolo preferito con cui passare il tempo ) ; il problema sorgeva piuttosto durante il giorno.

Dopo aver fatto in casa tutto quello che potevo fare per dare una mano alla mia piccola, dopo aver sistemato tutte le mie cose che c'era da sistemare, non mi restava molto da inventare per passare il tempo.
Una sera proposi a Teresa che avremmo potuto fare anche noi come quelli di Grey's Anatomy; anche nell'ospedale dove lavora ci sono stanzette “riservate” per i medici di turno. )
Lo sguardo severo che mi lanciò la mia piccola sabauda non mi lasciò molte speranze.
“Tu sei matto, non se ne parla nemmeno”
Peccato, io comunque c'avevo provato.

Purtroppo lei di giorno lavorava, e alla sera spesso, pur con tutta la sua buona volontà, era stanca; inoltre come aveva spiegato più volte a me e ai nostri amici durante le nostre cene del sabato sera, una donna è diversa dall'uomo, sopratutto in quello.
Noi pensiamo sempre ad una sola cosa, loro no; e aveva anche spiegato bene, dal punto scientifico, per quali motivi.
Tenetene conto quando dovete fare qualche scelta, o se qualcuna vi dice il contrario. :

Alla fine, per passare le giornate mi misi a rivedere i diari di bordo delle mie avventure in giro per il mondo; e rivedendo tutto questo, notai che alcune caselle rimanevano desolatamente vuote.
Una però in particolare, mi aveva sempre colpito fin dalla mia giovinezza: la “Red Rose”; nonostante tutto, non ero mai riuscito ad incontrare una vera “Red Rose”.
Era una lacuna che andava colmata al più presto.

Quando mi arrivò la telefonata dal mio capo che mi chiedeva di rientrare in anticipo per un lavoro urgentissimo, risposi subito di sì, senza nemmeno chiedere dove dovevo andare.
Il volo, quella volta fu lunghissimo; ad un certo punto mi venne quasi voglia di alzarmi dal mio posto e di andare a fare una passeggiata sull'ala del Boeing 747; per fortuna le hostess che c'erano su quel volo erano un bel vedere; sopratutto una, che ogni qualvolta mi serviva qualcosa, potevo sbirciare il suo decoltè di una misura niente male.

Nella mia vita ho fatto sesso nei posti più strani, però su un aereo mi manca; il 747 ha parecchie salette riservate al personale di bordo, e quasi quasi si potrebbe provare.
Fantasie. :

E poi le hostess della Quantas sono sempre molto professionali.......

L'arrivo a Sidney mi fece capire da subito che ero dall'altra parte del mondo; ero partito nel pieno di uno degli inverni più duri degli ultimi anni ed ero sbucato nella più torrida e infuocata estate degli ultimi 50 anni.
I 41° gradi con 70% di umidità all'uscita dell'aereo furono come ricevere un pugno in faccia; e si che sono abituato ai climi caldi e umidi; la pianura piemontese, d'estate non è che sia molto diversa; ma qui le prime ore furono durissime.
Anche il primo giorno di lavoro fu durissimo, il progetto incasinato, troppe persone coinvolte e non tutte remavano a tempo e nella stessa direzione.

Ma quando al comando arriva Bigfoot le cose devono funzionare come vuole lui; come sulle “galere veneziane”, chi sgarra finisce ai remi; su questo il Comandante è intransigente.
Passai i primi 3-4 giorni a ridefinire e a sistemare un po' di cose; poi decisi che era ora di cominciare a conoscere Sidney e, magari anche qualche “aussie”.
Per fare questo, decisi di appoggiarmi a Brian, un collega australiano molto sveglio e simpatico.
Dopo qualche giorno e un po' di birre a fine giornata, scoprii che avevamo molti interessi in comune : il calcio, la caccia e la pesca, la fotografia e ..... le donne e il surf.

In attesa di esplorare gli altri hobby, Brian decise di farmi conoscere il surf; in realtà anche se mi piace, non ho mai fatto questo sport, anche perchè i posti dove poterlo fare non sono così numerosi come si crede (almeno in Italia).
Quando Brian mi portò una sera a vedere Boondi Beach non potei fare a meno di dire :
“Cavolo, qui devo provare a farlo assolutamente”

La parte nord della baia è quella più facile (in una scala da 1 a 10) vale 4; quella a sud , con le scogliere vale 7.
Inoltre bisogna tener conto che quella baia è una di quelle più frequentate dagli squali dell'intera Australia; è vero che ci sono le barriere con le reti anti-intrusione, però Brian mi disse, ridendo, che ogni tanto qualcuno entra.
Ma per un vero australiano quello è anche il bello del surf.

Volevo provare, ma ero preoccupato dai “pescetti” che gironzolavano in quelle acque; non c'erano solo squali, ma anche razze, quasi tutte velenose, barracuda (che anche se sono solo lunghi 1 metro o poco più possono rifilarti un bel morso), gigantesche cernie oceaniche (zona sud) che ti possono trascinare sotto scambiandoti per qualcosa di commestibile.

Però vidi un sacco di ragazzi e ragazze che non si preoccupavano molto di queste cose per cui, anche se la mia piccola mi aveva raccomandato di non fare stupidaggini, quando Brian mi propose di provare la sera dopo con la sua attrezzatura (e i suoi insegnamenti), accettai subito.
L'esploratore che c'è in me aveva di nuovo preso il soppravvento.

Le prove di surf, fatte nella zona nord, più facile, durarono una settimana; imparai diverse cose che non sapevo, anche se comunque alla fine ero sempre un tricheco che cercava di mantenersi in equilibrio su una tavola.
La mia tecnica era semplice: come quella che si fa quando si cavalca il “toro meccanico” ai luna-park; avevo un bel seguire i consigli di Brian, a vedere i ragazzi e le ragazze che sfrecciavano a velocità incredibili davanti ad onde alte 5-6 mt., tanto da arrivare pattinando quasi sulla spiaggia.

Dopo una settimana capii finalmente che quello sport non faceva per me, quindi passai ad un altro hobby.
Se non altro, il surf aveva cambiato il mio aspetto; ero partito pallido pallido dall'Italia ed ora mi ritrovavo, grazie al sole, vento e salsedine, di un bel color bronzo; aggiungete i capelli lunghi (quando ero partito mi ero dimenticato di tagliarmeli) e la barba che avevo fatto crescere, mi avevano trasformato in una “bella personcina”; mi mancava solo la barca a vela (qui vanno tutti a vela, è obbligatorio).

L'altro hobby, tutto sommato fu molto più facile, anche perchè l'esperienza è la cosa più importante; quando la cameriera del bar dove andavo a prendere da un po' di giorni una birra dopo la passeggiata serale mi chiese se ero solo, risposi di si.
E quando dopo un po' di serate (e di birre) mi chiese se volevo qualcos'altro, fui sincero; ok, si può fare mi disse. )
Mi portò a casa sua, e, tutto sommato, fu una bella partita; niente di eccezionale è vero , tant'è che non ricordo nemmeno più il suo nome, ma per me fu l'esordio nel campionato australiano. )

Una cosa che però ricordo ancora è che fu piuttosto “rude”; ma questo lo sapevo; amici che erano già stati da queste parti mi avevano descritto tutto per filo e per segno; “rudezza” e “linguaggio vivace” sono le caratteristiche delle “aussie”; il concetto “dell'easy” invece è molto soggettivo e dipende da troppe cose.
Tenetelo presente se venite da queste parti. :

Per fortuna il lavoro aveva preso un buon ritmo, la “galera veneziana” del comandante Bigfoot, dopo gli opportuni aggiustamenti, procedeva spedita; oramai dopo 3 settimane, mi trovavo bene nella realtà australiana; grazie a Brian, riuscivo quasi a capire il loro “slang” pieno di doppi sensi, alcuni decisamente volgari ma detti sempre senza malizia. :

Quanto alle donne, c'era talmente tanta varietà da accontentare qualsiasi gusto; e alla fine, il povero Bigfoot, con tutta quell'abbondanza, finì per digiunare.

A quel punto decisi di passare ad un'altro dei mie hobby; chiesi a Brian dove si poteva andare a pescare, sperando che le cose andassero meglio.
Ma Brian mi propose qualcosa di meglio: sfruttando 3 giorni di festa, potevamo fare un week-end lungo e andare dalle sue sorelle nella tenuta in campagna; li si poteva andare sia a caccia che a pesca.
Siccome sono un'esploratore nato, accettai subito, anche se la proposta era un po' vaga; avevamo ancora un paio di giorni davanti per chiarire.

In ufficio Brian mi fece vedere alcune foto della sua famiglia; vidi così per la prima volta sua sorella Elizabeth (che tutti chiamano Beth) più vecchia di Brian di 8 anni e le due sorelle più giovani Grace e Annie, ambedue felicemente sposate.
Belle donne, almeno in fotografia; Brian mi disse che la prima sorella ogni tanto veniva a trovarli a Sidney, ma non si fermava mai oltre la giornata; mandare avanti la tenuta era impegnativo e poi, lo disse ridendo, la vita in città non gli piaceva, preferiva la campagna.

Mmmm, una gatta selvatica, pensai subito. :

Il giorno dopo, sabato, Brian e consorte passarono a prendermi in albergo e andammo all'aeroclub dove prendemmo un piccolo Cessna; sapevo che Brian sapeva pilotare, ma comunque mi sorprese; era veramente bravo.
Mentre sorvolavamo una distesa di colline ricoperte di rada boscaglia e alcuni acquitrini, domandai se quello era il famoso Outback australiano; mi rispose la moglie, spiegandomi che l'Outback per gli australiani inizia appena fuori le città e che in realtà è un termine molto vago, perchè il territorio è molto vasto e sempre diverso.
In pratica quel termine sta ad indicare un territorio non civilizzato, e non, come pensavo io, un luogo geografico preciso.

Il volo durò circo un'ora; l'atterraggio fu perfetto, e la vista del posto mi sorprese abbastanza; la tenuta sembrava quasi un piccolo villaggio, visto che c'erano diverse case e capannoni (per il ricovero del bestiame, mi disse poi Brian).

Una volta sbarcati, Brian mi presentò la sua famiglia: Beth, la sorella maggiore, Annie e Grace le sorelle minori con i rispettivi mariti e le 2 nidiate (una con 2 e l'altra con 3 figli, tutti tra i 3 e i 10 anni); una bella combriccola.

Una cosa che non avevo notato nelle foto in ufficio, era che tutte e tre le sorelle avevano i capelli rossi, di quel rosso che puoi trovare solo qui e in Irlanda.

Molto, molto interessante pensò Bigfoot. :


Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
Eyjafjallajökull
Super Hero (943 post)
K+ 292 | K- 117
Sei fortunato ad essere passato indenne ai controlli stile "Airport Security"!
Mi fa specie che in Australia festeggino il natale in spiaggia mentre fanno il bagno e surfano sulle onde!
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Cap. XI -    “The Red Rose”  - 2° parte

Brian e sorelle con le rispettive famiglie erano alloggiati tutti nella grande casa principale, a me avevano riservato la “dipendence” che si trovava dall'altra parte del cortile, ad una cinquantina di metri.
Mentre Brian mi aiutava a sistemarmi, mi raccontò la storia della sua famiglia, immigrati irlandesi arrivati in Australia alla fine del '800; il bisnonno aveva comprato per quattro soldi tutto quel po' di terra, ci aveva costruito la prima casa e iniziato ad allevare pecore; tutti i soldi che guadagnava le reinvestiva nella tenuta e comprando altro terreno; così avevano fatto il nonno e i genitori di Brian e alla fine ora vedevo i risultati.

In realtà le cose erano cambiate radicalmente solo quando aveva preso in mano tutto la sorella maggiore Beth, dopo la scomparsa prematura prima della madre e poi, a distanza di un anno, anche del padre.
Beth si era trovata così poco più che ventenne a mandare avanti il tutto, dovendo inoltre badare anche a loro; ma se l'era cavata alla grande e i risultati erano lì da vedere.

“Beth è una tosta, una vera aussie” disse Brian sorridendo.
L'avevo già capito........ :

Ne ebbi ulteriore conferma a pranzo, nel grande sala; era un po' che non partecipavo ad un pranzo “normale”, con famiglie riuniti e bambini “scatenati”.
Ma bastò uno sguardo severo di zia Beth per rimettere in riga tutti quanti; era la padrona di casa e si faceva rispettare.

Durante il pranzo parlammo di diverse cose, anche dell'Italia; Annie, la sorella più giovane era stata a Roma e a Venezia durante il viaggio di nozze e ne era rimasta ammaliata, tanto che iniziò a raccontare ai ragazzini tutto quello che aveva visto.
Io e Brian intanto mettevamo a punto un piano per i giorni seguenti; il giorno dopo, domenica decidemmo di dedicarlo alla pesca; c'era un fiume distante 4/5 km che era abbastanza ricco di pesce e meritava una visita.
OK, per me va bene, dissi.

Durante il pranzo, Beth seduta di fronte a me, parlò pochissimo; doveva essere una donna molto riservata; sapendo che Brian aveva 35 anni, e che la sorella maggiore ne aveva 8 in più, dovetti ammettere che i 43 anni li portava decisamente bene; era anche carina, non come le altre 2 sorelle, sopratutto Grace che dall'alto del suo 1.80 ne faceva veramente una bella donna.
Appena le vidi al mattino, mi colpirono per il colore dei capelli; un rosso “irlandese” che in Beth e Annie veniva ulteriormente accentuato dalle lentiggini.

E' una combinazione che mi porto dentro fin dall'infanzia, forse perchè sono dell'epoca di Pippi Calzelunghe; comunque, alla fine, la compagnia mi piaceva; ero sicuro che avrei passato delle belle giornate. )

Durante il pomeriggio, mentre Brian mi faceva visitare la tenuta, il discorso scivolò sulla caccia e sulle armi, così dopo essere rientrati a casa, mi accompagnò nella sala dove Beth teneva i fucili per la caccia.
C'erano 2 armadi chiusi con delle vetrine, piene di fucili di tutti i tipi (almeno una quindicina); alcuni erano a canna liscia, italiani e con splendide incisioni; inoltre vi erano parecchie carabine, alcune con ottica, sia semiautomatiche che bolt-action.
Poi, in un angolo, ne vidi uno che mi colpì subito; quello che ci faceva lì ?

Quando lo indicai a Brian, mi disse che Beth lo aveva avuto in regalo da un amico un paio di anni prima; aprì la vetrina, lo prese in mano e me lo porse.
Era uno splendido SVD Dragunov in 7.62x54 semiautomatico con ottica dedicata POSP-1 e relativo sistema di puntamento "all'infrarosso"; cosa ci faceva un fucile russo da cecchini in una fattoria spersa nell'Outback australiano ?
Mentre lo esaminavo, vidi sul castello, davanti alla guardia del grilletto lo stemma dell'Arsenale di Tula, vicino a Mosca; quel fucile era stato “provato” da uno dei migliori arsenali al mondo.
Era un'arma da “specialista”, per uno “specialista”. :

“Ti piacerebbe provarlo ?” disse Brian.
“A chi non piacerebbe provare un ferro del genere...”
Brian prese una scatola di cartucce dal fondo dell'armadio e mi disse :
&ldquoai, andiamo a provarlo”.
Uscimmo dalla casa e ci avviammo su per la collina, non senza aver prima avvertito che andavamo a provare un fucile (sulla sicurezza non si scherza); per fortuna tutti i ragazzini erano andati con le rispettivi madri a vedere i pony, in attesa di poterli utilizzare nei giorni seguenti.

Dalla collina sopra la fattoria si poteva spaziare tutto attorno e vedere i recinti con le pecore e i capannoni relativi; mentre Brian sistemava alcune tanichette di plastica piene d'acqua su un pianoro verso nord che scendeva dalla collina, io preparai il fucile.
Dopo averlo controllato (era stato pulito di recente, e molto bene), infilai un paio di cartucce nel caricatore da 10 e lo innestai nell'arma; nessun rumore molesto, tutto si inserì perfettamente.

Appoggiai il fucile su un ceppo e mi accucciai dietro; tolsi i cappucci all'ottica e cominciai a guardarci dentro; c'erano un sacco di informazioni, peccato che erano in cirillico; per fortuna il telemetro dava i numeri in chiaro; la prima tanichetta Brian l'aveva piazzata a 125 mt, la seconda a 170 mt.
Mi misi calmo, ben “aggiustato” sul fucile ; quando sentii che ero pronto, feci partire il colpo; la prima tanichetta esplose in uno sbuffo d'acqua.
“Centrata perfettamente !!” disse Brian.

Spostai l'inquadratura del reticolo sull'altra tanichetta, quella a 170 mt.; aspettai di essere ben fermo e poi feci partire il colpo.
Anche questa volta la tanichetta scoppiò in una nuvola d'acqua; il fucile era perfettamente a punto, pronto ad essere utilizzato.
“Caspita, non pensavo che eri così bravo !”; era Brian, sempre più entusiasta.

Quando mi girai, vidi che accanto a Brian, c'erano sua moglie e Beth, che però non le avevo sentite arrivare.
“Sembrate dei bambini” disse ridendo la moglie di Brian, mentre Beth mi osservava enigmatica.

Mi tirai su, e facendo vedere il fucile gli dissi che era veramente una bell'arma.
“Lo sapevo già” disse laconicamente, guardandomi fisso negli occhi.

Mi sorpresi a pensare : “Chissè com'è a letto una così ?” :

Ogni tanto mi vengono strani pensieri;ma poi alla fine, ero lì per una vacanza con una compagnia tutto sommato piacevole. :

La sera arrivò abbastanza in fretta, portando finalmente un po' di fresco; ora l'aria non era più arroventata come durante il giorno, e, seduti in giardino tra i cespugli di rose che Beth curava personalmente, c'era un profumo incredibile.
Oramai la conversazione languiva, i ragazzini era già andati tutti a letto, stremati dalla giornata passata sui pony; ad un certo punto anche Grace e Annie con i rispettivi mariti gettarono la spugna e se ne andarono a dormire.

Solo io, Brian e consorte restammo seduti in giardino, a guardare un cielo pieno di stelle, spettacolare; Brian ad un certo punto sottolineò che questo spettacolo non riesci a vederlo in città, troppe luci che danno fastidio.
Poi anche loro due si alzarono e se ne andarono a letto; restammo solo più io e Beth a guardare le stelle; pensai a tutti quei navigatori che le usavano per trovare la giusta via. :

Ammesso che esista una giusta via.

Beth, che fino ad allora era rimasta silenziosa, disse che gli Aborigeni pensano che le stelle siano le anime dei loro antenati che li osservano dal cielo.
Gli risposi che molti popoli credono in qualcosa di simile; nel Medio-Evo i Cristiani pensavano che le stelle fossero angeli di Dio.

“In realtà sono solo superstizioni....” mi rispose, accendendosi una sigaretta.

Pragmatica e fredda, non era una che si entusiasmava facilmente. :

A quel punto anch'io decisi che anche per me era ora di andare a nanna, e dopo averle augurato la buona notte, me ne tornai nella mia “dipendence”; domani mi aspettava una lunga battuta di pesca con Brian su un fiume che non conoscevo minimamente.

Per fortuna la temperatura in casa era abbastanza sopportabile, e per maggior sollievo decisi di lasciare le finestre aperte; avevo controllato, tutte erano dotate di zanzariere ermetiche, quindi non dovevo preoccuparmi di insetti ed eventuali serpenti. :

E poi ho dormito in posti peggiori.....

Mentre ero quasi addormentato, qualcosa mi svegliò, avevo sentito come dei passi nel corridoio; rimasi in ascolto non so per quanti minuti, poi lentamente mi assopii.
Ma poi di nuovo sentii un rumore, come uno scricchiolio; questa volta mi alzai e silenziosamente mi avvicinai alla finestra per guardare fuori; nulla, la grande casa padronale dall'altra parte del cortile era buia e silenziosa.
Cercando di rimanere in silenzio il più possibile andai alla porta, l'aprii lentamente e sbirciai in corridoio: nella penombra non vidi nulla, sembrava tutto a posto.
Per sicurezza andai a controllare la porta; per educazione, visto che non era casa mia, non l'avevo chiusa a chiave; difatti la porta si aprì, con un leggero cigolio; forse era stato quel rumore che mi aveva svegliato. :

Rinchiusi la porta e me ne tornai a letto; dopo aver spento i miei sistemi, augurai la buona notte al mio equipaggio; domani sarebbe stato un'altro giorno (come dice spesso un mio carissimo amico).

Mai affermazione fu più profetica..........


Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Domenica
Era ancora presto quando fui svegliato da alcune voci nel cortile della fattoria; guardai fuori e vidi alcuni cavalli e un paio di mandriani che parlavano con Beth e Brian.
Mi vestii velocemente e uscii anch'io nel cortile; Brian mi si avvicinò e mi disse che dovevamo rimandare la battuta di pesca, perchè c'era un problema più urgente da risolvere.
In pratica c'era da andare a recuperare un branco di pecore che alcuni cani selvatici avevano fatto fuggire durante la notte dai recinti esterni.
Mi misi a disposizione e Brian accettò subito; preferiva me ai due cognati :“troppo cittadini”

Ritornai in casa e mi vestii adeguatamente, avevo visto i cavalli e probabilmente bisognava utilizzarli.
Quando ritornai da Brian, Beth aveva già organizzato le “pattuglie a cavallo”; Brian e moglie, Grace e Annie, i due mandriani.

“Tu vieni con me” mi disse Beth.
Così, senza tanti preamboli, per favore, te la senti, ect.
Vidi che tutti avevano i fucili, e la cosa cominciava a preoccuparmi; quando Beth ritornò vidi che anche lei aveva 2 fucili, un Savage in 22-250 con ottica e l'SVD.
“Visto che già lo conosci, prendi questo” disse porgendomi l'SVD.
Mi stava sfuggendo qualcosa, dovevamo cercare e recuperare delle pecore oppure altro ? :

Beth prese un carta geografica, l'aprì sul tavolo del giardino e spiegò cosa dovevamo fare:
“Ci muoveremo in 4 direzioni diverse, chi trova la pista chiama gli altri via radio; Brian tu vai ad ovest verso il fiume, Grace e Annie verso i pascoli a est, voi due (rivolgendosi ai 2 mandriani) battete la zona sud. Io vado a nord verso l'Outback e le montagne”.

Avevo netto la sensazione di aver “beccato” la carta sbagliata. :

Misi il fucile nella tasca della sella, e accarezzai il ronzino; poi chiesi a Brian :
“E' un animale tranquillo ?”
“Sì, non ti preoccupare, l'ha addestrato Beth.”
Adesso ero veramente tranquillo; poco dopo arrivò la moglie di Brian con alcune bottiglie d'acqua:
“Ne avrete bisogno, oggi farà caldo”.
E poi aggiunse anche un :
“Auguri”, facendomi un cenno con gli occhi verso Beth.
Chissà cosa voleva dire.....:

Che bella prospettiva, ed io che pensavo di fare una bella vacanza. :

Salii a cavallo e mi avvicinai a Beth che mi guardò :
“Pronto ?”
“Si sergente”, risposi sorridendo. )
Ma ebbi l'impressione che la battuta non gli era piaciuta. :

Salimmo la collina dove il giorno prima avevo provato l'SVD e scendemmo dall'altra parte.
“Le pecore si sono sparpagliate durante l'attacco dei cani, ma probabilmente ora si saranno di nuovo raggruppate; guarda se vedi delle traccie”.
Iniziai a guardare per terra, c'erano traccie dappertutto; chissà quali erano quelle giuste; intanto il sole stava cominciando a salire nel cielo e di conseguenza anche la temperatura.
Cavalcammo per circa un paio d'ore, in fila indiana, Beth davanti e io dietro; ogni tanto sollevavo lo sguardo dal terreno per guardare Beth.
Lei procedeva tranquilla fissando il terreno, e ogni tanto, prendeva un binocolo con cui guardava intorno.
Si era vestita da autentica “aussie”; cappellino a tesa larga, con la parte sinistra sollevata, sui cui aveva appuntato una rosa rossa prelevata da un cespuglio all'entrata della fattoria mentre uscivamo; camicia sahariana e pantaloncini corti, calzettoni e “desert boot” ai piedi.

Quando sollevavo lo sguardo dal terreno, finivo invariabilmente per guardare il suo lato b; anzi, più lo guardavo e più mi piaceva.

Intanto il paesaggio era cambiato; non più verdi pascoli, ma una specie di boscaglia, fatta di erba alta, cespugli spinosi e qualche albero.
Eccomi finalmente immerso nel famoso Outback australiano; nonostante fossero solo le 8 di mattina, la temperatura era prossima a 35°, con un'umidità del 75%.
Da quel momento decisi che non avrei più guardato il piccolo GPS che mi forniva questi dati; tanto oramai sapevo che sarebbe stato un caldo infernale. :
E capii perchè gli Inglesi mandavano qui i detenuti pericolosi.....

Finalmente anche il sergente decise che potevamo fermarci 10 minuti; quando scesi dal cavallo ero tutto anchilosato, era passato troppo tempo dall'ultima volta che avevo cavalcato (un cavallo).

Intanto vuotai la prima bottiglia da 2 litri di acqua; un po' per me e un po' al cavallo; con la coda dell'occhio vidi che Beth mi guardava.
Non era la prima volta, spesso mi capitava di guardarla improvvisamente, e scoprivo così che anche lei mi osservava.
Strana donna. :

Dopo la pausa, riprendemmo il cammino per un'altra ora, fino ad arrivare ad un gruppo di alberi; nuovo stop, dove lei, dopo essere scesa da cavallo, salì su una pianta e cominciò a guardare con il binocolo.
Purtroppo non vide niente, al contrario di me che avevo visto un bel paio di gambe e qualcos'altro (gli shorts non sono l'ideale per salire e scendere dagli alberi). )

“Laggiù, dove ci sono quelle alture, alla base c'è un canyon dove scorre un piccolo fiume; proviamo ad andare a vedere”.
In quel paesaggio tutti, uomini e animali, cercano l'acqua. :

Impiegammo un quarto d'ora ad arrivare alle rocce e al canyon; l'acqua non si vedeva, ma si percepiva; dopo aver lasciato i cavalli (liberi, nel caso i cani fossero nelle vicinanze) cercammo un sentiero per scendere.
Dopo averlo trovato, scendemmo nel canyon; essendo molto stretto, almeno eravamo all'ombra; e la differenza si sentiva subito.
Sul fondo scorreva un rigagnolo d'acqua; era un posto sicuramente da evitare in caso di pioggia; sulle pareti quasi verticali c'erano i segni di dove poteva arrivare l'acqua quando pioveva forte.

Brutto posto; c'erano orme un po' dappertutto, alcune potevano essere di canidi; chiamai Beth e indicai le orme .
&ldquoingo” disse senza alcuna emozione.
Che bello, ci mancavano proprio, adesso dovevamo guardarci anche da loro. :

Provammo a scendere lungo il torrente, e dopo un 500/600 mt. finalmente incrociammo le tracce delle pecore; erano scese lungo un pendio dalla parte opposta non troppo ripido per venire a bere, poi erano risalite.
Anche noi, a passo di corsa ritornammo su; era la prima bella notizia di quella giornata di m...a.
Adesso bisognava ritornare indietro per recuperare i cavalli, ma Beth mi fermò subito; mise 2 dita in bocca e lancio un fischio; dopo alcuni secondi i 2 cavalli arrivarono trotterellando.

Ero stupefatto, e feci, come al solito, una battuta spiritosa :
“A New York si fa così per recuperare un taxi”.
Mi guardò, ma non disse niente.
Appena risaliti a cavallo, gli chiesi come mai per la ricerca non usavano i mezzi aerei; potevano coprire molto più territorio e in meno tempo.
Mi rispose che il rumore spaventava gli animali, che poi si sparpagliavano nell'Outback correndo e finendo per farsi male.
In effetti, non ci avevo pensato.:

A questo punto finalmente avevamo trovato le traccie, ora non ci restava che seguirle e cercare di recuperarle, sperando che ci fossero tutte.
Guardai in alto, non c'era una nuvola, caldo e umidità erano soffocanti; presi la seconda bottiglia e cominciai a bere, anche se l'acqua era oramai calda; faceva veramente schifo.

Beth, davanti a me, continuava a seguire le tracce delle pecore; che donna straordinaria, non avevo mai conosciuto una tipa così tosta; e ora che la osservavo costantemente stava scattando in me anche una sorta di “feeling” che all'inizio non avevo notato; e cominciavano a frullare nella mia testa certi pensieri...... :

Strano che non avesse un uomo. :

Ad un certo punto Beth fermò il cavallo e, girandosi verso di me, mi indicò qualcosa sulla mia destra; guardai anch'io ma non vedevo nulla, a parte il solito paesaggio dell'Outback.
Scese da cavallo, prese il fucile e cominciò a dirigersi verso una macchia di cespugli e alberi.
Ci siamo, pensai; scesi da cavallo anch'io, presi l'SVD e mi incamminai dietro Beth, cercando di tenerla fuori dalla traettorria mia-macchia di alberi; se c'era da sparare non la volevo sulla linea di tiro.

Quando arrivammo vicino agli alberi, capii cosa aveva visto: in mezzo ai cespugli attorno alle piante, c'erano le carcasse di 2 pecore, sbranate.
Non era un bello spettacolo; probabilmente vi avevano cercato rifugio dai “wild-dogs” dopo aver perso il contatto con il resto branco, ma non era servito a nulla.
Chiesi a Beth quanto valgono quelle pecore.
&ldquoai 1500 a 2000 dollari, sono animali selezionati per la lana”, e quando lo disse vidi irrigidirsi la mascella.
Adesso capivo la loro preoccupazione, si profilava un bel danno.

Guardai le tracce lì attorno; erano parecchie e molto grosse; chiesi che taglia hanno questi “wild-dogs”, tanto per capire chi avevo davanti.
Beth mi spiegò finalmente tutto; sono cani selvatici, incrociati con i dingo; dai dingo hanno la rusticità e la ferocia, dai cani invece hanno preso l'istinto di frequentare i luoghi abitati; quando si riuniscono in branco diventano incontrollabili, riuscendo addirittura a scacciare i dingo originali dal loro habitat.
E per questo motivo che vengono cacciati ed eliminati, oramai sono animali incontrollabili; un paio di anni prima, in una fattoria vicino a loro, un branco aveva attaccato in pieno giorno una donna che stendeva i panni in cortile, ferendola gravemente e uccidendo il figlio di 3 anni che giocava lì vicino.

Erano dovuti addirittura intervenire anche i ranger, oltre alla polizia per eliminare il branco; ci avevano impiegato una settimana.
Un brivido mi percorse la schiena; anche se avevo in mano l'SVD, se un branco ci avesse attaccato avrei preferito avere un AK-47; mi guardai attorno, questa storia mi stava preoccupando. :

Ho vissuto altre esperienze di caccia, ma un conto è cercare un vecchio bufalo cafro, un leopardo o un grizzly che cercano di mettere più miglia possibili tra loro e te; qui avevamo a che fare con dei cagnacci selvatici che non hanno paura dell'uomo, perchè lo ritengono una preda facile.

Ritornammo ai cavalli e riprendemmo a seguire le tracce; ora la paura non mi faceva più neanche sentire il caldo e umidità; mentre Beth seguiva le traccie delle pecore, io seguivo lei guardandomi attorno e sopratutto guardando nei cespugli e nell'erba alta dove potevano nascondersi per tenderci un'agguato.

Mentre guardavo l'orologio (erano circa le 3 pm.), vidi Beth immobilizzarsi, guardando verso un gruppo di rocce distanti un centinaio di metri; poi vidi una cosa che non dimenticherò mai più per tutta la mia vita.

Beth prese il Savage, e si posizionò in un modo strano, che non avevo mai visto, sulla sella; in pratica fece passare la gamba sinistra dalla stessa parte della gamba destra dopo essersi ancorata alla sella; con la gamba destra bloccò la sinistra all'altezza del caviglia (in pratica e il modo di cavalcare i dromedari dei Tuarèg) e disse qualcosa al cavallo che si immobilizzò istantaneamente.

Poi avvolse la cinghia del Savage al braccio sinistro, appoggiò il gomito sulla coscia sinistra, prese la mira e fece partire un colpo; il tutto durò non più di 6/7 secondi.
Guardai nella direzione dove aveva sparato, ma non vidi nulla; intanto lei era scesa rapidamente dal cavallo e con il fucile spianato si incamminò verso le rocce.

Anch'io feci altrettanto, anche se non avevo ancora capito cosa era successo, e la segui.
Quando arrivammo alle rocce, mi disse che aveva sparato ad uno di quei “wild-dogs” su una roccia, indicandomela; salimmo alcuni metri, e nel punto che aveva indicato trovammo degli spruzzi di sangue.

Speriamo che non sia ferito, pensai, altrimenti sono guai; mi spostai di alcuni metri e guardai di sotto; il cane era là, morto; aggirai le rocce e scesi per controllare, seguito da Beth ad alcuni metri.
Era morto stecchito, si era beccato la palla del 22-250 in pieno nella testa, morte istantanea.

Finalmente vedevo questi “wild-dogs”; era un vero mostro, immaginate un incrocio tra una iena, pastore tedesco, boxer e qualche altra razza indefinita, con il pelo di colore ocra a chiazze scure; e la taglia di un'alano; pesava almeno una quarantina di kg.

Mentre lo guardavo, dissi a Beth :
“Era una femmina, guarda ha ancora le mammelle piene di latte; probabilmente deve avere i cuccioli qui attorno.”
Dopo aver guardato anche lei, mi rispose :
“Saranno in qualche grotta e/o buca qua attorno in mezzo alle rocce; dividiamoci, io vado di qui, tu vai dall'altra parte.”

Si sergente, però questa volta lo pensai solamente.
Mentre lei spariva tra le rocce, io cominciai la ricerca; se devo essere sincero non era un cosa che mi appassionava, una volta che li avremmo trovati cosa ne facevamo ? : ma sopratutto, se era vero quello che i mandriani avevano detto quando dissero che era un branco di 4, dove erano gli altri 3 ? :

Oltre tutto, l'SVD stava denunciando tutti i suoi limiti : pesante e ingombrante; un conto è fare il “cecchino” da un'appostamento fisso, un conto è andare in giro tra rocce e cespugli.

Mentre facevo questi ragionamenti, sentii un colpo di fucile, seguito da altri 3 in rapida successione.

C...zo, Beth è nei guai; rapido dietrofront e tornai sui miei passi correndo e cercando di non cadere; quando arrivai al punto dove ci eravamo separati, Beth era lì, seduta su una roccia, con il Savage appoggiato al fianco.

“Cosa è successo ?” domandai tirando un sospiro di sollievo.
“Aveva 4 cuccioli”.

Lapidaria.
Prese il fucile e cominciammo a ritornare sui nostri passi.

“Perchè li hai uccisi ?”
Si fermò un attimo e piantandomi i suoi occhioni scuri in faccia mi rispose :
“Preferivi che morissero di fame e sete oppure sbranati da altri animali ?”

Cuore di tenebra, noi cacciatori “veri” siamo più teneri.

Lei invece era come certi manager; la sua azienda aveva un problema e lei lo aveva “risolto”.


Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
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