Cap. V - “La gazzella e il leone” - 3°parte
Quella sera tornai in camera soddisfatto, il vento era cambiato e qualcosa si stava muovendo (non quello a cui pensate sempre).
Difatti il giorno seguente cambiò tutto; c'era stato un attentato terroristico all'ambasciata americana a Nairobi, con oltre 200 morti.
Da quel momento, il nostro lavoro fu stravolto; quando si usciva dall'albergo o dalla sede di lavoro, tutto il personale doveva essere sotto scorta.
Nel nostro caso, eravamo civili, il compito fu affidato a “contractors”; per Bigfoot era una bella tegola.
Non potevo più muovermi per soddisfare i miei hobby; inoltre “andare a caccia” con un gruppo di persone che non conoscevo non mi entusiasmava.
Però la cosa aveva anche dei vantaggi; lo capii già la sera quando mi accompagnarono al resort.
Fino al giorno precedente, con M1 e M2 nessuno ci aveva notato; quella sera arrivai a bordo di un Range Rover scuro con vetri oscurati; prima di muovermi uno dei componenti (erano 2 sudafricani e un rodesiano) scendeva e dava una controllata al posto, dopodichè potevo scendere ed andare in camera mia, dove poi dovevo ordinare la cena.
Niente bar, o ristorante , mi si stava prospettando una vita da monaco circestense.
Il vantaggio è che uno così non passa inosservato; le macchine dovevano essere lasciate nel parcheggio e percorrere il vialetto di 300 metri circa a piedi.
Dovevamo; ma quando la guardia privata del resort fermò la Range dicendo che non si poteva entrare con l'auto, uno dei sudafricani mostrò l'Uzi che teneva sotto la giacca, senza dire nient'altro.
Ci fece immediatamente passare, mentre il rodesiano mormorava sorridendo una parolaccia seguito dai sorrisi degli altri 2.
“Intelligente” pensai io, non puoi metterti a discutere con dei “professionisti” armati (oltre a tutto con la nomea che hanno i sudafricani e sopratutto i rodesiani in Africa).
Quella sera capii che ero diventato un “ospite importante” per il resort.
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Tutti si facevano in quattro per soddisfarmi (non che non lo facessero prima), ma adesso c'era un'aperto servilismo che mi dava anche fastidio.
Ma c'erano anche dei vantaggi, come scoprii un paio di sere dopo, quando seduto al bar, un paio di modelle si avvicinarono per scambiare 4 chiacchere.
E' sorprendente come queste ragazze che hanno tutto (o quasi), in realtà si facciano affascinare dal “potente di turno”.
Sotto qualsiasi latitudine. :
Ma io ero interessato soprattutto alla “gazzella ivoriana”; chiesi, facendo finta di niente, alle 2 ragazze chi era.
Mi risposero che si chiamava Yasmine (nome d'arte ovviamente, come tutte), che abitava a Parigi dove lavorava come modella per diverse agenzie; e comunque lei era l'unica del posto (ivoriana).
Le ragazze cominciarono ha svuotare il sacco; anche se non facevo più domande continuarono ha parlare (o meglio ha sparlare e anche un po' ha straparlare); erano su di giri (come quasi sempre alla sera avevo notato).
In un quarto d'ora avevo saputo vita, morte e miracoli di Yasmine; ma sopratutto avevo saputo che era (assieme alla collega bionda dell'altra volta al bar, quella che parlava con il bicchiere ) nella camera accanto alla mia.
Come nella caccia, è basilare sapere dove la tua preda va ha dormire.
Ero soddisfatto.
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Dovevo solo risolvere il problema della scorta.
Da alcuni giorni, avevo notato degli sguardi “strani” delle 2 Miss inglesi verso i 2 sudafricani; forse poteva tornarmi utile....... :
Una sera tornai abbastanza presto al resort, liberai la scorta e me ne andai ha fare una bella doccia; dopo una veloce cena in solitario al ristorante, me tornai in camera per la consueta telefonata erotica al mio medico personale.
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Risolta anche questa incombenza, me ne andai ha prendere il fresco sulla veranda; il sole stava tramontando e dall'oceano arriva un fresco venticello che asciugava l'umidità dell'aria; spaparanzato sulla sedia a sdraio me la stavo godendo alla grande, quando notai un movimento sulla spiaggia.
Era la mia vicina di camera, che passeggiava tranquilla in riva al mare, da sola.
Ogni buon cacciatore deve essere preparato agli imprevisti; dovevo assolutamente cogliere l'occasione che mi si presentava; corsi in camera, presi dal frigobar una bottiglia di spumante e 2 coppe, corsi fuori, scavalcai la siepe camminando su un stretto muretto e scesi sulla spiaggia.
Intanto la ragazza si era seduta sulla sabbia e guardava il mare con il viso appoggiato alle ginocchia.
Quando mi sentì, si voltò subito e avendomi riconosciuto mi salutò con il classico “Hello !!”.
Risposi subito anch'io, mi sedetti al suo fianco, stappai la bottiglia e riempii i 2 bicchieri.
Poteva mandarmi ha cag.....e (ed io educatamente me ne sarei andato); ma non lo fece, prese il bicchiere e bevemmo.
Restammo così, con i bicchieri in mano,seduti sulla sabbia, per almeno un quarto d'ora; non volevamo interrompere quel momento magico che si era creato tra di noi (lo percepivo) sullo sfondo dell'oceano con quel disco rosso che lentamente spariva all'orizzonte.
Intanto era sopraggiunta la notte (sempre troppo velocemente per i miei gusti); restammo lì, seduti sulla sabbia uno accanto all'altro; parlammo del +/-, del suo lavoro e di lei (anche se sapevo già tutto); del mio lavoro e della mia vita (con mooolta discrezione).
Dopo circo un'oretta, ci alzammo e mentre tornavamo alle camere, ebbi il colpo di genio: domani sera (sabato) io e dei miei colleghi andiamo a cena in un locale tipico; ti va di venire te e la tua amica ?
Disse subito di si.
“Bingo !!” pensai.
Ora però dovevo organizzare il tutto. :
Al mattino, il piano era pronto; avevo formato anche le coppie: io e Yasmine, la biondina (si chiamava Julie) con il rodesiano, M1 e M2 con i 2 sudafricani.
Tramite un collega del posto, trovai il locale alla moda adatto e finalmente comunicai agli interessati il piano per la serata.
Accettarono tutti di buon grado (non potevano fare altrimenti).
Alla sera, formai ufficialmente le coppie; M1 e M2 con i 2 sudafricani sulla Toyota Corolla, mentre io e il rodesiano (sulla Range) ci facemmo carico delle 2 modelle; quando arrivammo al resort per caricare le 2 principessine sul cocchio reale, non potei fare a meno di notare gli sguardi d'invidia delle altre ragazze.
Il vantaggio di uscire con una modella, è quello di vedere gli sguardi d'invidia degli altri; lo svantaggio è quello che anche tu devi essere all'altezza della ragazza. :
La serata filò via liscia; M1 e M2 avevano simpatizzato con i sudafricani, il rodesiano si era rivelato un'autentico “ufficiale gentil'uomo” con Julie (che lo guardava ammirata).
Quanto a me, mi ero dedicato completamente alla “gazzella ivoriana”.
Come tutte le gazzelle, non era facile da “accostare”; ogni mia mossa era cauta e ragionata, anche perchè era sempre sul chi vive; bastava una parola o una mossa fuori luogo per spaventarla e far saltare tutto.
Ripensandoci, a distanza di anni, si comportava come certe “No-prof” che ho conosciuto : “ni, forse, ma, vediamo, ci devo pensare....”
La serata trascorse velocemente, forse anche troppo velocemente.
Quando ritornammo al resort, dopo aver salutato le miss inglesi e i 2 sudafricani che si erano immolati per la mia giusta causa, le 2 modelle parlarono pochissimo; probabilmente la biondina amava parlare con bicchieri dopo averli svuotati, ma il rodesiano quella sera , da gentil'uomo non aveva ecceduto, per cui era sicuramente sobria.
Quanto a Yasmine, era rimasta sempre sulle sue; cordiale, gentile ma distante; sembrava che non si fidasse troppo di me.
Mi domandai più volte dove avevo sbagliato o meglio dove sbagliavo, ma non trovai nessuna risposta plausibile.
E intanto i giorni passavano; per fortuna un piccolo risultato l'avevo ottenuto: M2 ora usciva regolarmente con uno dei sudafricani (quello più giovane, ex-paracadutista).
Almeno come Cupido dilettante ci sapevo fare.
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Poi improvvisamente, una sera tutto cambiò.......
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.