Gnocca forum
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squinternotto
Hero Member (534 post)
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manca solo l'Australia fra i continenti visitati....
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
AnDaty:

...Sudamerica...Brasile
Acqua
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
AnDaty
Sr. Member (226 post)
K+ 237 | K- 99
...Sudamerica...Brasile
xxxxlevel
Sandokan (1457 post)
K+ 644 | K- 225
: Sicuramente al caldo )
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bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Bene amici, eccomi di nuovo qua.
Ho appena rimesso la mia armatura da Cavaliere Errante nell'armadio e sono pronto a riprendere il nostro viaggio assieme a Voi.

Dove andremo questa volta ? :
Forza, chi indovina si beccherà un bel K+; vi dico solo che sarà una puntata "HOT" )

BF
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
AnDaty
Sr. Member (226 post)
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bigfoot:

Grazie a tutti ragazzi, un vero grazie di cuore.

Ora, se permettete, Bigfoot si prende una breve pausa; l'aereo sta per atterrare e devo ancora indossare la mia armatura di Cavaliere Errante. )

?? ??-?
BF
Buona fortuna cavaliere...immagino il sorriso della tua Regina quando ti vedrà
avogadro
Jr. Member (182 post)
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Ok, ma non farci aspettare troppo ...
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Grazie a tutti ragazzi, un vero grazie di cuore.

Ora, se permettete, Bigfoot si prende una breve pausa; l'aereo sta per atterrare e devo ancora indossare la mia armatura di Cavaliere Errante. )

?? ??-?
BF
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Eyjafjallajökull
Super Hero (943 post)
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K meritato come per ogni fine storia.
Bello il tempo nel mare del nord. In questo periodo ci sono state delle belle burrasche. Buon viaggio cavaliere!
dania.rose
Pay girl (43 post)
K+ 170 | K- 55
Clap clap clap, ho apprezzato molto questa storia! Molto più delle altre, ed è tutto un dire come sempre Bravo BF!
xxxxlevel
Sandokan (1457 post)
K+ 644 | K- 225
Big le profezie sono fatte per essere infrante, il grande burattinaio non può nulla se tagliamo i fili che ci legano la mente, questo è quanto ho imparato da alcune esperienze passate.... Purtroppo alla fine la realtà è che siamo noi stessi gli artefici della nostra sorte +163 un saluto.
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paolalanera
Sr. Member (366 post)
K+ 251 | K- 41
Ribadisco che sia la storia che mi e' piaciuta di piu'.

Grande big, non sono un sentimentale ma questa volta mi hai proprio"preso".

.Sicuro di non essere uno scrittore in incognito sul forum?

Super K+162

Ciao e buon viaggio:
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Cap. X - “72 ore”  ultima parte

Iniziai ha raccontare la mia storia, l'incontro con lo sciamano Crow, quello che era successo in quella capanna nel bosco che Lei aveva disegnato perfettamente, delle sue parole che mi aveva detto prima di venir via.

Raccontai anche di quando mesi dopo andai a Denver, per parlare con un esperto di queste cose.
Volevo approfondire l'argomento con qualcuno che lo conoscesse bene, e questo insegnante universitario è uno dei più grandi esperti mondiali dei “nativi indiani”.
Dopo averlo messo al corrente del mio incontro con lo sciamano Crow, parlammo per quasi un pomeriggio intero; volevo capire quello che mi era successo, volevo capire il significato delle sue parole, volevo capire come quell'uomo poteva “vedere” cose che manco immaginiamo.
Se volevo avere conforto o sollievo alle mie domande, non mi furono date.

Nessuno è mai riuscito a spiegare come quegli uomini riuscirono a prevedere che “un cavallo di ferro che si nutriva di fuoco e sputava fumo, correndo su 2 serpenti di ferro, avrebbe conquistato le loro terre”, oppure che degli “uomini dalla pelle diversa dalla loro sarebbero riusciti a volare nel cielo come gli uccelli a cavallo di aquile di ferro, e con quell'acquila sarebbero riuscita ad arrivare sulla luna”; (Ndr : è un caso che il modulo lunare si chiamasse “Aquila” ?)
Quando venni via da Denver, avevo ancora più domande di quando ero arrivato. :

Vassilissa ascoltava in silenzio, ogni tanto si passava la mano sul viso, come per scacciare l'emozione o qualche cattivo pensiero che la stava assalendo.
Alla fine del mio racconto, si alzò dal letto e andò davanti alla finestra per guardare fuori.

Il suo corpo nudo, illuminato solo dalla luce delle candele, risaltava sullo sfondo scuro della notte.
Vedendola così, in piedi, non potei fare a meno di notare il suo fisico perfetto quasi androgino, da ex-giocatrice di wolley; i piccoli seni da adolescente, il pube ornato da quel ciuffetto biondo che mi faceva impazzire; tutto perfetto e sempre uguale nonostante i 5 anni passati dal nostro primo incontro.

Mi alzai e andai anch'io alla finestra; l'abbracciai e gli chiesi cosa la turbava.
Quando si girò verso di me, non potei fare a meno di notare 2 grosse lacrime che scendevano sulle gote.

“Non capisci, il nostro rapporto non potrà mai cambiare, siamo legati da questa storia che non potremo mai cambiare.”

Siccome non capivo le sue parole, mentre ritornavamo nel lettone, Vassilissa cominciò a raccontare un'altra storia, che già conoscevo, e anche molti di noi conoscono, anche se in una variante "molto edulcorata".

Molti conosceranno la storia di Lady Hawke, è stato fatto anche un film anni fa; ma molti non sanno che la trama di quel film e stata ricavata da una fiaba russa.
La trama del film è abbastanza diversa dall'originale, è stata variata e adattata ai gusti occidentali; nell'originale, sopratutto il finale è molto diverso, e come molte fiabe russe non finisce bene.

................................

Tutta la storia ruota attorno all'amore impossibile tra la bella principessa e uno dei cavalieri del re suo padre.
La principessa era stata promessa ad un re amico del padre, ma la bella principessa era troppo innamorata del suo cavaliere.
Per questo motivo il padre aveva chiesto al suo mago di corte di fare un'incantesimo che impedisse alla principessa di incontrare il cavaliere.
Il mago aveva eseguito per cui ogni giorno dall'alba al tramonto la bella principessa si trasformava in un falco, mentre dal tramonto all'alba il cavaliere si trasformava in un lupo.
Il loro amore era diventato impossibile, solo al tramonto e all'alba potevano vedersi come due persone normali, ma solo per pochi secondi.
Nonostante ciò, continuarono ad amarsi e a farsi promesse, fino a quando una Baba Yaga “buona” insegnò loro come uscire da quel maleficio del mago di corte.
Dovevano andare tutti e due all'alba o al tramonto, quando per pochi secondi erano persone e non animali, sulla torre più alta del castello, e saltare nel vuoto.
Solo così potevano porre fine al maleficio.
E così fecero.
Quando gli abitanti del villaggio li trovarono, morti tutti e 2, ai piedi della torre, erano tornati persone normali.
I due innamorati vennero seppelliti dagli abitanti del villaggio nella stessa tomba, abbracciati; non avevano potuto unirsi nella vita, furono uniti per sempre nella morte.

...................

Una storia terribile, capii anche il perchè gli autori del film avevano manipolato la storia originale.

Quella notte, non riuscii a dormire; quelle due storie che avevo sentito continuavano a frullarmi nella testa; tutto mi sembrava legato tra di loro, a partire dall'inizio in quel bosco tra le montagne del Montana. :

Forse avrei dovuto ascoltare Gigggetto quando mi diceva “di non farlo”; purtroppo la mia “sete di conoscenza” era stata più forte e ho fatto quello che non avrei dovuto fare.
Forse avevo travisato anche le parole finali dello sciamano, forse non voleva dire di stare attento, forse voleva solo ricordarmi di pagare il pegno per aver voluto “conoscere” cose che non dovevo conoscere. :

E il Grande Burattinaio di cui aveva parlato la Baba Yaga di Yanka aveva già deciso tutto per me e Vassilissa.

Quando al mattino ci alzammo, molto tardi, e scendemmo in cucina, zia Katherina capì subito che c'era qualcosa che non andava; nessuno di noi due aveva molta voglia di parlare, e il pranzo del sabato si svolse in un'atmosfera ovattata.
Probabilmente intuì che avevamo bisogno di un po' di intimità, per cui con la scusa che doveva andare a trovare un'amica in un villaggio vicino, nel pomeriggio se ne andò; sarebbe tornata il giorno dopo, in tempo per salutarmi prima della partenza.

Quel pomeriggio trascorremmo ore indimenticabili; avevamo troppa astinenza da colmare, non sapevamo quale sarebbe stato il nostro futuro.
Fu come una lunga galoppata nelle pianure della Grande Madre,liberi, tra sogno e realtà; fu qualcosa di indescrivibile, perchè ci sono cose che non puoi descrivere con delle parole.
Fu una corsa nel Tempo, e contro il Tempo; non potevamo fermarci perchè comunque la sabbia della clessidra continuava a scendere.
Avremmo voluto tutti e due fermare quel lento scorrere, ma contemporaneamente sapevamo che non era possibile farlo, perchè tutto era già stato deciso. :

E non da noi.

Il momento della partenza arrivò, come sempre troppo presto; dopo aver salutato zia Katherina, mi voltai verso la casa; in un angolo del tetto il solito corvo mi guardava gracchiando; probabilmente disse qualcosa nella sua lingua, ma ancora una volta non capii.

Durante il viaggio di ritorno, cercai di fare conversazione, ma tutti e due eravamo tristi, e la conversazione languiva; rispetto alle altre volte c'era molta più tristezza.
Pioveva a dirotto, anzi come disse Vassilissa, anche il cielo era triste e piangeva.

All'aeroporto, prima di lasciarci, dovevamo uscire dal sogno; la formula era sempre la stessa da 5 anni :
“A presto mio Cavaliere”
“Si mia Regina, a presto”.
Mentre salivo sull'aereo guardai il contatore del mio orologio; mancavano “solo” 20' all'ora X.
Ancora una volta avevo rispettato la profezia (o il mio pegno).

ORA
Mentre guardo fuori dalla finestra dell'ufficio dove mi trovo, vedo il Mare del Nord agitato, grosse onde si abbattono lungo la costa danese; verso est grandi nuvoloni carichi di pioggia avanzano.

Ma sono allegro, nonostante l'atmosfera quasi invernale non sia delle migliori; tra pochi giorni volerò verso est, verso l'antica città degli Zar, per andare ancora una volta a trovare la mia Regina.
E anche questa volta il Cavaliere Errante porterà un regalo dalle Terre Lontane, un regalo degno della sua Regina.


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Eyjafjallajökull
Super Hero (943 post)
K+ 292 | K- 117
Come fa ad aver disegnato la capanna del vecchio sciamano. Sembra una cosa impossibile! Questa storia é un casino pazzesco. Non si capisce se sia vera o un racconto emozionante ma di fantasia.
Una cosa é sicura... Potresti reinventarti scrittore: secondo me quel che casa editrice sarebbe interessata... Si che dovrebbe mandati in giro per il mondo per darti nuove idee, ma ne varrebbe la pena viste le "fiabe" (giusto per stare in teme) che racconti. Chissà se alla fine della storia si capirà se ancora vedi questa "lupa"...
Dalla fiaba che ti ha raccontato si capisce che la sua é stata una vita triste per ciò che le é capitato. Ma grazie al suo cavaliere lo é (o lo é stata; questo lo capiremo alla fine) felice ogni tanto. A sentire questi racconti a volte vorrei essere (nel tuo caso) te per poterli vivere ed assaporare, almeno in parte. Penso che certe emozioni, non necessariamente solo quelle carnali, non le proveró mai.
Faccio un piccolo OT: ricordo con gran piacere un volta a casa di un amico dopo la sua festa di compleanno: ormai tutti gli invitati stagno per tornarsene a casa. Pure io ero dell'idea. Poi venni trattenuto da una frase detta da sua cugina (ragazza molto carina a mio parere) che mi fa: "Se vai a casa te me ne vado anch'io. Non ci rimango da sola con mio cugino e la fidanzata" tra me e me penso se non vuoi rimanere da sola ti faccio volentieri compagnia io! E così le dissi.. Alla fine, una volta che il mio amico andò a dormire con l'amorosa, io e la cugina ci dirigemmo in una camera attigua con un vecchio letto singolo un po' sgangherato, con lenzuola e una coperta che sapevano di stantio. Guardai il letto e le dissi... Già che stiamo qui tanto vale starci comodi e bene. Per cui rifeci il letto in modo che fosse presentabile e ci buttammo dentro. Provai una bella sensazione quando vidi lei togliersi il reggiseno. Ma non era mia intenzione fare alcuna cosa vista la differenza di 10 anni tra noi anche se non era proprio piccola ed innocente ma era minorenne... Ebbene: ridemmo e scherzammo un po' fino a che lei si addormentò. Io non so come spiegare quell'atmosfera, ma io non dormii nemmeno un minuto quella notte e continuai a guardarla per mentre dormiva beata (eh già beata lei!) mentre la luna filtrando da una finestra opaca, perché non pulita da innumerevoli lune, le rischiarava il viso. Sarà stato perché era la priva volta che dormivo con una bella ragazza che mi piaceva anche. Oppure perché era la prima volta in assoluto che dormivo cun una ragazza a stretto contatto; fatto sta che io non ho mai più provato una simile emozione... Ed é a queste emozioni che mi riferisco quando leggo i racconti del Bigfoot.
Comunque... Al mattino per dare il buongiorno alla fanciulla le chiesi se le andava un bel massaggio. Lei acconsenti e le feci pure togliere la maglietta continuando a star prona (odio fare massaggi se c'è una barriera tra la mia pelle e la pelle dell'altra persona). Salii a cavalcioni sopra di lei e le feci un massaggio dei fiocchi fino a quando stremato non riuscii più fisicamente (dati i crampi alle mani) a fare alcun che.
Mi tocco pure portarla a casa (una fatica immane :-)  ) ma fuori si era messo a piovere e lei da buona ragazza come si rispetti aveva le scarpe col tacco bello alto ma mi disse che bagnandosi si sarebbero rovinate... Non so se fosse stata una scusa o meno ma la presi in braccio da casa alla macchina e arrivati a destinazione dalla macchina a casa sua.
Belle emozioni di tempi passati. A volte pensandoci mi verrebbe voglia di stravolgere la mia vita e cambiar qualcosina... Vedremo... Per il momento é venuta l'ora di andar a dormire. Sul domani si vedrà.
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Cap. X - “72 ore” 4° parte

Appena sceso dall'aereo, come le altre volte, impostai il count-down sul mio orologio e lo feci partire : 72.00.00 , 72 ore non un secondo in più per questo sogno.
Così aveva stabilito lo sciamano Crow.

Il controllo passaporto fu veloce e mentre mi avviavo verso la zona arrivi/partenze, la vidi; era seduta in un angolo, come sempre, e leggeva un libro.
Mentre mi avvicinavo, alzò la testa; si alzò subito e mi venne incontro.

“Mia Regina, i mie omaggi....”
“Ben tornato Cavaliere...”
Era la formula che creava il nostro sogno.
Un lungo bacio, e poi ci avviammo verso il parcheggio, dove ci attendeva la sua auto.

Durante il viaggio la mia Regina volle sapere tutto dei viaggi di questo Cavaliere Errante, cosa aveva fatto, cosa aveva visto.
Forse perchè il racconto permetteva anche a Lei di viaggiare.
Nonostante fossero passati 5 anni dal nostro primo incontro Lei era rimasta uguale, forse solo il viso era diventato un po' più “affilato”, più “donna”; ma forse era solo una mia impressione.

Quando mi guardava con i suoi occhi grigio-azzurri, era come se mi guardasse l'anima; era come lo sguardo di un lupo.
Anche la casa e tutto quello che c'è attorno è rimasto uguale all'ultima volta; così come il corvo che viene a darmi il benvenuto (o a ricordarmi qualcosa ?). :

Mentre stavo lì, con la mia borsa in mano, a guardarlo, Vassilissa si avvicinò e mi disse sorridendo :
“Solo gli uomini buoni d'animo possono parlare con gli animali.”
“Purtroppo sta parlando una lingua antica, che io non capisco.” :
“Vedrai che un giorno capirai la sua lingua e tutto ti sarà più chiaro.”
E lo disse sorridendo, con aria maliziosa.

Avrei voluto dirle che probabilmente quel corvo viveva lì vicino, ed essendo un animale molto territoriale e curioso, quando qualcuno entrava nel suo territorio lui veniva a vedere.
Era una risposta razionale, di una persona razionale.
Ma in questa storia nulla era come sembrava oramai....... :

Anche zia Katerina non era cambiata dall'ultima volta; mi venne incontro e mi strinse a lei con un lungo abbraccio; ormai questo straniero che ogni tanto gli capitava in casa era diventato come un suo parente.

Quella sera, dopo la cena e il solito “giro” di vodka fatta in casa, diedi il regalo che avevo portato a Vassillissa.
Quando lo vide, restò quasi paralizzata dall'emozione; e anche zia Katerina, che probabilmente stravedeva per quella nipote diventata per lei come una figlia era molto emozionata.

Il regalo che le avevo portato, mi era stato suggerito da un mio carissimo amico, esperto bibliofilo; ero andato fino a Londra per trovarlo, in una antica libreria antiquaria; il padrone, un tizio che sembrava appena uscito dal un libro di Harry Potter, appena capì che ci poteva fare un bel po' di soldi, mi circuì sapientemente. :

E così comprai un libro del 1896, fatto in 200 esemplari numerati da un piccolo editore inglese; era un libro di fiabe scritto (in forma anonima) dal più grande scrittore russo di tutti i tempi all'inizio della sua carriera.
Sulla prima pagina interna c'era una dedica, in russo, ad una donna, e la sua firma.
Quando Vassilissa lesse la dedica e la firma, diventò ancora più emozionata.
“Era veramente molto innamorato di questa donna.....”

Anche se mi era costato un bel pacco di sterline, ero contento; avevo portato un degno regalo alla mia Regina.

Come le altre volte, ad un certo punto zia Katerina si eclissò, lasciandoci soli; e noi ne approfittammo. )

Quando venne l'ora di andare a dormire, vidi Vassilissa con grosso quaderno in mano :
“Adesso ti faccio leggere in anteprima l'ultima fiaba che ho scritto, prima di portarla all'editore.”
Salimmo nella nostra Camera Reale, accese alcune candele per creare l'atmosfera, e ci ficcammo nel lettone.
Non vedevo l'ora di sentire quello che aveva scritto, la mia innata curiosità si era risvegliata.

Tutte le fiabe russe iniziano sempre nello stesso modo :
............

“C'era una volta, un villaggio, non molto grande, in cui viveva una bambina di nome Yanka, dai capelli biondi e gli occhi azzurri.
Aveva una bella casa, grande, in cui viveva felice con i suoi genitori.
Lei adorava suo padre, che le insegnava tante cose, e che era anche il suo miglior amico; ma adorava anche sua madre che le insegnava tutte quelle cose che una bambina deve sapere per quando diventerà grande.
Però Yanka amava molto leggere, perchè la lettura le permetteva di viaggiare con la fantasia, anche se la sua vita trascorreva tra la scuola e la sua casa.
Lei avrebbe voluto avere anche degli amici, ma purtroppo in quel piccolo villaggio sperduto nella pianura c'erano pochissimi bambini come lei.
E quei pochi che c'erano non erano interessati a quello che piaceva a Yanka.

Un brutto giorno, tornando da scuola a piedi, vide che davanti a casa sua c'era un sacco di gente; chiese il perchè alla sua vecchia zia che abitava lì vicino.
La zia gli disse che era passata dalla sua casa la Baba Yaga e le aveva portato via i genitori.
Per sempre.
Yanka non pianse; era grande, era una piccola donna oramai.
Chiese perchè Baba Yaga avesse voluto portare via i suoi genitori, erano buoni, non avevano fatto nulla di male.
Nessuno seppe dare una risposta.

Per Yanka la vita cambiò completamente nella grande casa, diventata troppo grande per una piccola donna.
Solo i suoi libri le davano conforto; giurò a se stessa che quando sarebbe diventata grande avrebbe scritto delle storie per aiutare i bambini a non sentirsi soli; storie però che sarebbero sempre finite bene.”
.........

Avevo un groppo in gola; oramai avevo capito cosa stava raccontando, era la sua Storia.
.........

“Yanka decise un giorno di andare a trovare Baba Yaga, perchè voleva sapere il motivo della scomparsa dei suoi genitori.
Si fece indicare la strada da alcuni abitanti del villaggio e si inoltrò da sola nel bosco; camminò a lungo, nella neve, prima di arrivare alla capanna dove viveva Baba Yaga.”
.........

Il racconto che Vassilissa aveva scritto, era arricchito da numerosi disegni, fatti da lei, molto belli.
Quando mi mise davanti il disegno della capanna nel bosco dove viveva Baba Yaga, restai paralizzato : aveva disegnato la capanna dello sciamano Crow, identica, come in una foto.

Ero allibito; Geràrd de Villiers nei suoi romanzi cita spesso una frase:
“..... i cimiteri sono pieni di gente che credeva alle coincidenze...”
In questa storia c'erano troppe “coincidenze”. :
.........

“Yanka entrò nella capanna e chiese spiegazioni alla Baba Yaga; voleva sapere perchè aveva portato via i suoi genitori, per sempre.
Baba Yaga rispose che non dipendeva da lei, era solo un'esecutore.
Yaka provò ad insistere, ma Baba Yaga era irremovibile; non dipendeva da lei, aveva solo eseguito gli ordini di Colui che decide tutto.
Dimmi il suo nome o come posso trovarlo, insistette Yanka.
No, non potresti capire, sei troppo piccola, un giorno capirai; e ora vattene dalla mia casa.

Yanka non potè fare altro che tornare a casa, nella sua casa ormai diventata troppo grande per una bambina come lei.

Gli anni passarono, Yanka era cresciuta nella grande casa sempre silenziosa, era diventata una giovane donna.
Un mattino sentì un rumore strano e uscì a vedere cosa succedeva; fuori, nel giardino, vide una cicogna, una grande cicogna bianca e nera che si riposava all'ombra di una pianta.
Yanka non aveva molti amici, e vedere quel grosso animale la riempì di gioia; finalmente aveva qualcuno che poteva fargli compagnia.

Si avvicinò all'animale e gli porse del cibo; subito la cicogna la ringraziò e iniziò a mangiare; Yanka si sedette su un ceppo di legno e pensò che finalmente anche lei aveva qualcuno con cui dividere il suo tempo.

Ma il terzo giorno, la cicogna dopo aver mangiato quello che Yanka gli aveva offerto, ringraziandola, gli disse che doveva partire, doveva andare verso sud dove c'era la sua terra d'origine.
Yanka chiese alla cicogna perchè doveva partire, se era obbligata.
Si, perchè così è scritto, disse la cicogna con un velo di tristezza.

Yanka a quel punto pensò di catturare quella cicogna, così da impedire che volasse via verso sud e restasse sempre con lei.
Ma poi pensò subito che non doveva farlo, la cicogna è un'animale libero, non poteva vivere dentro una gabbia per sempre, anche se con lei.

Non ti preoccupare Yanka, disse la cicogna, ti prometto che il prossimo anno passerò ancora a trovarti, anche se non potrò fermarmi che pochi giorni.

Mentre la cicogna riprendeva il suo volo verso sud, a Yanka venne da piangere; era la tristezza per un amica che era partita, ma era anche felice perchè finalmente aveva trovato una vera amica e lei non sarebbe più stata sola nella grande casa.
Ed era anche sicura che la cicogna avrebbe mantenuto la sua promessa.”
.........

“Ti è piaciuta ?”
Avevo il magone, un peso incredibile mi schiacciava.
Non sapevo cosa dire mentre la guardavo negli occhi, dorati dal riflesso delle candele.

Il tempo si era fermato, solo il consumo delle candele indicava che le ore continuavano a scorrere.

A questo punto, presi il coraggio a 2 mani e gli dissi :
“Adesso ho anch'io una storia da raccontarti.”


Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
Wonderfulmagic
Sr. Member (319 post)
K+ 88 | K- 67
Finito di leggermi ora gli ultimi due racconti...
Hai capito il buon bigfoot! Ragazze soldato e donne in carriera militare...e noi comuni mortali dobbiamo accontentarci di badanti moldave e colf rumene... Ihihihih
Complimenti, davvero delle belle storie di vita!
"Papa' esistono gli idraulici gonfiabili?" "No!" "E perché stamattina la mamma ne ha gonfiato uno?"
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
hook1983:

A Vassilissa prenderebbe un colpo nel sapere quanto bigfoot sia un grandissimo scrittore di fiabe.
Io sono solo un povero viaggiatore che racconta le sue esperienze; la vera scrittrice è Lei.
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
hook1983
Jr. Member (152 post)
K+ 84 | K- 36
A Vassilissa prenderebbe un colpo nel sapere quanto bigfoot sia un grandissimo scrittore di fiabe. Grazie per questo angolo di meravigliosa magia e grazie che hai voglia di condividere con tutti noi le tue fantastiche esperienze. Spero vivamente che questo spazio che ti sei preso, come immagino, ti sia utile.
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Cap. X - “72 ore” 3° parte

Mentre ero bloccato davanti alla scalinata del porticato, uscì la zia di Vassilissa; era una donna anziana, non molto alta, piuttosto robusta; la tipica Mužik russa.
Aveva un vestito di panno scuro, con un grosso grembiule; appena ci vide, scese gli scalini e ci venne incontro; salutò Vassilissa con un bacio, che poi mi presentò.
La vecchia contadina mi venne vicino, mi guardò sorridendo poi mi stampò 3 baci (uno per guancia alla maniera russa) e mi abbracciò stretto, come se fossi un suo parente.
Poi iniziò a parlare, interrotta solo qualche volta da Vassilissa che cercava di bloccarla, ma la zia era strabordante, praticamente impossibile da fermare.
Dagli sguardi preoccupati di Vassilissa, cominciai a pensare che la zia stava mettendo il carro davanti ai buoi (Ndr : tipico detto piemontese). :

Salimmo le scale e entrammo in casa, Vassilissa davanti che faceva strada, io dietro con la zia che mi aveva preso sottobraccio (casomai volessi fuggire ?).
L'interno della casa era molto bello, quasi da dacia di lusso; tantissimi quadri alle pareti e mobilio d'antiquariato; ma il bello è che era tutto in legno, e caldissima.
Mentre la zia iniziava a preparare la cena, Vassilissa mi disse :
“Vieni, andiamo a sistemare le nostre cose”.
Salimmo una scala interna che portava verso l'ala di destra, dove c'erano alcune stanze.
“Stasera dormiremo nella Camera Reale”.
Il plurale fece fare un tuffo al mio cuore. :
&ldquoormiremo dove ?”
Forse non avevo capito bene. :

Vassilissa apri una porta, e mi fece entrare; era una grande camera da letto in cui troneggiava un letto a baldacchino stile '800; il resto erano grandi armadi alle pareti, una boudoir con specchio (anche questo grande), alcune poltrone e un divanetto ricoperti di merletti e un tavolino su cui era disegnato ad intarsio una grande scacchiera.
Tutta quella roba avrebbe fatto la felicità di alcuni miei amici collezionisti.

Rimasi abbastanza sorpreso, non mi aspettavo una cosa del genere; Vassilissa si affrettò a dirmi che era la camera dei suoi genitori, e che lei per gioco fin da bambina chiamava la Camera Reale.
E lo disse sorridendo.

Lasciammo le nostre borse, e continuammo nella visita della casa; mi fece vedere tutto, compresa la sua cameretta, stracolma di libri e lo studio del padre (era medico, mentre la madre era infermiera).
La casa era veramente grande, ci potevano vivere almeno 2 o 3 famiglie; glielo dissi, ma lei con una nota di tristezza, mi rispose che aveva voluto conservare tutto come quando c'erano ancora i suoi genitori.

Ritornammo nella sala, era ora di cena e la zia chiaccherona aveva già preparato tutto; fu durante la cena che scoprii che la cucina russa delle grandi città era profondamente diversa da quella delle campagne.
Già solo l'odore del pane di segale appena sfornato mi stuzzicava l'appetito; per il resto fu un'apoteosi di piatti “poveri” ma cucinati divinamente.

Mi venne in mente il povero Ulisse quando assaggiò i manicaretti della Maga Circe; ma io ero ottimista, anche se ogni tanto il ricordo delle parole dello sciamano mi ronzavano nel cervello. :

La zia continuava a chiaccherare, nonostante Vassilissa gli avesse detto che avevo difficoltà con il suo russo; ma Bigfoot ha un suo metodo per questo, basta fare come i cinesi/giapponesi, dire sempre sì con la testa e sorridere. )
Sperando che quello che approvavo non mi si ritorcesse contro; questa cosa divertiva tantissimo Vassilissa, che cercava ogni tanto di tradurre nell'italico idioma, oppure in inglese dove era un po' più facile, tutti i discorsi della zia.

Alla fine della cena, dopo le varie portate, comparve quella cosa che temevo di più : la bottiglia di vodka senza etichetta.
Vassilissa portò i 3 bicchierini classici freddissimi, appena prelevati dal freezer, che la zia si incaricò di riempire fino all'orlo.
Qui finisce male, non si può competere con i russi su questa materia; sopratutto un'astemio come il sottoscritto.

Dopo il brindisi di rito, feci un lungo respiro e bevvi un sorso; per qualche secondo non sentii nulla, a parte il freddo del liquido; poi ci fu l'esplosione con istantanea vaporizzazione della vodka nel tragitto bocca-stomaco.
Vassilissa mi disse che la vodka la distillava un suo cugino che abitava lì vicino; probabilmente, pensai, suo cugino riforniva anche i razzi che portano in orbita le Soyuz. )

Ma non dissi niente, a parte un “Molto buona”.
Che mi diede diritto ad un secondo bicchiere.
In compenso la zia se ne scolò 3 senza battere ciglio; per fortuna anche Vassilissa si fermò al primo come il sottoscritto.
Mentre la zia sparecchiava la tavola, sempre chiaccherando (valutai se era possibile staccare la spina di alimentazione che sicuramente c'era da qualche parte, ma mi fermai; magari aveva una battery-backup che l'avrebbe alimentata ugualmente )), andammo nel salone per vedere alcuni libri della collezione di suo padre.
Passammo così un paio di ore chiaccherando tra di noi, sui soliti argomenti che ci piacevano; la zia intanto si era zittita, forse la vodka aveva fatto effetto. :

Ma poi Vassilissa mi disse che semplicemente era andata a letto, perchè era probabilmente molto stanca essendo anche anziana.
Forse di parlare, pensai, comunque andava bene così. )

Ad un certo punto, disse che era ora che anche noi andassimo a dormire; mi prese per la mano, dopo avermi tolto un libro di fotografie che stavo guardando e salimmo le scale per andare nella Camera Reale.
Adesso ero veramente curioso di vedere come si sarebbe evoluta la situazione. :
Quando fummo in camera, Vassilissa mi chiese se volevo farmi una doccia; volentieri risposi, ma da gentiluomo gli cedetti il posto; allora prese la sua roba e sparì in bagno.

Intanto sulla casa era sceso il silenzio; guardai fuori, le lucine tremolanti delle altre case facevano molto presepe di Natale.
Quando sentii un rumore e la parola “Fatto !!”, Vassilissa era già sotto le coperte, con l'accappatoio buttato su una poltrona; solo per un frazione di secondo avevo intravisto un corpo nudo, era stata velocissima.
Bene, ora toccava a me, presi la mia roba e andai in bagno.
Quando ritornai, rimesso a nuovo (si fa per dire), mi chiese da che parte preferivo stare; poche donne nella mia vita avevano fatto una domanda simile; io non ho preferenze, Bigfoot è abituato a dormire dappertutto e non si fa molti problemi.
Ma volli fare una battuta (stupida) : “Normalmente mi piace la sinistra.....” )
Lei non capì il doppio senso, ma con una capriola si spostò sulla destra.

Vedendomi che ancora avevo addosso la mia t-short e relativi pantaloncini corti della US Navy (era un regalo dei mie 4 amici), mi chiese :
“Perchè non ti spogli ?”
Caspita !!
2/10 di secondo dopo ero sotto le coperte, nudo.
Adesso la mia curiosità era al massimo.

Vassilissa si avvicinò e cominciò a baciarmi; era piuttosto impacciata, capii subito che voleva dirmi qualcosa, solo forse non trovava le parole adatte.
Alla fine, avvicinando il suo viso al mio, sussurrò :
“E' la mia prima volta.....”


Vedendo il mio sguardo interrogativo, lo disse chiaramente :
“Sono vergine; ho sempre pensato che quando sarebbe arrivato il momento, l'avrei fatto con una persona speciale. E tu, sono sicura, sei una persona speciale”

Lo confesso, ero completamente impreparato, non sapevo neanche cosa dire, se non qualche stupida battuta da caserma.

Ora dirò cose che la maggior parte degli uomini non approverà, ma è assolutamente la verità; a Bigfoot non piacciono le inaugurazioni, il taglio del nastro, le foto ricordo e la targa che celebra l'avvenimento.
Non mi piace essere ricordato come “Ecco è stato con lui che l'ho fatto per la prima volta”; troppo impegnativo.

Preferisco le strade già aperte al traffico; vengo dalla nebbia e sparisco nella nebbia.

Ma questa volta era diverso, era come essere una marionetta guidata da qualcuno; se ero arrivato lì, era perchè dovevo arrivare lì. :

Fu lei a prendere l'iniziativa, a dettare i tempi, a fare quello che voleva e come voleva.
Io mi limitai a guidare, senza scosse, il più dolcemente possibile; fu un bel volo, tra le nuvole di una Storia Infinita.
Alla fine, mentre si allungava al mio fianco, mi disse sorridendo :
“Grazie o mio Cavaliere...”
Dovetti rispondere come nella fiaba che mi aveva raccontato durante il viaggio :
“Grazie a te del tuo dono o mia Regina”.
E poi ridemmo tutti e 2 come matti. ) )

Al mattino, quando scendemmo, trovammo zia Katerina che preparava la colazione; subito iniziò a parlare con Vassilissa, ma lei rispondeva a monosillabi, lanciandomi ogni tanto un'occhiata divertita.
Probabilmente gli stava chiedendo come avevamo passato la notte; quando fu il mio turno, risposi nel solito modo : cenno di assenso con la testa, sorridendo.
La vidi soddisfatta; chissà cosa mi aveva chiesto. :

Il week-end trascorse nella tranquillità più assoluta; in quel posto stavo ritrovando anche un po' me stesso, anche perchè avevo accanto per la prima volta anche lei.

Purtroppo la domenica pomeriggio arrivò troppo presto, era ora di rientrare a San Pietroburgo; al momento del commiato zia Katerina si lasciò scappare qualche lacrimuccia; quella vecchia contadina mi aveva preso in simpatia.
Gli dissi, con il mio scarso russo, che sarei ancora tornato a trovarla; per fortuna Vassilissa tradusse in modo corretto e di conseguenza mi beccai i soliti 3 bacioni d'ordinanza sulle guance.

Durante il viaggio, lei parlò poco; era visibilmente triste; ancora un paio di giorni e poi non ci saremmo più visti.
Non sapevo cosa dire, cercavo ma non mi veniva in mente niente.

Quando arrivai in albergo, incrociai i miei 2 colleghi; subito mi chiesero come era andata.
“Bene” risposi.
“E nient'altro ?”
“Appena posso vi farò una relazione” e me ne andai.

Quel martedì, Vassilissa volle accompagnarmi all'aeroporto; per farlo si prese il pomeriggio libero, così da passare ancora assieme un paio d'ore.
Oramai avevo deciso, me ne fregavo anche della profezia, di quello che poteva (o doveva ?) succedere.
Mentre ci salutavamo, le promisi che appena mi sarebbe stato possibile, non sapevo quando, ma sicuramente sarei tornato da lei.
“Promessa di Cavaliere ? “ disse mentre mi baciava.
“Sì mia Regina, promessa di Cavaliere”

…...............

Erano passati 9 anni dall'episodio dello sciamano, 5 dal primo incontro con Vassilissa; in questi 5 anni, 1 o 2 volte all'anno vengo qui da Lei.
Come avevo promesso alla mia Regina, e un vero Cavaliere mantiene sempre le sue promesse.

Purtroppo è sempre solo per un week-end, ma non posso fare diversamente, anche perchè così vuole la profezia.

Mentre l'aereo dell'Air France scende dolcemente verso l'aeroporto di Pulkovo, controllo che la borsa con il regalo per Vassilissa sia al suo posto, a fianco a me.
Questa volta gli farò una sorpresa che non si aspetta.


Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
Eyjafjallajökull
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Chissà com'era affascinante... In effetti vedere occhi e capelli d'oro sembra una cosa incredibile. Aspettiamo impazienti il proseguimento dello splendido racconto!
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