A Vizzolo Predabissi, sulla via Emilia, alla rotonda che si identifica con le coordinate 4 5 . 3 4 3 9 8 4 , 9 . 3 5 4 9 5 1, staziona una coppia di ragazze (non amiche), una mora e una bionda, quella che punto io.
Fisicamente mi attrae molto: 1,65 circa, capelli biondi lisci, viso carino, snella. Indossa una sorta di costume monopezzo sotto la giacca, senza gonna, esibendo in tutto il loro splendore culo e gambe (dalla pelle fresca pronta al contatto, senza collant). Poi scoprirò anche un seno elegante, una seconda che si apre a sipario.
Il turno, se ho capito bene, va dalle 21 circa all’1 e 30.
Il punto di ingaggio è pessimo. Una volta la manco perché passeggia presso lo spartitraffico e io cosa faccio? Fermo tutto il flusso principale della via Emilia? Giro e, quando torno, si è spostata fortunatamente in modo da consentirmi di occupare l’uscita sulla destra (venendo da Milano/Melegnano) della rotonda, mi accosto ma proprio in quel frangente mi arriva alle spalle un furgoncino cui ostruisco la strada, per cui devo riprendere la marcia. Terzo giro e finalmente la carico.
È meglio il luogo dove ci si apparta, una grande area di parcheggio abbastanza lontana, deserta e tranquilla.
Si presenta con un solenne e insolito nome da capostipite romana (piuttosto che rumena, la sua natio effettiva): Lavinia. Dice di avere 21 anni, di essere in Italia da un paio di mesi. Ha un bel sorriso, ma tanti altri mezzi per comunicare non li abbiamo, poiché il suo italiano è ancora stentato.
Lavora solo coperto e non dà il culo, dunque restano pompino a 20, boccafiga a 30, 100 per un’ora d’albergo.
La provo sul pompino. Lei è paziente e disponibile (si scopre spontaneamente il bel seno e lo offre al mio palpeggiamento, mentre la potta non me la fa vedere), però la tecnica è ancora elementare. Sarà stato il goldone spesso, il rivestimento immediato, il ripetitivo saliscendi cui in sostanza si limita, soprattutto credo una presa troppo blanda, però a tratti mi sembra di perdere la percezione del trattamento. Per agevolare la piena eccitazione lascio che si aiuti di mano e le presto una mano anch’io, cosa che le consente di solleticare delicatamente lo scroto con le dita. Si comporta bene sul finale e prolunga l’applicazione durante la venuta.
Mi fa depositare i fazzolettini in un sacchetto che tiene chiuso nella borsa.
Se pure al primo incontro non è scattato il furor eroticus, intanto comincio a censire la ragazza e comunque non perdo l’intenzione di provarla sulla prestazione completa in macchina. In queste occasioni, di norma, mi frena sapere che se già il pompino non lancia al meglio il desiderio per me diventa poco coinvolgente anche il seguito. Però il corpo da ventenne è proprio quello che risponde ai miei gusti e la dolcezza del suo approccio, per quanto riesce a comunicare, mi incoraggia. Penso che davanti a questi virgulti possa valere la pena, una tantum, soprassedere sulla tecnica e valorizzare la freschezza, confidando nel futuro. Come diceva un nostro illustre collega di molta pratica, Fabrizio de Andrè (La città vecchia):
E se alla sua età le difetterà la competenza
presto affinerà le capacità con l’esperienza.
Fisicamente mi attrae molto: 1,65 circa, capelli biondi lisci, viso carino, snella. Indossa una sorta di costume monopezzo sotto la giacca, senza gonna, esibendo in tutto il loro splendore culo e gambe (dalla pelle fresca pronta al contatto, senza collant). Poi scoprirò anche un seno elegante, una seconda che si apre a sipario.
Il turno, se ho capito bene, va dalle 21 circa all’1 e 30.
Il punto di ingaggio è pessimo. Una volta la manco perché passeggia presso lo spartitraffico e io cosa faccio? Fermo tutto il flusso principale della via Emilia? Giro e, quando torno, si è spostata fortunatamente in modo da consentirmi di occupare l’uscita sulla destra (venendo da Milano/Melegnano) della rotonda, mi accosto ma proprio in quel frangente mi arriva alle spalle un furgoncino cui ostruisco la strada, per cui devo riprendere la marcia. Terzo giro e finalmente la carico.
È meglio il luogo dove ci si apparta, una grande area di parcheggio abbastanza lontana, deserta e tranquilla.
Si presenta con un solenne e insolito nome da capostipite romana (piuttosto che rumena, la sua natio effettiva): Lavinia. Dice di avere 21 anni, di essere in Italia da un paio di mesi. Ha un bel sorriso, ma tanti altri mezzi per comunicare non li abbiamo, poiché il suo italiano è ancora stentato.
Lavora solo coperto e non dà il culo, dunque restano pompino a 20, boccafiga a 30, 100 per un’ora d’albergo.
La provo sul pompino. Lei è paziente e disponibile (si scopre spontaneamente il bel seno e lo offre al mio palpeggiamento, mentre la potta non me la fa vedere), però la tecnica è ancora elementare. Sarà stato il goldone spesso, il rivestimento immediato, il ripetitivo saliscendi cui in sostanza si limita, soprattutto credo una presa troppo blanda, però a tratti mi sembra di perdere la percezione del trattamento. Per agevolare la piena eccitazione lascio che si aiuti di mano e le presto una mano anch’io, cosa che le consente di solleticare delicatamente lo scroto con le dita. Si comporta bene sul finale e prolunga l’applicazione durante la venuta.
Mi fa depositare i fazzolettini in un sacchetto che tiene chiuso nella borsa.
Se pure al primo incontro non è scattato il furor eroticus, intanto comincio a censire la ragazza e comunque non perdo l’intenzione di provarla sulla prestazione completa in macchina. In queste occasioni, di norma, mi frena sapere che se già il pompino non lancia al meglio il desiderio per me diventa poco coinvolgente anche il seguito. Però il corpo da ventenne è proprio quello che risponde ai miei gusti e la dolcezza del suo approccio, per quanto riesce a comunicare, mi incoraggia. Penso che davanti a questi virgulti possa valere la pena, una tantum, soprassedere sulla tecnica e valorizzare la freschezza, confidando nel futuro. Come diceva un nostro illustre collega di molta pratica, Fabrizio de Andrè (La città vecchia):
E se alla sua età le difetterà la competenza
presto affinerà le capacità con l’esperienza.