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Dindi
KING (2355 post)
K+ 674 | K- 511
Per dare + profondità storica alle nostre abitudini.....


http://www.ilsole24ore.com/…


....se ne sentite il bisogno.
Beati coloro che sanno ridere di se stessi perché non finiranno mai di divertirsi. ( Tommaso Moro )
Dindi
KING (2355 post)
K+ 674 | K- 511
Non mi prende il Link, comunque

Il sole 20 ore, domenica, cultura

Eros sfrenato a Pompei. Investire in prostitute: i ricchi dell'antica Roma facevano così
Beati coloro che sanno ridere di se stessi perché non finiranno mai di divertirsi. ( Tommaso Moro )
neo_69
Super Hero (1105 post)
K+ 374 | K- 174
sono stato a Pompei...e la guida e' stata molto esplicita...gli antichi romani erano avanti.....altro che la nostra povera italia...

ciao

neo
vuotopieno
KING (2581 post)
K+ 1300 | K- 254
Bravo Dindi,

viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda, leggi cosa ho trovato, nel bar:


"Così lontani così vicini".
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.
Kinton
Sr. Member (212 post)
K+ 115 | K- 67
Beh...è ben ricostruito nella serie Spartacus come andavano le cose...

No Sare no Party (anche no giulia, baby, simona, sexymilena, dulce, ecc...)
vuotopieno
KING (2581 post)
K+ 1300 | K- 254
Si, ma spartacus se lo mettevano anche in culo, e per quello che ti piace?
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.
Kinton
Sr. Member (212 post)
K+ 115 | K- 67
No mi piace perchè ho notato che ovunque leggevi "surfs up!"

No Sare no Party (anche no giulia, baby, simona, sexymilena, dulce, ecc...)
gimli_il nano
Sandokan (1676 post)
K+ 471 | K- 387
nella serie spartacus hanno molto esagerato le cose, cmq il rapporto tra padrone e schiava era consentito e si potevano leggitimare i figli nati dalla relazione, per le donne era considerato disdicevole andare a letto con gli schiavi e in certi periodi anche punito. Questo cmq non scoraggiava le matrone a cercare i favori dei gladiatori, che possono essere considerati alla stregua dei calciatori moderni. Per la prostituzione era ammessa sia quella femminile che maschile nei lupanari, una via di mezzo tra osteria e bordello. non era ammessa però in strada o nelle abitazioni private, inoltre in alcuni giorni dell' anno non si poteva esercitare.
Era usanza delle famiglie patrizie regalare ad un giovane romano diventato adulto(1416anni) una "compagna", con il compito di istruirlo nelle pratiche sessuali, le compagne venivano messe sotto contratto con diversi oblighi(tra cui quello di non esercitare con altri) e regolarmante pagate con un fisso mensile spesso poi diventavano attrici, quando venivano rescisso il contratto, al servizio della famiglia che le aveva assunte(una specie di mecenatismo) il contratto serviva  dimostrare che non si trattava di prostituzione a domicilio.
Capitolo a parte merita la hierogamia, cioè la prostituzione sacra presente presso alcuni culti, in cui andando a consultare gli oracoli bisognava giacere con una sarcedotessa (in genere ragazze dai 14ai 24anni) e poi riferire i sogni che si erano avuti nella notte al sacerdote che poi traeva il vaticinio, tutto previo pagamento di un obolo al tempio.

Ne abbiamo fatti di passi indietro dall' epoca e pensate nell' antica grecia la situazione era ancora più libera,
Durante i banchetti non erano amesse mogli o figlie, quindi l'intrattenimento era lasciato  a gruppi di Flautisti e danzatrici, cha potevano essere prese dagli ospiti (faceva parte del mestiere).
La donna nel mondo greco aveva il solo compito di generare figli e dirigere la casa, non era obligata a giacere col marito ogni sera, anzi spesso marito e moglie dormivano in stanze separate, quindi l'uomo poteva benissimo tenersi in casa l'amante per i suoi piaceri, alla condizione di poter provvedere al mantenimento della stessa e di lasciarla libera nel caso volesse sposarsi.

in effetti dal punto di vista sessuale il mondo ne ha fatti di passi indietro dal' antichità

cordiali saluti gimli il nano
"E ricordate, gli uccelli portano malattie, quindi teneteli al chiuso"
neo_69
Super Hero (1105 post)
K+ 374 | K- 174
caro gimli,

dici che abbiamo fatto passi indetro...prova a pensare perche'??

nonostante Cristo andasse regolarmente a prostitute...nel senso che le frequentava come se fossero donne normali e non reiette....la cultura clericare che si e' sviluppata dopo e' contro il sesso a 360 gradi...

chissa' come mai dal momento che so' da ex-preti che anche loro ne fanno di tutti i colori, prima quando sono in seminario...e poi chi piu' chi meno anche dopo aver indossato la tonaca...

della serie...predicare bene e razzolare male!!



Neo
gimli_il nano
Sandokan (1676 post)
K+ 471 | K- 387
ma questo è un dato di fatto, però il problema anche se ha origini antiche nasce dai vari concili a partire da quello di nicea, pensa nelle prime comunita cristiane non c0era l'obligo di celibato per i sacerdoti era una libera scelta, poi venne eliminato per evitare il nepotismo cosa che non funzionò.
poi per tutto il medioevo cominciò la demonizzazione della donna, o meglio della donna libera con la caccia alle streghe e quat'altro si voleva evitare che le donne potessero tornare alla libertà che avevano un tempo. Il ciò tutto in un contesto di mortificazione del corpo(che in quanto materia soggetto a indulgere nel peccato) le prostitute erano le reiette della società costrette a vestirsi in colori sgargianti per risaltare tra le brave donne.
Sono altresi numerosi gli esempi di santi e sante sopratutto nella prima cristianità coniugati o che si davano alla bella vita(vedi sant' agostino).
Ad oggi la chiesa per me è solo un insieme di vuoti rituali arcaici, il cui significato sfugge anche a chi li svolge, e che poco ha a da dividere col messaggio originale di Cristo.
per mantenere vive quelle che ormai sono pratiche desuete e prive di sgnificato la chiesa fa d tutto per rimanere chiusa di mente (ti erendono disponibile la santa essa su ipad ma non consentono il sesso sicuro, perchè offesa a Dio, quando potrebbe salvare migliaia di vite soopratutto di bambini in africa) la chiesa si è lanciata in una campagna di modernizzazione che di moderno ha solo la facciata, perchè se potesse rinnegherebbe ancora galileo o darwin
"E ricordate, gli uccelli portano malattie, quindi teneteli al chiuso"
neo_69
Super Hero (1105 post)
K+ 374 | K- 174
quoto a bestia il tu scritto gimli...anche se sembra che non si possa piu' fare nel forum attuale...

ciao

neo
Aristide
Jr. Member (129 post)
K+ 119 | K- 17
E io mi associo a Neo per quotare nuovamente Gimli!!!
Potrei iniziare a scrivere citanto fatti storici per dar maggior risalto alle parole di Gimli, conoscendo la mia vena "calorica" nell'affrontare tali argomenti, preferisco non inquinare la discussione terminando la mia inquisizione con un karma di stima al collega.
Gimli non posso assegnari più di un karma ma è come se lo avessi fatto, le tue parole sono le mie!
P.S. ma quante ne ha combinate quel S.Agostino prima di redimersi? magari cambiando potrò arrivare ad essere S.Aristide
Dindi
KING (2355 post)
K+ 674 | K- 511
Visto che copia e incolla col link non funziona l' ho fatto col testo.
Buona lettura!


Che si tratti del mestiere più antico del mondo è cosa nota a tutti. Che ai tempi dell'antica Roma riscontrasse una fiorente domanda di pubblico ve l'avranno detto chissà quante volte. La cosa che però molto probabilmente nessuno vi avrà spiegato è che all'epoca la prostituzione rappresentava una fonte di reddito tutt'altro che trascurabile per le famiglie più ricche che vi «impiegavano» una porzione consistente del loro parco-schiavi.

«L'idea comune di ciò che erano il sesso e la prostituzione in età romana – spiega l'archeologo Pietro Giovanni Guzzo - è inquinata da troppi falsi miti, nati dopo il 1748 a seguito delle prime scoperte archeologiche nell'area vesuviana. Abbiamo letto troppa cattiva letteratura e visto tanto pessimo cinema così che abbiamo finito di immaginarci l'antica Roma come una specie di baccanale permanente, dove la preoccupazione generale era la soddisfazione dei piaceri carnali. E si tralasciano gli aspetti più importanti

Pochi sanno per esempio – continua lo studioso - che l'approccio alla prostituzione da parte delle famiglie più ricche era prima di tutto economico. Potremmo quasi dire manageriale». Guzzo è stato a lungo soprintendente di Pompei ed Ercolano. Tre anni fa, a quattro mani con lo storico del diritto romano Vincenzo Scarano Ussani, ha scritto il saggio «Ex corpore lucrum facere: la prostituzione nell'antica Pompei», edito da L'Erma di Bretschneider. Un libro che incrociava rilievi archeologici, fonti letterarie e storiche, la cui novità consisteva proprio nell'approccio «economico» a cotanto tema.

Prima il prezzo, poi la prestazione
Tanto per cominciare, parliamo di un fenomeno consistente: «Il Catalogo Regionario del IV secolo d.C. – racconta Guzzo – individuava sul territorio di Roma la bellezza di 92bordelli». Per ovvi motivi, tracce dei postriboli citati nel testo non ce ne sono pervenute. Ma per fortuna abbiamo Pompei, «l'area archeologica – spiega l'ex soprintendente – che fotografa la città com'era nell'agosto del 79d.C. Un sito straordinario che ci ha lasciato l'unico edificio dell'antichità sulla cui funzione di bordello non esiste dubbio alcuno e ben 59rilievi riferibili a pratiche sessuali più o meno a pagamento». Oltre al lupanare, con quegli affreschi sui «mille modi» che sembrano la trasposizione pittorica dell'«Ars Amandi» di Ovidio, ci sono opere d'arte altrettanto eloquenti sparse in giro per le domus e numerosi graffiti con ragazze e ragazzi che si mettevano in vendita, illustravano con dovizia di particolari le loro abilità, fissando con puntualità il prezzo per la prestazione offerta.

Non è un mestiere per donne libere
Aspetto fondamentale e spesso trascurato: «Il mestiere di prostituta – sottolinea Guzzo – non era consentito alle donne e agli uomini liberi. Quelli che lo praticavano venivano etichettati come infames e perdevano una serie di diritti, inclusa la facoltà di testimoniare di fronte a un giudice». La prostituzione era allora appannaggio di schiavi e liberti, «coloro i quali non avevano diritti e, di conseguenza, non avevano neanche doveri». Che potevano vendere il proprio corpo al lupanare, alle terme o in taverna. «Esiste documentazione letteraria molto nutrita – continua l'archeologo – sulla pratica del mestiere in tutti questi luoghi».

Un «patrimonio» in carne e ossa
Ma gli schiavi erano proprietà privata «e questo – secondo Guzzo – rappresenta uno degli aspetti più interessanti: non esercitavano per conto proprio, quanto piuttosto erano obbligati a vendere il proprio corpo per fare gli interessi economici del padrone». Un po' come se fossero beni immobili, campi agricoli o animali da soma da «affittare» a terzi. E si arriva così a una delle ricostruzioni più suggestive del saggio di Guzzo e Scarano Ussani: ogni uomo libero che «investiva» in schiavi poteva allestire squadre di prostitute e prostituti che obbedivano a un lenone (di solito era un liberto di fiducia) e si vendevano in giro procacciandogli liquidità. Un «patrimonio» in carne e ossa dalla rendita certa ma purtroppo soggetto a svalutazione (l'età, si sa, ha il suo peso).

Bordelli «domestici»
Un'ultima curiosità: ricordate quei piccoli ambienti pieni di raffigurazioni erotiche in alcune delle più celebri domus pompeiane, come la Casa dei Vettii e la Casa del Centenario? «Secondo l'interpretazione moderna – spiega Guzzo – potevano esercitare tre funzioni diverse: o erano luoghi in cui incentivare l'accoppiamento tra schiavi affinché nascessero altri schiavi, o erano sale del piacere in cui il padrone di casa in compagnia di amici, a fine cena, poteva intrattenersi con schiave e schiavetti. Oppure ancora erano i luoghi che il dominus metteva a disposizione dei clienti delle sue schiave per la consumazione». Certo è che il sesso a pagamento doveva offrire un contributo niente male al Pil dell'epoca…



Beati coloro che sanno ridere di se stessi perché non finiranno mai di divertirsi. ( Tommaso Moro )
vuotopieno
KING (2581 post)
K+ 1300 | K- 254
Ma che cazzo vi siete mangiati, la Treccani?
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.
Dindi
KING (2355 post)
K+ 674 | K- 511
Senti chi parla, quello che cita i classici lirici latini e fa le recensioni come gli stilnovisti!

Ciao Pienino, ho voglia di una tua composizione allegra o triste, ma una delle tue.
Beati coloro che sanno ridere di se stessi perché non finiranno mai di divertirsi. ( Tommaso Moro )
vuotopieno
KING (2581 post)
K+ 1300 | K- 254
Touchè... eheheheh

Ti sei beccata quella su elle brazil? potevo vincere il premio puzzer...
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.
gimli_il nano
Sandokan (1676 post)
K+ 471 | K- 387
concordo in pieno con il prof. Guzzo ma probabilmente il giornalista ha modificato non poco il concetto di prostituta e schiavo.

Lo schiavo come dice il prof. guzzo era un bene immobile di propieta del padrone che lo poteva impiegare come meglio credeva, tuttavia lo schiavo non poteva essere oggetto di "manomissione", che nel accezione antica del termine vuole dire che non poteva essere liberato, molestato, ferito e "usato" da terzi. senza il consenso dello stesso e del padrone. quindi il padrone dello schiavo era tenuto per forza di cose alla fine della carriera di prostituta/o a versargli una parte della somma da lui gudagnata(si può parlare di una certa forma di protettorato tra padrone e schiavo). Per i nati liberi e i liberti(che sono schiavi liberati) la faccenda è più complessa perchè è vero che la prostituzione era considerata disdicevole non che infamante in alcuni casi(per esempio per i transessuali che già esistevano all'epoca, ma che venivano considerati reietti in quanto uomini che si consideravano donne, oppure quando i trattava di minori, tenete presente che la maggiore età si raggiungeva in età puberale quindi tra i 14e 16anni) i cittadini e liberti potevano esercitarla senza perdita di diritti, ma esponendosi a per così dire le male lingue.

inoltre la prostituzione non era esercitata in casa o e nelle terme per motivi di ordine pubblico(cosa molto cara ai romani), poteva essere solo esercitata nei lupanari e nei teatri e anfiteatri che a parte a roma si trovano spesso fuori o a ridosso delle mura cittadine quindi luoghi facilmente circoscrivibili in caso di sommossa.

Per quanto riguarda la schiavitù in generale il rapporto tra padrone e schiavo era più umano di quanto dipinto, lo schiavo era si propietà del padrone ma era autorizzato a mettere da parte del denaro per provvedere alle sue necessità, alla morte del padrone era spesso liberato. Gli schiavi trattati come ogetti erano in genere quelli violenti o che tentavano la fuga che venivano marchiati a fuoco e spesso destinati a lavori pesanti(mminiere cave agricoltura ecc.) ma e meglio non scendere nel dettaglio altrimenti potrei fare una decina post sulle condizioni degli schiavi e dei gladiatori e questo 3d perderebbe il suo senso.

cordiali saluti gimli il nano
"E ricordate, gli uccelli portano malattie, quindi teneteli al chiuso"
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