concordo in pieno con il prof. Guzzo ma probabilmente il giornalista ha modificato non poco il concetto di prostituta e schiavo.
Lo schiavo come dice il prof. guzzo era un bene immobile di propieta del padrone che lo poteva impiegare come meglio credeva, tuttavia lo schiavo non poteva essere oggetto di "manomissione", che nel accezione antica del termine vuole dire che non poteva essere liberato, molestato, ferito e "usato" da terzi. senza il consenso dello stesso e del padrone. quindi il padrone dello schiavo era tenuto per forza di cose alla fine della carriera di prostituta/o a versargli una parte della somma da lui gudagnata(si può parlare di una certa forma di protettorato tra padrone e schiavo). Per i nati liberi e i liberti(che sono schiavi liberati) la faccenda è più complessa perchè è vero che la prostituzione era considerata disdicevole non che infamante in alcuni casi(per esempio per i transessuali che già esistevano all'epoca, ma che venivano considerati reietti in quanto uomini che si consideravano donne, oppure quando i trattava di minori, tenete presente che la maggiore età si raggiungeva in età puberale quindi tra i 14e 16anni) i cittadini e liberti potevano esercitarla senza perdita di diritti, ma esponendosi a per così dire le male lingue.
inoltre la prostituzione non era esercitata in casa o e nelle terme per motivi di ordine pubblico(cosa molto cara ai romani), poteva essere solo esercitata nei lupanari e nei teatri e anfiteatri che a parte a roma si trovano spesso fuori o a ridosso delle mura cittadine quindi luoghi facilmente circoscrivibili in caso di sommossa.
Per quanto riguarda la schiavitù in generale il rapporto tra padrone e schiavo era più umano di quanto dipinto, lo schiavo era si propietà del padrone ma era autorizzato a mettere da parte del denaro per provvedere alle sue necessità, alla morte del padrone era spesso liberato. Gli schiavi trattati come ogetti erano in genere quelli violenti o che tentavano la fuga che venivano marchiati a fuoco e spesso destinati a lavori pesanti(mminiere cave agricoltura ecc.) ma e meglio non scendere nel dettaglio altrimenti potrei fare una decina post sulle condizioni degli schiavi e dei gladiatori e questo 3d perderebbe il suo senso.
cordiali saluti gimli il nano
"E ricordate, gli uccelli portano malattie, quindi teneteli al chiuso"
Lo schiavo come dice il prof. guzzo era un bene immobile di propieta del padrone che lo poteva impiegare come meglio credeva, tuttavia lo schiavo non poteva essere oggetto di "manomissione", che nel accezione antica del termine vuole dire che non poteva essere liberato, molestato, ferito e "usato" da terzi. senza il consenso dello stesso e del padrone. quindi il padrone dello schiavo era tenuto per forza di cose alla fine della carriera di prostituta/o a versargli una parte della somma da lui gudagnata(si può parlare di una certa forma di protettorato tra padrone e schiavo). Per i nati liberi e i liberti(che sono schiavi liberati) la faccenda è più complessa perchè è vero che la prostituzione era considerata disdicevole non che infamante in alcuni casi(per esempio per i transessuali che già esistevano all'epoca, ma che venivano considerati reietti in quanto uomini che si consideravano donne, oppure quando i trattava di minori, tenete presente che la maggiore età si raggiungeva in età puberale quindi tra i 14e 16anni) i cittadini e liberti potevano esercitarla senza perdita di diritti, ma esponendosi a per così dire le male lingue.
inoltre la prostituzione non era esercitata in casa o e nelle terme per motivi di ordine pubblico(cosa molto cara ai romani), poteva essere solo esercitata nei lupanari e nei teatri e anfiteatri che a parte a roma si trovano spesso fuori o a ridosso delle mura cittadine quindi luoghi facilmente circoscrivibili in caso di sommossa.
Per quanto riguarda la schiavitù in generale il rapporto tra padrone e schiavo era più umano di quanto dipinto, lo schiavo era si propietà del padrone ma era autorizzato a mettere da parte del denaro per provvedere alle sue necessità, alla morte del padrone era spesso liberato. Gli schiavi trattati come ogetti erano in genere quelli violenti o che tentavano la fuga che venivano marchiati a fuoco e spesso destinati a lavori pesanti(mminiere cave agricoltura ecc.) ma e meglio non scendere nel dettaglio altrimenti potrei fare una decina post sulle condizioni degli schiavi e dei gladiatori e questo 3d perderebbe il suo senso.
cordiali saluti gimli il nano
"E ricordate, gli uccelli portano malattie, quindi teneteli al chiuso"