Lasciato l’insidioso territorio di Agrate ed entrato in quello di Carugate, dove non conosco normative restrittive circa la prostituzione di strada, lungo la strada provinciale 121, dopo il benzinaio Total Erg, all’altezza di un accesso a destra, 45.55 75 28, 9.3 347 42, noto una silhouette scura.
È un profilo dell’est piuttosto tipico: capelli lunghi lisci neri, asciutta senza risultare patita, ma dal viso rettangolare quasi incavato sotto gli zigomi e un po’ troppo lungo e angoloso per avere la bellezza di un volto magro, gambe snelle scoperte con i pantaloncini di moda che fanno vedere che il culo c’è, 1 e 65 circa d’altezza, seno non mostrato ma piccolo (tra prima e seconda, dipende anche da quanto fosse imbottito il reggiseno), chiara di carnagione, occhi scuri.
Si presenta come Nicole, 22 anni (non smaglianti se veri), ufficialmente moldava.
Fa il solito pompino coperto a 20, accetta per 30 di succhiarlo senza preservativo ma non fino alla venuta in bocca, 30 per il boccafiga protetto, anale non previsto ma nemmeno del tutto escluso in prospettiva.
Ci siamo appartati, in due occasioni, in due luoghi diversi: uno più periferico, non del tutto isolato, con altre macchine parcheggiate, ma più ai margini dell’area abitata; l’altro è un parcheggio all’interno di una villettopoli, in cui non incombe su di te la finestra illuminata, ma c’è gente a spasso poco lontano, la macchina che fa manovra intorno ecc.
Esibisce nel curriculum un’esperienza di lavoro in appartamento nella capitale, situazione tentata ma non riuscita a Milano prima della strada, che però non l'ha iniziata alle destrezze libertine. Esprime anzi una mite disponibilità e pare paziente, ma la vena erotica è veramente blanda.
La seconda sera portava perlomeno un body traforato, la prima una leggera camicetta senza maniche con cui avrebbe potuto presentarsi al lavoro in banca.
Durante una pausa manuale del trattamento orale le chiedo di guardami e lei si gira prontamente verso di me così, con un sereno sorriso, senza imprimergli nessuna sfumatura maliziosa.
Il pompino non è di quelli che non li senti nemmeno, però è anonimo, un su e giù aiutato di mano.
Per quanto riguarda le posizioni in macchina (a quelle esterne gli imboschi non mi sono parsi idonei), come c’era da aspettarsi, ci starebbe a tutte, a scelta del cliente. Non l’ho però messa alla prova: aveva il ciclo, sono tornato dopo tre giorni e il ciclo non si era ancora esaurito. Non sto attraversando questo periodo sotto un pianeta favorevole per le scopata in macchina, fra quella a cui non piace, quella che usa un imbosco da infarto e quella che ha il ciclo infinito. Apprezzo se non altro la professionalità di non ricorrere a stratagemmi fastidiosi e mi accontento entrambe le volte del pompino coperto, senza l’intenzione di tornare subito una terza per l’esame completo.
Comunicativa coerente con l’attitudine generale, tranquilla e non incalzante. Per fare un esempio, durante il primo colloquio sul tariffario, quando mi dice che per 30 fa il pompino senza preservativo e tutte le altre, per comunicarmi lo stesso concetto, avrebbero aggiunto piatte “ma senza sborrarmi in bocca”, lei invece se lo fa chiedere da me e poi riprende con un quasi accademico “ecco, questo volevo dirti”, per precisare “ma non fino in fondo”. Parla così, insomma, con i tempi distesi di un’introversa ben disposta.
Forse non ancora abituata al lavoro in macchina, è disordinata nella gestione dei resti: non solo l’involtino classico resta in auto; a terra, lato passeggero, dimentica la busta del preservativo e la prima volta anche un fazzolettino con dentro la sua cicca e l’involucro di plastica degli stessi fazzolettini.
Nel complesso direi riservata a chi cerca in primo luogo la compagna che lo rilassi con un approccio discreto (e ovviamente ama la femminilità di un corpo magro).
È un profilo dell’est piuttosto tipico: capelli lunghi lisci neri, asciutta senza risultare patita, ma dal viso rettangolare quasi incavato sotto gli zigomi e un po’ troppo lungo e angoloso per avere la bellezza di un volto magro, gambe snelle scoperte con i pantaloncini di moda che fanno vedere che il culo c’è, 1 e 65 circa d’altezza, seno non mostrato ma piccolo (tra prima e seconda, dipende anche da quanto fosse imbottito il reggiseno), chiara di carnagione, occhi scuri.
Si presenta come Nicole, 22 anni (non smaglianti se veri), ufficialmente moldava.
Fa il solito pompino coperto a 20, accetta per 30 di succhiarlo senza preservativo ma non fino alla venuta in bocca, 30 per il boccafiga protetto, anale non previsto ma nemmeno del tutto escluso in prospettiva.
Ci siamo appartati, in due occasioni, in due luoghi diversi: uno più periferico, non del tutto isolato, con altre macchine parcheggiate, ma più ai margini dell’area abitata; l’altro è un parcheggio all’interno di una villettopoli, in cui non incombe su di te la finestra illuminata, ma c’è gente a spasso poco lontano, la macchina che fa manovra intorno ecc.
Esibisce nel curriculum un’esperienza di lavoro in appartamento nella capitale, situazione tentata ma non riuscita a Milano prima della strada, che però non l'ha iniziata alle destrezze libertine. Esprime anzi una mite disponibilità e pare paziente, ma la vena erotica è veramente blanda.
La seconda sera portava perlomeno un body traforato, la prima una leggera camicetta senza maniche con cui avrebbe potuto presentarsi al lavoro in banca.
Durante una pausa manuale del trattamento orale le chiedo di guardami e lei si gira prontamente verso di me così, con un sereno sorriso, senza imprimergli nessuna sfumatura maliziosa.
Il pompino non è di quelli che non li senti nemmeno, però è anonimo, un su e giù aiutato di mano.
Per quanto riguarda le posizioni in macchina (a quelle esterne gli imboschi non mi sono parsi idonei), come c’era da aspettarsi, ci starebbe a tutte, a scelta del cliente. Non l’ho però messa alla prova: aveva il ciclo, sono tornato dopo tre giorni e il ciclo non si era ancora esaurito. Non sto attraversando questo periodo sotto un pianeta favorevole per le scopata in macchina, fra quella a cui non piace, quella che usa un imbosco da infarto e quella che ha il ciclo infinito. Apprezzo se non altro la professionalità di non ricorrere a stratagemmi fastidiosi e mi accontento entrambe le volte del pompino coperto, senza l’intenzione di tornare subito una terza per l’esame completo.
Comunicativa coerente con l’attitudine generale, tranquilla e non incalzante. Per fare un esempio, durante il primo colloquio sul tariffario, quando mi dice che per 30 fa il pompino senza preservativo e tutte le altre, per comunicarmi lo stesso concetto, avrebbero aggiunto piatte “ma senza sborrarmi in bocca”, lei invece se lo fa chiedere da me e poi riprende con un quasi accademico “ecco, questo volevo dirti”, per precisare “ma non fino in fondo”. Parla così, insomma, con i tempi distesi di un’introversa ben disposta.
Forse non ancora abituata al lavoro in macchina, è disordinata nella gestione dei resti: non solo l’involtino classico resta in auto; a terra, lato passeggero, dimentica la busta del preservativo e la prima volta anche un fazzolettino con dentro la sua cicca e l’involucro di plastica degli stessi fazzolettini.
Nel complesso direi riservata a chi cerca in primo luogo la compagna che lo rilassi con un approccio discreto (e ovviamente ama la femminilità di un corpo magro).