Mutamenti insondabili nel sottosuolo metropolitano hanno fatto affiorare tre allettanti novità in viale Umbria.
Bionde tutte abbastanza giovani, carine, pur nella loro diversità, gentili, ma dai tariffari bislacchi.
Nessuna delle tre è recensita.
La prima, procedendo da piazzale Lodi verso corso XXII marzo, la si incontra, davanti al supermercato, prima del semaforo, dove c’è uno slargo della carreggiata, 45.44 87 42, 9.21 14 70. È quella più elegante, con broncetto. Molto snella, viso quadrangolare, l’ho vista vestita con monoabiti corti neri e rossi che le donano. Da lontano pare una gran figa: procedendo sul lato opposto e notandola, a momenti mettevo a repentaglio la preziosa incolumità del trasportato, invero non indifferente alla merce esposta, ma che credo la posponga legittimamente ai futuri sviluppi, biologici ed artistici, della propria giovane vita. Avvicinata appare più scialba, ma resta attraente. Mi dice che lavora a casa per 50 e per 40 (!) in macchina. A me paiono già incongruenti, il semplice prezzo base per andare a casa e una richiesta molto sostenuta per farlo in auto! Ma va oltre: le chiedo per il solo pompino, lei ci pensa un momento e risponde: sempre 40.
La seconda si mette davanti alla Banca del lavoro, 45.45 60 82, 9.2 170 06, più vistosa e relativamente carrozzata, ha un sorriso più franco. Chiede 50 per andare a casa, 30 in macchina, un prezzo ridotto per il solo pompino non lo fa.
La terza sta dopo l’angolo di via Greppi, 45.45 70 42, 9.21 73 64. Più minuta e, per aspetto, la più ragazzina, capelli raccolti, visino fine, conclude in bellezza: 70 a casa, senza alcuna alternativa in parcheggio!
Notifico ad uso degli ardimentosi, non credo che proverò, perché con un tariffario stradale così pretenzioso e che esclude la classica soglia-base di prova a 20 prevista dal commercio universale del pompino automibilistico, temo che anche i 50 a casa servano solo per iniziare l’estenuazione dei rilanci.
Bionde tutte abbastanza giovani, carine, pur nella loro diversità, gentili, ma dai tariffari bislacchi.
Nessuna delle tre è recensita.
La prima, procedendo da piazzale Lodi verso corso XXII marzo, la si incontra, davanti al supermercato, prima del semaforo, dove c’è uno slargo della carreggiata, 45.44 87 42, 9.21 14 70. È quella più elegante, con broncetto. Molto snella, viso quadrangolare, l’ho vista vestita con monoabiti corti neri e rossi che le donano. Da lontano pare una gran figa: procedendo sul lato opposto e notandola, a momenti mettevo a repentaglio la preziosa incolumità del trasportato, invero non indifferente alla merce esposta, ma che credo la posponga legittimamente ai futuri sviluppi, biologici ed artistici, della propria giovane vita. Avvicinata appare più scialba, ma resta attraente. Mi dice che lavora a casa per 50 e per 40 (!) in macchina. A me paiono già incongruenti, il semplice prezzo base per andare a casa e una richiesta molto sostenuta per farlo in auto! Ma va oltre: le chiedo per il solo pompino, lei ci pensa un momento e risponde: sempre 40.
La seconda si mette davanti alla Banca del lavoro, 45.45 60 82, 9.2 170 06, più vistosa e relativamente carrozzata, ha un sorriso più franco. Chiede 50 per andare a casa, 30 in macchina, un prezzo ridotto per il solo pompino non lo fa.
La terza sta dopo l’angolo di via Greppi, 45.45 70 42, 9.21 73 64. Più minuta e, per aspetto, la più ragazzina, capelli raccolti, visino fine, conclude in bellezza: 70 a casa, senza alcuna alternativa in parcheggio!
Notifico ad uso degli ardimentosi, non credo che proverò, perché con un tariffario stradale così pretenzioso e che esclude la classica soglia-base di prova a 20 prevista dal commercio universale del pompino automibilistico, temo che anche i 50 a casa servano solo per iniziare l’estenuazione dei rilanci.