“Avanturiers, bons compaignons,
ensemble croisez voz bastons”
(che tradurrei liberamente, dal francese antico di quel monumento della polifonia rinascimentale che è “La bataille de Marignan”, come un invito a tutti gli avventurieri e bravi compagni di merende a sfoderare i nostri mattarelli da combattimento sul campo di Melegnano)
Sempre motivato a non interrompere il martellamento delle postazioni del nemico in ripiegamento, posso accingermi alla terza “chronica de la bataglia de Marignano”. Non ho mancato di registrare, peraltro, l’agguato dei carabinieri ad altro puttaniere presso una ragazza da me recentemente recensita: spero si trattasse di persona abbastanza informata da non farsi intimidire da un paio di Guasconi che brandiscono un pezzo di carta scaduto.
Procedendo lungo la via Emilia in direzione sud, all’altezza del benzinaio Eni nel centro abitato di Melegnano (a destra), coordinate 45.35 9907, 9.33 1245, vedo una morettina nerovestita e la carico dopo breve colloquio.
Sarà alta sull’1,60 scarso, proporzionata e minuta ma con le sue curve, come al solito molto coperta e poco generosa di sé, tanto da non consentire di apprezzarne pienamente l’effettiva consistenza, capelli lisci scuri, occhi marroni che, ancora come al solito, rivendica come verdi, grazioso viso tondo.
Fa il pompino coperto per 20, scoperto con venuta in bocca a 40, il boccafiga coperto per 30, il boccafiga con il preliminare orale scoperto a 40, 80 per l’ora d’albergo, niente anale e niente penetrazioni non protette. Le chiedo la venuta in bocca, avrei voluto contrattargliela ma le va bene che nel portafogli sono rimaste giusto le due banconote da 20.
Con la sua vocina acuta, la sua comunicativa non trascinante, ma pacata, una parlantina sciolta e una mimica facciale espressiva, sorseggiando un tè per riscaldarsi, inizia la lettura ad alta voce del romanzo autobiografico. Ha 20 anni, a Melegnano da ottobre è però appena rientrata dalle vacanze natalizie, si chiama Iasmina. Uso quella che penso sia la grafia rumena, ma aggiungo almeno le varianti Jasmine e Yasmine, se no in futuro non la si troverà con le funzioni di ricerca. È metà rumena e metà turca. Francamente già a questo punto mi pare che la trama si vada sfilacciando in colpi di scena improbabili e la mia curiosità nel seguirla scema, esprimo il mio punto di vista raccontandole che ho conosciuto un’altra Gelsomina notturna che diceva di essere turca e alla quale non ho mai creduto, ma io non indago e lei non replica.
Il parcheggio è lontano dal luogo di ingaggio, ma, senza specificare di più, vicino ad un’importante struttura di servizio, sicché non mancano altre macchine e non è del tutto al riparo da potenziali sguardi indiscreti vicini o remoti. Perlomeno, grazie alla sua notevole ampiezza, c’è il modo di sistemarsi in un posto tranquillo.
Non si spoglia, su mia richiesta si inginocchia sul sedile passeggero, dopo la rinfrescata a mia cura con salviettina umida da lei fornita comincia un trattamento tecnicamente povero. Appoggia staticamente la cappella in bocca, rispettando il limitare del glande come un confine sacro, il dinamismo è rimesso esclusivamente al contemporaneo movimento a sega della mano, tanto che è il tintinnio dei suoi braccialetti la malinconica nota di bordone della nostra intimità. Ne veniamo a capo in tempi non brevissimi, visto che io, di mio, non scoppiavo di desiderio, e lei non me l’ha infuso. Lei si riposiziona più volte sul sedile, ogni tanto si ferma, ma a ben vedere non tradisce insofferenza, dice solo che è il raffreddore che la rallenta. Almeno al momento della venuta non stacca subito e si lascia riempire bene la bocca per poi sputare aprendo la portiera.
Raduna e porta con sé gli avanzi.
Cresce in me il sospetto che il sindaco di Marignano/Melegnano conosca le strade della sua città molto meglio di quanto si possa immaginare, e che, ovviamente sotto l’apparenza di una misura repressiva imposta dal perbenismo sessuofobico, l’ordinanza di aprile fosse in realtà un’occulta e sagacissima misura di protezione dei puttanieri: dai pompini delle principianti.
ensemble croisez voz bastons”
(che tradurrei liberamente, dal francese antico di quel monumento della polifonia rinascimentale che è “La bataille de Marignan”, come un invito a tutti gli avventurieri e bravi compagni di merende a sfoderare i nostri mattarelli da combattimento sul campo di Melegnano)
Sempre motivato a non interrompere il martellamento delle postazioni del nemico in ripiegamento, posso accingermi alla terza “chronica de la bataglia de Marignano”. Non ho mancato di registrare, peraltro, l’agguato dei carabinieri ad altro puttaniere presso una ragazza da me recentemente recensita: spero si trattasse di persona abbastanza informata da non farsi intimidire da un paio di Guasconi che brandiscono un pezzo di carta scaduto.
Procedendo lungo la via Emilia in direzione sud, all’altezza del benzinaio Eni nel centro abitato di Melegnano (a destra), coordinate 45.35 9907, 9.33 1245, vedo una morettina nerovestita e la carico dopo breve colloquio.
Sarà alta sull’1,60 scarso, proporzionata e minuta ma con le sue curve, come al solito molto coperta e poco generosa di sé, tanto da non consentire di apprezzarne pienamente l’effettiva consistenza, capelli lisci scuri, occhi marroni che, ancora come al solito, rivendica come verdi, grazioso viso tondo.
Fa il pompino coperto per 20, scoperto con venuta in bocca a 40, il boccafiga coperto per 30, il boccafiga con il preliminare orale scoperto a 40, 80 per l’ora d’albergo, niente anale e niente penetrazioni non protette. Le chiedo la venuta in bocca, avrei voluto contrattargliela ma le va bene che nel portafogli sono rimaste giusto le due banconote da 20.
Con la sua vocina acuta, la sua comunicativa non trascinante, ma pacata, una parlantina sciolta e una mimica facciale espressiva, sorseggiando un tè per riscaldarsi, inizia la lettura ad alta voce del romanzo autobiografico. Ha 20 anni, a Melegnano da ottobre è però appena rientrata dalle vacanze natalizie, si chiama Iasmina. Uso quella che penso sia la grafia rumena, ma aggiungo almeno le varianti Jasmine e Yasmine, se no in futuro non la si troverà con le funzioni di ricerca. È metà rumena e metà turca. Francamente già a questo punto mi pare che la trama si vada sfilacciando in colpi di scena improbabili e la mia curiosità nel seguirla scema, esprimo il mio punto di vista raccontandole che ho conosciuto un’altra Gelsomina notturna che diceva di essere turca e alla quale non ho mai creduto, ma io non indago e lei non replica.
Il parcheggio è lontano dal luogo di ingaggio, ma, senza specificare di più, vicino ad un’importante struttura di servizio, sicché non mancano altre macchine e non è del tutto al riparo da potenziali sguardi indiscreti vicini o remoti. Perlomeno, grazie alla sua notevole ampiezza, c’è il modo di sistemarsi in un posto tranquillo.
Non si spoglia, su mia richiesta si inginocchia sul sedile passeggero, dopo la rinfrescata a mia cura con salviettina umida da lei fornita comincia un trattamento tecnicamente povero. Appoggia staticamente la cappella in bocca, rispettando il limitare del glande come un confine sacro, il dinamismo è rimesso esclusivamente al contemporaneo movimento a sega della mano, tanto che è il tintinnio dei suoi braccialetti la malinconica nota di bordone della nostra intimità. Ne veniamo a capo in tempi non brevissimi, visto che io, di mio, non scoppiavo di desiderio, e lei non me l’ha infuso. Lei si riposiziona più volte sul sedile, ogni tanto si ferma, ma a ben vedere non tradisce insofferenza, dice solo che è il raffreddore che la rallenta. Almeno al momento della venuta non stacca subito e si lascia riempire bene la bocca per poi sputare aprendo la portiera.
Raduna e porta con sé gli avanzi.
Cresce in me il sospetto che il sindaco di Marignano/Melegnano conosca le strade della sua città molto meglio di quanto si possa immaginare, e che, ovviamente sotto l’apparenza di una misura repressiva imposta dal perbenismo sessuofobico, l’ordinanza di aprile fosse in realtà un’occulta e sagacissima misura di protezione dei puttanieri: dai pompini delle principianti.