Ho caricato Georgiana sulla Binasca, in orario da pausa pranzo, venendo da Siziano e procedendo verso Melegnano, già in territorio di Carpiano, dopo l’albergo in rovina e poco prima della rotonda di raccordo con la Valtidone, nella piazzola a destra, 4 5 . 3 3 5 5 3 8, 9 . 2 4 7 2 6 6 (con Bing maps).
Fisicamente mi attira per la sua aria che mi pare spiccatamente zigana, origine che lei negherà poi recisamente, ignorando evidentemente quale fascino (per lei lucroso) avrebbe potuto esercitare su di me in tal caso. Alta 1 e 60 circa direi non truccati dai tacchi, fisico molto snello, seconda di seno ben fatta, gambe in mostra grazie al mini-abito intero azzurro, culetto proporzionato, carnagione scura, viso ovale, capelli castani crespi a coda di cavallo, occhi castani, naso dalla linea pronunciata ma morbida che di nuovo io direi tipicamente zigano. In sostanza carina di corpo per coloro cui piacciono i fisici asciutti; viso per amanti delle ninfe plebee.
Tariffario nella norma: esplicitamente negate prestazioni non protette, anale pure negato, restano dunque il pompino per 20, il boccafiga per 30, l’albergo a 100 euro all’ora. Come faccio il più delle volte, parto cauto con il solo pompino.
Umanamente ci siano presi alla grande: mostra quel carattere semplice e lieto che sento più affine al mio (dissipando presto quell’ombra che le si legge in volto quando aspetta). Non nel senso, però, che sia una grande conversatrice, perché non se la cava molto disinvoltamente con l’italiano, ogni tanto mi dice qualcosa in rumeno o cerca di insegnarmi qualche parola nella sua lingua. Cerca però di raccontarmi di sé: si presenta come rumena di Costanza, di 22 anni (possibili), presidia la sua posizione da un paio di mesi, in Romania lavorava nell’agricoltura.
L’imbosco non è granché: è il sottopasso che conoscono tutti i frequentatori della zona, lontano dal luogo di ingaggio, ma poco rassicurante di per sé, spesso affollato dalle colleghe, nella circostanza semi-allagato dal fango (per cui è impossibile uscire dall’auto).
La prestazione ha alti e bassi, secondo me dovuti al livello ancora incerto di professionalizzazione. Non si scopre il seno, ma, avendo già intuito il suo buon carattere, glielo chiedo: sorridente tira fuori le tette, dicendo che sono piccole e giocandoci un po’ con le due mani. Incappuccia dopo una breve stimolazione manuale. Poi me lo stiracchia dolcemente con le labbra, varia la velocità, demerita abusando della mano (la devo dirottare io sullo scroto, la devo sollecitare io ad evitare intervalli a sega nell’applicazione di bocca), ma per converso qualifica notevolmente il trattamento raggiungendo la profondità maggiore che abbia sperimentato negli ultimi tempi, almeno fino a quando l’erezione non è completa vedo il mio uccello letteralmente sparirle nella bocca, quindi con le labbra che arrivano a racchiuderne la radice, al punto che in un’occasione non riesce a trattenere un singulto. Secondo me, in sostanza, le potenzialità tecniche e attitudinali ci sono; ben guidata può diventare un’operatrice interessante.
Lo smaltimento dei residui dell’incontro è civicamente responsabile.
Fisicamente mi attira per la sua aria che mi pare spiccatamente zigana, origine che lei negherà poi recisamente, ignorando evidentemente quale fascino (per lei lucroso) avrebbe potuto esercitare su di me in tal caso. Alta 1 e 60 circa direi non truccati dai tacchi, fisico molto snello, seconda di seno ben fatta, gambe in mostra grazie al mini-abito intero azzurro, culetto proporzionato, carnagione scura, viso ovale, capelli castani crespi a coda di cavallo, occhi castani, naso dalla linea pronunciata ma morbida che di nuovo io direi tipicamente zigano. In sostanza carina di corpo per coloro cui piacciono i fisici asciutti; viso per amanti delle ninfe plebee.
Tariffario nella norma: esplicitamente negate prestazioni non protette, anale pure negato, restano dunque il pompino per 20, il boccafiga per 30, l’albergo a 100 euro all’ora. Come faccio il più delle volte, parto cauto con il solo pompino.
Umanamente ci siano presi alla grande: mostra quel carattere semplice e lieto che sento più affine al mio (dissipando presto quell’ombra che le si legge in volto quando aspetta). Non nel senso, però, che sia una grande conversatrice, perché non se la cava molto disinvoltamente con l’italiano, ogni tanto mi dice qualcosa in rumeno o cerca di insegnarmi qualche parola nella sua lingua. Cerca però di raccontarmi di sé: si presenta come rumena di Costanza, di 22 anni (possibili), presidia la sua posizione da un paio di mesi, in Romania lavorava nell’agricoltura.
L’imbosco non è granché: è il sottopasso che conoscono tutti i frequentatori della zona, lontano dal luogo di ingaggio, ma poco rassicurante di per sé, spesso affollato dalle colleghe, nella circostanza semi-allagato dal fango (per cui è impossibile uscire dall’auto).
La prestazione ha alti e bassi, secondo me dovuti al livello ancora incerto di professionalizzazione. Non si scopre il seno, ma, avendo già intuito il suo buon carattere, glielo chiedo: sorridente tira fuori le tette, dicendo che sono piccole e giocandoci un po’ con le due mani. Incappuccia dopo una breve stimolazione manuale. Poi me lo stiracchia dolcemente con le labbra, varia la velocità, demerita abusando della mano (la devo dirottare io sullo scroto, la devo sollecitare io ad evitare intervalli a sega nell’applicazione di bocca), ma per converso qualifica notevolmente il trattamento raggiungendo la profondità maggiore che abbia sperimentato negli ultimi tempi, almeno fino a quando l’erezione non è completa vedo il mio uccello letteralmente sparirle nella bocca, quindi con le labbra che arrivano a racchiuderne la radice, al punto che in un’occasione non riesce a trattenere un singulto. Secondo me, in sostanza, le potenzialità tecniche e attitudinali ci sono; ben guidata può diventare un’operatrice interessante.
Lo smaltimento dei residui dell’incontro è civicamente responsabile.