Bighellonavo sul sito del comune di Colturano per leggermi la nuova ordinanza anti-prostituzione, pubblicata in prima pagina.
Mi pare un documento giuridicamente debolissimo: ancora un provvedimento non contingentato nello spazio e nel tempo, di quelli che la Cassazione ha già stabilito essere illegittimi. Penso che il comune non disponga di un ufficio legale particolarmente agguerrito. È pur vero che, ad un mese dalla firma, vorranno se non altro far finta di applicarlo e non so se sono in vena di cercare grane.
Poi mi cade l’occhio sulla locandina delle manifestazioni per la festa del 25 aprile, sempre in prima pagina. Sono riusciti a cacciarci dentro un errore macroscopico circa la fine della seconda guerra mondiale, fatta coincidere con la ricorrenza presente. Va beh, penso che il comune non disponga nemmeno di un servizio cultura particolarmente attrezzato. Continuo a leggere: alle ore 12 e 30 è previsto l’alzabandiera. La cosa si fa interessante: in un giorno di festa, all’ora di pranzo, la celebrazione pubblica impegnerà tutte le forze di polizia disponibili. Se non altro per fare massa, capirai: ormai a queste sfilate intervengono solo quattro barbogi con il fazzoletto rosso annodato al collo e i bambini precettati dalla scuola per sventolare le bandierine. Chi se la fila, altrimenti, la sindachessa anti-prostituzione tra corone di fiori con fascia tricolore? Quindi, mi dico, se riesco a far coincidere il mio alzabandiera personale con il loro alzabandiera, c’è il caso che anch’io festeggi indisturbato da pattuglie di sorta la mia festa della liberazione, l’unica liberazione che conosco, la liberazione sessuale, che sono sempre più incline a identificare con l’incontro mercenario sulla strada. Con la soddisfazione di espugnare il campo ostile di Colturano, togliendomi la voglia odierna senza conseguenze sanzionatorie.
Mi metto in marcia e poco dopo mezzogiorno sono in zona. Mi guardo intorno, non è che le presenze mi attirino granché, mentre la biondona nerovestita che si mette al primo spiazzo a destra dopo la rotonda in direzione Dresano non è ancora arrivata o è già impegnata. Nella traversa della provinciale Bettola-Sordio che introduce alla zona industriale, a sinistra per chi provenga dalla rotonda della Cerca, a destra per chi procede da Mediglia, coordinate 4 5 . 3 8 5 5 5 1 , 9 . 3 3 4 4 4 0 (da Bing maps), staziona la giovine dal profilo per me più interessante.
È Anna, turno ore 11 circa-17 circa, alta uno e sessanta/sessantacinque, viso dagli angoli molto profilati, carnagione scura, occhi marroni, capelli neri lunghi raccolti. Non è una bellezza secondo i gusti attuali, è un tipo molto mediterraneo d’altri tempi, avrebbe fatto la gioia di Pietro Germi per l’interpretazione di qualche ragazza volitiva e maliziosa in “Sedotta e abbandonata”. A me piace per le forme snelle, belle gambe magre messe in mostra dai pantaloncini jeans, culetto proporzionato, seconda di seno che, quando si è scoperto, non mi è parso marmoreo, ma ben disegnato e con capezzolo duro piacevole al tatto.
Mi snocciola un tariffario che in parte mi sembra inventato sul momento, in parte apertissimo alla contrattazione: contempla i soliti 20 per il pompino, 30 boccafiga coperti, 50 per il pompino senza preservativo ma senza venuta in bocca. Il culo lo dà, ma vorrebbe 80 (sic) se si aggiunge l’orale preliminare scoperto. 100 è la richiesta per l’ora d’albergo. Poi sarà tutto un negoziato: va bene 40 per il pompino scoperto ma siccome insiste sul divieto di venuta in bocca, perché non vuole vomitare (ci mancherebbe, in macchina!) e non l’ha mai fatto ecc. ecc. ecc., a quel punto le offro 50 se mi fa anche scopare (protetto). Poi mi promette futuri sconti per l’albergo (che la camera la paga lei ecc.). Ci siamo capiti: tipico menu in cui, magari a parte lo standard più standard, parrebbe tutto da contrattare con calma.
È comunicativa, dall’aria sveglia, anzi un tantino …svelta, non di sgradevole compagnia comunque. Mi racconta qualcosa di sé: al lavoro in zona da una quindicina di giorni, albanese di Valona, 24 anni.
L’imbosco è buono. Esteticamente gradevole, in aperta campagna, molto lontano dal luogo di ingaggio e dalla provinciale, per di più in territorio di Mediglia, dove credo non si rischi niente. Unico inconveniente: sulle sterrate la macchina si impolvera; avverto per chi nella vita è legato a donne sospettose.
Lei si spoglia, la potta vorrebbe essere depilata ma mostra una ricrescita già di qualche millimetro, me lo strofina con la salviettina umida e attacca il pompino. Solita tecnica di base, fa su e giù con le labbra, però insaliva in modo soddisfacente, tanto da produrmi una chiazza sul sedile. Tende ad usare la mano (con unghie il cui smalto rosso stinge), ma sa anche servirsene sullo scroto, come sa allungare la sinistra per stabilire un contatto quasi romantico con la mia. Con la mia destra le palpo le tette e le accarezzo la pelle, gradevole ma un po’ sudata.
Eccitato a dovere, scendo dall’auto, lei si accovaccia sul sedile guidatore e alza il bacino verso di me, io introduco. Spingo spaziando con il mio sguardo dalle piacevoli forme posteriori di Anna alla distesa solitaria dei campi arati, quando vedo arrivare una macchina in lontananza. Nooooo! Non mi dire che tutte le mie elucubrazioni sui vigili impegnati nelle funzioni religiose e civili di oggi erano sbagliate! Rientro in macchina, onde evitare i guai peggiori. Ma presto Anna mi rassicura: è l’altra ragazza con cliente, che infatti svolta prima di raggiungerci. Accidenti agli scherani degli abusi di potere che riescono a uccidere il desiderio anche in absentia, solo come presenze immaginarie.
In auto, a questo punto, riconsegno l’uccello alla bocca di Anna per le ultime fasi della cerimonia. Lo riprende fra le labbra senza menate, anzi con il preservativo il pompino mi sembra quasi più piacevole. Non è la prima volta che noto questo effetto apparentemente paradossale, soprattutto con ragazze poco esperte o poco tecniche, che così superano qualche schizzinosità e qualche diffidenza circa l’essere sbiancate a tradimento, e ci danno dentro più in profondità e più energicamente. L’orgasmo è reso più intenso dal fatto che lei non stacca subito, ma protrae il contatto oltre l’esaurimento della venuta, fino all’inizio dell’ammainabandiera con cui, per parte mia, si conclude la festa odierna.
Mi pare un documento giuridicamente debolissimo: ancora un provvedimento non contingentato nello spazio e nel tempo, di quelli che la Cassazione ha già stabilito essere illegittimi. Penso che il comune non disponga di un ufficio legale particolarmente agguerrito. È pur vero che, ad un mese dalla firma, vorranno se non altro far finta di applicarlo e non so se sono in vena di cercare grane.
Poi mi cade l’occhio sulla locandina delle manifestazioni per la festa del 25 aprile, sempre in prima pagina. Sono riusciti a cacciarci dentro un errore macroscopico circa la fine della seconda guerra mondiale, fatta coincidere con la ricorrenza presente. Va beh, penso che il comune non disponga nemmeno di un servizio cultura particolarmente attrezzato. Continuo a leggere: alle ore 12 e 30 è previsto l’alzabandiera. La cosa si fa interessante: in un giorno di festa, all’ora di pranzo, la celebrazione pubblica impegnerà tutte le forze di polizia disponibili. Se non altro per fare massa, capirai: ormai a queste sfilate intervengono solo quattro barbogi con il fazzoletto rosso annodato al collo e i bambini precettati dalla scuola per sventolare le bandierine. Chi se la fila, altrimenti, la sindachessa anti-prostituzione tra corone di fiori con fascia tricolore? Quindi, mi dico, se riesco a far coincidere il mio alzabandiera personale con il loro alzabandiera, c’è il caso che anch’io festeggi indisturbato da pattuglie di sorta la mia festa della liberazione, l’unica liberazione che conosco, la liberazione sessuale, che sono sempre più incline a identificare con l’incontro mercenario sulla strada. Con la soddisfazione di espugnare il campo ostile di Colturano, togliendomi la voglia odierna senza conseguenze sanzionatorie.
Mi metto in marcia e poco dopo mezzogiorno sono in zona. Mi guardo intorno, non è che le presenze mi attirino granché, mentre la biondona nerovestita che si mette al primo spiazzo a destra dopo la rotonda in direzione Dresano non è ancora arrivata o è già impegnata. Nella traversa della provinciale Bettola-Sordio che introduce alla zona industriale, a sinistra per chi provenga dalla rotonda della Cerca, a destra per chi procede da Mediglia, coordinate 4 5 . 3 8 5 5 5 1 , 9 . 3 3 4 4 4 0 (da Bing maps), staziona la giovine dal profilo per me più interessante.
È Anna, turno ore 11 circa-17 circa, alta uno e sessanta/sessantacinque, viso dagli angoli molto profilati, carnagione scura, occhi marroni, capelli neri lunghi raccolti. Non è una bellezza secondo i gusti attuali, è un tipo molto mediterraneo d’altri tempi, avrebbe fatto la gioia di Pietro Germi per l’interpretazione di qualche ragazza volitiva e maliziosa in “Sedotta e abbandonata”. A me piace per le forme snelle, belle gambe magre messe in mostra dai pantaloncini jeans, culetto proporzionato, seconda di seno che, quando si è scoperto, non mi è parso marmoreo, ma ben disegnato e con capezzolo duro piacevole al tatto.
Mi snocciola un tariffario che in parte mi sembra inventato sul momento, in parte apertissimo alla contrattazione: contempla i soliti 20 per il pompino, 30 boccafiga coperti, 50 per il pompino senza preservativo ma senza venuta in bocca. Il culo lo dà, ma vorrebbe 80 (sic) se si aggiunge l’orale preliminare scoperto. 100 è la richiesta per l’ora d’albergo. Poi sarà tutto un negoziato: va bene 40 per il pompino scoperto ma siccome insiste sul divieto di venuta in bocca, perché non vuole vomitare (ci mancherebbe, in macchina!) e non l’ha mai fatto ecc. ecc. ecc., a quel punto le offro 50 se mi fa anche scopare (protetto). Poi mi promette futuri sconti per l’albergo (che la camera la paga lei ecc.). Ci siamo capiti: tipico menu in cui, magari a parte lo standard più standard, parrebbe tutto da contrattare con calma.
È comunicativa, dall’aria sveglia, anzi un tantino …svelta, non di sgradevole compagnia comunque. Mi racconta qualcosa di sé: al lavoro in zona da una quindicina di giorni, albanese di Valona, 24 anni.
L’imbosco è buono. Esteticamente gradevole, in aperta campagna, molto lontano dal luogo di ingaggio e dalla provinciale, per di più in territorio di Mediglia, dove credo non si rischi niente. Unico inconveniente: sulle sterrate la macchina si impolvera; avverto per chi nella vita è legato a donne sospettose.
Lei si spoglia, la potta vorrebbe essere depilata ma mostra una ricrescita già di qualche millimetro, me lo strofina con la salviettina umida e attacca il pompino. Solita tecnica di base, fa su e giù con le labbra, però insaliva in modo soddisfacente, tanto da produrmi una chiazza sul sedile. Tende ad usare la mano (con unghie il cui smalto rosso stinge), ma sa anche servirsene sullo scroto, come sa allungare la sinistra per stabilire un contatto quasi romantico con la mia. Con la mia destra le palpo le tette e le accarezzo la pelle, gradevole ma un po’ sudata.
Eccitato a dovere, scendo dall’auto, lei si accovaccia sul sedile guidatore e alza il bacino verso di me, io introduco. Spingo spaziando con il mio sguardo dalle piacevoli forme posteriori di Anna alla distesa solitaria dei campi arati, quando vedo arrivare una macchina in lontananza. Nooooo! Non mi dire che tutte le mie elucubrazioni sui vigili impegnati nelle funzioni religiose e civili di oggi erano sbagliate! Rientro in macchina, onde evitare i guai peggiori. Ma presto Anna mi rassicura: è l’altra ragazza con cliente, che infatti svolta prima di raggiungerci. Accidenti agli scherani degli abusi di potere che riescono a uccidere il desiderio anche in absentia, solo come presenze immaginarie.
In auto, a questo punto, riconsegno l’uccello alla bocca di Anna per le ultime fasi della cerimonia. Lo riprende fra le labbra senza menate, anzi con il preservativo il pompino mi sembra quasi più piacevole. Non è la prima volta che noto questo effetto apparentemente paradossale, soprattutto con ragazze poco esperte o poco tecniche, che così superano qualche schizzinosità e qualche diffidenza circa l’essere sbiancate a tradimento, e ci danno dentro più in profondità e più energicamente. L’orgasmo è reso più intenso dal fatto che lei non stacca subito, ma protrae il contatto oltre l’esaurimento della venuta, fino all’inizio dell’ammainabandiera con cui, per parte mia, si conclude la festa odierna.