Non voglio addentrarmi in disquisizioni filosofiche, etiche o morali, ma credo che quasi tutte le ragazze che esercitano questa "professione" (specialmente le otr africane) abbiano dietro storie difficili, spesso anche terribili.
Non ci vuole molta fantasia nel pensare che ciò che fanno non è dettato dal puro divertimento, dalla voglia di trasgredire o semplicemente per bisogno di sesso.
Nessuna solitamente ne parla coi clienti per ovvi motivi, che possono essere la paura, il rischio di perdere il cliente, o forse semplicemente perchè il cliente è li per altro e non per fare da confessore o psicologo.
Abbiamo tutti una coscienza, siamo tutti maturi e vaccinati, tutti sappiamo come va il mondo, tutti sappiamo come funziona, in questo ambiente è facile cadere nell'ipocrisia e fare i perbenisti.
E' il gioco delle parti, bisogna scegliere da che parte stare.
Comunque capisco il collega, non è facile, anche a me è capitato anni fa con una ragazza dell'est. Scambiando quattro chiacchiere durante il tragitto, come da mia abitudine, mi raccontò la sua vita, finendo quasi in lacrime. Scelsi di non usufruire, le diedi mezzo rate per il disturbo (anche se lei non voleva nulla) e la riportai alla mattonella, per me era troppo, vedevo troppa tristezza nei suoi occhi.
E' solo un aneddoto personale come tanti, non voglio insegnare nulla a nessuno, ma questo post si intitola "riflessioni..." ed io ho fatto la mia.
Saluti...
Non ci vuole molta fantasia nel pensare che ciò che fanno non è dettato dal puro divertimento, dalla voglia di trasgredire o semplicemente per bisogno di sesso.
Nessuna solitamente ne parla coi clienti per ovvi motivi, che possono essere la paura, il rischio di perdere il cliente, o forse semplicemente perchè il cliente è li per altro e non per fare da confessore o psicologo.
Abbiamo tutti una coscienza, siamo tutti maturi e vaccinati, tutti sappiamo come va il mondo, tutti sappiamo come funziona, in questo ambiente è facile cadere nell'ipocrisia e fare i perbenisti.
E' il gioco delle parti, bisogna scegliere da che parte stare.
Comunque capisco il collega, non è facile, anche a me è capitato anni fa con una ragazza dell'est. Scambiando quattro chiacchiere durante il tragitto, come da mia abitudine, mi raccontò la sua vita, finendo quasi in lacrime. Scelsi di non usufruire, le diedi mezzo rate per il disturbo (anche se lei non voleva nulla) e la riportai alla mattonella, per me era troppo, vedevo troppa tristezza nei suoi occhi.
E' solo un aneddoto personale come tanti, non voglio insegnare nulla a nessuno, ma questo post si intitola "riflessioni..." ed io ho fatto la mia.
Saluti...