Occupa questa stazione da poche settimane (anche se non è nuova del mestiere): piazza Piola, ovviamente a destra, subito dopo l’immissione nella rotonda della via Spinoza (le coordinate di Google sballano di qualche metro, ma usate per orientamento 45 480019 9 224219 Turno notturno.
È una biondina, capelli lisci lunghi sulla schiena, dal viso grazioso di forma quadrata, occhi marroni. Alta 1,55 circa, anche da imbacuccata si nota che è ben piantata. Poi a casa si denuda e vedrò il culo senz’altro sostanzioso e sporgente, che però è anche un tondo ben fatto e sodo, le cosciotte tornite che scendono a cono, il seno una terza pulita, con quel tipo di tette che si aprono a sipario e piccolo capezzolo rosa. Ciò che meno collima con le proporzioni auree è la bombatura del ventre, siccome però è tonica tutto resta nei limiti di una prosperosità campagnola. Carnagione chiara. La figa è depilata, ma con un intenzionale baffo di pelo.
Si presenta con il nome di Jessica, albanese, 27 anni (quasi 2.
Non è una velina, si è capito, per età e corporatura. È passabilmente carina, però, e quindi perché farsi sfuggire questa ulteriore incarnazione del femminile? Vuol d’inverno la grassotta, vuol d’estate la magrotta. E siamo appunto a gennaio! Dopo la grande maestosa di viale Liguria e la piccina vezzosa di via Teodosio ci voleva per variare (con dedica al socio in libertinaggio Milfexplorer, che vedo apprezza il repertorio).
Il tariffario prevede 40 euri per pompino e scopata in parcheggio. 60 per l’analogo servizio a casa, dove con 100 si può ottenere l’anale. Non sono ufficialmente contemplati servizi scoperti. Sigliamo l’accordo per 50 a casa per il boccafiga, quello che al momento mi pare il miglior rapporto offerta/prezzo.
È simpatica, nel senso che incoraggia con un ammiccamento, se non proprio con un sorriso, l’inizio del colloquio. Ride alle battute e conversa con molta tranquillità, solo che di suo resta un po’ taciturna, bisogna coinvolgerla mentre se mi fermo io tace anche lei, forse perché è carattere, forse perché è il primo incontro.
La casa è lontana, raggiungibile solo con l’auto. L’appartamento è ad un piano alto, servito da ascensore, in un palazzo rispettabile, dove quindi non ti vengono i brividi quando percorri la ringhiera esterna, ma in cui la ragazza osserva (con il cambio-scarpe in macchina, dallo stivale da adescamento alle scarpine con il silenziatore) e suggerisce al cliente tutte quelle tipiche attenzioni un po’ ansiogene: non parlare in corridoio, non sbattere le porte, precedimi di qualche passo... L’appartamento è ampio, riscaldato, si consuma in una camera da letto in ordine e non impersonale, con piccolo specchio oblungo all’angolo destro del letto (guardando la testiera), utile a qualche gioco della visione.
Si spoglia, abbassa le luci, non offre provocazioni preliminari, incappuccia e, io in piedi, lei seduta sul letto, attacca il pompino con l’uccello a riposo. Ne suscita in ogni caso il risveglio con un trattamento paziente e valido per la sua varietà: fa il saliscendi, se lo sbatacchia in bocca, lo lecca, lascia pompare me nella sua bocca ecc. Segue scopata in due posizioni, con veloce lubrificazione salivare della via regina a cura della stessa Jessica ma comunque senza nessunissimo problema di penetrazione. Prima, più a lungo, a pecora, con vista diretta delle sue rotondità posteriori e allo specchio del seno che ondeggia al ritmo crescente, le mie mani su quella buona carne; poi a missionaria. Lei è partecipativa: simula, incita, asseconda i movimenti, si passa la lingua sulle labbra anche se non mi lecca mai, mi accarezza, e alla fine vengo in un abbraccio.
È una biondina, capelli lisci lunghi sulla schiena, dal viso grazioso di forma quadrata, occhi marroni. Alta 1,55 circa, anche da imbacuccata si nota che è ben piantata. Poi a casa si denuda e vedrò il culo senz’altro sostanzioso e sporgente, che però è anche un tondo ben fatto e sodo, le cosciotte tornite che scendono a cono, il seno una terza pulita, con quel tipo di tette che si aprono a sipario e piccolo capezzolo rosa. Ciò che meno collima con le proporzioni auree è la bombatura del ventre, siccome però è tonica tutto resta nei limiti di una prosperosità campagnola. Carnagione chiara. La figa è depilata, ma con un intenzionale baffo di pelo.
Si presenta con il nome di Jessica, albanese, 27 anni (quasi 2.
Non è una velina, si è capito, per età e corporatura. È passabilmente carina, però, e quindi perché farsi sfuggire questa ulteriore incarnazione del femminile? Vuol d’inverno la grassotta, vuol d’estate la magrotta. E siamo appunto a gennaio! Dopo la grande maestosa di viale Liguria e la piccina vezzosa di via Teodosio ci voleva per variare (con dedica al socio in libertinaggio Milfexplorer, che vedo apprezza il repertorio).
Il tariffario prevede 40 euri per pompino e scopata in parcheggio. 60 per l’analogo servizio a casa, dove con 100 si può ottenere l’anale. Non sono ufficialmente contemplati servizi scoperti. Sigliamo l’accordo per 50 a casa per il boccafiga, quello che al momento mi pare il miglior rapporto offerta/prezzo.
È simpatica, nel senso che incoraggia con un ammiccamento, se non proprio con un sorriso, l’inizio del colloquio. Ride alle battute e conversa con molta tranquillità, solo che di suo resta un po’ taciturna, bisogna coinvolgerla mentre se mi fermo io tace anche lei, forse perché è carattere, forse perché è il primo incontro.
La casa è lontana, raggiungibile solo con l’auto. L’appartamento è ad un piano alto, servito da ascensore, in un palazzo rispettabile, dove quindi non ti vengono i brividi quando percorri la ringhiera esterna, ma in cui la ragazza osserva (con il cambio-scarpe in macchina, dallo stivale da adescamento alle scarpine con il silenziatore) e suggerisce al cliente tutte quelle tipiche attenzioni un po’ ansiogene: non parlare in corridoio, non sbattere le porte, precedimi di qualche passo... L’appartamento è ampio, riscaldato, si consuma in una camera da letto in ordine e non impersonale, con piccolo specchio oblungo all’angolo destro del letto (guardando la testiera), utile a qualche gioco della visione.
Si spoglia, abbassa le luci, non offre provocazioni preliminari, incappuccia e, io in piedi, lei seduta sul letto, attacca il pompino con l’uccello a riposo. Ne suscita in ogni caso il risveglio con un trattamento paziente e valido per la sua varietà: fa il saliscendi, se lo sbatacchia in bocca, lo lecca, lascia pompare me nella sua bocca ecc. Segue scopata in due posizioni, con veloce lubrificazione salivare della via regina a cura della stessa Jessica ma comunque senza nessunissimo problema di penetrazione. Prima, più a lungo, a pecora, con vista diretta delle sue rotondità posteriori e allo specchio del seno che ondeggia al ritmo crescente, le mie mani su quella buona carne; poi a missionaria. Lei è partecipativa: simula, incita, asseconda i movimenti, si passa la lingua sulle labbra anche se non mi lecca mai, mi accarezza, e alla fine vengo in un abbraccio.