Roxana o Rossana aspetta in viale Tibaldi/angolo via Castelbarco, dopo il semaforo provenendo da piazzale Lodi e procedendo verso il Naviglio, circa 45.445859, 9.187360, insieme alla già nota bionda Anna-albanese. In alternativa in viale Toscana, in direzione opposta, qualche decina di metri dopo l’incrocio con via Bazzi e il relativo semaforo, all’altezza di una piccola diramazione cieca della via, circa 45.445752, 9.188397, insieme ad un più nutrito, e interessante, gruppetto di ragazze.
Mi avvicino e, con la mediazione autorevole e spontanea di Anna, ci accordiamo per un boccafiga coperto (dice di non offrire nessuna prestazione senza goldone), a casa. Dopo una loro proposta di 70 senza convinzione, si pattuiscono i soliti 50 euri.
La casa è molto lontana dal luogo in cui la si carica, nei dintorni di piazza Agrippa, non ci si potrebbe che andare in macchina ed è stato un po’ noioso anche così, in una via dove non è nemmeno agevolissimo il parcheggio regolamentare.
Si presenta in auto. Nazionalità rumena, 30 anni ben portati, in Italia da mezza vita, spigliata, gentile, cerca di farti i complimenti giusti.
L’appartamento non è servito da ascensore, bisogna salirci con alcune rampe di scale. È spazioso e pulito. Mi ha detto che lo condivide con Anna, ma non ho idea di come gestiscano la coabitazione con i rispettivi clienti: hanno due ciulatorî distinti? Si avvicendano? Ala tornante saprà precisare meglio il punto. Per riscontro, posso dare questo dato identificativo: abbiamo scopato in una saletta con divano-letto a destra entrando; gli scaffali di un grosso armadio, sulla sinistra entrando, erano occupati da innocenti pupazzi, fra i quali numerosi puffi che lei stessa mi addita con divertimento, sospingendomi per un attimo nella mia lontana infanzia. In ogni caso, nessun movimento altrui, durante la nostra permanenza, ci ha disturbati. Anche la temperatura era gradevole, avvolgente l’atmosfera creata dalla luce bassa.
È alta massimo 1,65, mora, capelli lunghi, occhi castano-chiari/verdi. Vestiva in modo curato. Per un istante la mia attenzione si sofferma sulla singolare giacca: a mezza coscia, chiusa da alamari, linea rigida e retrò (ma sarà un’eccentricità della moda a me ignota), un po’ da militare un po’ da cicisbeo, mi ha evocato in qualche modo Cherubino de “Le nozze di Figaro”. L’unico emblema professionale erano gli stivaloni bianchi. Si spoglia quasi completamente, nel senso che tiene indosso gli stivali, con il mio pieno assenso, e non si denuda effettivamente il petto, diciamo che libera le tette dalla maglia e dal reggiseno. Nel complesso il suo è un fisico snello e tonico, considerando che non è una ragazzina, con un minimo di pancetta, una seconda scarsa di seno, ma ben fatta, figa accuratamente depilata. Si segnala, però, il culo, proporzionato al corpo ma generoso e femminile, con un po’ di rinforzo all’attacco della coscia.
La prestazione è ritagliata sullo standard di una sveltina rispettabile. Nei preliminari si lascia toccare e leccare: sento il suo profumo, constato che i suoi bei capezzoli scuri e molto rilevati reagiscono alla stimolazione. Ricambia con qualche grattatina e timida leccatina del mio petto. Quindi si passa al pompino. Questo è il passaggio più critico. Prima sguaina uno degli oggetti più temuti dai puttanieri, il rosso pneumatico da autocarro della Serena, aromatizzato al cloroformio, sempre a serio rischio di precipitare l’uccello in una catalessi sepolcrale, e me lo incappuccia. Poi esegue un trattamento nel suo piccolo, è proprio il caso di dire visti i tempi dedicatigli, non disprezzabile, ma veloce, anzi velocissimo, si vede che concepisce il pompino esclusivamente come stimolazione per completare l’erezione. Infatti appena ottenuto lo scopo, ma prematuramente rispetto alla possibilità di scatenare una vera tensione erotica, si mette seduta sopra di me seduto sul divano, per cavalcarmi dandomi le spalle. Mi sorprende un po’, ma d’altra parte mi incuriosisce la sua iniziativa e la lascio fare, tranne che per quello che concerne il posizionamento, perché nella circostanza io preferisco un ruolo più attivo e cambiamo subito. Io in piedi, lei si mette giù a 90 e, appoggiata con le mani, rivolta verso i puffi, mantiene disciplinatamente l’angolazione, non solo lasciandomi spingere, ma muovendo il suo bel culo in senso orario o antiorario. È un aspetto di una certa inclinazione all’iniziativa, o comunque alla cooperazione, che ha tenuto per tutto l’incontro, manifestandola con qualche piccola provocazione (già di suo ha un bel faccino malizioso, e in più mi fissava passandosi la lingua sulle labbra) e qualche discreta simulazione.
In sintesi, valuto Rossana una ragazza carina e simpatica, che deve lavorare ancora sull’orale per renderlo un momento effettivamente sensuale e non solo meccanico (o, adesso che ho sperimentato la sua austera concezione finalistica del pompino, saprò eventualmente chiederle io un trattamento più rilassato); nel resto appare capace e disponibile.