Sensibile allo sbocciare dei fiori di periferia, non potevo perdermi la presenza che, la sera scorsa, mi sorprende nel tratto in cui via Quaranta incrocia la diramazione di viale Ortles parallela al sordido corso della roggia Vettabbia, dopo il semaforo. Con le coordinate 45.436515, 9.204029 si visualizza il suo angolo di marciapiede. Vicino, ma abbastanza riparato e raggiungibile solo mediante una serie di sensi unici, è l’imbosco.
È una bella mora dai capelli lunghi, con fisico che in strada noti anche senza che si ponga in modo troppo appariscente. Potrà essere alta 1,70; sostando incrocia bene le gambe, le segui istintivamente su su fino al culo, fasciato da leggings neri/blu, abbinati ad altre tinte scure. Viso rotondo e carino, sorriso pieno, carnagione chiara. Per quello che ho potuto toccare, perché imbacuccata, scoprendole un po’ chiappe e cosce, mi è sembrato un corpo fresco.
Si presenta come Alis, 21 anni, proveniente dalla Romania.
Mi dice che è da due giorni in via Quaranta, e in effetti l’insieme di impacci e ingenue furbizie di cui dirò testimoniano che, se pure avesse dell’esperienza pregressa, parrebbe trattarsi di un tirocinio limitato o poco qualificato.
Innanzitutto il tariffario sproporzionato. Mi chiede 50 euri per il pompino senza preservativo, riduco a 40, ma rilancia di altri 20 per la venuta in bocca. Non glieli do, ci fermiamo a 40, le dico che chiede troppo e lei, con civetteria ma anche con simpatia, risponde: “Eh, ma sono nuova!”. Quindi se non altro ha capito che la novità è una risorsa sul mercato della strada, non so se ha capito che dura poco. Presto ridurrà o dovrà offrire una prestazione che adesso non si intravede, altrimenti, in un ambiente così affollato, una volta spentasi l’attrattiva dell’esordiente, che è il suo attuale punto di forza, difficilmente imporrà il suo richiamo.
La comunicativa conferma. Parla ancora stentatamente l’italiano, come le rumene appena sbarcate, perché poi imparano in fretta. In ogni caso è asciutta, ma disinvolta e non sgradevole.
La tecnica è ancora da principiante. Non igienizza preliminarmente. Seduta sul sedile passeggero, si sdraia verso di me in un modo che sembra studiato appositamente per risultare il più scomodo possibile per lei, il più doloroso possibile per me, a causa della pressione del suo braccio sul mio corpo. Troviamo la posizione e lei prende in bocca ed esegue un trattamento di qualità intermedia. Da un lato bisogna dire, oggettivamente, che non è uno di quei pompini in cui non senti niente (del resto io per l’orale scoperto ho di per sé una particolare sensibilità o in cui avverti i denti striarti la cappella. Si impegna, protrae la terapia, è apprezzabilmente dolce. Dall’altro lato non introduce affondi o scarti di ritmo e fantasia rispetto al su e giù. Prossimi al dunque, come nei patti, mi finisce a mano. Viste le premesse, non potevo aspettarmi un delicato tocco conclusivo, ma Alis impegna tutta la sua energia per strangolarmelo senza pietà. Il mio uccello, inerme di fronte a una stretta tanto feroce, soccombe quasi subito, esalando l’anima nel fazzolettino premurosamente fornitomi da lei e infine destinato al suolo dell’imbosco, già lurido di pozzanghere e fango.
È una bella mora dai capelli lunghi, con fisico che in strada noti anche senza che si ponga in modo troppo appariscente. Potrà essere alta 1,70; sostando incrocia bene le gambe, le segui istintivamente su su fino al culo, fasciato da leggings neri/blu, abbinati ad altre tinte scure. Viso rotondo e carino, sorriso pieno, carnagione chiara. Per quello che ho potuto toccare, perché imbacuccata, scoprendole un po’ chiappe e cosce, mi è sembrato un corpo fresco.
Si presenta come Alis, 21 anni, proveniente dalla Romania.
Mi dice che è da due giorni in via Quaranta, e in effetti l’insieme di impacci e ingenue furbizie di cui dirò testimoniano che, se pure avesse dell’esperienza pregressa, parrebbe trattarsi di un tirocinio limitato o poco qualificato.
Innanzitutto il tariffario sproporzionato. Mi chiede 50 euri per il pompino senza preservativo, riduco a 40, ma rilancia di altri 20 per la venuta in bocca. Non glieli do, ci fermiamo a 40, le dico che chiede troppo e lei, con civetteria ma anche con simpatia, risponde: “Eh, ma sono nuova!”. Quindi se non altro ha capito che la novità è una risorsa sul mercato della strada, non so se ha capito che dura poco. Presto ridurrà o dovrà offrire una prestazione che adesso non si intravede, altrimenti, in un ambiente così affollato, una volta spentasi l’attrattiva dell’esordiente, che è il suo attuale punto di forza, difficilmente imporrà il suo richiamo.
La comunicativa conferma. Parla ancora stentatamente l’italiano, come le rumene appena sbarcate, perché poi imparano in fretta. In ogni caso è asciutta, ma disinvolta e non sgradevole.
La tecnica è ancora da principiante. Non igienizza preliminarmente. Seduta sul sedile passeggero, si sdraia verso di me in un modo che sembra studiato appositamente per risultare il più scomodo possibile per lei, il più doloroso possibile per me, a causa della pressione del suo braccio sul mio corpo. Troviamo la posizione e lei prende in bocca ed esegue un trattamento di qualità intermedia. Da un lato bisogna dire, oggettivamente, che non è uno di quei pompini in cui non senti niente (del resto io per l’orale scoperto ho di per sé una particolare sensibilità o in cui avverti i denti striarti la cappella. Si impegna, protrae la terapia, è apprezzabilmente dolce. Dall’altro lato non introduce affondi o scarti di ritmo e fantasia rispetto al su e giù. Prossimi al dunque, come nei patti, mi finisce a mano. Viste le premesse, non potevo aspettarmi un delicato tocco conclusivo, ma Alis impegna tutta la sua energia per strangolarmelo senza pietà. Il mio uccello, inerme di fronte a una stretta tanto feroce, soccombe quasi subito, esalando l’anima nel fazzolettino premurosamente fornitomi da lei e infine destinato al suolo dell’imbosco, già lurido di pozzanghere e fango.