La ragazza di cui si tratta in questa vecchia recensione si è spostata più avanti: la si trova all’angolo viale dei Mille (percorso in direzione Loreto provenendo da piazza Emilia)/piazza Ascoli, nella corsia di svolta a destra, 4 5 . 4 7 3 0 1 9 , 9 . 2 1 7 5 3 3, alle spalle la monumentale mole del liceo Virgilio, in nitido stile littorio.
Anche se manca il nome e l’età sono sicuro che è lei, sia perché i dati fisici coincidono, sia perché lei stessa mi ha parlato della sua vecchia stazione, abbandonata da alcuni mesi, dove l’avevo intravista ma mai abbordata.
Veniamo dunque alle presentazioni: si chiama Anna (da non confondere con la famosa Anna rumena di via Barbarigo, che lavorava a poche decine di metri dalla sua postazione precedente), dice di avere 25 anni, Capricorno. In macchina mi racconterà qualcosa di sé: è in Italia da tanti anni, al lavoro a Milano da due circa, è di origine bulgara, di Sofia, come tiene a sottolineare con il suo caratteristico accento albanese: è sempre la R a tradire queste innocenti ri-creazioni della propria storia.
È mora, occhi marroni, capelli lunghi lisci, alta 176 cm da autocertificazione. Molto magra, ha una prima di seno però con bei capezzoli scuri a chiodo. Forse al viso, un ovale allungato e appiattito, la magrezza dà in effetti un aspetto quasi smunto. Però l’insieme culo-coscia, celato/svelato dalla minigonna, abbinata agli stivali, e poi nudo a casa, per il genere e per i miei gusti, oserei dirlo plasticamente perfetto, senza un etto di troppo, ma teso e senza che nemmeno dia impressione di vuoto.
Il tariffario è 50 per il boccafiga a casa, 100 per l’anale; non pratica l’orale scoperto. In macchina lavora a tariffa standard, 30, per la scopata, non ho chiesto il resto. Le ho pagato i 50, un rapporto tariffa/prestazione/estetica di cui, come dirò, sono soddisfatto.
Anche l’appartamento non è più quello dove lavorava un anno e mezzo fa. È invece lontanissimo, raggiungibile solo in auto, in via dal parcheggio regolare difficile. È dignitoso, un po’ spoglio, ma con camera da letto accogliente e ben ammobiliata, in casa di ringhiera, servita da ascensore.
L’attitudine di Anna verso di me è stata molto positiva, sia umanamente, sia eroticamente. Nei momenti non operativi parlava con tranquilla simpatia del più e del meno. In macchina le ho accarezzato il ginocchio, in ascensore e di nuovo in camera, per qualche attimo prima che ci spogliassimo, mi sono premuto a lei da dietro. La mia antenna si sintonizza molto rapidamente su questi segnali di disponibilità (anche se lei mi lascia fare più che farsi trascinare o trascinarmi), quindi al momento di passare al dunque ero già pronto o quasi. Non taccio però la nota di biasimo che, piuttosto che spogliarsi integralmente, si è denudata dalla vita in giù, mentre dalla vita in su si è limitata a rendermi accessibile il seno, con il reggiseno di mezzo che ingombrava.
Il pompino, pure lavoro più pragmatico che artistico, è funzionale allo scopo. Opera soprattutto il saliscendi delle labbra fino a mezz'asta, però muove il capo sicché a tratti ne incrocio gli sguardi sensuali, varia la velocità accelerando e soprattutto insaliva abbondantemente, tanto che, essendo sdraiato, avverto i rivoli scorrermi ai lati dello scroto. Se si aggiunge che non usa preservativi desensibilizzanti, l’effetto si percepisce decisamente. Quindi la penetro profondamente, non incontro difficoltà, lei è umida e accogliente senza bisogno di lubrificazioni artificiali o pennellate di saliva. Facciamo la pecorina in due posizioni: interessante soprattutto quando si sdraia sulla pancia, ma senza appoggiare sul letto anche il pube, continuando cioè a reggersi sulle ginocchia, perché così mi ritrovo il suo bel culetto letteralmente spinto verso di me. Lei simula pesante e, ad ogni botta, il letto cigola che è una meraviglia, fino al gioioso affondo conclusivo.