Sì, dal punto di vista matematico è inevitabile, considerando che la pandemia è partita da UN SOLO INFETTATO. La capacità di diffondersi di una infezione è inversamente proporzionale alla velocità della sua mortalità. Più è lenta la fase d'incubazione, più blandi sono i sintomi in tanti infettati, come nel caso delle influenze, più si diffonde a partire da individui che si considerano sani e quindi continuano ad avere contatti con gli altri. Ma questo prescinde dal fatto che si vada in giro a scopare. Quindi, nella ragionevole ipotesi che hai formulato, quella di periodiche "finestre" di apertura e chiusura delle restrizioni, l'alternativa è quella tra approfittarne per andare a scopare quando si può, standosene a casa quando non si può, oppure starsene a casa sempre. Ma quest'ultima soluzione serve solo per sentirsi "psicologicamente" più tranquilli, in ogni caso, perché - e questo dev'essere ben chiaro - nessuno dei due atteggiamenti IN SE STESSO determina né il proseguimento né la fine della diffusione del virus, la cui modalità di contagio è respiratoria e non soltanto sessuale. Può essere infettato (magari su un mezzo pubblico o mentre va a messa) e finire in terapia intensiva anche uno che ha fatto e mantenuto voto di castità. Non cambia proprio nulla.
orzo bimbo:
JandB:
oppure tornare a vivere, prendendosi il rischio di infettarsi
e torneranno ad aumentare i contagi, i morti, gli ospedali in crisi,ecc oggi hong kong dopo avere riaperto ha dovuto rimettere tutti in quarantena per una seconda ondata di infetti e faremo anche noi così: aperture e chiusure fino al vaccino, solo il caldo estivo potrebbe frenare naturalmente i contagi, ma poi il problema si ripresenterebbe comunque in autunno