Questa sentenza della Cassazione è sicuramente la n. 18073 del 2013, la quale afferma che le Ordinanze Sindacali a tempo indeterminato, emesse prima della Sentenza della Corte
Ne esistono diverse nel tempo, purtroppo. Ogni caso di ricorso è visto ad-hoc, come appunto sostenevo, generando solo riemulazione di giurisprudenza precedente.
Non si può fermare a priori questo moto perpetuo, a meno di avere un ente di sorveglianza sovracomunale che agisca prontamente sulle ordinanze sindacali, facendole cessare in modo coercitivo e duramente sul nascere. Altrimenti, fino alla notte dei tempi verrà emessa una sentenza sul ricorso alla multa, non sulla ordinanza stessa, che persisterà in questa o quell'altra forma apparentemente senza rischio di recidiva.
Ad esempio, metto qui nel caso possa servire come riferimento:
Corte di cassazione Sezione I civile Sentenza 5 ottobre 2006, n. 21432
http://www.asgi.it/wp-conte…
Certo. Bisogna fare ricorso prima al TAR competente e successivamente al Presidente della Repubblica, ovvero al Consiglio di Stato, per annullare il connesso provvedimento amministrativo locale. Il tutto entro rispettivamente 60 e 120 giorni dalla corrispondente pubblicazione sul proprio albo pretorio on line.
Quella Sentenza riguarda le Ordinanze Sindacali emanate tramite gli articoli 6 e 7 del Codice della Strada, le quali possono essere anche permanenti, che però devono essere inquadrate in un chiaro disegno di sicurezza stradale e non certo prevedere un divieto generico di prostituzione. Lo stesso discorso vale anche per i Regolamenti di Polizia Locale sulla tutela dell'igiene pubblica.
Franco