Cara Vanessa,
spero che tu stia bene in una bella villa sulla riva occidentale dell’Atlantico, sotto l’Equatore. E spero che sia confortevole ed arredata con gusto, visto che ho contribuito un bel po’ al suo acquisto. Confesso che invidio l’uomo che hai accanto, se ne hai accanto uno, il quale si trova ogni sera nel letto tutto quel ben di Dio.
Sei la donna con cui ho trombato per il più lungo arco di tempo, a parte una compagna con cui da anni la passione è spenta e a parte lunghi intervalli perché t’involavi, o perché m’involavo io, credendo di avere trovato il vero amore (e una volta l’avevo trovato davvero ... ma questa è un’altra storia). Ma per tanti motivi così non era, e allora ritornavo nel poligono della mussa a cercare un miniabito azzurro dove stava strizzato un corpo da infarto, sormontato da un bel viso e anche da una bella testolina.
In verità ricordo ancora la prima volta che ti avevo vista. Se penso a quanto tempo è passato e alla nostra differenza di età, ricostruisco quanti anni hai e penso che tu abbia fatto, come Faust, un patto col diavolo per essere ancora così buona (beh, sono solo un paio d’anni che non ti vedo). La nostra prima volta eravamo entrambi molto più giovani; indossavi un vestitino corto marrone, molto sexy e molto sobrio, e stavi conducendo un collega a suggere il tuo nettare. Il negozio del miele non c’era; al suo posto c’era ancora la macelleria. Mi venne un mezzo infarto: eri gnocchissima, anche se poppe e chiappe erano più piccole. Mi feci un giretto e ti beccai. Allora operavi in zona merli (ma i 3 non c’erano ancora), in un’alcova per raggiungere la quale si rischiava la testata in un trave. Se ci penso, mi vengono ancora in mente il comò e il lettone. Avevi un corpo semplicemente perfetto, la pelle di velluto, un bel viso. C’era la lira, ero assai più barzotto d’adesso (ci vuole poco), tu eri calda.
Poi ... poi tante, tante volte. Dopo un lungo intervallo ti rividi con le puppe ritoccate e, mi è sempre parso, anche le chiappe, opera di un Nobel della medicina. Certo, la base era ottima. Rimanevano le gambe snelle ed affusolate, il vitino da vespa, il ventre piatto, la pelle vellutata e colore cioccolato al latte chiaro, il bel viso con gli occhioni scuri, i capelli folti. Quando eri abbronzata col segno del tanga, pregavo che mettessero un defibrillatore in zona. Ti eri spostata, ma di poche decine di metri. Ricordo quando ti stabilisti, per fortuna per poco, in un vicolo commerciale, con sgamo certo, a un piano alto. Salire le scale dietro di te mi faceva sentire Montagnani, o Banfi, o Vitali quando guardavano la Fenech o la Guida. Nella tua ultima location ti bloccavo e non potevo non sollevare i pochissimi centimetri del miniabito e stampare due baci sulle tue chiappe stupende. Oppure ti chiamavo al telefono ed eravamo d’accordo che mi aspettassi in perizoma. Appena ti vedevo pensavo per una frazione di secondo a Buonarroti, a Donatello, a Bernini, ai grandi maestri della scultura. E la frazione successiva coprivo di baci le tue poppe maestose, mordicchiavo i tuoi capezzoli, carezzavo quella pelle che era di seta come tanti anni prima.
Col tempo avevo anche apprezzato la tua simpatia, il tuo istintivo buon senso, la tua intelligenza. Eri ormai una trombamica ... che costava meno delle trombamiche vere.
Oso dire che donne (pay e non pay) che, nel complesso, mi attraessero così e con cui potessi anche parlare di tante cose, sia pure per poco tempo ogni volta, beh, ce ne sono state ben poche; forse un’altra; o forse sei davvero unica. E quando dibattevo di te su un altro glorioso forum, mi rendevo conto che eravamo in tanti ad apprezzarti. La sensualità, lo sappiamo, non è solo un fatto di curve, ma anche di testa. E tu sei fornitissima di entrambe.
Non credo che leggerai mai questo messaggio. Potrei metterlo in una bottiglia, lanciarlo oltre le colonne d’Ercole nell’Atlantico, e sperare che arrivi sulla costa del Venezuela davanti a casa tua. Sempre che tu sia davvero venezuelana. O potrei affidarlo a Corto Maltese; lui ti rintraccerebbe di sicuro. E, siccome è un romantico gentiluomo, magari non ci proverebbe neanche con te, perché sa che sarei un po’ geloso
Un grande bacio, mi amor
Lemarquis
spero che tu stia bene in una bella villa sulla riva occidentale dell’Atlantico, sotto l’Equatore. E spero che sia confortevole ed arredata con gusto, visto che ho contribuito un bel po’ al suo acquisto. Confesso che invidio l’uomo che hai accanto, se ne hai accanto uno, il quale si trova ogni sera nel letto tutto quel ben di Dio.
Sei la donna con cui ho trombato per il più lungo arco di tempo, a parte una compagna con cui da anni la passione è spenta e a parte lunghi intervalli perché t’involavi, o perché m’involavo io, credendo di avere trovato il vero amore (e una volta l’avevo trovato davvero ... ma questa è un’altra storia). Ma per tanti motivi così non era, e allora ritornavo nel poligono della mussa a cercare un miniabito azzurro dove stava strizzato un corpo da infarto, sormontato da un bel viso e anche da una bella testolina.
In verità ricordo ancora la prima volta che ti avevo vista. Se penso a quanto tempo è passato e alla nostra differenza di età, ricostruisco quanti anni hai e penso che tu abbia fatto, come Faust, un patto col diavolo per essere ancora così buona (beh, sono solo un paio d’anni che non ti vedo). La nostra prima volta eravamo entrambi molto più giovani; indossavi un vestitino corto marrone, molto sexy e molto sobrio, e stavi conducendo un collega a suggere il tuo nettare. Il negozio del miele non c’era; al suo posto c’era ancora la macelleria. Mi venne un mezzo infarto: eri gnocchissima, anche se poppe e chiappe erano più piccole. Mi feci un giretto e ti beccai. Allora operavi in zona merli (ma i 3 non c’erano ancora), in un’alcova per raggiungere la quale si rischiava la testata in un trave. Se ci penso, mi vengono ancora in mente il comò e il lettone. Avevi un corpo semplicemente perfetto, la pelle di velluto, un bel viso. C’era la lira, ero assai più barzotto d’adesso (ci vuole poco), tu eri calda.
Poi ... poi tante, tante volte. Dopo un lungo intervallo ti rividi con le puppe ritoccate e, mi è sempre parso, anche le chiappe, opera di un Nobel della medicina. Certo, la base era ottima. Rimanevano le gambe snelle ed affusolate, il vitino da vespa, il ventre piatto, la pelle vellutata e colore cioccolato al latte chiaro, il bel viso con gli occhioni scuri, i capelli folti. Quando eri abbronzata col segno del tanga, pregavo che mettessero un defibrillatore in zona. Ti eri spostata, ma di poche decine di metri. Ricordo quando ti stabilisti, per fortuna per poco, in un vicolo commerciale, con sgamo certo, a un piano alto. Salire le scale dietro di te mi faceva sentire Montagnani, o Banfi, o Vitali quando guardavano la Fenech o la Guida. Nella tua ultima location ti bloccavo e non potevo non sollevare i pochissimi centimetri del miniabito e stampare due baci sulle tue chiappe stupende. Oppure ti chiamavo al telefono ed eravamo d’accordo che mi aspettassi in perizoma. Appena ti vedevo pensavo per una frazione di secondo a Buonarroti, a Donatello, a Bernini, ai grandi maestri della scultura. E la frazione successiva coprivo di baci le tue poppe maestose, mordicchiavo i tuoi capezzoli, carezzavo quella pelle che era di seta come tanti anni prima.
Col tempo avevo anche apprezzato la tua simpatia, il tuo istintivo buon senso, la tua intelligenza. Eri ormai una trombamica ... che costava meno delle trombamiche vere.
Oso dire che donne (pay e non pay) che, nel complesso, mi attraessero così e con cui potessi anche parlare di tante cose, sia pure per poco tempo ogni volta, beh, ce ne sono state ben poche; forse un’altra; o forse sei davvero unica. E quando dibattevo di te su un altro glorioso forum, mi rendevo conto che eravamo in tanti ad apprezzarti. La sensualità, lo sappiamo, non è solo un fatto di curve, ma anche di testa. E tu sei fornitissima di entrambe.
Non credo che leggerai mai questo messaggio. Potrei metterlo in una bottiglia, lanciarlo oltre le colonne d’Ercole nell’Atlantico, e sperare che arrivi sulla costa del Venezuela davanti a casa tua. Sempre che tu sia davvero venezuelana. O potrei affidarlo a Corto Maltese; lui ti rintraccerebbe di sicuro. E, siccome è un romantico gentiluomo, magari non ci proverebbe neanche con te, perché sa che sarei un po’ geloso
Un grande bacio, mi amor
Lemarquis