Transito per la Valtidone con lo scopo di raggiungere un’altra ragazza, arrivo in Binasca ma non la trovo. Scendendo non mi era sfuggita una presenza femminile. Anna, questo è il nome della ragazza diciannovenne di cui chiedo l’inserimento nel titolo della discussione, ha infatti cambiato di poco il punto di attesa: sempre fra le due uscite, S. Giuliano e Locate, della Valtidone, ma non più l’Eni in direzione Milano, bensì l’Esso in direzione Carpiano, coordinate 45.35 6601, 9.23 3096. Ha cambiato perché dice che dall’altra parte era troppo buio e pericoloso.
Sulla strada del ritorno potrei rincasare tranquillo anche se inappagato. Sono però in riserva da parecchi chilometri, evito soste in Binasca dopo il recente ragguaglio dell’amico Kaos20, perché non fare benzina nella stazione che offre anche un interesse panoramico? Percorro quindi la parallela di campagna verso Locate e poi mi immetto sulla Valtidone alla giusta altezza per il mio rifornimento. Cerco di scrutare Anna mentre armeggio attorno al serbatoio e agli erogatori. Si presenta molto bene: snella ma non scheletrica, il viso ovale infatti è carino, per niente smunto, occhi marroni, capelli lisci lunghi scuri, senza tacchi sarà sull’1 e 65, ma indossa stivali neri e shorts blu di Genova ad altezza chiappa, senza calze, gambe direi perfette che la slanciano molto. Non ci possiamo nascondere che un puttaniere con un po’ di pratica non si ferma mai in certi benzinai in modo del tutto innocente. Certo che io sono lì davvero per fare carburante, ma un culo così eloquente mi sorprende e mi interpella. Che faccio? Rispondo e, ritirato lo scontrino, raggiungo subito Anna.
L’altra cosa che mi stimola è che sta calando la prima precoce sera dell’ora solare, non sono ancora scoccate le 19. Anna mi conferma che cerca di iniziare presto, almeno dalle 18 e 30 era attiva, per non fare troppo tardi di notte. Inoltre è domenica, corrono i fari dei rientri familiari e la stazione è piuttosto popolata. Sono presenti due utilitarie: una ospita una giovane coppia con bambino (vedo il seggiolino), in coda dietro di me, l’altra mi pare più affollata. Contrattare platealmente di fronte a tutti sotto la tagliente luce artificiale del distributore mi accende, come la metamorfosi, nel giudizio moralistico o sentimentalistico, da anonimo signore presumibilmente rispettabile impegnato in un’operazione così quotidiana a spietato cacciatore di prede femminili, che però si procura così la compagnia di una ragazza, dobbiamo dire nonostante gli obblighi della cavalleria, molto più avvenente della giovane mamma dell’utilitaria.
Curvo nella piazzola e inizio il colloquio preliminare. Fa il pompino con preservativo a 20 e per questo la ingaggio, il boccafiga a 30, per il culo niente da fare, l’orale scoperto a 50 non include la venuta in bocca, in albergo ci va a 100 euri la mezz’ora.
L’imbosco dove ti porta è quello di una volta, quindi ti suggerisce una manovra che, con il traffico dell’ora in cui la carico, è altamente sconsigliabile; non contempla un rifugio alternativo, ma perlomeno conviene sia il caso di raggiungerlo nel rispetto del codice della strada. Ci si ferma infine in un punto non lontano dalla provinciale, dove però, trattandosi di una zona morta, non a diretto contatto con l’area di ingaggio, stiamo tranquilli.
Anna è di carattere mite. Accetta senza problemi di perdere un po’ di tempo per la manovra che impongo, mentre la fantasia mi fa immaginare altre tipe, come un'omonima incontrata altrove la sera prima, che prefigurerebbe un supplemento anche per questo: 20 euri per il pompino con preservativo, però + 10 per vedere le tette, + 10 per toccare la figa, + 10 per appartarsi in un imbosco decente, +10 per raggiungerlo senza infrangere il codice della strada. Chiacchieriamo e sorride: quando mi dice che è della Serbia, provenienza così insolita, le chiedo se intende del Kosovo, il che presumibilmente vorrebbe dire sic et simpliciter albanese, ma mi risponde di no, serba serba. Di più non ho inteso indagare. D’altra parte non è certo un’espansiva, resta come trattenuta, un po’ taciturna. Che non sia portata a concedere molto lo conferma quando non si scopre neanche un lembo di pelle in più di quanto già esposto, sicché mi devo accontentare delle cosce.
Devo onestamente classificare il pompino che mi fa tra i mediocri. Dopo una sollecitazione manuale, incappuccia con un Pamitex e parte con un veloce saliscendi aiutato di mano che non si segnala né per variazioni di ritmo, passaggi di lingua o irrorazione della saliva, anche se per lo meno non stacca subito durante la venuta.
Mi anticipa che i resti li ritira lei, ma poi me li lascia in macchina. Si allontana a piedi e io, scusandomi dell'inquietudine da vecchio, le raccomando di stare attenta nell’attraversamento.
Alla fin fine sono rimasto soddisfatto perché nella mia mente c’era soprattutto un tipo di situazione, fra improvvisazione ed esibizione, piuttosto che il sogno di una prestazione virtuosistica, e Anna è stata una compagna gradevole di questo piccolo divertimento domenicale.