SECONDA PUNTATA
D-1 : FAGOTTI DI GUERRA
Signori questa è una guerra. Il conseguimento dell’Obiettivo deve considerarsi prioritario e dev’essere perseguito da tutte le Forze disponibili con la massima determinazione. Con queste direttive dello Stato Maggiore esco in operazioni; gli ordini sono precisi: perlustrare la Zona Operativa, verificare la presenza di forze amiche, nemiche o neutrali; mantenere un basso profilo senza impegnarsi in combattimento; se in contatto col nemico sganciarsi e ripiegare con ordine.
Data la natura della missione, lascio il veicolo tattico in zona defilata, protetta dalla vista e dal fuoco, e mi avvio a piedi. Serata piovosa e tranquilla, il fronte è calmo. La Trincea del Semaforo appare abbandonata, forse la guarnigione è impegnata in attività tattica; trovo una buona posizione mimetizzata dalla quale posso tenere d’occhio la zona, e aspetto. Purtroppo mi si avvicina un individuo (del Contingente Pederastico), che viene ad informarsi sul mio stato di salute e sui miei programmi per la serata. Conformemente agli ordini, abbandono subito la posizione e segnalo alla base che la zona non è più praticabile.
Visti i rischi dell’azione a piedi, decido di proseguire l’azione motorizzata. Col radar acceso, mi dirigo verso il bunker presidiato dal Contingente Ghanese. Anche questa posizione sembra abbandonata; passo lentamente, e vedo però apparire un’ Unità Cinese Fagottonica (già da me classificata come “Maria&rdquo
, che sta probabilmente effettuando anche lei un’operazione di ricognizione. Gli ordini sarebbero di non attaccare, ma in guerra bisogna essere duttili, così decido di passare all’azione. Parcheggio; esco, elmetto in testa. Vado.
Chiedo: tu conosci una ragazza che si chiama Giulia? Lei mi guarda sorpresa, ma con mia grandissima sorpresa annuisce. Sì dice, ma Giulia non qui. Giulia-casa. Bene, rispondo, posso avere un numero di telefono? Lei smanetta sul cellulare e dice di no, non ce l’ha. Ma domani, tu venile, io qui, dale numelo. Sorride. Ti amo Fagotton; per la verità lei mi propone di “andale”, già che ci siamo, ma io declino gentilmente, oggi no dico, sentendomi un pochino in colpa.
Non ho più niente da fare sul campo, quindi riferisco alla Base: individuata probabile fonte informativa, azione non suscettibile di ulteriori positivi sviluppi, rientriamo alla base. Passo e chiudo.
IL GIORNO D.
Dopo una giornata inquieta, nella quale ho avuto grandi difficoltà a concentrarmi sul lavoro, arriva finalmente l’ora di riprendere l’azione. Sebbene non abbia le coordinate precise del contatto, la missione stavolta sembra più facile e la minaccia antiaerea missilistica molto bassa, per cui mi arrischio a volare sull’obiettivo in elicottero. Tempo cattivo ma che non disturba il volo; del resto, stavolta non ho la necessità di effettuare pericolosi voli radenti e posso mantenermi a quota abbastanza alta; incrocio un aereo nemico ma mi è facile confondermi con il traffico aereo civile e proseguo senza che mi noti. Dopo un paio di passaggi individuo il mio obiettivo che gironzola presso il Bunker del Distributore: ok contatto individuato, procedo come da programma, pronti per il contatto. Scendo.
Il Contatto fagotonico mi riconosce e mi viene incontro sventolando un foglietto di carta. Con grande cortesia, mi fa digitare il numero, poi chiama con il mio cellulare; parla un poco in cinese, poi me lo passa ed io, non senza un filo di emozione, parlo finalmente con Giulia.
Come spesso succede, l’impressione che ho è diversa dall’atteso. Giulia parla con una bella voce, con pessimo accento ma con una certa sicurezza. Mi dice di andare in Piazza Isolo e che mi manderà un messaggio con ulteriori istruzioni. Sono curioso di sapere che rapporti ci siano tra queste due donne in apparenza così diverse: siete parenti ? No. Abitate insieme ? No. Lavoro insieme? No. Dunque Maria sta facendo un favore a me e a Giulia. A gratis. Sono sorpreso e non so cosa dire. Vai, mi dice, con un tono quasi materno. Ringrazio, metto l’indirizzo sulla strumentazione di volo, decollo. Virando e prendendo quota passo di nuovo accanto a Maria. Saluto con la mano e mi rendo conto che da oggi la guarderò con occhi del tutto diversi.
…continua (ovviamente
)