Capitolo V - "La lampada di Aladino"
Finalmente venne sera; dopo aver fatto la mia solita telefonata a Teresa (ovviamente senza accennare ai miei “disguidi” per non allarmarla ulteriormente, mi preparai per la serata.
Dato che dovevo andare a fare bisboccia con una banda di tagliagole e un samurai, optai, vista la mia taglia, per una “tenuta” alla Tony Soprano (Ndr : vedi serial tv “The Soprano's&rdquo
.
Il locale dove dovevamo andare era alla periferia di Riad; impiegammo circa 3 quarti d'ora ad arrivarci nonostante il bosniaco avesse una buona andatura, rischiando anche un paio di volte di mettere sotto qualche persona.
Comunque arrivammo sani e salvi a destinazione; il locale era in un gigantesco villone, circondato da alte mura e palme; da fuori mi ricordava un palazzo reale.
Sul muretto all'ingresso, una piccola targa in ottone con scritto (in arabo e in inglese ) : “Aladdin's lamp”.
Entrammo senza nessun controllo (ci sono più controlli nelle discoteche italiane, anche se dopo capii il perchè
.
Dentro sembrava di essere nel film “Casablanca”; tavolini rotondi su cui erano appoggiate delle candele profumate accese; su un piccolo palco una signora/ina non araba cantava una canzone malinconica (che non ho riconosciuto) nell'indifferenza totale dei presenti.
La maggior parte erano arabi, ma notai anche qualche straniero; tutti bevevano alla grande (ma l'alcool non era proibito ?).
Mentre il serbo parlava con un cameriere, ci sedemmo ad un tavolo e ordinammo delle birre ghiacciate che arrivarono in pochi secondi.
Subito dopo ricomparve il cameriere accompagnato da un donna (araba) di età indefinita, vestita all'europea e tutta “tirata”.
Il serbo iniziò ha parlarle, girandosi ad un certo punto verso di me e il giapponese e indicandoci alla donna.
La donna ci sorrise, mettendo in mostra un paio di denti d'oro; tra anelli, bracciali e collane varie aveva più oro addosso lei che un galeone spagnolo che ritornava dalle americhe.
Ci alzammo tutti quanti e mettendoci in formazione tipo (il serbo e il bosniaco davanti con la donna, io e il giapponese in mezzo, lo zingaro e e lo “sfregiato” in coda), attraversammo il salone del bar.
Mi stavo divertendo da morire, vedere come tutti nel salone si affrettavano a scansarti gonfiava a dismisura il mio ego.
)
Quei 4 non saranno stati bellissimi, ma incutevano timore, e a me questo piaceva da matti.
Dopo aver percorso un lungo corridoi tutto rivestito in marmo bianco, sbucammo su un bellissimo giardino interno, con tanto di fontane, piante, fiori, prato all'inglese e sopratutto un discreto numero di giovani fanciulle vestite come sul catalogo generale di Victoria Secret's.
Il serbo mi fece cenno che loro si fermavano qui, avevano già visto che c'erano degli articoli interessanti (avevo visto anch'io che molte arrivavano da paesi europei sopratutto dall'est, e quindi come si suol dire “paesi e buoi dei paesi tuoi&rdquo
.
Io invece ero rimasto fermo accanto alla maitresse (ora avevo capito chi era) con il giapponese; ormai ero diventato per lui il suo “shogun” (me lo aveva detto nel pomeriggio, perchè era rimasto impressionato da come avevo gestito la situazione).
La maitresse rimase un po' delusa che non approfittassimo di tutto quel ben di Dio; mi prese sottobraccio e mi condusse, attraverso una serie di corridoi e stanze, in un'altra ala dell'edificio.
Era un gigantesco salone sempre tutto rivestito in marmo, con un'altrettanta gigantesca piscina azzurra; su un lato si aprivano delle salette, ove intravedevo dei lettini per massaggio professionale.
Subito arrivarono, cinguettando un gruppetto di 5 cinesine; erano tutte molto belle (tipo quelle che vedete sulle foto pubblicitarie dei CM in Italia (anche se in realtà sono quasi sempre giapponesi); assomigliavano tantissimo a Piccola Luna, solo che queste non erano miniaturizzate.
Qui capii, cari compagni di merende, che in Italia ci mandano solo gli scarti.
Vidi che al giapponese brillavano gli occhi, allora gli dissi “Vai pure.”; mi guardò per un attimo, dopodichè mi fece il solito inchino con la testa e si fece risucchiare dal gruppo di cinesine.
La maitresse mi osservava dubbiosa; aveva capito che io ero quello “potente” del gruppo; prima avevo “sistemato” i mie uomini come ogni buon capo, ora probabilmente si chiedeva cosa volessi di speciale visto che avevo rifiutato le precedenti portate.
Con aria furba, da tipico mercante del suk, mi disse qualcosa in arabo, che io non capii ovviamente; probabilmente stava cercando di capire quale “articolo” fosse di mio interesse.......
Riprendemmo il nostro cammino tra sale e corridoi, fino ha sbucare in una sala tutta piena di cuscini,divani, piccole poltrone e..... alcune bambine.
Rimasi di stucco; mi girai verso la maitresse e gli dissi deciso un bel “No assolutamente !! “ perentorio.
Feci anche la faccia disgustata, e questo probabilmente generò un equivoco; immediamente iniziò ha blaterare, battendomi sulla spalla, come se avesse capito quello che cercavo.
Probabilmente il motto del locale era “soddisfatto o rimborsato” e quindi, altri corridoi, stanze e un'altro giardino interno, più bello di quello precedente, con fontanelle da tutte le parti; ogni fontanella aveva un “puttino” che con il suo pisello disegnava giochi d'acqua.
Solo che in questo giardino c'erano solo.... ragazzi, la maggior parte ignudi (per far vedere la merce nò
; tutti molto giovani e belli (avranno avuto un'età tra i 12 e i 20).
Mi stavo alterando, la maitresse l'ho capì al volo e mi trascinò via, verso altre soluzioni.
Il mio equipaggio aveva oramai iniziato a scommettere su cosa ci avrebbe offerto la tipa come prossima fermata; chi diceva un branco di cammelle, chi un branco di asine, e chi invece propendeva per un branco di capre (più maneggievoli). :
Io invece ero sempre più incazzato; la giornata era iniziata male e stava finendo peggio, oltre a tutto avevo pure spese un sacco di soldi per far divertire gli altri.
Arrivati in fondo ad un corridoio piuttosto scuro, aprì un porta e sentii chiaramente un odore di bruciato e il crepitare delle fiamme.
Mi fece entrare, guardai : c'erano 3 ragazze bionde piuttosto “muscolose”, sedute su degli sgabelli, con addosso dei costumi mediovali in pelle; sparsi per la stanza, vari strumenti di tortura : ruote, tavoli vari, croci di S.Andrea e catene che pendevano dal soffitto; in un angolo un braciere con sopra alcune tenaglie e strumenti vari.
Dissi alla maitresse (in inglese purtroppo): “Grazie ma ho scampato un'esperienza simile alcuni mesi fa in Messico, e non vorrei approfondirla qui.”
Capii al volo che non era il mio genere, tornammo fuori e ripartimmo per un'altro reparto.
Oramai ero completamente sconsolato, la seguivo come una pecorella smarrita; ad un certo punto si fermò, fece dei disegni con le mani per aria, per farmi capire che qui dove mi portava sarebbe stato di mio gradimento; io pensai : “Basta che non ci sia un gigante con un nerchia fuorimisura....”
Entrai nella stanza che mi stava indicando; sembrava la camera della regina di Saba (non quella degli elettrodomestici); gigantesco letto con tende sui lati, tavolini e cuscini dappertutto; sui tavolini vassoi di frutta secca e dolci, con caraffe di non so cosa.
Nell'aria un odore di spezie, di caffè e tè contemporaneamente; eravano vicini alle cucine ?
A questo punto, stanchissimo mi diressi verso il letto e mi ci buttai letteralmente sopra.
La maitresse iniziò a parlare (tanto continuavo a non capire una mazza), facendo vedere tutti le features della stanza.
Ad un certo punto si avvicinò ad una specie di grossa lampada posata su un tavolino; la strofinò sulla sommità e partì una specie di nenia araba.
Perfetto, iniziai a chiudere gli occhi, avevo sonno.
La tizia, vedendomi rilassato, disse ancora qualcosa, poi se ne andò rinchiudendo la porta.
Ero solo con i miei pensieri, quando sentii entrare qualcuno nella stanza; alzai la testa e rimasi allibito.
C'erano 3 ragazze vestite da odalische che mi stavano guardando; erano chiaramente di etnia locale, piuttosto “in carne” come potevo intuire da sopra i veli che avevano addosso.
Quella più robusta iniziò ha fare una specie di danza tribale, mentre le altre 2 si erano sedute ai miei fianchi.
Sentii chiaramente che Mister Dick si era svegliato e mi chiedeva cosa stava succedendo.
La ragazza intanto aveva iniziato ha togliersi i vari veli che la coprivano (compresa la faccia); intuii subito che non era una velina.
Difatti poco a poco stavano comparendo varie maniglie dell'amore e chiari segni di cellulite; iniziò una specie di danza del ventre (nel senso che il ventre andava sempre dalla parte opposta a dove andava lei); intanto le altre 2, nonostante non si fossero ancora tolte nulla, avevano iniziato a “toccarmi”.
A forza di agitarsi, intanto era caduto anche l'ultimo velo (a parte quello su viso); quello che vedevo però non era molto incoraggiante (almeno per me).
La ragazza era piuttosto “in carne”, di età indefinita (comunque per tranquillizzare quei lettori sensibili a queste cose, sicuramente maggiorenne a giudicare dal gatto persiano nero che aveva tra le gambe).
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La cosa che più mi colpì però era il seno ; era almeno una 8° misura, forse anche di più, con 2 capezzoli scuri del diametro di una tazzina di caffè.
Mentre la guardavo, le altre 2 che erano rimaste vestite con il loro chador, iniziarono a sfilarmi la camicia e i pantaloni.
Feci un breve ragionamento con il mio equipaggio : ok, non mi sembrano miss mondo, però se molliamo l'ancora per cercare qualcosa di meglio non è detto che lo troviamo.
Tanto vale, forse, restare qui; l'equipaggio approvò la mia soluzione.
Oramai completamente nudo, presi la ragazzona (con un po' di fatica) e la feci sedere sulle mie ginocchia; le 2 miss al mio fianco, intanto avevano iniziato ad occuparsi di Mister Dick, che mi fece capire subito che erano delle professioniste “navigate”.
A questo punto, si avverte i Sigg. Lettori che la narrazione diventa, per forza di cose un po' “cruda”.
Mentre una delle ragazze al mio fianco aveva tirato fuori un “gommino”, l'altra preparava Mister Dick all'investitura finale.
Quando tutto fu pronto, quella alla mia destra, tenendolo ben fermo in mano, aiutò la danzatrice ha posarsi sul trespolo; poi iniziarono a spogliarsi anche loro (finalmente potevo vedere cosa c'era sotto tutti quegli stracci).
Apro una parentesi : Bigfoot è uno molto timido, e pensa che una donna per volta sia più che sufficiente; l'importante che ci sappia fare.
2 per volta, se ci sanno fare, diventa troppo impegnantivo; 3, diventa una sfida contro se stessi (ne vale la pena ?). :
Chiusa parentesi.
Anche loro, sotto lo chador, erano completamente nude; ed erano anche molto più belle della danzatrice (che intanto aveva iniziato ha danzare sul mio trespolo, tirando fuori la lingua con cui riusciva ha toccarsi addirittura il naso).
Peccato che erano ambedue incinte.
Ero esterefatto; come si fa ha lavorare (loro) e a far lavorare (gli altri) delle donne incinte in un bordello ?
Gli chiesi, a gesti , di quanti mesi erano.
“Five months” una, “Six months” l'altra.
Ora nel mio manuale personale di bordo, all'articolo 27, comma 2 si dice : “Mai con donne incinte.”
A gesti le ringraziai della collaborazione, ma mi bastava la danzatrice che avevo sul coso.
Rimasero un po' perplesse, tentarono anche di farmi cambiare idea prendendomi le mani e appoggiandole sul loro ventre.
Vedendo però che ero rimasto fermo nella mia decisione, ripresero i loro chador e sculettando se ne andarono via.
Mi restava solo da risolvere il problema con la danzatrice; la quale aveva iniziato ha fare il solito giochetto delle arabe, forse pensando che non lo conoscessi.
Peccato che il vostro Bigfoot era stato qualche anno prima ad Amman in Giordania, dove una simpaticissima funzionaria giordana si era premurata di farmi conoscere il giochetto, che consiste nell'usare la vagina come se fosse una bocca (d'ora in avanti PBJ, prendete nota).
Se la ragazza ci sa fare, il vostro orgasmo (e in parte anche il suo), può durare anche 10-15 minuti.
Per ovvi motivi però è consigliabile ai maschietti di fare un controllino cardiovascolare prima, perchè la pratica può essere potenzialmente pericolosa (così mi disse una volta Teresa).
Vedendo che me la stavo prendendo con calma, la danzatrice si abbassò verso di me, prendendo i suoi enormi seni e cominciò a pacioccarli; davanti a quella visione, con le sensazioni che trasmetteva il PBJ, chiusi gli occhi per “assaporarli meglio”.
Dopo alcuni secondi, cominciarono ad arrivarmi in faccia degli spruzzi.
Che c....o sta succedendo ? Riaprii gli occhi e la guardai; da quegli enormi seni, uscivano dei getti di latte, che mi arrivavano regolarmente in faccia.
Era di nuovo allibito; ma in questo bordello c'era qualcosa di normale ? :
In pochi minuti, mi aveva trasformato in Cleopatra che sta facendo il bagno nel latte; va bene che sono abituato alle zone umide (e che mi piacciono anche), ma quando il troppo è troppo, basta.
La fermai con un gesto perentorio; ci rimase male, probabilmente ero il primo utente che non gradiva la doccia nel suo latte.
A questo punto, fermò anche la danza, scese dal trespolo, mi tolse il gommino e velocemente passò ad un BBJ classico.
Io intanto la osservavo cercando di capire dove voleva arrivare, mentre lei osservava me, per vedere come reagivo.
Reagivo cercando di resistere, contando le pecorelle e pensando a cose innocenti o di lavoro, perchè oramai il gioco mi piaceva e non volevo finirlo subito.
Ad un certo punto gli dissi “Slow !!”, facendo anche il gesto; lei ubbidì, ma subito dopo fece un numero da alta scuola: lasciò uscire il povero Dick, ormai paonazzo e sul punto di non ritorno e dopo avermi osservato, aprì le fauci a dismisura e in un solo colpo inghiottì Mister Dick e le 2 sorelline.
Non avevo mai visto un numero del genere; credo che per poterlo fare, oltre ad un lungo addestramento, ci voglia anche delle caratteristiche particolari che non tutte hanno.
Con la lingua iniziò ha giocare con le mie cose; non so come facesse (e che ne ho visti nella mia lunga carriera, ci potrei tranquillamente farci un libro).
Ma come questa, mai nessuna mi aveva trasmesso sensazioni così forti; mi venne in mente Teresa, dovevo assolutamente insegnargli questa tecnica; o mandarla a ripetizione da questa tipa.
Riusciva ad aspirare e ruotare la lingua creando un effetto centrifuga indescrivibile, tipo scossa elettrica che mi percorreva tutto il corpo.
Mi distesi sul letto, cercando di pensare alle cose più astruse; volevo prolungare quel momento all'infinito, era piacere allo stato puro.
Mi concentrai su un punto del soffitto; per la prima volta notai che non era blu come mi sembrava inizialmente, ma vi erano state dipinte anche delle piccole stelline bianche, forse per simulare la notte.
Ad un certo punto sentii che la tipa iniziava ha massaggiarmi, con le dita, il perineo.
Maledizione, questo era il colpo di grazia; forse aveva capito che la stavo tirando troppo in lungo, e difatti dopo pochi minuti fui costretto ha mollare il carico.
Non so come, ma riuscii a non urlare.
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Sentii dei colpi di tosse, ma rimase attaccata al bocchettone fino alla fine; anzi, si assicurò che non ci fosse ancora qualche colpo in canna.
Questo è fare bene il proprio lavoro, un'autentica professionista !
Si rialzò e nonostante avesse la bocca piena, riuscì ha sorridermi; quindi accertatasi che la stessi guardando, mandò giù tutto, verificando con la mano che non ci fosse qualche residuo sulle labbra.
Ero distrutto; conoscendomi sembra impossibile, ma era veramente così; pensai alla saga di Harry Potter e ai Demoni che ti succhiano la vita. :
Speriamo che questa tipa non mi abbia succhiato anche qualche anno di vita..............
Facendo uno sforzo non indifferente, mi rialzai dal letto; lei prontamente corse ha prendere una bacinella piena d'acqua di rose (c'erano anche i petali) e iniziò ha lavarmi per benino.
Io continuavo ha tenere il mio sguardo su quelle tette enormi che ballonzolavano; ogni volta che faceva un movimento un po' brusco, si produceva un effetto di “dripping”; ero come ipnotizzato.
Dopo avermi lavato, asciugato e stirato, mi rivestii; prima di uscire dalla città di Samarcanda, gli diedi un bacio sulla guancia.
Lei sorrise contenta.
Appena fui nel corridoi e mentre cercavo di capire che strada dovevo fare per ritornare dai miei bravi, da dietro una tenda apparve la maitresse.
Pensai : “Chissà se si è goduta lo spettacolo ?”
Ma in fondo, ormai il ghiaccio era rotto; probabilmente ero già finito negli archivi della DEA e dei “federales” messicani, quindi qualche altro spettatore in più cosa cambiava ?
Ritornammo velocemente al punto iniziale, con lei che continuava ha parlare (in arabo) e io ha tacere.
Quando arrivai nella sala iniziale dove c'erano gli articoli standard, notai subito che c'era anche il giapponese; gli chiesi con un cenno com'era andata e vidi che mi sorrise facendomi il segno di ok con la mano; bene.
Quando il serbo mi vide, spostò le 3-4 ragazze che aveva addosso, e scattò in piedi; contemporaneamente emise un breve fischio e in un attimo comparvero anche gli altri 3; mentre si rivestivano, riuscii ha notare sul petto dello “sfregiato” un tatuaggio gigantesco a colori che riproduceva la croce di S.Giorgio.
In un attimo capii tutto; ecco perchè all'arrivo aveva parlato con alcune ragazze in russo: era un georgiano.
Ancora una volta mi complimentai mentalmente con il tizio che aveva organizzato la security per questa missione: cosa c'è di meglio che utilizzare 4 templari slavi in un paese profondamente arabo ? :
Comunque ero stanco, volevo andare a dormire e quindi dissi loro che potevamo tornare alla base;
detto fatto, riattraversammo il bar in formazione tipo (mi piaceva troppo vedere come le persone ti guardavano e/o ti scansavano, con ammirazione e/o preoccupazione).
Uscimmo sul piazzale, dove avevamo lasciato le auto; mentre lo zingaro controllava che le auto fossero a posto (ve lo immaginate fregare un'auto ad uno zingaro ?), diedi un'occhiata all'orologio: segnava le 03:30am.
Ridendo e scherzando avevamo passato oltre 4 ore in questa Disneyland del sesso.
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.