Qualche giorno fa, sempre in giro in moto passo dalle bande dell'eur, nello stesso parcheggio in cui ho dissotterrato il reperto archeologico dimostratosi poi una discreta cuoca di rigatone alla gricia, di cui parlo in altro post.
Noto una stanga roscia, si chiama Manuela, che passeggia all'interno del parcheggio, mi avvicino per intervistare e non posso fare a meno di notare una certa dissonanza tra la visione posteriore (gran gnocca) e quella anteriore (gran trans). Tuttavia, la considerazione (o la scusa) che in tempo di guerra ogni buco è trincea, e la carica ormonale in quei giorni giunta ai livelli di guardia (DEFCON 5), mi ottenebrano il raziocinio e mi spingono a contrattare un pasto mid-cost ma di qualità: essendo un estimatore del sushi e trovandomi nelle vicinanze del laghetto, riesco a spuntare un ciucciapesce a crudo a vu-30. Come ho detto sono in moto, ma lei/lui propone la sua auto, una fiesta mi pare blu, e si reca meco, ma ognuno col suo mezzo di trasporto, nel famoso piazzale perennemente innevato di fazzoletti di carta pervasi, ahimé, dalle animelle mai sbocciate di possibili future creature, i cui embrioni primordiali sono andati perduti nella desolazione del parcheggio come lacrime nella pioggia... (Blade Runner, monologa finale del replicante). Come dicevo, mi accomodo nella trombo-car della t-girl, un tipo, bel fisico ovviamente con tette rifatte, viso un po' schiacciato ma labbra abbastanza carnose adatte all'aspirazione ittica, castana e molto gfe, propone fk ma sinceramente temo di sentire il sapore dei cefali e delle triglie precedentemente sushati, quindi rifiuto educatamente l'offerta e vado avanti. Si lascia baciare e ciucciare seni e capezzoli gradevoli al tatto, quindi scopre il pube abbassandosi i leggins, e prima che io possa dire "no grazie, il pesce non mi piace" rivela il frutto di un'operazione chirurgica che ha asportato le parti in eccesso, ma ha lasciato una inquietante "testolina" con orifizio centrale che occhieggia sulla sua sommità con uno strano "effetto Polifemo", come un clitoride leggermente sovradimensionato. Mi invita ad accarezzare, assicurandomi che Polifemo non morde e che non corro il rischio di sgradite sorprese tipo "Alien". Accarezzare la passera imbalsamata non mi provoca particolare emozione, così torno a strampugnare le tette per tentare di rianimare il fratellino, che nel frattempo è entrato in stato pre-comatoso e necessita di immediata defribillazione orale.
Porgo il totano alla t-girl, che inizia a lambirlo con le sue labbra, lecca testa, squame e coda, dopodiché affonda la bocca, ma affonda non credo sia un termine esatto in quanto si ferma alle branchie: praticamente si mette in bocca solo la cappella, ed esegue un lavoro di labbra e lingua che porta comunque alla sviscerazione delle interiora, elemento fondamentale ed essenziale per la riuscita di un buon piatto di sushi, lasciando tuttavia, pur nella piena soddisfazione, un vago senso di incompiuto, come una tempura fritta a metà.
Dopo aver concluso, mi sono assicurato che non avesse occlusioni o particolari difficoltà nell'apertura della mandibola, magari una malformazione congenita del muscolo sternocleidomastoideo, ma mi ha rassicurato spiegandomi che questa è una sua particolare tecnica.
Nonostante tutto, prestazione buona, ottimo social-time, unico dispiacere aver infoltito il campo dei punter mai nati, intrappolati prima ancora di essere concepiti nel soffocante abbraccio d'amore di un kleenex gettato in un parcheggio...
Noto una stanga roscia, si chiama Manuela, che passeggia all'interno del parcheggio, mi avvicino per intervistare e non posso fare a meno di notare una certa dissonanza tra la visione posteriore (gran gnocca) e quella anteriore (gran trans). Tuttavia, la considerazione (o la scusa) che in tempo di guerra ogni buco è trincea, e la carica ormonale in quei giorni giunta ai livelli di guardia (DEFCON 5), mi ottenebrano il raziocinio e mi spingono a contrattare un pasto mid-cost ma di qualità: essendo un estimatore del sushi e trovandomi nelle vicinanze del laghetto, riesco a spuntare un ciucciapesce a crudo a vu-30. Come ho detto sono in moto, ma lei/lui propone la sua auto, una fiesta mi pare blu, e si reca meco, ma ognuno col suo mezzo di trasporto, nel famoso piazzale perennemente innevato di fazzoletti di carta pervasi, ahimé, dalle animelle mai sbocciate di possibili future creature, i cui embrioni primordiali sono andati perduti nella desolazione del parcheggio come lacrime nella pioggia... (Blade Runner, monologa finale del replicante). Come dicevo, mi accomodo nella trombo-car della t-girl, un tipo, bel fisico ovviamente con tette rifatte, viso un po' schiacciato ma labbra abbastanza carnose adatte all'aspirazione ittica, castana e molto gfe, propone fk ma sinceramente temo di sentire il sapore dei cefali e delle triglie precedentemente sushati, quindi rifiuto educatamente l'offerta e vado avanti. Si lascia baciare e ciucciare seni e capezzoli gradevoli al tatto, quindi scopre il pube abbassandosi i leggins, e prima che io possa dire "no grazie, il pesce non mi piace" rivela il frutto di un'operazione chirurgica che ha asportato le parti in eccesso, ma ha lasciato una inquietante "testolina" con orifizio centrale che occhieggia sulla sua sommità con uno strano "effetto Polifemo", come un clitoride leggermente sovradimensionato. Mi invita ad accarezzare, assicurandomi che Polifemo non morde e che non corro il rischio di sgradite sorprese tipo "Alien". Accarezzare la passera imbalsamata non mi provoca particolare emozione, così torno a strampugnare le tette per tentare di rianimare il fratellino, che nel frattempo è entrato in stato pre-comatoso e necessita di immediata defribillazione orale.
Porgo il totano alla t-girl, che inizia a lambirlo con le sue labbra, lecca testa, squame e coda, dopodiché affonda la bocca, ma affonda non credo sia un termine esatto in quanto si ferma alle branchie: praticamente si mette in bocca solo la cappella, ed esegue un lavoro di labbra e lingua che porta comunque alla sviscerazione delle interiora, elemento fondamentale ed essenziale per la riuscita di un buon piatto di sushi, lasciando tuttavia, pur nella piena soddisfazione, un vago senso di incompiuto, come una tempura fritta a metà.
Dopo aver concluso, mi sono assicurato che non avesse occlusioni o particolari difficoltà nell'apertura della mandibola, magari una malformazione congenita del muscolo sternocleidomastoideo, ma mi ha rassicurato spiegandomi che questa è una sua particolare tecnica.
Nonostante tutto, prestazione buona, ottimo social-time, unico dispiacere aver infoltito il campo dei punter mai nati, intrappolati prima ancora di essere concepiti nel soffocante abbraccio d'amore di un kleenex gettato in un parcheggio...