RR: http://www.rosa-rossa.com/a…
Location: casa sua
Zona: Porta Romana
Parking: strisce blu/gialle e aperitivo permettendo…
Bus & Subway: MM3 Porta Romana
Reperibilità: easy
Allestimento & Optional: FK, BBJ, R1, CIM, digitazioni
Data: 24 apr
Durata: 20'
Rate: 2VU
Review
Per una volta, lo spirito avventuriero ha fatto cilecca.
Bello ringalluzzito da un 730 che per luglio promette buoni ritorni, decido di ammortarne una quota con questa new entry di RR. Ricerco sul forum e balza all’occhio, tra le ovvie richieste info, una rece su un’altra tizia a cui s’era unita sta Mohana. Pare promettente, decido per una prova su strada.
A telefono la ragazza promette faville per VU+20; location solita nella via del gelato-che-non-è-al-cioccolato-né-vaniglia, ubicazione scantinata in cui a fine febbraio avevo incrociato la bella e brava Amanda (http://gnoccaforum.com/esco…). Le premesse – latina, pettoruta, bla bla bla – mi fottono alla grande.
Entro da lei e scatta la prima sorpresa: anziché in camera da letto, mi fa accomodare in anticamera, a neanche 2 metri dal portone d’ingresso, in cui un divano è stato esploso in un “comodissimo” giaciglio. Giustificazione: la camera da letto è impegnata da una (sua) collega, già alle prese con un (mio) collega. Non di lavoro, s’intende, di mignottame. Soprassedo lanciato da sta tizia in bikini che assomiglia tanto alle foto (la faccia in effetti pare un po’ plastificata), accettando anche il suo rilancio a 2VU per una cosa più con calma, come ampiamente previsto.
Giro al bagnetto, detersione dell’articolo, ritorno sul divano letto in cui la tizia conclude l’attività di igienizzazione passandomi il bi-alcool nelle parti pubiche. Sdraiato lì così non è esattamente l’eccitazione a coinvolgermi, anche se la ragazza una volta sbiottata non mi spiace fisicamente. Non pare particolarmente provata dalla gravidanza, e s’è stata rifatta il chirurgo ha fatto un lavoro di discreta fattura nell’evitarle vistose cicatrici. Peccato che “la culla del piacere” sia oggettivamente pessima, ma tralascio ogni commento sull’ovvia rumorosità della rete: Mohana si dimostrerà pure peggio.
Parte con la classica domanda da laurea: “Sei sposato?”. “Perché, mi vorresti sposare tu?” è la risposta meno indisponente che mi viene, quella più diretta stata “Secondo te la fede la porto come scudo anti zoccole?”. Dopo questa magnifica questione, di quelle che ti mettono subito a tuo agio, se la ride due secondi e poi passa a raccontarmi delle donne latine che sono indipendenti, che ha un figlio sul groppone, che ha una relazione da poco interrotta, che cerca la fortuna, chi-fa-la-spia-non-è-figlio-di-maria… e via dicendo. L’unico modo per interrompere la sequela di cazzate è quindi reagire con indifferenza, quasi a non capire. Sollevo il polso sinistro, l’indice destro punta il quadrante dell’orologio e scatta l’ammonizione “Ue tusa, va che la melina poi la recuperiamo eh?” esplodo. Capisca o meno non è dato a sapersi, se non altro si piega e comincia il suo lavoretto orale di buona fattura, con lei si lascia digitalizzare senza troppe questioni.
Peccato che, per contrastare lo stridere del divanoletto e il sollazzo del collega nella camera attigua, ormai prossimo alla sua fermata, la spettacolare Mohana attacchi con dei muggiti decontestualizzati e palesemente finti. Chiara l’antifona, segue un copione che in manco 10min mi porta a smorza e pecora. Manca solo la battuta d’arresto del regista, ma non serve perché in così poco tempo non vale manco la pena di cambiare il nastro o provare una seconda. E al grido di “buona la prima”, mi prendo il mio momento di goduria alla bene e meglio, nella sua bocca, dopo che mi ha spronato già un paio di volte ad accelerare le tempistiche.
Tende tirate, il collega guadagna l’uscio, io mi prendo per lo meno il tempo di una ripulita dignitosa al cesso (definirlo bagno o servizi igienici sarebbe veramente un insulto al buon gusto), mi rivesto e mi getto in centro per un po’ di shopping urbano.
Inutile dire che non tornerò più dalla suddetta. Sarà stata la location inidonea? L’amica? Il collega? Onestamente credo cambi poco. In tempi di crisi un servizio “a valore aggiunto” come questo richiede in primis la cura del cliente. E qui è latitata in ogni aspetto possibile ad immaginabile.
Location: casa sua
Zona: Porta Romana
Parking: strisce blu/gialle e aperitivo permettendo…
Bus & Subway: MM3 Porta Romana
Reperibilità: easy
Allestimento & Optional: FK, BBJ, R1, CIM, digitazioni
Data: 24 apr
Durata: 20'
Rate: 2VU
Review
Per una volta, lo spirito avventuriero ha fatto cilecca.
Bello ringalluzzito da un 730 che per luglio promette buoni ritorni, decido di ammortarne una quota con questa new entry di RR. Ricerco sul forum e balza all’occhio, tra le ovvie richieste info, una rece su un’altra tizia a cui s’era unita sta Mohana. Pare promettente, decido per una prova su strada.
A telefono la ragazza promette faville per VU+20; location solita nella via del gelato-che-non-è-al-cioccolato-né-vaniglia, ubicazione scantinata in cui a fine febbraio avevo incrociato la bella e brava Amanda (http://gnoccaforum.com/esco…). Le premesse – latina, pettoruta, bla bla bla – mi fottono alla grande.
Entro da lei e scatta la prima sorpresa: anziché in camera da letto, mi fa accomodare in anticamera, a neanche 2 metri dal portone d’ingresso, in cui un divano è stato esploso in un “comodissimo” giaciglio. Giustificazione: la camera da letto è impegnata da una (sua) collega, già alle prese con un (mio) collega. Non di lavoro, s’intende, di mignottame. Soprassedo lanciato da sta tizia in bikini che assomiglia tanto alle foto (la faccia in effetti pare un po’ plastificata), accettando anche il suo rilancio a 2VU per una cosa più con calma, come ampiamente previsto.
Giro al bagnetto, detersione dell’articolo, ritorno sul divano letto in cui la tizia conclude l’attività di igienizzazione passandomi il bi-alcool nelle parti pubiche. Sdraiato lì così non è esattamente l’eccitazione a coinvolgermi, anche se la ragazza una volta sbiottata non mi spiace fisicamente. Non pare particolarmente provata dalla gravidanza, e s’è stata rifatta il chirurgo ha fatto un lavoro di discreta fattura nell’evitarle vistose cicatrici. Peccato che “la culla del piacere” sia oggettivamente pessima, ma tralascio ogni commento sull’ovvia rumorosità della rete: Mohana si dimostrerà pure peggio.
Parte con la classica domanda da laurea: “Sei sposato?”. “Perché, mi vorresti sposare tu?” è la risposta meno indisponente che mi viene, quella più diretta stata “Secondo te la fede la porto come scudo anti zoccole?”. Dopo questa magnifica questione, di quelle che ti mettono subito a tuo agio, se la ride due secondi e poi passa a raccontarmi delle donne latine che sono indipendenti, che ha un figlio sul groppone, che ha una relazione da poco interrotta, che cerca la fortuna, chi-fa-la-spia-non-è-figlio-di-maria… e via dicendo. L’unico modo per interrompere la sequela di cazzate è quindi reagire con indifferenza, quasi a non capire. Sollevo il polso sinistro, l’indice destro punta il quadrante dell’orologio e scatta l’ammonizione “Ue tusa, va che la melina poi la recuperiamo eh?” esplodo. Capisca o meno non è dato a sapersi, se non altro si piega e comincia il suo lavoretto orale di buona fattura, con lei si lascia digitalizzare senza troppe questioni.
Peccato che, per contrastare lo stridere del divanoletto e il sollazzo del collega nella camera attigua, ormai prossimo alla sua fermata, la spettacolare Mohana attacchi con dei muggiti decontestualizzati e palesemente finti. Chiara l’antifona, segue un copione che in manco 10min mi porta a smorza e pecora. Manca solo la battuta d’arresto del regista, ma non serve perché in così poco tempo non vale manco la pena di cambiare il nastro o provare una seconda. E al grido di “buona la prima”, mi prendo il mio momento di goduria alla bene e meglio, nella sua bocca, dopo che mi ha spronato già un paio di volte ad accelerare le tempistiche.
Tende tirate, il collega guadagna l’uscio, io mi prendo per lo meno il tempo di una ripulita dignitosa al cesso (definirlo bagno o servizi igienici sarebbe veramente un insulto al buon gusto), mi rivesto e mi getto in centro per un po’ di shopping urbano.
Inutile dire che non tornerò più dalla suddetta. Sarà stata la location inidonea? L’amica? Il collega? Onestamente credo cambi poco. In tempi di crisi un servizio “a valore aggiunto” come questo richiede in primis la cura del cliente. E qui è latitata in ogni aspetto possibile ad immaginabile.