Si può tranquillamente andare senza appuntamento. Riporto un vecchio racconto giusto per.
Ieri le vie di Milano erano particolarmente belle, gli alberi di giuda regalano quegli inattesi tocchi di colore dopo i grigi mesi passati; il bianco, il violetto, il giallo delle forsizie trasmettono sensi di pace e rinnovamento. Spinto dalla curiosità di quanto letto decido di regalarmi un momento di benessere e di esplorazione.
Sono in zona piazza Napoli e via Washington è proprio qui dietro; ero inizialmente tentato ad andare a rivisitare il Mini ma, probabilmente, avevo voglia di qualcosa di speciale, di diverso.
Arrivo in questo centro e mi accolgono gli occhi cerulei di una splendida bambola, sono quasi preso dalla vergogna nel domandare, una signora sta pagando alla cassa il suo trattamento estetico e i miei desideri sembrano quasi fuori luogo; tra me e me mi domando se non ho sbagliato indirizzo, eppure il centro è proprio questo, ho controllato su MaM. Timido domando e lei, con il sorriso più dolce avuto nella giornata, mi chiama una ragazza. La guardo e sento una gran femmina, vedo lo sguardo caldo percepisco i suoi interrogativi a mio riguardo, gli occhi che si incontrano, si studiano; poi gentile mi precede.
La stanza è ampia, elegante; la doccia interna mi fa ricordare che è dalla mattina che ne ho lasciato una, ovviamente domando il necessario e mi viene dato un accappatoio profumato di bucato. Che meraviglia abbandonare gli stress del giorno sotto la cascata con il lieve profumo del bagnoschiuma che ritempra.
Mi accomodo sul futon e la chiamo, lei pronta viene e spegne la luce lasciando solo il tremolare delle candele per gustare la vista a quello che sarà. Mi cosparge e l'olio amplifica il calore dei suoi passaggi gentili, insiste sulle contratture e il sollievo aumenta il piacere della sua presenza. Nulla lascia presagire altro, eppure il desiderio dolcemente mi pervade, le fantasie si scatenano anche se lei nulla ha fatto.
Il tempo scorre e io cado in un rilassato torpore, finalmente abbandono le tensioni del giorno, le brutture del fuori. Passa il tempo anche se, in questi casi, non vorresti lo facesse. Perché mai non è così veloce nei momenti di noia?
Alla fine la prendo e la faccio mettere al posto mio, sembra gradire le mie attenzioni, sembra voler provare questo scambio di ruoli. Con dolcezza la libero della maglietta e del reggiseno; porle l'olio sulla schiena è un attimo e adesso vado a incominciare. Sento i nodi dei suoi muscoli che fanno resistenza alle mie dita, sicuramente provati dal lavoro. Me la coccolo in un massaggio lento e profondo; tutto è così gentile, naturale. Poi la faccio girare e lì le vedo; sono due campane auree, come resistere alla tentazione di lucidarle. Mi avvicino lento e sento che loro cominciano la melodia dei fremiti, sento l'onda scorrere; giochiamo entrambi la partita della sensualità, la dolce musica ben si sposa con la nenia celtica del sottofondo. Da sopra vado sotto e la tiro a me, lei non resiste e continua a far suonare le sue due campanelle contro la mia pelle, sappiamo entrambi che il vero mezzo è il batocchio, solo così si possono ottenere i rintocchi, si avvicina ma non giunge; mi tortura, accidenti! Si alza e abbandona tutto quanto le era rimasto addosso, "ho caldo" mi dice. Finalmente riprende e questa volta lo scampanio lo vuole anche lei. Adesso, nella mia mente, Enia non la sento più, ha lasciato il posto a "Je ne regrette rien". Non permetto che finisca, devo io; allora delicatamente la prendo e l'assaggio; è profumata, inebriante. E' quasi stupita nell'incedere dei momenti, freme mentre si umetta le labbra. I brividi si fanno sempre più forti e finalmente "
in Don Dan".
Terminiamo accoccolati, è inutile qui non posso ma vorrei che in futuro la musica fosse "Il Bolero" di Ravel. Questa volta stata splendida, la prossima mi piaceresti selvaggia.
Provoltz