In tre mesi è stato silurato e faticosamente riattivato il forum, io me ne sono stato zitto il tempo che ho ritenuto necessario, ma le Anne non hanno smesso di moltiplicarsi. E così ricomincio più o meno dove mi ero interrotto, da un’Anna di Binasca, ma diversa da quella di cui già avevo riferito, arrivata, dice lei, da circa tre mesi.
I contesti sono quelli soliti della zona. Staziona sulla SP40, a destra procedendo da Francolino di Carpiano verso Melegnano, dove si apre uno spiazzo sterrato che conduce a uno squallido rudere, 45.34 98 10, 9.28 8758, posto abbastanza infelice per il carico-scarico. Di là porta a consumare in zona industriale, davanti al cancello alla fine di una strada cieca dove, durante il nostro amplesso, non c’era che un camion ma magari in altri momenti si addensano ulteriori presenze, ambiente privo anch’esso di attrattiva, se non fosse per la casuale concomitanza della striscia pittorica del tramonto invernale.
Diurna, si trattiene un po’ di più della gran parte delle colleghe della Binasca, mi ha detto che va via tra le 19 e le 20.
Dichiara 20 anni e ha un fisico piacevole: 1,65 di statura, snella senza essere scheletrica, non si è scoperta il seno ma avrà tra la seconda e la terza, pelle chiara e fresca, potta depilata con ricrescita. Con l’aiuto del distintivo dei pantaloni scuri borchiati con strappi di moda, accentua l’aspetto adolescenziale. Il viso è carino, con i capelli lisci lunghi biondi, occhi marroni; si potrebbe sottilizzare sull’ovale è un po’ lungo, il naso un tantino accentuato e con attaccatura alta al centro dell’arcata sopraccigliare.
La nazionalità dichiarata è greco-albanese e mi pare superfluo precisare che a stento basterebbe tutto il prodotto demografico della pur infelice Grecia a diffondere sulle strade d’Italia il numero di ragazze che vantano questa origine. L’accento è quello tipico albanese.
Dice che lavora solo coperto, 20 il pompino, 30 la scopata, 50 l’anale, 100 l’ora d’albergo.
Le ho pagato la scopata. Non si spoglia dalla vita in su e non accorda preliminari. Durante il pompino mostra una presa convinta e una propensione alla lavorazione di bocca non meramente meccanica che non so, però, se su tempi più prolungati sappia articolare in una appagante gamma di variazioni, perché sull’orale non ci siamo soffermati molto, dal momento che io ero parecchio su di giri causa astinenza e desideravo passare alla seconda parte. Per la scopata mi è venuta su lei senza problemi e ha pompato se non con foga perlomeno con agilità fino all’orgasmo (mio), peccando se vogliamo allorché si è sfilata subito, mentre avrebbe potuto assestare ancora qualche gradito colpo.
Nella comunicativa è molto brava a rompere il ghiaccio, si presenta, ti chiede il nome, il lavoro, ti fa qualche complimento, è gentile e a suo agio. Poi si spegne un po’, sia perché patisce una conoscenza dell’italiano ancora molto parziale, sia perché viene a scoprire in modo troppo diretto la sua strumentalità ultima, come quando mi chiede, prima di iniziare il pompino, se sono lungo a venire, esordio avvilente, o rivela altre sollecitudini, che male mascherano sollecitazioni, di questo tipo.
I contesti sono quelli soliti della zona. Staziona sulla SP40, a destra procedendo da Francolino di Carpiano verso Melegnano, dove si apre uno spiazzo sterrato che conduce a uno squallido rudere, 45.34 98 10, 9.28 8758, posto abbastanza infelice per il carico-scarico. Di là porta a consumare in zona industriale, davanti al cancello alla fine di una strada cieca dove, durante il nostro amplesso, non c’era che un camion ma magari in altri momenti si addensano ulteriori presenze, ambiente privo anch’esso di attrattiva, se non fosse per la casuale concomitanza della striscia pittorica del tramonto invernale.
Diurna, si trattiene un po’ di più della gran parte delle colleghe della Binasca, mi ha detto che va via tra le 19 e le 20.
Dichiara 20 anni e ha un fisico piacevole: 1,65 di statura, snella senza essere scheletrica, non si è scoperta il seno ma avrà tra la seconda e la terza, pelle chiara e fresca, potta depilata con ricrescita. Con l’aiuto del distintivo dei pantaloni scuri borchiati con strappi di moda, accentua l’aspetto adolescenziale. Il viso è carino, con i capelli lisci lunghi biondi, occhi marroni; si potrebbe sottilizzare sull’ovale è un po’ lungo, il naso un tantino accentuato e con attaccatura alta al centro dell’arcata sopraccigliare.
La nazionalità dichiarata è greco-albanese e mi pare superfluo precisare che a stento basterebbe tutto il prodotto demografico della pur infelice Grecia a diffondere sulle strade d’Italia il numero di ragazze che vantano questa origine. L’accento è quello tipico albanese.
Dice che lavora solo coperto, 20 il pompino, 30 la scopata, 50 l’anale, 100 l’ora d’albergo.
Le ho pagato la scopata. Non si spoglia dalla vita in su e non accorda preliminari. Durante il pompino mostra una presa convinta e una propensione alla lavorazione di bocca non meramente meccanica che non so, però, se su tempi più prolungati sappia articolare in una appagante gamma di variazioni, perché sull’orale non ci siamo soffermati molto, dal momento che io ero parecchio su di giri causa astinenza e desideravo passare alla seconda parte. Per la scopata mi è venuta su lei senza problemi e ha pompato se non con foga perlomeno con agilità fino all’orgasmo (mio), peccando se vogliamo allorché si è sfilata subito, mentre avrebbe potuto assestare ancora qualche gradito colpo.
Nella comunicativa è molto brava a rompere il ghiaccio, si presenta, ti chiede il nome, il lavoro, ti fa qualche complimento, è gentile e a suo agio. Poi si spegne un po’, sia perché patisce una conoscenza dell’italiano ancora molto parziale, sia perché viene a scoprire in modo troppo diretto la sua strumentalità ultima, come quando mi chiede, prima di iniziare il pompino, se sono lungo a venire, esordio avvilente, o rivela altre sollecitudini, che male mascherano sollecitazioni, di questo tipo.