Lina, nel segno della Bilancia, esprime una Venere dal tratto estetico e amabile, ma troppo lontana dalla terra e dalla carne per generare, almeno ai primi incontri, le scintille di un sesso coinvolgente.
Aspetta a Monza, in viale Stucchi, direzione nord, all’altezza dello spartitraffico dell’uscita per la piscina, 45.5 729 92, 9.3 057 84. Eccezionalmente l’ho vista però anche poco più avanti, alla re-immissione della stessa strada sul viale, dove di norma stazionano delle colleghe.
Dichiara 21 anni, è una ragazza mora, capelli lunghi mossi, alta 1 e 70, dice lei, io avrei detto un pochino meno, snella e proporzionata, forse un po’ scarsa di seno, che non mi ha fatto vedere, ma mi è parso una seconda non marmorea. Il viso è un ovale grazioso, chiaro e pulito, reso interessante da qualche piccolo neo. Ha un profilo molto intrigante: tutta nerovestita, con i pantaloni di pelle che le fasciano magnificamente il culo e le cosce e il tocco particolare degli occhiali dalla montatura scura.
A vederla suscita il timore che possa essere una che se la tira a mille. Per fortuna la curiosità è stata più forte perché non è per niente così. È invece sorridente, distesa, gentile e molto pronta al ringraziamento per le piccole attenzioni che apprezza, comunicativa nei limiti del possibile: rumena, vanta un’ascendenza spagnola, direi comunque almeno un soggiorno spagnolo effettivo, perché capisce bene quello che dici ma di fatto ti parla in castigliano.
Purtroppo sul piano propriamente erotico mette in campo tutta una serie di controlli e distanze che inibiscono il pieno sviluppo della situazione. Innanzitutto ha un tariffario limitato: solo coperto, 20 pompino, 30 boccafiga, 100 per l’ora d’albergo, niente anale. A scopare in macchina ci sta alle varie posizioni, mentre quelle esterne me le ha negate.
Mi pare non solo ragionevolmente guardinga, ma quasi spaventata dai rischi del contatto. Per il pompino accetta l’uso del preservativo del cliente, ma per scopare vuole i suoi, dispone a sua volta di un set diversificato, di marca, per il solo pompino (più sottile) o per la scopata. A operazioni finite si deterge le mani con l’amuchina e credo voglia evitare il contatto con l’involtino che mi lascia in macchina.
Spontaneamente non si spoglia, giacca a parte, anche se poi, accondiscendente di carattere, quando ho chiesto ha tirato fuori un culetto candido e una potta depilata.
Anche i due pompini che mi ha fatto non li ho trovati trascinanti. Bisogna darle atto che perlomeno manipola la parte in modo non meccanico, non solo a segone cioè, ma effettuando un deciso e avvolgente massaggio esteso allo scroto. Il pompino esprime il meglio di sé in una succhiata convinta e non superficiale, ma d’altra parte a tratti si riduce ad un’imboccata statica mentre lo palpa con la mano. Entrambe le volte, visto che di per sé il trattamento non mi portava a conclusione, me lo sono fatto finire di mano (senza preservativo ma anche senza inondarla, cosa che ovviamente ha gradito molto).
Abbiamo provato due imboschi diversi: un parcheggio vicino che si svuota davvero solo a tarda notte, non il massimo, e uno invece molto più rassicurante, lontano, isolato, frequentato solo da colleghi e colleghe, ma nemmeno troppo buio.
Target: gli affascinati da un profilo tipo studentessa Erasmus spagnoleggiante, dall’abbigliamento provocante ma dal carisma soprattutto cerebrale, carina e cortese però ancora un po’ trattenuta, e chi è disposto a pazientare che Lina, qui da tre settimane, mi dice, si apra a qualche spunto di maggiore malizia.