Buongiorno Gama,
no, non è una sciocchezza il tuo pensiero, ma non per i risvolti religiosi che la morale comune erge come un muro invalicabile se si vuole essere persone "degne"... non è una sciocchezza per il semplice fatto che la tua personale sensibilità ti ha posto questo quesito. Ricette universali naturalmente non ce ne sono per risolvere la cosa, ognuno di noi ha un rapporto con la spiritualità che gli viene dalla propria educazione e dalle proprie esperienze, quindi, come hanno fatto tutti gli altri, ti "passo" il mio pensiero. Come te non sono un fervido credente, ne, tantomeno un assiduo praticante, ma "credo". Il problema principale è come vivere la propria spiritualità, senza cadere nel "comodo". Gli indirizzi del cattolicesimo sulla questione fanno riferimento ad "atti impuri" e a "non desiderare la donna di altri"... Vista da questa prospettiva, saresti "fregato" su tutta la linea, ma quel minimo di buon senso che ancora scorre nelle mie vene, da senso ad un pensiero un attimo più concreto. Se faccio sesso "libero" (pay o meno) non faccio del male a nessuno, da qualunque prospettiva la veda, non ci trovo nulla di impuro, anzi. E' un semplice atto di felicita, di sensazioni e di emozioni che spesso ci aiuta ad affrontare più serenamente la nostra vita, il nostro essere... Per quanto riguarda la donna di altri, nel caso specifico, la questione non si pone... Detto questo, quello che ritengo veramente importante è il rapporto che abbiamo con la spiritualità, che parte dal rapporto che abbiamo con noi stessi e, di conseguenza, con la religione. Se conosci l'ambiente ecclesiastico, forse avrai la possibilità di parlare, come è capitato a me, con qualche prete "illuminato", fortunatamente ce ne sono. Quello con cui ho parlato io mi ha espresso un concetto credo condivisibile e adatto alla tua situazione. A questo mondo siamo tutti peccatori, chi in un modo, chi in un altro. Non è la quantità di peccati che fa di noi delle persone per bene o meno, ma, come è ovvio, la qualità. Ora se fare sesso pay è peccato, lo è anche la mancanza di rispetto nel prossimo, in misura nettamente superiore. Tu, che ti poni un quesito, dimostri di avere, nell'occasione, un enorme rispetto nei confronti di tuo fratello. Lui è una persona fortunata ad averti come fratello, tu sei una persona perbene. Questa è la mia visione e soluzione.
Auguro a tuo fratello un matrimonio felice e a te tante serene trombate.
Livius