Questa recensione è forse un mezzo atto di pirateria nei confronti dell’eximius vir Porcellinus, che si riprometteva di mettere alla prova la ragazza. In tal caso, però, è un gesto di pirateria che singolarmente, immagino, non susciterà il disappunto ma il sollievo del collega, per i motivi che vado ad esporre.
Al posto che fu di una benemerita, il benzinaio Q8 di viale Cassala, a destra provenendo da piazza Napoli, dopo il cavalcavia, 45.44 60 03, 9.15 98 41, è comparsa da qualche tempo a questa parte una moretta. Va e viene dall’estero, magari fa una settimana, interrompe e poi riprende.
Visino quadrato, non da figa ma neanche sgradevole, capelli lisci oltre le spalle, alta sull’1,55, nel complesso minuta ma con cosce rinforzate, seconda di seno già calante, pancetta, non smagliante, insomma, per i 25 anni che dichiara.
È rumena, Nicole il suo nome d’arte, seriosa in postazione, nel rapporto comunicativa e gradevole. Parla bene, dice infatti di essere stata a lungo a Roma dove ha imparato un italiano con venature gergali, tanto che usa l’espressione “mongolo” per dare dello stupido, un frasario politicamente scorretto che non sentivo da credo vent’anni.
Il tariffario è limitato: solo con preservativo, 20 per il pompino, 30 per il boccafiga, niente anale, non dispone di una casa d’appoggio.
Porta in un parcheggio vicino, che dà sulla circonvallazione, dove a quell’ora non entra nessuno che non persegua i nostri stessi scopi, ma non rassicurante al massimo.
L’ho provata nel pompino e nella scopata. Dopo un orale scadente le ho dato una, per me non usuale in tali casi, seconda possibilità, ritenendo che dal suo approccio disteso potesse scaturire qualcosa di interessante, per constatare però che è priva di talento erotico.
Pompino: un su e giù frettoloso e perlopiù aiutato di mano (e nemmeno in modo particolarmente delicato, ma proprio a segone), dalla presa poco sensibile. Si posiziona rovesciandosi su di me in modo da schiacciarmi. Non si spoglia: lei farebbe persino la smorzacandela con la giaccia! Inoltre anche a giugno l’ho sempre vista piuttosto coperta (ancora il 12 giugno con pantaloni e giacca di pelle). Le chiedo io di farmi vedere il seno, lei ci prova per condiscendenza, ma riesce a togliersi la maglietta e a sistemarsi il reggiseno in modo tale da non farmi vedere niente ugualmente. Per quanto riguarda la scopata accetta, sempre con condiscendenza, di venirmi su lei sul sedile guidatore, ma innanzitutto non si toglie ma si limita a scostare le mutandine, gesto già degno delle più mediocri mestieranti, poi non appoggia i piedi sul sedile, l’unica postura che consente alla ragazza di accosciarsi e cavalcare bene, ma li infossa ai suoi lati, sicché sprofonda e non riesce a fare forza nella pompata. Meglio concludere a pecorina, accetta; le chiedo di sfilare le mutandine, accetta; e almeno finiamo, in modo non particolarmente gratificante.
I resti li ritira lei.
Piccole diffidenze e impazienze che, nonostante tutto, affiorano, non contribuiscono. Puntigliosa sul pagamento anticipato, vuole spegnere la luce dell’abitacolo (così durante il pompino, oltre a non toccare e a non sentire, posso dire anche di non vedere niente), è diffidente verso i preservativi che le offro, che alla fine accetta per il pompino ma non per la scopata. Mentre mi ricompongo non manca di buttare lì, pure discretamente, l’immancabile “siamo pronti?”.
Disarmante, come il sorriso con cui mi accoglie la seconda volta: “allora ti è piaciuto?”. Lasciamo perdere! Sulla strada del ritorno, dopo la ciulata, ho dovuto caricare la cingara inter omnes dilectissima per fare la pace con il sesso. Segnalata ad un’agenzia di ricollocazione professionale per un lavoro di relazione con il pubblico che però non coinvolga la sfera intima.
Al posto che fu di una benemerita, il benzinaio Q8 di viale Cassala, a destra provenendo da piazza Napoli, dopo il cavalcavia, 45.44 60 03, 9.15 98 41, è comparsa da qualche tempo a questa parte una moretta. Va e viene dall’estero, magari fa una settimana, interrompe e poi riprende.
Visino quadrato, non da figa ma neanche sgradevole, capelli lisci oltre le spalle, alta sull’1,55, nel complesso minuta ma con cosce rinforzate, seconda di seno già calante, pancetta, non smagliante, insomma, per i 25 anni che dichiara.
È rumena, Nicole il suo nome d’arte, seriosa in postazione, nel rapporto comunicativa e gradevole. Parla bene, dice infatti di essere stata a lungo a Roma dove ha imparato un italiano con venature gergali, tanto che usa l’espressione “mongolo” per dare dello stupido, un frasario politicamente scorretto che non sentivo da credo vent’anni.
Il tariffario è limitato: solo con preservativo, 20 per il pompino, 30 per il boccafiga, niente anale, non dispone di una casa d’appoggio.
Porta in un parcheggio vicino, che dà sulla circonvallazione, dove a quell’ora non entra nessuno che non persegua i nostri stessi scopi, ma non rassicurante al massimo.
L’ho provata nel pompino e nella scopata. Dopo un orale scadente le ho dato una, per me non usuale in tali casi, seconda possibilità, ritenendo che dal suo approccio disteso potesse scaturire qualcosa di interessante, per constatare però che è priva di talento erotico.
Pompino: un su e giù frettoloso e perlopiù aiutato di mano (e nemmeno in modo particolarmente delicato, ma proprio a segone), dalla presa poco sensibile. Si posiziona rovesciandosi su di me in modo da schiacciarmi. Non si spoglia: lei farebbe persino la smorzacandela con la giaccia! Inoltre anche a giugno l’ho sempre vista piuttosto coperta (ancora il 12 giugno con pantaloni e giacca di pelle). Le chiedo io di farmi vedere il seno, lei ci prova per condiscendenza, ma riesce a togliersi la maglietta e a sistemarsi il reggiseno in modo tale da non farmi vedere niente ugualmente. Per quanto riguarda la scopata accetta, sempre con condiscendenza, di venirmi su lei sul sedile guidatore, ma innanzitutto non si toglie ma si limita a scostare le mutandine, gesto già degno delle più mediocri mestieranti, poi non appoggia i piedi sul sedile, l’unica postura che consente alla ragazza di accosciarsi e cavalcare bene, ma li infossa ai suoi lati, sicché sprofonda e non riesce a fare forza nella pompata. Meglio concludere a pecorina, accetta; le chiedo di sfilare le mutandine, accetta; e almeno finiamo, in modo non particolarmente gratificante.
I resti li ritira lei.
Piccole diffidenze e impazienze che, nonostante tutto, affiorano, non contribuiscono. Puntigliosa sul pagamento anticipato, vuole spegnere la luce dell’abitacolo (così durante il pompino, oltre a non toccare e a non sentire, posso dire anche di non vedere niente), è diffidente verso i preservativi che le offro, che alla fine accetta per il pompino ma non per la scopata. Mentre mi ricompongo non manca di buttare lì, pure discretamente, l’immancabile “siamo pronti?”.
Disarmante, come il sorriso con cui mi accoglie la seconda volta: “allora ti è piaciuto?”. Lasciamo perdere! Sulla strada del ritorno, dopo la ciulata, ho dovuto caricare la cingara inter omnes dilectissima per fare la pace con il sesso. Segnalata ad un’agenzia di ricollocazione professionale per un lavoro di relazione con il pubblico che però non coinvolga la sfera intima.