Un recente articolo di giornale, di cui mi viene criptato l’indirizzo, ma reperibile facilmente cercando con Google le parole chiave “cittadino migrazione lucciole”, denunciando la colonizzazione erotico-mercenaria dei comuni a sud di Melegnano, ancora al riparo da persecuzioni, contrariamente alle intenzioni di denuncia, mi fornisce un utile suggerimento.
Non commento le posizioni espresse, con il relativo linguaggio ("piaga", "schiave del sesso" e altre banalizzazioni da vecchia sociologia del sesso di strada) e grazio lo sprovveduto residente & benpensante della facile battutaccia sulle di lui moglie e figlie che attira con l’ingenua dichiarazione, cui viene data un’enfasi da battuta del secolo: «Ci manca poco e ce le ritroviamo in casa». In casa, già, chissà… Penso piuttosto al lato pratico: alla nuova zona da esplorare.
Purtroppo quella scelta è una notte buia di temporale, che non ispira poetiche divagazioni sulla pioggia nell’imbosco, e che invece rallenta la marcia, confonde le strade e fa pentire di essere usciti di casa per cercare amori venali in terre (a me) sconosciute.
Finalmente a Vizzolo Predabissi, sulla via Emilia, a destra procedendo da Melegnano verso Lodi, all’incrocio con via Lombardia, identificabile con le coordinate 4 5 . 3 5 2 0 4 9 , 9 . 3 4 0 2 6 1 (usare Bing maps), una forma femminile, segnalata da ombrello e giacca sgargiante rossa, mi promette consolazione.
Si presenta come Alessandra/Alexandra, 22 anni, rumena.
È una ragazza minuta, sull’1 e 60, con curve invitanti e, da vestita, proporzionate su cosce e culo, dal bel visino ovale, occhi chiari, capelli biondi a coda di cavallo.
Il tariffario è ampio: 20 pompino coperto, 30 boccafiga coperto, 50 pompino scoperto, che mi avrebbe fatto per 40, ma non ci mettiamo d’accordo perché mi nega la venuta in bocca; 50 anale coperto. Fa anche l’albergo, però diventa un po’ esosa, perché mi ha detto che per la prestazione completa di culo chiede 150.
Mi fermo alla prestazione base di prova: il pompino con preservativo per 20. Ho fatto bene, perché dice di essere sul posto da due mesi, non so se abbia esperienze pregresse, ma sembra una principiante priva tanto di astuzie, quanto di abilità tecniche, cosa che ovviamente può avere il suo fascino.
Ci si apparta alla fine di una strada senza uscita, nella vicina zona industriale, in un posto dove non c’è nessuno e mi pare tranquillo.
Non si spoglia: fuori è fresco e umido e lei non veste una linea estiva, sicché la giacca di pelle e il pantalone aderente scuro mi consentono solo contatti esterni e nessuna visione significativa.
Anche la temperatura interna, quella emotiva, è freddina. Risponde alle mie domande ma non me ne fa; nel complesso, senza diventare indisponente, perché si pone con mitezza, resta distaccata. Tenta una rudimentale captatio benevolentiae, finalizzata a concordare una prestazione più varia, e meglio pagata, dicendomi che si è bagnata le scarpe, non c’è in giro nessuno, è quasi mezzanotte e sono il primo cliente. Ragazza mia, penso, ma se tu non sai offrire nessuno spunto per rendere l’incontro un po’ più invitante, nemmeno facendo il gesto minimo di aprire la giacca e offrirmi le tue carni fresche, non fai che bloccarmi a maggior ragione sulla mia scelta della soluzione a danno minimo.
La tecnica orale è primitiva: incappuccia subito e parte con un saliscendi aiutato abbondantemente di mano che protrae imperterrita senza variazioni sino alla fine, quando peraltro stacca subito, per poi strizzarmelo con la mano.
Conclusione in linea con tutto il resto, mi dice che non ha i fazzolettini, li ha dimenticati a casa. Metto via alla meno peggio il mio attrezzo di lavoro, mentre è quasi inutile dire che il goldone pieno va a spiaccicarsi sull’asfalto bagnato.
Non commento le posizioni espresse, con il relativo linguaggio ("piaga", "schiave del sesso" e altre banalizzazioni da vecchia sociologia del sesso di strada) e grazio lo sprovveduto residente & benpensante della facile battutaccia sulle di lui moglie e figlie che attira con l’ingenua dichiarazione, cui viene data un’enfasi da battuta del secolo: «Ci manca poco e ce le ritroviamo in casa». In casa, già, chissà… Penso piuttosto al lato pratico: alla nuova zona da esplorare.
Purtroppo quella scelta è una notte buia di temporale, che non ispira poetiche divagazioni sulla pioggia nell’imbosco, e che invece rallenta la marcia, confonde le strade e fa pentire di essere usciti di casa per cercare amori venali in terre (a me) sconosciute.
Finalmente a Vizzolo Predabissi, sulla via Emilia, a destra procedendo da Melegnano verso Lodi, all’incrocio con via Lombardia, identificabile con le coordinate 4 5 . 3 5 2 0 4 9 , 9 . 3 4 0 2 6 1 (usare Bing maps), una forma femminile, segnalata da ombrello e giacca sgargiante rossa, mi promette consolazione.
Si presenta come Alessandra/Alexandra, 22 anni, rumena.
È una ragazza minuta, sull’1 e 60, con curve invitanti e, da vestita, proporzionate su cosce e culo, dal bel visino ovale, occhi chiari, capelli biondi a coda di cavallo.
Il tariffario è ampio: 20 pompino coperto, 30 boccafiga coperto, 50 pompino scoperto, che mi avrebbe fatto per 40, ma non ci mettiamo d’accordo perché mi nega la venuta in bocca; 50 anale coperto. Fa anche l’albergo, però diventa un po’ esosa, perché mi ha detto che per la prestazione completa di culo chiede 150.
Mi fermo alla prestazione base di prova: il pompino con preservativo per 20. Ho fatto bene, perché dice di essere sul posto da due mesi, non so se abbia esperienze pregresse, ma sembra una principiante priva tanto di astuzie, quanto di abilità tecniche, cosa che ovviamente può avere il suo fascino.
Ci si apparta alla fine di una strada senza uscita, nella vicina zona industriale, in un posto dove non c’è nessuno e mi pare tranquillo.
Non si spoglia: fuori è fresco e umido e lei non veste una linea estiva, sicché la giacca di pelle e il pantalone aderente scuro mi consentono solo contatti esterni e nessuna visione significativa.
Anche la temperatura interna, quella emotiva, è freddina. Risponde alle mie domande ma non me ne fa; nel complesso, senza diventare indisponente, perché si pone con mitezza, resta distaccata. Tenta una rudimentale captatio benevolentiae, finalizzata a concordare una prestazione più varia, e meglio pagata, dicendomi che si è bagnata le scarpe, non c’è in giro nessuno, è quasi mezzanotte e sono il primo cliente. Ragazza mia, penso, ma se tu non sai offrire nessuno spunto per rendere l’incontro un po’ più invitante, nemmeno facendo il gesto minimo di aprire la giacca e offrirmi le tue carni fresche, non fai che bloccarmi a maggior ragione sulla mia scelta della soluzione a danno minimo.
La tecnica orale è primitiva: incappuccia subito e parte con un saliscendi aiutato abbondantemente di mano che protrae imperterrita senza variazioni sino alla fine, quando peraltro stacca subito, per poi strizzarmelo con la mano.
Conclusione in linea con tutto il resto, mi dice che non ha i fazzolettini, li ha dimenticati a casa. Metto via alla meno peggio il mio attrezzo di lavoro, mentre è quasi inutile dire che il goldone pieno va a spiaccicarsi sull’asfalto bagnato.