Dopo tanto tempo ecco una mia nuova rece.
Stamattina rientrando a piedi dal noto supermercato di Via Corridoni, lungo la via pedonale Via Gasparino da Barzizza, vengo fermato da una negretta che staziona contro una recinzione e, con un bel sorriso mi chiede l’elemosina. La tipa è minuta, intabarrata con un vestito rosato e con cappellino in testa, non è più giovanissima, ma di aspetto è piacevole. Le allungo un euro ma mi fa pena e le propongo di offrirle qualcosa da mangiare. Un po titubante, ma affamata accetta di seguirmi e così la porto alla mia auto parcheggiata non distante, dove le offro un paio di panini, dei crackers e una bottiglietta d’acqua. Ci sediamo in auto perché fuori fa freddo e la osservo mentre trangugia il cibo e ingolla l’acqua. Non sazia però mi chiede altra roba da mangiare e comincia ad insistere perché ha fame, al che un po arrabbiato (perché come al solito tu dai un dito e l’altro ti chiede il braccio) le dico di accontentarsi del mio gesto. Ma lei insiste e cambiando atteggiamento, mi mette una mano sulla patta, sorridendomi con sguardo malizioso, proponendo un baratto: tu dai qualcosa a me e io do qualcosa a te. Capita l’antifona, le dico ok e alla proposta di VU-40 per un bbj , accetto, trovandomela subito con la mano aperta. Le propongo di spostarci ma lei insiste per restare sul posto perché non vuole rischiare. Purtroppo sono però in un parcheggio pubblico di un quartiere residenziale e la privacy è pressoché nulla. Esco allora dall’abitacolo per vedere se circola gente, ma non vedo nessuno . Rientro allora e copro il parabrezza con uno schermo da sole , almeno per non essere notato dall’alto. Allungo il pattuito alla tipa, calo i calzoni e attendo l’inizio del lavoro, che non avviene perché la tipa mi chiede la copertura, ma non posseggo nessun impermeabile e le dico di fare senza ma lei controbatte che per quello occorre dare qualcosa di più e mi chiede altri VU-40. Non insisto, visto il rate basso e glieli allungo, dicendole che glene darò altrettanti alla fine, ancora, se farà CIM, lei li pretende subito e una volta in mano apre le danze. Il lavoro si rivela non male, la bocca è calda anche se le mani gelate, ma l’andirivieni arriva a mezz’asta . Ogni tanto le spingo la testa verso il basso con una mano e lei si lascia fare. Giungo al momento fatidico , ma lei si scosta proseguendo di falegnameria, forse per la paura di assaggiarmi. Io allora insisto che prosegua perché sono ancora lontano (le dico così ma non è vero) e le chiedo di affondarlo tutto in gola. Continua così il lavoro e accenna qualche d.t. ma io le afferro la testa con entrambe le mani e le schizzo tutta la crema in gola obbligandola a prenderla tutta. Sorpresa si scosta da me, ancora con la bocca aperta , da cui le esce la mia crema, mentre ancora schizzo e ancora le vengo addosso. La tipa sputa il mio nettare dove capita, ma il rutto che le esce mi fa capire che un po di seme deve averlo ingollato ed esce dall’auto lasciando la portiera aperta e andandosene senza dire niente. Rimango col cazzo ancora gocciolante a ripulirmi in fretta, chiudo la portiera laterale e me ne vado soddisfatto, prima che arrivi al parcheggio una allegra famigliola. Anche oggi ho fatto un opera di (p) b-ene . Non sono del calibro del Rag. , ma spero che vi sia piaciuta la mia descrizione.
Stamattina rientrando a piedi dal noto supermercato di Via Corridoni, lungo la via pedonale Via Gasparino da Barzizza, vengo fermato da una negretta che staziona contro una recinzione e, con un bel sorriso mi chiede l’elemosina. La tipa è minuta, intabarrata con un vestito rosato e con cappellino in testa, non è più giovanissima, ma di aspetto è piacevole. Le allungo un euro ma mi fa pena e le propongo di offrirle qualcosa da mangiare. Un po titubante, ma affamata accetta di seguirmi e così la porto alla mia auto parcheggiata non distante, dove le offro un paio di panini, dei crackers e una bottiglietta d’acqua. Ci sediamo in auto perché fuori fa freddo e la osservo mentre trangugia il cibo e ingolla l’acqua. Non sazia però mi chiede altra roba da mangiare e comincia ad insistere perché ha fame, al che un po arrabbiato (perché come al solito tu dai un dito e l’altro ti chiede il braccio) le dico di accontentarsi del mio gesto. Ma lei insiste e cambiando atteggiamento, mi mette una mano sulla patta, sorridendomi con sguardo malizioso, proponendo un baratto: tu dai qualcosa a me e io do qualcosa a te. Capita l’antifona, le dico ok e alla proposta di VU-40 per un bbj , accetto, trovandomela subito con la mano aperta. Le propongo di spostarci ma lei insiste per restare sul posto perché non vuole rischiare. Purtroppo sono però in un parcheggio pubblico di un quartiere residenziale e la privacy è pressoché nulla. Esco allora dall’abitacolo per vedere se circola gente, ma non vedo nessuno . Rientro allora e copro il parabrezza con uno schermo da sole , almeno per non essere notato dall’alto. Allungo il pattuito alla tipa, calo i calzoni e attendo l’inizio del lavoro, che non avviene perché la tipa mi chiede la copertura, ma non posseggo nessun impermeabile e le dico di fare senza ma lei controbatte che per quello occorre dare qualcosa di più e mi chiede altri VU-40. Non insisto, visto il rate basso e glieli allungo, dicendole che glene darò altrettanti alla fine, ancora, se farà CIM, lei li pretende subito e una volta in mano apre le danze. Il lavoro si rivela non male, la bocca è calda anche se le mani gelate, ma l’andirivieni arriva a mezz’asta . Ogni tanto le spingo la testa verso il basso con una mano e lei si lascia fare. Giungo al momento fatidico , ma lei si scosta proseguendo di falegnameria, forse per la paura di assaggiarmi. Io allora insisto che prosegua perché sono ancora lontano (le dico così ma non è vero) e le chiedo di affondarlo tutto in gola. Continua così il lavoro e accenna qualche d.t. ma io le afferro la testa con entrambe le mani e le schizzo tutta la crema in gola obbligandola a prenderla tutta. Sorpresa si scosta da me, ancora con la bocca aperta , da cui le esce la mia crema, mentre ancora schizzo e ancora le vengo addosso. La tipa sputa il mio nettare dove capita, ma il rutto che le esce mi fa capire che un po di seme deve averlo ingollato ed esce dall’auto lasciando la portiera aperta e andandosene senza dire niente. Rimango col cazzo ancora gocciolante a ripulirmi in fretta, chiudo la portiera laterale e me ne vado soddisfatto, prima che arrivi al parcheggio una allegra famigliola. Anche oggi ho fatto un opera di (p) b-ene . Non sono del calibro del Rag. , ma spero che vi sia piaciuta la mia descrizione.