Dopo lo scialo del periodo carnevalesco che non ho mancato di confidarvi, mi sono imposto, almeno a breve, un freno quaresimale. Senza estreme soluzioni penitenziali, mi avvio perlomeno lungo un itinerario in cui spero di intercettare qualche saldo, via Ripamonti e poi la Binasca, senza pensare di riuscire ad approfittare di una vera svendita. La liquidazione si teneva alla rotonda di Siziano, quella che smista il traffico fra una stradina di campagna, il tracciato della Binasca e il centro abitato, presidiata di giorno e di notte. Coordinate: 4 5. 3 2 5 8 2 5, 9. 2 0 1 1 4 8.
La venditrice era Alessandra, una mora, alta fra l’uno e 65 l’uno e 70, capelli lunghi raccolti, ben piantata di corporatura: il seno non l’ho visto, era copertissima e allacciatissima, le cosce, fra minigonna e stivali, ben tornite. Non è una sventola, intendiamoci bene, ma neanche una arpia: dichiara 34 anni e li dimostra tutti; ha un viso anonimo, dal profilo quadrangolare.
Probabilmente si è trattato di un’offerta occasionale, perché a distanza di due giorni nello stesso punto ho incontrato un’altra ragazza, che ha un po’ rivendicato come suo quel posto, dove stazionerebbe da più mesi, e ha detto di non conoscere questa Alessandra (riferisco in
http://gnoccaforum.com/esco…). La cosa mi è parsa molto molto strana. Se si sia trattato del passaggio di una meteora ancora alla ricerca di un approdo lo diranno altri, però, perché a causa dell’incontro con una pattuglia di carabinieri per qualche tempo penserei di non far subito i miei controlli in zona (
http://gnoccaforum.com/esco…). Certo è che, non per l’estetica, non per il servizio in sé, che pareva molto improvvisato, ma per il prezzo di sicuro mi interesserebbe capire se e dove si fermerà.
Le domando per quanto mi fa un pompino.
Risposta: 30.
È troppo, le altre chiedono 20.
Va bene 20.
E senza preservativo?
Te l’ho detto! 20.
Fine del dialogo, perché io non sono sordo, ma non sono pirla, e mi aspettavo che per lo scoperto volesse di più. Invece no, resto un po’ incredulo ma la carico subito. Altro non ho chiesto perché lo spunto erotico di cercare qualcosa di più non me l’ha dato. In ogni caso è stata onesta, perché a questo punto io, sempre incredulo, mi aspettavo comunque un rilancio successivo: la solita frase “però non mi vieni in bocca” e conseguente riapertura della trattativa. Invece no, vuoi la serata fresca o il poco movimento che lamentava, vuoi che sta cercando di racimolare qualcosa intanto che si trova una sua postazione fissa, ma 20 abbiamo pattuito e 20 sono restati.
Mi è risultata anche simpatica. Dice l’essenziale, raccontandomi di essere romena e non molto altro, anche perché il tragitto verso l’imbosco è così breve da non offrire il tempo per socializzare. Però mi piace la sua risata aperta: ad esempio quando le è suonato il cellulare durante il pompino ed è riuscita, con elasticità quasi contorsionistica e soprattutto senza sfilarsi l’uccello di bocca, a recuperare il telefono e vedere perlomeno chi la cercava, e io ho sottolineato le sue abilità, è proprio scoppiata a ridere.
L’imbosco è un semplice angolino a lato di una strada senza uscita. Infatti non c’è quasi transito, l’unica macchina passa proprio appena ci fermiamo, cosa che infatti al momento mi insospettisce. Anche Alessandra si fa incerta: magari sono i carabinieri. Invece non sono i carabinieri e procediamo. La pattuglia mi sarebbe toccata due giorni dopo!
Non igienizza preliminarmente, non si spoglia e resta seduta sul sedile passeggero. Non le ho chiesto di spogliarsi perché in fondo non mi dispiace, ovviamente fra altre, senz’altro più ricche e gratificanti, esperienze possibili, questa situazione limite dell’amore di strada, la purezza di una sorta di grado zero del sesso, in cui io divento solo cazzo e lei solo bocca, senza cornici. Mi accontento di palparle un po’ il culo e intanto lei lavora. Il trattamento è dolce ma ripetitivo, fa semplicemente su e giù con le labbra fino a mezz’asta, in una fase intermedia accompagna con la mano che però le dirotto subito sullo scroto. Se non ci mette grande fantasia durante, è invece brava in fondo: sentendomi venire interrompe il saliscendi ma continua la sensibilizzazione nella sua bocca e mantiene il contatto fino all’ultima goccia, e i fiotti devono sgorgare copiosi a causa dell’astensione di alcuni giorni, e anche oltre l’ultima goccia. Quindi sputa la sostanza e/o si deterge la lingua nel fazzolettino che poi sbatte fuori dalla macchina, per terra, uno dei riti di chiusura che preferisco. Le posso ben offrire una meritata caramella alla menta per cambiare sapore.