Dopo averla vista più volte e, se non erro, senza aver letto niente di lei, ho incontrato Claudia due volte. Le coordinate sono inservibili, perché Google maps usa un sistema di ri-puntamento sul civico più vicino e, per quanto possa essere precisa la rilevazione, l’esito è comunque la visualizzazione di un luogo a qualche decina di metri. Cerco quindi di spiegarmi in modo dettagliato. Percorrendo la SP 40 Binasca, procedendo da Melegnano verso Binasco, si arriva alla rotonda di Siziano. Andando dritti si entra nel territorio di Lacchiarella, accolti dal ridicolo cartello che vieta la contrattazione di prestazioni sessuali in tutto il comune; a sinistra si entra nel centro di Siziano; a destra si imbocca una strada senza uscita che si inoltra in campagna. Lei staziona subito all’inizio di quest’ultima stradetta.
Copre il turno diurno, dunque arriva nel corso della tarda mattinata e si ritira verso le diciassette e trenta.
Dice di avere 24 anni e di venire dall’Ucraina.
È altra 1,55 circa. Ha capelli biondi lunghi, un viso carino, ovale, che appare grosso in rapporto al corpo minuto e la fa, in qualche modo, più adulta. In sostanza è il tipo della piccoletta formosa ma non debordante. Il culo mi piace proprio, già valorizzato dai leggings neri, nudo era bello da guardare e palpare. Il seno, per quello che posso valutare, perché lo ha estratto ma non si è denudata completamente, è una terza piena un po’ morbida, con capezzolo grande e scuro. Ha un po’ di pancetta e figa depilata.
Fa il pompino a 20 euri come tutte, il boccafiga a 30, nega l’anale, nega servizi scoperti. Chiede 100 euri per un’ora in albergo. Io le ho pagato una volta il pompino, una volta il boccafiga.
Ha diversi imboschi, per il solo pompino, per la scopata, per la scopata all’aperto. Il primo non è rassicurante, un angolino su una strada, invero non frequentata per il tempo in cui ci siamo fermati, ma poco lontano dall’imbarco. Il secondo è buono, lontano dal luogo in cui la si carica, però aperto e visibile da lontano. Del terzo mi ha parlato lei, ma non l’ho visitato. Nel complesso non sarebbe neanche una cattiva organizzazione, se non fosse che si tratta di situazioni rigide. Metti che ti viene voglia di chiederle di più o cambiare in corso; beh, per scopare dove fa il solo pompino bisogna avere una certa voglia di rischiare e se fossimo usciti dall’auto nella frasca deputata alla scopata al chiuso saremmo stati segnalati per atti osceni!
Tecnicamente è sufficiente, vorrei premiare l’impegno ma non posso darle un voto più alto. Usa i goldoni rossi della Serena. Inguanta a uccello moscio, poi stimola un po’ con la mano, quindi attacca il pompino: tende a usare la mano durante, che le ricolloco io sullo scroto; si limita al saliscendi. D’altro canto insaliva adeguatamente, cerca di non limitarsi proprio alla cappella, intensifica via via il ritmo. Insomma, una certa sensibilità la trasmette. L’effetto più notevole è che a mano a mano che si ingrossa nella sua bocca sento più forte la sua morsa (non lo stridere dei denti): può piacere o meno, a me è piaciuto. Con la scopata abbiamo provato un paio di posizioni, sul sedile posteriore: lei a cavalcioni su di me, pancia contro pancia, e a pecora. Nella prima posizione lei scambiava con me uno sguardo intenso. Un po’ per le dimensioni dell’abitacolo, un po’ per impaccio mio, un po’ per impaccio suo, le posizioni si sono rivelate entrambe stancanti e abbiamo chiuso di nuovo con il pompino. Lei non è menosa per niente: ha cercato di accontentarmi con le posizioni; si è rimessa in bocca uccello e goldone dopo la penetrazione vaginale senza le schizzinosità di altre.
È una persona gradevole. Tranquilla, sorridente, nella conversazione rilancia sempre, cioè se le domandi l’età, la provenienza ecc., poi ti chiede: “e tu”? Ti racconta anche di sé: un viaggio, il suo rapporto con la tecnologia. Mi ha fatto ridere soprattutto come ha manifestato quella vocazione alla frottola, però non priva di un qualche talento surreale, che evidentemente ha in comune con molte sue colleghe. Sale in macchina, infatti, con occhiali da sole e io le chiedo cavallerescamente: di che colore hai gli occhi dietro quelle lenti nere? Claudia, decisa: marroni. Bene. Poi, quando comincia a succhiarmelo, toglie gli occhiali e mostra degli occhioni grigi cui il sole del primo pomeriggio dona riflessi verdi. Il gusto di falsificare persino il colore degli occhi, per un tempo di un paio di minuti perché è ovvio che poi vieni sgamata, non l’avevo mai riscontrato finora; l’ho presa un po’ giro e lei si è fatta una risata.
Copre il turno diurno, dunque arriva nel corso della tarda mattinata e si ritira verso le diciassette e trenta.
Dice di avere 24 anni e di venire dall’Ucraina.
È altra 1,55 circa. Ha capelli biondi lunghi, un viso carino, ovale, che appare grosso in rapporto al corpo minuto e la fa, in qualche modo, più adulta. In sostanza è il tipo della piccoletta formosa ma non debordante. Il culo mi piace proprio, già valorizzato dai leggings neri, nudo era bello da guardare e palpare. Il seno, per quello che posso valutare, perché lo ha estratto ma non si è denudata completamente, è una terza piena un po’ morbida, con capezzolo grande e scuro. Ha un po’ di pancetta e figa depilata.
Fa il pompino a 20 euri come tutte, il boccafiga a 30, nega l’anale, nega servizi scoperti. Chiede 100 euri per un’ora in albergo. Io le ho pagato una volta il pompino, una volta il boccafiga.
Ha diversi imboschi, per il solo pompino, per la scopata, per la scopata all’aperto. Il primo non è rassicurante, un angolino su una strada, invero non frequentata per il tempo in cui ci siamo fermati, ma poco lontano dall’imbarco. Il secondo è buono, lontano dal luogo in cui la si carica, però aperto e visibile da lontano. Del terzo mi ha parlato lei, ma non l’ho visitato. Nel complesso non sarebbe neanche una cattiva organizzazione, se non fosse che si tratta di situazioni rigide. Metti che ti viene voglia di chiederle di più o cambiare in corso; beh, per scopare dove fa il solo pompino bisogna avere una certa voglia di rischiare e se fossimo usciti dall’auto nella frasca deputata alla scopata al chiuso saremmo stati segnalati per atti osceni!
Tecnicamente è sufficiente, vorrei premiare l’impegno ma non posso darle un voto più alto. Usa i goldoni rossi della Serena. Inguanta a uccello moscio, poi stimola un po’ con la mano, quindi attacca il pompino: tende a usare la mano durante, che le ricolloco io sullo scroto; si limita al saliscendi. D’altro canto insaliva adeguatamente, cerca di non limitarsi proprio alla cappella, intensifica via via il ritmo. Insomma, una certa sensibilità la trasmette. L’effetto più notevole è che a mano a mano che si ingrossa nella sua bocca sento più forte la sua morsa (non lo stridere dei denti): può piacere o meno, a me è piaciuto. Con la scopata abbiamo provato un paio di posizioni, sul sedile posteriore: lei a cavalcioni su di me, pancia contro pancia, e a pecora. Nella prima posizione lei scambiava con me uno sguardo intenso. Un po’ per le dimensioni dell’abitacolo, un po’ per impaccio mio, un po’ per impaccio suo, le posizioni si sono rivelate entrambe stancanti e abbiamo chiuso di nuovo con il pompino. Lei non è menosa per niente: ha cercato di accontentarmi con le posizioni; si è rimessa in bocca uccello e goldone dopo la penetrazione vaginale senza le schizzinosità di altre.
È una persona gradevole. Tranquilla, sorridente, nella conversazione rilancia sempre, cioè se le domandi l’età, la provenienza ecc., poi ti chiede: “e tu”? Ti racconta anche di sé: un viaggio, il suo rapporto con la tecnologia. Mi ha fatto ridere soprattutto come ha manifestato quella vocazione alla frottola, però non priva di un qualche talento surreale, che evidentemente ha in comune con molte sue colleghe. Sale in macchina, infatti, con occhiali da sole e io le chiedo cavallerescamente: di che colore hai gli occhi dietro quelle lenti nere? Claudia, decisa: marroni. Bene. Poi, quando comincia a succhiarmelo, toglie gli occhiali e mostra degli occhioni grigi cui il sole del primo pomeriggio dona riflessi verdi. Il gusto di falsificare persino il colore degli occhi, per un tempo di un paio di minuti perché è ovvio che poi vieni sgamata, non l’avevo mai riscontrato finora; l’ho presa un po’ giro e lei si è fatta una risata.