CITTA DELL'INCONTRO: Roma
NOME INSERZIONISTA: Elena
NAZIONALITA': italiana
ETA': ne dichiara 29
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: le foto potrebbero essere sue
SERVIZI FRUITI: BBJ, RAI1
RATE DI PARTENZA: VU per BJ e RAI1, VU+20 per BBJ e RAI1, 2 VU con RAI2, 3 VU per un’ora (tutto compreso)
RATE CONCORDATO: 3 VU
DURATA DELL’INCONTRO: 60 minuti
DESCRIZIONE FISICA: ragazza formosa, sui 160 cm scarsi di altezza, seno naturale (più una quarta che una terza misura, direi)
ATTITUDINE: ottima
REPERIBILITA': buona
FUMATRICE: non so
INDEX: IDXe0bc6119445972c10da1900f769e1985
BARRIERE ARCHITETTONICHE: sì
http://www.bakekaincontrita…
Non so cosa accada, a volte, dentro di me, nel soma e nella psiche. Sta di fatto che a un certo punto, chissà per quale misterioso fenomeno o influsso, avverto pulsioni che mi spingono là dove giammai mi dirigerei se continuassi a fare applicazione dei criteri che ordinariamente mi guidano (anche) nella scelta delle pay. Ciò che considero deteriore e volgare – trash, per esprimere il concetto con una parola sola – esercita su di me, in quei momenti, un’attrazione cui non riesco a resistere.
Di ciò ho preso coscienza per la prima volta a Bologna, pochi mesi fa. Ero reduce dall’incontro con una creatura incantevole (se dopo desiderate leggerlo, il racconto di quel convegno è qui: http://gnoccaforum.com/esco…(la-mia-prima-volta-non-si-scorda-mai)-un-grande-ritorno-per-me/285/ ) che avrei posseduto ben volentieri per un tempo più lungo dell’ora concordata, fino ad annichilire la brama che lei aveva acceso in me. Il senso di frustrazione generato dal forzoso distacco da quella donna aveva generato un’irrequietezza che neanche una buona cena e un generoso calice di Sangiovese erano riusciti a placare. Forse, un altro incontro mi avrebbe tratto fuori da quella condizione di disagio.
Spulciando nello scaffale, continuavo a soffermarmi sulle foto di una ragazza che, adagiata su un fianco, metteva in mostra cosce ben tornite, sormontate da glutei rotondi e all’apparenza molto sodi. Si trattava degli unici particolari degni di nota in un corpo che non presentava altre attrattive; eppure, nonostante scorressi le immagini di tante giovani molto avvenenti, solo le foto di quella ragazza attizzavano in me la fiamma del desiderio. Andai a farle visita, quindi, e affrontai, in maniera un po’ dissennata, situazioni in cui mai mi ero cacciato fino a quel giorno.
Attesi per mezz’ora che Xxxxxxx rientrasse. Pur avendola vista rincasare con un’altra donna e con un uomo, non rinunciai all’incontro e, quando mi chiamò, raggiunsi davanti al portone lei e le altre due persone. Salii lestamente le scale, senza proferire verbo oltre a un “Ciao” di saluto, fino al sesto piano di un opaco casermone della periferia bolognese. In una camera spoglia di un appartamento in cui regnava un indecente disordine, mi feci possedere da una donna oggettivamente brutta di viso e dal corpo tutt’altro che armonioso, mentre la coinquilina si dedicava, su un divano nel soggiorno, all’altro avventore. Quando Xxxxxxx fu sazia di me (per esprimere la sua soddisfazione, pronunciò la frase: “Mi hai ucciso!...&rdquo, la penetrai a pecorina, cercando la massima profondità, spingendo più forte ogni volta che lei avanzava per attutire i colpi e attingendo così, dopo pochi minuti, un orgasmo che fu, nonostante tutto, molto intenso.
In macchina, sulla via del ritorno, mi ponevo domande alle quali non riuscivo a rispondere: “Perché ho accettato quella situazione?”; “Come ho potuto avere un rapporto sessuale con una donna la cui unica attrattiva era il posteriore?”; “Che cosa ha scatenato tanta eccitazione e un piacere così intenso?”. Ero turbato, ma non potevo fare altro che prendere atto di quanto era avvenuto e riflettere sull’imprudenza che, per certi versi, aveva caratterizzato i miei comportamenti.
Vi starete domandando perché abbia anteposto il racconto di quell’episodio occorso a Bologna al resoconto dell’incontro con Elena.
Il principale (ma non l’unico) punto di contatto tra le due esperienze è rappresentato dal fatto che entrambe sono catalogabili come deviazioni da un percorso, frutto, l’una e l’altra, di estemporanee deroghe ai criteri che hanno generalmente orientato le mie scelte. Per questo motivo, credo, nell’accingermi a narrare la seconda, mi è sovvenuta la prima. Se, tuttavia, si prescinde dall’evidenziato tratto comune, sono profonde le differenze tra le due vicende. Non ho narrato l’episodio di Bologna a tempo debito perché, sostanzialmente, me ne vergognavo. Non potrei dire lo stesso, invece, a proposito dell’incontro con Elena (tanto è vero che lo sto raccontando). Insomma, la “rivelazione” assolve, in questo caso, una funzione catartica. Avevo bisogno di qualcuno cui rendere la mia “confessione”. E a chi potevo chiedere di sobbarcarsi cotanto onere se non a voi, amici miei virtuali?
Già vi odo formulare la seguente obiezione: “Non potevi scrivere, allora, anche per rispettare un criterio di... competenza territoriale, una recensione per gli amici felsinei – proprio come hai fatto altre volte – e risparmiare l’onere di cui parli a noi della sezione romana?”. Vi comprendo, amici, ma vi prego di credermi: né la donna né l’incontro meritavano di assurgere a dignità, rispettivamente, di soggetto da recensire e di esperienza da raccontare autonomamente.
Venendo alla ragazza che si propone nelle vesti di “Segretaria sexy dolce e... zoccoletta”, posso dire, innanzitutto, per precisarne la descrizione fisica, che Elena è, per me, entro i limiti del curvy (non è, quindi, né “fat” né “chubby&rdquo. La statura non elevata in qualche misura esalta – diciamo così – la sua floridezza.
Quando la contatto, tiene a espormi la tariffa (v. la scheda) senza che io le abbia chiesto alcunché. Alla mia presa d’atto, mi dice di recarmi in Via Del Viminale e di richiamarla una volta arrivato lì per ricevere ulteriori istruzioni. La richiamo dopo venti minuti circa. A questo punto, però, anziché fornirmi l’indirizzo preciso, mi pone alcune domande: “Hai visto le foto?”; “Ricordi quello che ti ho detto a proposito del regalino?”; “Che cosa vuoi fare?”. Dopo averla rassicurata in merito alla qualità della mia memoria, non così volatile da aver perso le informazioni acquisite appena venti minuti prima, le chiedo di poter concordare di persona il programma dell’incontro. Lei, però, è rigida: “No, me lo devi dire adesso, perché ci sono altri uomini che stanno aspettando nei dintorni”. Per un attimo sono tentato di ribattere: “Non farli aspettare…”, poi decido di azzardare, di andare a vedere il “buio”, e le propongo un incontro di un’ora (tanto lo so che è questo il tempo di cui ho bisogno). Lei indica la contropartita economica, io la accetto e l’accordo è concluso per telefono, fuori dal... locale commerciale (avrò il diritto di recesso?).
L’appartamento in cui riceve sembra adibito a studio professionale: la location è perfettamente attinente, quindi, al personaggio che Elena ha scelto di incarnare nel proporsi alla comunità dei punter.
Mi sorride sull’uscio e continua a farlo quando, dopo avermi condotto nella stanza in fondo al corridoio a destra, si avvicina per baciarmi. La blocco per chiederle: “Come mai tutte quelle domande?”. Lei risponde: “Sono costretta a farle, amore, perché alcuni mi fanno solo perdere tempo”, poi introduce la lingua nella mia bocca, mugolando. “Ti piace baciare...”, commento. Conferma con un “Sì!”, mi bacia ancora, mi tocca, indi mi slaccia la cintura e fa per abbassarmi i pantaloni. Chiedo di usufruire del bagno, ma mi dice che ci pensa lei; quando, poi, specifico che vorrei anche sciacquarmi la bocca con il collutorio, obietta che non è necessario. Mi rassegno, allora, e mi faccio spogliare. Ripongo i miei indumenti su una sedia e mi accosto a lei, che intanto si è seduta sul bordo del letto con le gambe incrociate.
Dopo avermi pulito con una salvietta igienica il glande e lo strato interno del prepuzio, si dedica alla mia asta con movimenti non profondi ed eccessivamente delicati, accompagnati da una sorta di massaggio scrotale. Mi distendo sul letto (sotto il quale è posta una tavola di legno che lo rende alquanto duro) e la invito a giacere accanto a me. Geme al solo contatto del mio corpo con il suo. Si solleva, si rannicchia al mio fianco e, afferrato nuovamente il membro, si produce in qualche affondo con la bocca, mentre io ho modo di apprezzarne il posteriore. In quella posizione, accarezzo, palpeggio, bacio e mordicchio le sue rotonde carni. La tocco e mi accorgo che è molto lubrificata. Mi fa indossare un profilattico e mi domanda: “Come vuoi scopare?”. La invito a venire sopra di me, e lei esegue. Dopo avermi introdotto dentro di sé con cautela, cerca subito la penetrazione profonda, che è agevolata dall’abbondante lubrificazione. Conseguito il contatto con il mio pube, si muove in modo da non perderlo, limitando gli spostamenti verticali e preferendo quelli in senso orizzontale. Spinge molto, ansima, si china su di me, si solleva, incrementa il ritmo, segue le sensazioni di piacere che prova fino a restarne sopraffatta in pochi minuti. Appagata, sente il bisogno di gratificarmi e mi dice: “Bravo!” (ma ha fatto tutto lei...). Di lì a poco raggiungo anch’io un orgasmo molto intenso.
Passando senz’altro a qualche valutazione conclusiva, Elena è alquanto lontana dallo standard che prediligo. Posso affermare, però, che la sedicente “segretaria”: a) può essere sessualmente eccitante (e per me lo è stata); b) è sicuramente dolce, se vuole; c) per quanto riguarda, infine, l’appellativo “zoccoletta”, se lo attribuisce legittimamente, a giudicare da quel che ho personalmente sperimentato, se vuole far intendere, adoperando quel termine, che è bramosa di piacere sessuale.
Cordiali saluti a tutti e sentiti ringraziamenti a quanti vorranno impegnarsi in una lettura non breve.
NOME INSERZIONISTA: Elena
NAZIONALITA': italiana
ETA': ne dichiara 29
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: le foto potrebbero essere sue
SERVIZI FRUITI: BBJ, RAI1
RATE DI PARTENZA: VU per BJ e RAI1, VU+20 per BBJ e RAI1, 2 VU con RAI2, 3 VU per un’ora (tutto compreso)
RATE CONCORDATO: 3 VU
DURATA DELL’INCONTRO: 60 minuti
DESCRIZIONE FISICA: ragazza formosa, sui 160 cm scarsi di altezza, seno naturale (più una quarta che una terza misura, direi)
ATTITUDINE: ottima
REPERIBILITA': buona
FUMATRICE: non so
INDEX: IDXe0bc6119445972c10da1900f769e1985
BARRIERE ARCHITETTONICHE: sì
http://www.bakekaincontrita…
Non so cosa accada, a volte, dentro di me, nel soma e nella psiche. Sta di fatto che a un certo punto, chissà per quale misterioso fenomeno o influsso, avverto pulsioni che mi spingono là dove giammai mi dirigerei se continuassi a fare applicazione dei criteri che ordinariamente mi guidano (anche) nella scelta delle pay. Ciò che considero deteriore e volgare – trash, per esprimere il concetto con una parola sola – esercita su di me, in quei momenti, un’attrazione cui non riesco a resistere.
Di ciò ho preso coscienza per la prima volta a Bologna, pochi mesi fa. Ero reduce dall’incontro con una creatura incantevole (se dopo desiderate leggerlo, il racconto di quel convegno è qui: http://gnoccaforum.com/esco…(la-mia-prima-volta-non-si-scorda-mai)-un-grande-ritorno-per-me/285/ ) che avrei posseduto ben volentieri per un tempo più lungo dell’ora concordata, fino ad annichilire la brama che lei aveva acceso in me. Il senso di frustrazione generato dal forzoso distacco da quella donna aveva generato un’irrequietezza che neanche una buona cena e un generoso calice di Sangiovese erano riusciti a placare. Forse, un altro incontro mi avrebbe tratto fuori da quella condizione di disagio.
Spulciando nello scaffale, continuavo a soffermarmi sulle foto di una ragazza che, adagiata su un fianco, metteva in mostra cosce ben tornite, sormontate da glutei rotondi e all’apparenza molto sodi. Si trattava degli unici particolari degni di nota in un corpo che non presentava altre attrattive; eppure, nonostante scorressi le immagini di tante giovani molto avvenenti, solo le foto di quella ragazza attizzavano in me la fiamma del desiderio. Andai a farle visita, quindi, e affrontai, in maniera un po’ dissennata, situazioni in cui mai mi ero cacciato fino a quel giorno.
Attesi per mezz’ora che Xxxxxxx rientrasse. Pur avendola vista rincasare con un’altra donna e con un uomo, non rinunciai all’incontro e, quando mi chiamò, raggiunsi davanti al portone lei e le altre due persone. Salii lestamente le scale, senza proferire verbo oltre a un “Ciao” di saluto, fino al sesto piano di un opaco casermone della periferia bolognese. In una camera spoglia di un appartamento in cui regnava un indecente disordine, mi feci possedere da una donna oggettivamente brutta di viso e dal corpo tutt’altro che armonioso, mentre la coinquilina si dedicava, su un divano nel soggiorno, all’altro avventore. Quando Xxxxxxx fu sazia di me (per esprimere la sua soddisfazione, pronunciò la frase: “Mi hai ucciso!...&rdquo, la penetrai a pecorina, cercando la massima profondità, spingendo più forte ogni volta che lei avanzava per attutire i colpi e attingendo così, dopo pochi minuti, un orgasmo che fu, nonostante tutto, molto intenso.
In macchina, sulla via del ritorno, mi ponevo domande alle quali non riuscivo a rispondere: “Perché ho accettato quella situazione?”; “Come ho potuto avere un rapporto sessuale con una donna la cui unica attrattiva era il posteriore?”; “Che cosa ha scatenato tanta eccitazione e un piacere così intenso?”. Ero turbato, ma non potevo fare altro che prendere atto di quanto era avvenuto e riflettere sull’imprudenza che, per certi versi, aveva caratterizzato i miei comportamenti.
Vi starete domandando perché abbia anteposto il racconto di quell’episodio occorso a Bologna al resoconto dell’incontro con Elena.
Il principale (ma non l’unico) punto di contatto tra le due esperienze è rappresentato dal fatto che entrambe sono catalogabili come deviazioni da un percorso, frutto, l’una e l’altra, di estemporanee deroghe ai criteri che hanno generalmente orientato le mie scelte. Per questo motivo, credo, nell’accingermi a narrare la seconda, mi è sovvenuta la prima. Se, tuttavia, si prescinde dall’evidenziato tratto comune, sono profonde le differenze tra le due vicende. Non ho narrato l’episodio di Bologna a tempo debito perché, sostanzialmente, me ne vergognavo. Non potrei dire lo stesso, invece, a proposito dell’incontro con Elena (tanto è vero che lo sto raccontando). Insomma, la “rivelazione” assolve, in questo caso, una funzione catartica. Avevo bisogno di qualcuno cui rendere la mia “confessione”. E a chi potevo chiedere di sobbarcarsi cotanto onere se non a voi, amici miei virtuali?
Già vi odo formulare la seguente obiezione: “Non potevi scrivere, allora, anche per rispettare un criterio di... competenza territoriale, una recensione per gli amici felsinei – proprio come hai fatto altre volte – e risparmiare l’onere di cui parli a noi della sezione romana?”. Vi comprendo, amici, ma vi prego di credermi: né la donna né l’incontro meritavano di assurgere a dignità, rispettivamente, di soggetto da recensire e di esperienza da raccontare autonomamente.
Venendo alla ragazza che si propone nelle vesti di “Segretaria sexy dolce e... zoccoletta”, posso dire, innanzitutto, per precisarne la descrizione fisica, che Elena è, per me, entro i limiti del curvy (non è, quindi, né “fat” né “chubby&rdquo. La statura non elevata in qualche misura esalta – diciamo così – la sua floridezza.
Quando la contatto, tiene a espormi la tariffa (v. la scheda) senza che io le abbia chiesto alcunché. Alla mia presa d’atto, mi dice di recarmi in Via Del Viminale e di richiamarla una volta arrivato lì per ricevere ulteriori istruzioni. La richiamo dopo venti minuti circa. A questo punto, però, anziché fornirmi l’indirizzo preciso, mi pone alcune domande: “Hai visto le foto?”; “Ricordi quello che ti ho detto a proposito del regalino?”; “Che cosa vuoi fare?”. Dopo averla rassicurata in merito alla qualità della mia memoria, non così volatile da aver perso le informazioni acquisite appena venti minuti prima, le chiedo di poter concordare di persona il programma dell’incontro. Lei, però, è rigida: “No, me lo devi dire adesso, perché ci sono altri uomini che stanno aspettando nei dintorni”. Per un attimo sono tentato di ribattere: “Non farli aspettare…”, poi decido di azzardare, di andare a vedere il “buio”, e le propongo un incontro di un’ora (tanto lo so che è questo il tempo di cui ho bisogno). Lei indica la contropartita economica, io la accetto e l’accordo è concluso per telefono, fuori dal... locale commerciale (avrò il diritto di recesso?).
L’appartamento in cui riceve sembra adibito a studio professionale: la location è perfettamente attinente, quindi, al personaggio che Elena ha scelto di incarnare nel proporsi alla comunità dei punter.
Mi sorride sull’uscio e continua a farlo quando, dopo avermi condotto nella stanza in fondo al corridoio a destra, si avvicina per baciarmi. La blocco per chiederle: “Come mai tutte quelle domande?”. Lei risponde: “Sono costretta a farle, amore, perché alcuni mi fanno solo perdere tempo”, poi introduce la lingua nella mia bocca, mugolando. “Ti piace baciare...”, commento. Conferma con un “Sì!”, mi bacia ancora, mi tocca, indi mi slaccia la cintura e fa per abbassarmi i pantaloni. Chiedo di usufruire del bagno, ma mi dice che ci pensa lei; quando, poi, specifico che vorrei anche sciacquarmi la bocca con il collutorio, obietta che non è necessario. Mi rassegno, allora, e mi faccio spogliare. Ripongo i miei indumenti su una sedia e mi accosto a lei, che intanto si è seduta sul bordo del letto con le gambe incrociate.
Dopo avermi pulito con una salvietta igienica il glande e lo strato interno del prepuzio, si dedica alla mia asta con movimenti non profondi ed eccessivamente delicati, accompagnati da una sorta di massaggio scrotale. Mi distendo sul letto (sotto il quale è posta una tavola di legno che lo rende alquanto duro) e la invito a giacere accanto a me. Geme al solo contatto del mio corpo con il suo. Si solleva, si rannicchia al mio fianco e, afferrato nuovamente il membro, si produce in qualche affondo con la bocca, mentre io ho modo di apprezzarne il posteriore. In quella posizione, accarezzo, palpeggio, bacio e mordicchio le sue rotonde carni. La tocco e mi accorgo che è molto lubrificata. Mi fa indossare un profilattico e mi domanda: “Come vuoi scopare?”. La invito a venire sopra di me, e lei esegue. Dopo avermi introdotto dentro di sé con cautela, cerca subito la penetrazione profonda, che è agevolata dall’abbondante lubrificazione. Conseguito il contatto con il mio pube, si muove in modo da non perderlo, limitando gli spostamenti verticali e preferendo quelli in senso orizzontale. Spinge molto, ansima, si china su di me, si solleva, incrementa il ritmo, segue le sensazioni di piacere che prova fino a restarne sopraffatta in pochi minuti. Appagata, sente il bisogno di gratificarmi e mi dice: “Bravo!” (ma ha fatto tutto lei...). Di lì a poco raggiungo anch’io un orgasmo molto intenso.
Passando senz’altro a qualche valutazione conclusiva, Elena è alquanto lontana dallo standard che prediligo. Posso affermare, però, che la sedicente “segretaria”: a) può essere sessualmente eccitante (e per me lo è stata); b) è sicuramente dolce, se vuole; c) per quanto riguarda, infine, l’appellativo “zoccoletta”, se lo attribuisce legittimamente, a giudicare da quel che ho personalmente sperimentato, se vuole far intendere, adoperando quel termine, che è bramosa di piacere sessuale.
Cordiali saluti a tutti e sentiti ringraziamenti a quanti vorranno impegnarsi in una lettura non breve.