INDEX: IDX42c59b4b3588cc21028e47bb01a843f0
NOME INSERZIONISTA: Antonya (EF)
NAZIONALITÀ: rumena
CITTÀ: Roma
ETÀ: ne dichiara 23, e non ho motivi per credere che ne abbia di più
CONFORMITÀ ANNUNCIO: è lei
SERVIZI OFFERTI: FRUITI: BBJ, DATY, RAI1
RATE: c. s.
DURATA DELL'INCONTRO: 60 minuti circa il primo, 90 minuti il secondo
DESCRIZIONE FISICA: bellissima per me, ma è alta un po’ meno di quanto dichiara (170 cm)
ATTITUDINE: oscilla tra il buono e l’ottimo, ma potrebbe raggiungere livelli di eccellenza se fosse disposta a seguire qualche consiglio
REPERIBILITÀ: facile
FUMATRICE: non credo
BARRIERE ARCHITETTONICHE: sì
Annuncio: Antonya (EF) Escort Roma
Quando vedo le foto di Antonya, non esito un attimo a memorizzare il suo numero di telefono nella mia rubrica, ma i miei impegni mi costringono ad aspettare il fine settimana prima di poterla incontrare.
Dopo avermi salutato, mi invita a seguirla sfoderando un sorriso malizioso: “Adesso” – sembra voler dire – “osservami bene mentre ti cammino davanti e rallegrati pure per la scelta che hai fatto”. Sui tacchi fa una figurona. Quando toglie le scarpe, il suo aspetto complessivo è un po’ penalizzato dalla statura non elevata, ma le sue forme incontrano senz’altro il mio favore. Mi piace moltissimo. È proprio il mio tipo! Mi sento un po’ teso mentre mi distendo accanto a lei, ma mi eccito subito toccando il suo bel seno e tutto il corpo. Mi permette di appoggiare le mie labbra alle sue, ma mi chiede di non usare la lingua. Cogliendo la mia delusione, decide di affermare l’indiscutibilità del divieto tirando fuori un po’ di ruvidezza: “Le altre ti baciano? Beh, io no!”, dopo di che mi accarezza sul petto, facendo scivolare la mano sui miei fianchi. Questa particolarità accompagnerà, anche nel secondo incontro, ogni sua manifestazione di dolcezza: una sorta di contrappeso, deliberatamente creato per togliere valore ad ogni suo coinvolgimento.
Assorbito l’impatto negativo procurato dalla consueta notazione (“Non è piccolo, eh?), lascio che prenda lei l’iniziativa. Mi pratica un BBJ abbastanza piacevole, poi mi infila il profilattico, spalma un po’ di lubrificante (anche su di me) e mi viene sopra dandomi la schiena. Dura poco. Quando comincio a pressare con le mani il suo bacino, per penetrarla in profondità – senza riuscirci, perché fa resistenza –, abbandona la posizione e mi dice: “Vieni tu sopra”. Eseguo con delicatezza, mentre lei contrae i muscoli del viso e stringe le gambe per frenare la penetrazione. Non ce n’è bisogno: non ho alcuna intenzione di procurarle sofferenza o fastidio. Desidero, anzi, che provi piacere, ove possibile. Mi muovo dentro di lei piano, senza spingere, poi mi fermo e inizio a baciarla, ma lei mi invita a riprendere: “Perché ti sei fermato?”. Ricomincio a muovermi lentamente, come prima. Aspetto che sia lei a chiedermi di penetrarla di più. Succede poco dopo: apre e solleva le gambe, stringendomi ripetutamente a sé con le mani, una sul sedere, l’altra sulla schiena, mentre il suo respiro si fa affannoso. Emette qualche gemito strozzato, poi si rilassa. Esco da lei e le chiedo di venire sopra di me. Si mostra docile, ma mi avvisa: “Così non riesco a muovermi, devi farlo tu”. Per me va benissimo: quando ho la possibilità di “manovrare” a mio piacimento in quella posizione, raggiungo il massimo dell’eccitazione. Infatti, così accade. Lei non riesce a rimanere del tutto ferma: comincia presto ad assecondare i miei movimenti, anche i più profondi, e di nuovo sento il suo respiro diventare affannoso, più di prima. Le chiedo: “Ti faccio male?”, e lei mi risponde con un filo di voce: “No, no”. Poco dopo, mentre la spingo su di me stringendo i suoi glutei, sento distintamente le sue contrazioni. Cerco l’orgasmo, che arriva molto intenso. Accenna quindi a togliersi, ma io la trattengo, perché vorrei restare ancora un po’ dentro di lei. Dapprima mi accontenta, poi si sottrae alla mia presa, dicendo con tono brusco: “No, io non sono abituata a fare così!”. Poi, vedendomi contrariato, aggiunge: “Tanto avevi finito, no?”. Stavolta è un po’ aspro il mio tono: “No, non avevo finito!”. E lei: “Allora ti chiedo scusa. Era da tanto che lo stavamo facendo, e il profilattico si poteva rompere”. Poi parliamo un po’, e apprendo che ha trascorso alcuni anni in Calabria, insieme a una zia che faceva da badante a una signora molto anziana. Per questa ragione, si esprime bene in italiano. È spiritosa e ha la battuta pronta. È una ragazza intelligente.
Ho volontariamente atteso due settimane prima di chiederle un altro incontro. Quando entro di nuovo nell’appartamento, che divide con Karina, mi sorride. Nessuna sorpresa: “Ho riconosciuto la tua voce al telefono”. Andiamo nella sua camera, mi spoglio e vado a lavarmi. “Torni tra un’ora?”, mi domanda, ironizzando sull’insolita durata della mia permanenza in bagno (mi lavo ogni volta anche i denti, e poi mi sciacquo la bocca con il collutorio). E io: “Sì, più o meno”. La trovo ad aspettarmi sul letto. Stavolta cominciamo dalla conversazione. Mi dice che si tratterrà a Roma fino alla fine del mese, dopo di che tornerà in Austria, perché lì lavora molto di più. La bacio sulle guance e sul collo, poi le sfioro le labbra con la lingua, ma lei ribadisce la propria indisponibilità al french kissing, dandomi uno schiaffetto sulla bocca e dicendomi con dolcezza: “Te l’ho detto già l’altra volta che devi baciarmi senza usare la lingua”. Cerco di smuoverla, continuando a baciarla dolcemente e sussurrando: &ldquoai, baciami, lo desidero tanto. Non vuoi proprio accontentarmi?”. Lei non cede: “No… non posso”. &ldquoai” – insisto, senza smettere di darle bacetti sul viso – “perché non vuoi baciarmi?”. “Perché sennò mi innamoro”, risponde. Scoppio a ridere. “È molto più facile che mi innamori io di te che tu di me”, le dico. Lei non commenta. Continuo a toccarla e a baciarla dappertutto. Vado giù, e lei mi agevola sollevando le gambe. È già bagnata: abbastanza da consentire la penetrazione. Mi trattengo alcuni minuti con la testa tra le sue cosce, perché mostra di gradire. Poi tocca a lei. Il suo BBJ è buono ma, dopo aver provato quello eseguito magistralmente da Sara la sera prima (eh, sì!&hellip, noto la differenza. Quando prende il lubrificante, le domando: “Per cosa dobbiamo usarlo?”, e di nuovo viene fuori la sua asprezza: “Per il tuo culo!”. Non vuole che si mettano in discussione, tra le sue abitudini, quelle che le garantiscono una maggiore sicurezza (il lubrificante riduce la probabilità di un danneggiamento del profilattico).
Il coito comincia come la volta precedente: lei sopra, con la schiena rivolta verso di me (lo decide lei). Poi un po’ a cucchiaio, poi lei sotto (decido io). Stavolta nasconde meno il suo coinvolgimento. Le sue mani vanno su e giù sulla mia schiena, mi lascia entrare sempre di più, mi stringe a sé, si muove per indurmi a velocizzare il ritmo, infine sussulta e ansima mentre con una mano quasi mi strappa una ciocca di capelli dalla nuca. Mi godo il momento, poi mi fermo, rimanendo dentro di lei, quindi riprendo a muovermi in un modo che non le piace e mi prendo un rimbrotto: “Che fai? Disegni l’8 dentro di me? Così si fa l’amore?”. Mi fa ridere. Facciamo una pausa, perché il profilattico comincia a darle un po’ fastidio, stabiliamo di prolungare l’incontro e cambiamo posizione: lei sopra. Antonya partecipa molto anche adesso. Mi bacia sulla bocca, sul collo, mi passa un braccio dietro la testa e tiene la sua guancia accostata alla mia. Poiché la sento ansimare, le chiedo: “Ti faccio male?”, ma lei mi rassicura: “No… ti dico io”. Partendo dall’orecchio, mi dà dei baci sulla guancia, avvicinandosi sempre di più all’angolo della mia bocca, dove appoggia la sua. Aumento il ritmo e la profondità della penetrazione e di nuovo sento le sue contrazioni, che percorrono anche i muscoli interni delle cosce, sotto i glutei. Il mio orgasmo è violento, intenso. Riesco a trattenerla su di me un po’ di più rispetto alla prima volta, ma non quanto vorrei e glielo faccio notare. “Questa è la mia abitudine”, dice lei. Osservo che dovrebbe modificarla, lei si inalbera: “Vuoi che ti mandi via nudo?”, e io la provoco: “Sì”. Va in bagno. Dopo esserci andato anch’io, mi rivesto e le do il “regalino”. “Allora” – le dico – “non ci vedremo più? Vai in Austria?”. Si avvicina, mi prende la testa tra le mani, mi dà due baci sulle guance, un altro sulla bocca, mi guarda negli occhi e dice: ”Se non piangi, non fa niente: così diciamo noi”.
NOME INSERZIONISTA: Antonya (EF)
NAZIONALITÀ: rumena
CITTÀ: Roma
ETÀ: ne dichiara 23, e non ho motivi per credere che ne abbia di più
CONFORMITÀ ANNUNCIO: è lei
SERVIZI OFFERTI: FRUITI: BBJ, DATY, RAI1
RATE: c. s.
DURATA DELL'INCONTRO: 60 minuti circa il primo, 90 minuti il secondo
DESCRIZIONE FISICA: bellissima per me, ma è alta un po’ meno di quanto dichiara (170 cm)
ATTITUDINE: oscilla tra il buono e l’ottimo, ma potrebbe raggiungere livelli di eccellenza se fosse disposta a seguire qualche consiglio
REPERIBILITÀ: facile
FUMATRICE: non credo
BARRIERE ARCHITETTONICHE: sì
Annuncio: Antonya (EF) Escort Roma
Quando vedo le foto di Antonya, non esito un attimo a memorizzare il suo numero di telefono nella mia rubrica, ma i miei impegni mi costringono ad aspettare il fine settimana prima di poterla incontrare.
Dopo avermi salutato, mi invita a seguirla sfoderando un sorriso malizioso: “Adesso” – sembra voler dire – “osservami bene mentre ti cammino davanti e rallegrati pure per la scelta che hai fatto”. Sui tacchi fa una figurona. Quando toglie le scarpe, il suo aspetto complessivo è un po’ penalizzato dalla statura non elevata, ma le sue forme incontrano senz’altro il mio favore. Mi piace moltissimo. È proprio il mio tipo! Mi sento un po’ teso mentre mi distendo accanto a lei, ma mi eccito subito toccando il suo bel seno e tutto il corpo. Mi permette di appoggiare le mie labbra alle sue, ma mi chiede di non usare la lingua. Cogliendo la mia delusione, decide di affermare l’indiscutibilità del divieto tirando fuori un po’ di ruvidezza: “Le altre ti baciano? Beh, io no!”, dopo di che mi accarezza sul petto, facendo scivolare la mano sui miei fianchi. Questa particolarità accompagnerà, anche nel secondo incontro, ogni sua manifestazione di dolcezza: una sorta di contrappeso, deliberatamente creato per togliere valore ad ogni suo coinvolgimento.
Assorbito l’impatto negativo procurato dalla consueta notazione (“Non è piccolo, eh?), lascio che prenda lei l’iniziativa. Mi pratica un BBJ abbastanza piacevole, poi mi infila il profilattico, spalma un po’ di lubrificante (anche su di me) e mi viene sopra dandomi la schiena. Dura poco. Quando comincio a pressare con le mani il suo bacino, per penetrarla in profondità – senza riuscirci, perché fa resistenza –, abbandona la posizione e mi dice: “Vieni tu sopra”. Eseguo con delicatezza, mentre lei contrae i muscoli del viso e stringe le gambe per frenare la penetrazione. Non ce n’è bisogno: non ho alcuna intenzione di procurarle sofferenza o fastidio. Desidero, anzi, che provi piacere, ove possibile. Mi muovo dentro di lei piano, senza spingere, poi mi fermo e inizio a baciarla, ma lei mi invita a riprendere: “Perché ti sei fermato?”. Ricomincio a muovermi lentamente, come prima. Aspetto che sia lei a chiedermi di penetrarla di più. Succede poco dopo: apre e solleva le gambe, stringendomi ripetutamente a sé con le mani, una sul sedere, l’altra sulla schiena, mentre il suo respiro si fa affannoso. Emette qualche gemito strozzato, poi si rilassa. Esco da lei e le chiedo di venire sopra di me. Si mostra docile, ma mi avvisa: “Così non riesco a muovermi, devi farlo tu”. Per me va benissimo: quando ho la possibilità di “manovrare” a mio piacimento in quella posizione, raggiungo il massimo dell’eccitazione. Infatti, così accade. Lei non riesce a rimanere del tutto ferma: comincia presto ad assecondare i miei movimenti, anche i più profondi, e di nuovo sento il suo respiro diventare affannoso, più di prima. Le chiedo: “Ti faccio male?”, e lei mi risponde con un filo di voce: “No, no”. Poco dopo, mentre la spingo su di me stringendo i suoi glutei, sento distintamente le sue contrazioni. Cerco l’orgasmo, che arriva molto intenso. Accenna quindi a togliersi, ma io la trattengo, perché vorrei restare ancora un po’ dentro di lei. Dapprima mi accontenta, poi si sottrae alla mia presa, dicendo con tono brusco: “No, io non sono abituata a fare così!”. Poi, vedendomi contrariato, aggiunge: “Tanto avevi finito, no?”. Stavolta è un po’ aspro il mio tono: “No, non avevo finito!”. E lei: “Allora ti chiedo scusa. Era da tanto che lo stavamo facendo, e il profilattico si poteva rompere”. Poi parliamo un po’, e apprendo che ha trascorso alcuni anni in Calabria, insieme a una zia che faceva da badante a una signora molto anziana. Per questa ragione, si esprime bene in italiano. È spiritosa e ha la battuta pronta. È una ragazza intelligente.
Ho volontariamente atteso due settimane prima di chiederle un altro incontro. Quando entro di nuovo nell’appartamento, che divide con Karina, mi sorride. Nessuna sorpresa: “Ho riconosciuto la tua voce al telefono”. Andiamo nella sua camera, mi spoglio e vado a lavarmi. “Torni tra un’ora?”, mi domanda, ironizzando sull’insolita durata della mia permanenza in bagno (mi lavo ogni volta anche i denti, e poi mi sciacquo la bocca con il collutorio). E io: “Sì, più o meno”. La trovo ad aspettarmi sul letto. Stavolta cominciamo dalla conversazione. Mi dice che si tratterrà a Roma fino alla fine del mese, dopo di che tornerà in Austria, perché lì lavora molto di più. La bacio sulle guance e sul collo, poi le sfioro le labbra con la lingua, ma lei ribadisce la propria indisponibilità al french kissing, dandomi uno schiaffetto sulla bocca e dicendomi con dolcezza: “Te l’ho detto già l’altra volta che devi baciarmi senza usare la lingua”. Cerco di smuoverla, continuando a baciarla dolcemente e sussurrando: &ldquoai, baciami, lo desidero tanto. Non vuoi proprio accontentarmi?”. Lei non cede: “No… non posso”. &ldquoai” – insisto, senza smettere di darle bacetti sul viso – “perché non vuoi baciarmi?”. “Perché sennò mi innamoro”, risponde. Scoppio a ridere. “È molto più facile che mi innamori io di te che tu di me”, le dico. Lei non commenta. Continuo a toccarla e a baciarla dappertutto. Vado giù, e lei mi agevola sollevando le gambe. È già bagnata: abbastanza da consentire la penetrazione. Mi trattengo alcuni minuti con la testa tra le sue cosce, perché mostra di gradire. Poi tocca a lei. Il suo BBJ è buono ma, dopo aver provato quello eseguito magistralmente da Sara la sera prima (eh, sì!&hellip, noto la differenza. Quando prende il lubrificante, le domando: “Per cosa dobbiamo usarlo?”, e di nuovo viene fuori la sua asprezza: “Per il tuo culo!”. Non vuole che si mettano in discussione, tra le sue abitudini, quelle che le garantiscono una maggiore sicurezza (il lubrificante riduce la probabilità di un danneggiamento del profilattico).
Il coito comincia come la volta precedente: lei sopra, con la schiena rivolta verso di me (lo decide lei). Poi un po’ a cucchiaio, poi lei sotto (decido io). Stavolta nasconde meno il suo coinvolgimento. Le sue mani vanno su e giù sulla mia schiena, mi lascia entrare sempre di più, mi stringe a sé, si muove per indurmi a velocizzare il ritmo, infine sussulta e ansima mentre con una mano quasi mi strappa una ciocca di capelli dalla nuca. Mi godo il momento, poi mi fermo, rimanendo dentro di lei, quindi riprendo a muovermi in un modo che non le piace e mi prendo un rimbrotto: “Che fai? Disegni l’8 dentro di me? Così si fa l’amore?”. Mi fa ridere. Facciamo una pausa, perché il profilattico comincia a darle un po’ fastidio, stabiliamo di prolungare l’incontro e cambiamo posizione: lei sopra. Antonya partecipa molto anche adesso. Mi bacia sulla bocca, sul collo, mi passa un braccio dietro la testa e tiene la sua guancia accostata alla mia. Poiché la sento ansimare, le chiedo: “Ti faccio male?”, ma lei mi rassicura: “No… ti dico io”. Partendo dall’orecchio, mi dà dei baci sulla guancia, avvicinandosi sempre di più all’angolo della mia bocca, dove appoggia la sua. Aumento il ritmo e la profondità della penetrazione e di nuovo sento le sue contrazioni, che percorrono anche i muscoli interni delle cosce, sotto i glutei. Il mio orgasmo è violento, intenso. Riesco a trattenerla su di me un po’ di più rispetto alla prima volta, ma non quanto vorrei e glielo faccio notare. “Questa è la mia abitudine”, dice lei. Osservo che dovrebbe modificarla, lei si inalbera: “Vuoi che ti mandi via nudo?”, e io la provoco: “Sì”. Va in bagno. Dopo esserci andato anch’io, mi rivesto e le do il “regalino”. “Allora” – le dico – “non ci vedremo più? Vai in Austria?”. Si avvicina, mi prende la testa tra le mani, mi dà due baci sulle guance, un altro sulla bocca, mi guarda negli occhi e dice: ”Se non piangi, non fa niente: così diciamo noi”.
vedendo le foto ero dubbioso, sembrava troppo bella per essere vera... ma visto che confermi che è lei spero di riuscire a farle una visita prima che vada via (ma in queti giorni è così difficile T.T )
posso chiederti qualche info in più sulla zona dove riceve?
la karina con cui divide l'appartamento è lei? ( http://karina774.escortbook…)
grazie e ciao
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K+ per te, avevo adocchiato e intervistato la ragazza, ma da casa mia è un viaggio, quindi temevo di andare a prendere una doppia buca.
Più o meno hai capito quanto resterà?
Io le ho telefonato 2 venerdì fa credo e lei mi disse solo "per un pò sto", che è molto in linea con il "personaggio" che hai descritto.
Era lì in tour anche una ragazza da Desenzano/Milano, molto bella anche lei, che non potei conoscere a causa del blocco della circolazione.
San Giovanni è un'ottima zona, speriamo.
E speriamo che Antonya faccia un pò di spola