Ai moralisti, ai sentimentalisti sfugge l’essenza del richiamo della strada, come segno di contraddizione, esperienza impredicibile, incontro indimenticabile o truffa, a volte scossa autenticamente sensuale, a volte incazzatura pura, sorpresa e delusione, che personalmente non troverei nel sesso iper-professionalizzato da prestazione escort. Così anch’io il 2 novembre, dopo una notte insonne a causa degli acciacchi, nell’ora libera intercorrente fra la fine della messa, con i paramenti funebri e i lunghi canti finali “pro fidelibus defunctis”, e il solenne pranzo di famiglia dove ero atteso, in macchina una rosa recisa da portare al cimitero nel pomeriggio, sono stato inaspettatamente richiamato dal palpito della vita. Pulsava nelle numerose presenze femminili che verso mezzogiorno popolavano la Binasca, imboccata, sinceramente, non proprio per caso.
Faccio un paio di giri di consuetudine e, fra tutte, quella che mi attrae di più è la bionda già intravista qualche giorno fa, ieri scaricata proprio al mio passaggio in una piazzola, procedendo verso Melegnano a destra, presso un rudere, dopo l’area commerciale e la relativa rotonda di Francolino di Carpiano. Con le coordinate 45.349810, 9.288758 si identifica il punto in mappa e, con Street view, ruotando la visualizzazione verso il bordo destro della carreggiata, si cattura il fotogramma di una sua collega in attesa.
Quando sale in macchina la trovo meno carina di come mi fosse sembrata: ha infatti un viso allungato, anche se incorniciato da capelli biondi lunghi, con occhi azzurrissimi raggianti al sole autunnale di ieri, sorriso pronto. Ha un bel corpo, può essere alta 1,70, offerto però in modo elegante piuttosto che provocante (la volta precedente l’avevo vista diversa, con un richiamo più sensuale): veste abiti da ragazza che lavora in un’agenzia viaggi – pantaloni non aderenti, dalla linea rigida, blu scuri, abbinati all’azzurro della giacca.
Ci mettiamo subito d’accordo per un pompino coperto a 20 euri; dichiara netta che non lavora senza preservativo.
Si presenta con il nome di Ayla, origine albanese, 19 anni. Non parla ancora bene e capisce solo parzialmente l’italiano, ti dice l’essenziale, ringrazia sorridendo per i complimenti formulari. Cerca però di stabilire in altro modo un buon rapporto: strada facendo, infatti, le ho appoggiato la mano sulla coscia sinistra, lei ha risposto con un immediato moto di disponibilità, allargando le gambe per espandere l’area di contatto e prendendomi a sua volta la mano con naturalezza.
Arriviamo all’imbosco nell’area industriale, più o meno dove lavora molta parte delle ragazze della zona: una strada senza uscita e senza passaggio, ma esposta, soprattutto in un comune dove, spero magari con una tregua in un giorno come il 2 novembre, si perseguita il sesso mercenario.
Spontaneamente si toglie esclusivamente la giacca; solo su richiesta, ma con la disponibilità e il sorriso che ormai riconosco in lei, estrae dal body nero un seno dalla bella linea, stimabile una terza (magari scarsa), dai capezzoli chiari. Me lo riveste con un certo impaccio, peraltro senza attendere la completa erezione. Il pompino è, onestamente, modesto: si impegna, per carità, è paziente, ma si limita a fare su e giù, su e giù, su e giù, fermandosi a metà uccello, non usando la lingua in modo sensibile, senza una variazione, senza un cambio di ritmo. Ad un certo punto, per non fare notte e per evitare che, poco coinvolto, il mio buon compagno d’avventure si addormentasse e si ritirasse in se stesso, la invito ad usare anche la mano e la aiuto pure un po’ con la mia. Al momento decisivo ha il merito di non staccare e continuare la stimolazione, lasciandomi sfogare bene. Non mi è venuto di incrementare in corsa la parcella e passare alla scopata, vedendola così poco sciolta: in macchina, con le nostre stature, rischiavamo di non trovare la posizione, mentre, per pensare di uscire dalla macchina, eravamo in una postazione poco tranquillizzante.
La persona per me è promettente: presenza fisica gradevole, ho percepito l’attitudine di una ragazza che, nel campo dell’offerta proposta, ti sale in macchina per cercare di assecondarti e di stabilire un buon rapporto, opera nel quale sarebbe aiutata da una migliore conoscenza della lingua, comunque non per liquidarti nel più breve tempo possibile avendoti offerto il minimo. Il suo sorriso ha illuminato la festa dei morti, che non avevo iniziato nel migliore dei modi. Però sul versante tecnico ce n’è ancora di strada da fare, come nel caso di molte di queste giovani stradali con poca esperienza.
Faccio un paio di giri di consuetudine e, fra tutte, quella che mi attrae di più è la bionda già intravista qualche giorno fa, ieri scaricata proprio al mio passaggio in una piazzola, procedendo verso Melegnano a destra, presso un rudere, dopo l’area commerciale e la relativa rotonda di Francolino di Carpiano. Con le coordinate 45.349810, 9.288758 si identifica il punto in mappa e, con Street view, ruotando la visualizzazione verso il bordo destro della carreggiata, si cattura il fotogramma di una sua collega in attesa.
Quando sale in macchina la trovo meno carina di come mi fosse sembrata: ha infatti un viso allungato, anche se incorniciato da capelli biondi lunghi, con occhi azzurrissimi raggianti al sole autunnale di ieri, sorriso pronto. Ha un bel corpo, può essere alta 1,70, offerto però in modo elegante piuttosto che provocante (la volta precedente l’avevo vista diversa, con un richiamo più sensuale): veste abiti da ragazza che lavora in un’agenzia viaggi – pantaloni non aderenti, dalla linea rigida, blu scuri, abbinati all’azzurro della giacca.
Ci mettiamo subito d’accordo per un pompino coperto a 20 euri; dichiara netta che non lavora senza preservativo.
Si presenta con il nome di Ayla, origine albanese, 19 anni. Non parla ancora bene e capisce solo parzialmente l’italiano, ti dice l’essenziale, ringrazia sorridendo per i complimenti formulari. Cerca però di stabilire in altro modo un buon rapporto: strada facendo, infatti, le ho appoggiato la mano sulla coscia sinistra, lei ha risposto con un immediato moto di disponibilità, allargando le gambe per espandere l’area di contatto e prendendomi a sua volta la mano con naturalezza.
Arriviamo all’imbosco nell’area industriale, più o meno dove lavora molta parte delle ragazze della zona: una strada senza uscita e senza passaggio, ma esposta, soprattutto in un comune dove, spero magari con una tregua in un giorno come il 2 novembre, si perseguita il sesso mercenario.
Spontaneamente si toglie esclusivamente la giacca; solo su richiesta, ma con la disponibilità e il sorriso che ormai riconosco in lei, estrae dal body nero un seno dalla bella linea, stimabile una terza (magari scarsa), dai capezzoli chiari. Me lo riveste con un certo impaccio, peraltro senza attendere la completa erezione. Il pompino è, onestamente, modesto: si impegna, per carità, è paziente, ma si limita a fare su e giù, su e giù, su e giù, fermandosi a metà uccello, non usando la lingua in modo sensibile, senza una variazione, senza un cambio di ritmo. Ad un certo punto, per non fare notte e per evitare che, poco coinvolto, il mio buon compagno d’avventure si addormentasse e si ritirasse in se stesso, la invito ad usare anche la mano e la aiuto pure un po’ con la mia. Al momento decisivo ha il merito di non staccare e continuare la stimolazione, lasciandomi sfogare bene. Non mi è venuto di incrementare in corsa la parcella e passare alla scopata, vedendola così poco sciolta: in macchina, con le nostre stature, rischiavamo di non trovare la posizione, mentre, per pensare di uscire dalla macchina, eravamo in una postazione poco tranquillizzante.
La persona per me è promettente: presenza fisica gradevole, ho percepito l’attitudine di una ragazza che, nel campo dell’offerta proposta, ti sale in macchina per cercare di assecondarti e di stabilire un buon rapporto, opera nel quale sarebbe aiutata da una migliore conoscenza della lingua, comunque non per liquidarti nel più breve tempo possibile avendoti offerto il minimo. Il suo sorriso ha illuminato la festa dei morti, che non avevo iniziato nel migliore dei modi. Però sul versante tecnico ce n’è ancora di strada da fare, come nel caso di molte di queste giovani stradali con poca esperienza.