Liberamente ispirato da questo 3D…
Parigi, 8 termidoro dell'anno II.
Nel nord della Francia l'estate si dimostra come sempre ballerina e sulla capitale il tempo promette tempesta... ma non è soltanto un rovescio meteorologico quello che si annuncia.
Attorno e dentro l'aula della Convenzione è tutto un vociare: ci sarà un nuovo discorso, di quelli importanti, di quelli che lasciano il segno... sì, sulla carotide...
L'Incorruttibile sale sul palco riservato agli oratori. Nei mesi precedenti si è ritirato in disparte, nauseato dalla politica e minato nella salute, lasciando ai suoi colleghi più fidati il compito di stroncare le fazioni avversarie... e i suoi stessi amici di gioventù... la gioventù... una generazione di trentenni al potere... al potere assoluto, senza limiti, di quelli che il Re Sole si sarebbe sognato... lo svecchiamento: della politica, della società, della cultura, di tutto, insomma... per mezzo del Terrore, Terrore che non è solo esecuzioni... è anche esecuzioni ma soprattutto – come dice il nome – paura, paura generalizzata, paura di salire gli scalini di legno impregnati di sangue... così, senza un motivo, senza una ragione comprensibile, per un'accusa, per una maldicenza, per una delazione, per una vendetta personale... o soltanto perché casa nostra fa gola a qualcun altro...
Lo schiamazzo si fa brusio... il brusio si acquieta di colpo... silenzio... ora c'è solo il frusciare dei fogli... è il discorso... il grande discorso...
Su quella carta, fragile materia, il destino e la vita di uomini in carne e ossa, migliaia di uomini, di una nazione intera... e ancor più: il futuro di un'Idea...
A chi toccherà stavolta? La Rivoluzione ha già divorato i suoi figli più illustri... non ci sono più dei Brissot da condurre al patibolo... Danton, poi... scherzava... diceva che il suo stampo l'avevano buttato via appena nato... e ha scherzato pure col boia in punto di morte... sono rimaste le briciole, le figure di rincalzo... è rimasta solo quest'assemblea attonita e spaurita... il pollaio che vede la volpe farglisi vicina... e osservarlo con sguardo interessato da dietro i suoi occhialini tondi...
Una voce stridula e monocorda inizia a cantilenare...
"Popolo, ricordati che esiste nel tuo seno una lega di furfanti che lotta contro la virtù pubblica, che ti teme e ti adula quando sei in massa, ma ti proscrive individualmente nella persona di tutti i buoni cittadini.
Ricordati che, lungi dal sacrificare questo pugno di furfanti al tuo bene, i tuoi nemici vogliono sacrificare te a quel pugno di furfanti, che sono gli autori di tutti i nostri mali e i soli ostacoli alla pubblica prosperità.
Sappi che ogni uomo che si alzerà a difendere la causa e la morale pubblica sarà schiacciato dagli insulti e proscritto dai furfanti. Sappi che ogni amico della libertà sarà sempre posto in mezzo tra un dovere ed una calunnia; e che chi non potrà essere accusato di tradimento sarà accusato di ambizione; che la tua fiducia e la tua stima saranno titoli di proscrizione per i tuoi amici.
I difensori della libertà saranno sempre dei proscritti, finché la masnada dei furfanti dominerà"
Di nuovo silenzio... breve... stavolta brevissimo... poi fragore, impeto e slancio improvviso... centinaia di voci che si levano all'unisono, le braccia alzate al cielo... "i nomi, fuori i nomi"... "vogliamo i nomi"...
L'egoismo, l'istinto di sopravvivenza, una fugace speranza... o peggio ancora l'abitudine ad un rituale ormai introiettato: ancora una decina di teste... come in passato... come sempre... pochi, sacrificati ai molti... approveremo tutto... qualsiasi misura... qualsiasi lista... l'importante è restar vivi... tirare a campare...
La volpe tace. Ripiega i suoi fogli e scende lento dal palco. Attraversa la sala senza dire null'altro: non una parola, non un nome. Per lo sconforto di tutti... e tutti sentono già la fredda lama stridere sul collo...
Se non ha indicato nessuno, siamo tutti in pericolo, siamo tutti proscritti... può essere chiunque di noi... chiunque... è nuovamente la paura... è di nuovo il Terrore nella sua imperscrutabilità...
Quella notte, Parigi è tutta un conciliabolo. Se per salvare la pelle si deve buttare a mare la Rivoluzione, che si faccia... di vita ce n’è una sola... poi si vedrà...
La fine è nota: la messa in stato d'accusa, la fuga e la cattura, l'esecuzione... la volpe finisce nella calce viva e con lei la Repubblica... certo, questa le sopravvive... di nome ma non di fatto: diviene la repubblica degli affaristi, e poi l'Impero... e quando il fratello del defunto re fa il suo ritorno a Parigi, le onorificenze dell'Impero poco prima sfoggiate con orgoglio finiscono a loro volta sepolte in una cassettina di legno...