Avendo chiesto ripetutamente info sulla “signorina” ed essendo rimasto colpito (esteticamente) ho fatto di tutto per sognare anche io: ho messo in campo tutte le tecniche note di onironautica per produrre un “sogno lucido” ed eccomi qui a narrarvelo…
Sergente Piselletto agli ordini! Come da mio precedente rapporto, non sono avvezzo ad azioni diurne quindi ho adottato misure appropriate: mimetica, anfibi estivi (che so’ come quelli invernali però essendo di tela la puzza dei piedi esce fuori: la differenza è solo questa), baffi finti, protesi nasale. Un elitrasporto su via di Trigoria avrebbe attirato l’attenzione pertanto mi son fatto aviotrasportare in alta quota e sono sceso sul campo con il paracadute: atterrato sul punto ALPHA, a circa 500 metri dal target, alle 12.13 (GMT+1), sotterrato il paracadute, ho accuratamente evitato la strada principale - ove peraltro in data odierna operavano anche squadre d’assalto slave e romene - e battuto antichi sentieri documentati su mappe risalenti al ’44 conservate nell’archivio dell’Ordine dei Puttanieri Arciboldi. La manovra di accerchiamento non è stata agevole: ho dovuto difendermi da tre gigantesche lucertole, quattro mosche, un ragno e ho dovuto sgozzare un lombrico. Per quanto riguarda i danni collaterali, segnalo solo l’incontro con un pastore che accompagnava il gregge al pascolo: colto alle spalle, l’ho narcotizzato e adagiato all’ombra quindi evidenzio zero vittime umane e una lombrico sacrificato sul campo.
Prima dell’attacco frontale ho effettuato manovre diversive con percorso concentrico, segnalo: zero truppe nemiche puffiche, nessun carbonaro; solo squadre estere come riportato in precedenza e un leggero traffico veicolare civile nel quale ho però scorto anche qualche membro di questa squadra evidentemente intento ad azioni belliche ai danni dell’esercito romeno di cui sopra.
Giunto al checkpoint BRAVO effettuo veloce interrogatorio senza necessità di ricorrere a tecniche anticonvenzionali come da manuale CIA Rumsfield4B00BS: il soggetto target è cordiale e si conferma esteticamente interessante ad ispezione ravvicinata, gentile, sorridente. Dichiara disponibilità ad una partita a Risiko orale in cambio di 20 proiettili e richiede un caricatore da 40 per una partita completa. Opto per un’azione superficiale orale poiché l’obiettivo della missione, per via di preferenze personali, non era una guerra simulata completa in quanto non gradisco target operato. Il soggetto target conferma nazionalità argentina e dichiara grado e nominativo che però non ricordo quindi ai fini del rapporto sarà classificato come Argo.
Argo mi conduce ad un fortino poco distante raggiungibile tramite breve sentiero sterrato (meno di 15 metri dal checkpoint BRAVO): il fortino consta di copertura naturale fornita da alberello e di telo colorato che protegge da eventuali cecchini ma permette di verificare l’eventuale sopraggiungere di soggetti ostili attraverso lo tesso sentiero di cui sopra (il fortino non appare accessibile da altre vie); specchio attaccato ad un albero il cui uso mi risulta a tutt’ora ambiguo perché non è chiaro se serva ad Argo per riassettarsi o per ampliare la visuale dall’interno del fortino per intercettare l’eventuale sopraggiungere di forze ostili in attacco; a terra materassone con telo pulito ad ispezione visiva (ma ovviamente NON cambiato dopo ogni riunione); cestino per raccolta dei bossoli dopo la guerra.
Argo indossa mimetica sudamericana composta da: reggiseno, microtanga, pianelle. Altezza: oltre 180 centimetri. Fisico: magra, carnagione scura (abbronzatissima), capelli lisci lunghi rossi; il sedere è notevole (non alla brasiliana, più piccolino), le bombe gigantesche (calibro: sesta) ma più belle a vedersi che a giocarci: aureole grandi ma zero capezzolo, troppo mollicce (ok che alcune hanno le bombe siliconate dure quanto sassi però Argo eccede all’opposto!). In generale, il fisico per quanto asciutto ed esteticamente non male, è decisamente poco tonico: gambe, sedere e tette sono un po’ troppo “flaccidi” (ma non troppo da indurre a ritirare le truppe, intendiamoci!). Confermo che su Argo non si vedono segni chirurgici ma essendo un soldato operativo confesso che non mi sono concentrato molto su ispezioni mediche. Confermato che Argo non nasconde sorprese: sostanzialmente il suo genere originario si deduce più da segnali empatici, comportamentali e vocali che non dalla struttura fisica apparente. Contrariamente all’idea iniziale, direi che il punto forte di Argo è il sedere più delle tette.
Anche se cordiale e sorridente il target è decisamente professionale con scarso o nullo coinvolgimento (forse anche commisurato al fatto che eravamo lì per soli venti proiettili): interrogata sul calibro delle bombe mi risponde «sesta misura» e se le tira fuori subito (considerata la dimensione della sua mimetica non è che l’operazione fosse molto complicata&hellip
per consentirmi di giocarci un po’ ma l’azione mi è parsa un po’ meccanica e lei poco interessata. Dopo un po’ mi mette il “giubottino antiproiettile” all’amichetto e inizia la sua azione di guerra adagiata sul materassone: non mette fretta e non è malaccio però il trasporto è poco o nullo. Evidenzio che l’azione diurna e la breve distanza dal tracciato stradale di certo non mi hanno permesso un maggior coinvolgimento emotivo ma, ribadisco, anche Argo non mi è parsa proprio una militante colma di passione. Soprattutto, termina la guerra simulata appena l’amichetto tira fuori la propria felicità: quando succede rosico come un riccio perché se stai trombando o te lo stanno ciucciando non è che uno se po’ ferma’ al primo fiotto…! E che diamine, sto ancora riempiendo il “giubottino antiproiettile” e tu già sei di nuovo in piedi!!!
Comunque, mi porge 1 singolo fazzoletto e mi dice di gettarlo nel cestino già rendicontato sopra; mentre io sistemo la mia mimetica Argo si controlla allo specchio e mi attende lasciando che sia io a lasciare per primo il fortino: questo mi pare un gesto studiato e intelligente perché permette al soldato di turno di abbandonare la posizione e tornare verso la strada senza essere seguito da Argo in modo che all’eventuale sopraggiungere di autovetture (civili o militari) sia possibile salvare un minimo la faccia!
Mi dirigo prontamente al punto di raccolta Zulu dove un A109 aveva ordine di prelevarmi al termine della missione. L’intera operazione ha richiesto del tempo ma l’effettiva azione con Argo è circoscritta davvero a pochi minuti.
Mentre sorvoliamo la Pontina a bassa quota noto che subito dopo Spinaceto (in direzione Pomezia) c’è un avamposto biondo e ciò mi sconcerta perché militaresse sulla Pontina, dove si sfreccia a 120-140 km orari non ne avevo mai viste: penso che, sinceramente, sarebbe forse il caso che lì intervenisse una truppa puffica anche per la sicurezza delle militaresse stesse.
Su Spinaceto sento accendersi una spia di allarme sul cockpit del pilota del mio A109, sono confuso, non capisco cosa accade poi… mi sveglio e capisco che l’allarme in effetti è il citofono di casa: altra uniforme al videocitofono ma questa volta è il postino…