Cap. X - “72 ore” 3° parte
Mentre ero bloccato davanti alla scalinata del porticato, uscì la zia di Vassilissa; era una donna anziana, non molto alta, piuttosto robusta; la tipica Mužik russa.
Aveva un vestito di panno scuro, con un grosso grembiule; appena ci vide, scese gli scalini e ci venne incontro; salutò Vassilissa con un bacio, che poi mi presentò.
La vecchia contadina mi venne vicino, mi guardò sorridendo poi mi stampò 3 baci (uno per guancia alla maniera russa) e mi abbracciò stretto, come se fossi un suo parente.
Poi iniziò a parlare, interrotta solo qualche volta da Vassilissa che cercava di bloccarla, ma la zia era strabordante, praticamente impossibile da fermare.
Dagli sguardi preoccupati di Vassilissa, cominciai a pensare che la zia stava mettendo il carro davanti ai buoi (Ndr : tipico detto piemontese). :
Salimmo le scale e entrammo in casa, Vassilissa davanti che faceva strada, io dietro con la zia che mi aveva preso sottobraccio (casomai volessi fuggire ?).
L'interno della casa era molto bello, quasi da dacia di lusso; tantissimi quadri alle pareti e mobilio d'antiquariato; ma il bello è che era tutto in legno, e caldissima.
Mentre la zia iniziava a preparare la cena, Vassilissa mi disse :
“Vieni, andiamo a sistemare le nostre cose”.
Salimmo una scala interna che portava verso l'ala di destra, dove c'erano alcune stanze.
“Stasera dormiremo nella Camera Reale”.
Il plurale fece fare un tuffo al mio cuore. :
&ldquo
ormiremo dove ?”
Forse non avevo capito bene. :
Vassilissa apri una porta, e mi fece entrare; era una grande camera da letto in cui troneggiava un letto a baldacchino stile '800; il resto erano grandi armadi alle pareti, una boudoir con specchio (anche questo grande), alcune poltrone e un divanetto ricoperti di merletti e un tavolino su cui era disegnato ad intarsio una grande scacchiera.
Tutta quella roba avrebbe fatto la felicità di alcuni miei amici collezionisti.
Rimasi abbastanza sorpreso, non mi aspettavo una cosa del genere; Vassilissa si affrettò a dirmi che era la camera dei suoi genitori, e che lei per gioco fin da bambina chiamava la Camera Reale.
E lo disse sorridendo.
Lasciammo le nostre borse, e continuammo nella visita della casa; mi fece vedere tutto, compresa la sua cameretta, stracolma di libri e lo studio del padre (era medico, mentre la madre era infermiera).
La casa era veramente grande, ci potevano vivere almeno 2 o 3 famiglie; glielo dissi, ma lei con una nota di tristezza, mi rispose che aveva voluto conservare tutto come quando c'erano ancora i suoi genitori.
Ritornammo nella sala, era ora di cena e la zia chiaccherona aveva già preparato tutto; fu durante la cena che scoprii che la cucina russa delle grandi città era profondamente diversa da quella delle campagne.
Già solo l'odore del pane di segale appena sfornato mi stuzzicava l'appetito; per il resto fu un'apoteosi di piatti “poveri” ma cucinati divinamente.
Mi venne in mente il povero Ulisse quando assaggiò i manicaretti della Maga Circe; ma io ero ottimista, anche se ogni tanto il ricordo delle parole dello sciamano mi ronzavano nel cervello. :
La zia continuava a chiaccherare, nonostante Vassilissa gli avesse detto che avevo difficoltà con il suo russo; ma Bigfoot ha un suo metodo per questo, basta fare come i cinesi/giapponesi, dire sempre sì con la testa e sorridere.
)
Sperando che quello che approvavo non mi si ritorcesse contro; questa cosa divertiva tantissimo Vassilissa, che cercava ogni tanto di tradurre nell'italico idioma, oppure in inglese dove era un po' più facile, tutti i discorsi della zia.
Alla fine della cena, dopo le varie portate, comparve quella cosa che temevo di più : la bottiglia di vodka senza etichetta.
Vassilissa portò i 3 bicchierini classici freddissimi, appena prelevati dal freezer, che la zia si incaricò di riempire fino all'orlo.
Qui finisce male, non si può competere con i russi su questa materia; sopratutto un'astemio come il sottoscritto.
Dopo il brindisi di rito, feci un lungo respiro e bevvi un sorso; per qualche secondo non sentii nulla, a parte il freddo del liquido; poi ci fu l'esplosione con istantanea vaporizzazione della vodka nel tragitto bocca-stomaco.
Vassilissa mi disse che la vodka la distillava un suo cugino che abitava lì vicino; probabilmente, pensai, suo cugino riforniva anche i razzi che portano in orbita le Soyuz.
)
Ma non dissi niente, a parte un “Molto buona”.
Che mi diede diritto ad un secondo bicchiere.
In compenso la zia se ne scolò 3 senza battere ciglio; per fortuna anche Vassilissa si fermò al primo come il sottoscritto.
Mentre la zia sparecchiava la tavola, sempre chiaccherando (valutai se era possibile staccare la spina di alimentazione che sicuramente c'era da qualche parte, ma mi fermai; magari aveva una battery-backup che l'avrebbe alimentata ugualmente
)), andammo nel salone per vedere alcuni libri della collezione di suo padre.
Passammo così un paio di ore chiaccherando tra di noi, sui soliti argomenti che ci piacevano; la zia intanto si era zittita, forse la vodka aveva fatto effetto. :
Ma poi Vassilissa mi disse che semplicemente era andata a letto, perchè era probabilmente molto stanca essendo anche anziana.
Forse di parlare, pensai, comunque andava bene così.
)
Ad un certo punto, disse che era ora che anche noi andassimo a dormire; mi prese per la mano, dopo avermi tolto un libro di fotografie che stavo guardando e salimmo le scale per andare nella Camera Reale.
Adesso ero veramente curioso di vedere come si sarebbe evoluta la situazione. :
Quando fummo in camera, Vassilissa mi chiese se volevo farmi una doccia; volentieri risposi, ma da gentiluomo gli cedetti il posto; allora prese la sua roba e sparì in bagno.
Intanto sulla casa era sceso il silenzio; guardai fuori, le lucine tremolanti delle altre case facevano molto presepe di Natale.
Quando sentii un rumore e la parola “Fatto !!”, Vassilissa era già sotto le coperte, con l'accappatoio buttato su una poltrona; solo per un frazione di secondo avevo intravisto un corpo nudo, era stata velocissima.
Bene, ora toccava a me, presi la mia roba e andai in bagno.
Quando ritornai, rimesso a nuovo (si fa per dire), mi chiese da che parte preferivo stare;
poche donne nella mia vita avevano fatto una domanda simile; io non ho preferenze, Bigfoot è abituato a dormire dappertutto e non si fa molti problemi.
Ma volli fare una battuta (stupida) : “Normalmente mi piace la sinistra.....”
)
Lei non capì il doppio senso, ma con una capriola si spostò sulla destra.
Vedendomi che ancora avevo addosso la mia t-short e relativi pantaloncini corti della US Navy (era un regalo dei mie 4 amici), mi chiese :
“Perchè non ti spogli ?”
Caspita !!
2/10 di secondo dopo ero sotto le coperte, nudo.
Adesso la mia curiosità era al massimo.
Vassilissa si avvicinò e cominciò a baciarmi; era piuttosto impacciata, capii subito che voleva dirmi qualcosa, solo forse non trovava le parole adatte.
Alla fine, avvicinando il suo viso al mio, sussurrò :
“E' la mia prima volta.....”
Vedendo il mio sguardo interrogativo, lo disse chiaramente :
“Sono vergine; ho sempre pensato che quando sarebbe arrivato il momento, l'avrei fatto con una persona speciale. E tu, sono sicura, sei una persona speciale”
Lo confesso, ero completamente impreparato, non sapevo neanche cosa dire, se non qualche stupida battuta da caserma.
Ora dirò cose che la maggior parte degli uomini non approverà, ma è assolutamente la verità; a Bigfoot non piacciono le inaugurazioni, il taglio del nastro, le foto ricordo e la targa che celebra l'avvenimento.
Non mi piace essere ricordato come “Ecco è stato con lui che l'ho fatto per la prima volta”; troppo impegnativo.
Preferisco le strade già aperte al traffico; vengo dalla nebbia e sparisco nella nebbia.
Ma questa volta era diverso, era come essere una marionetta guidata da qualcuno; se ero arrivato lì, era perchè dovevo arrivare lì. :
Fu lei a prendere l'iniziativa, a dettare i tempi, a fare quello che voleva e come voleva.
Io mi limitai a guidare, senza scosse, il più dolcemente possibile; fu un bel volo, tra le nuvole di una Storia Infinita.
Alla fine, mentre si allungava al mio fianco, mi disse sorridendo :
“Grazie o mio Cavaliere...”
Dovetti rispondere come nella fiaba che mi aveva raccontato durante il viaggio :
“Grazie a te del tuo dono o mia Regina”.
E poi ridemmo tutti e 2 come matti.
)
)
Al mattino, quando scendemmo, trovammo zia Katerina che preparava la colazione; subito iniziò a parlare con Vassilissa, ma lei rispondeva a monosillabi, lanciandomi ogni tanto un'occhiata divertita.
Probabilmente gli stava chiedendo come avevamo passato la notte; quando fu il mio turno, risposi nel solito modo : cenno di assenso con la testa, sorridendo.
La vidi soddisfatta; chissà cosa mi aveva chiesto. :
Il week-end trascorse nella tranquillità più assoluta; in quel posto stavo ritrovando anche un po' me stesso, anche perchè avevo accanto per la prima volta anche lei.
Purtroppo la domenica pomeriggio arrivò troppo presto, era ora di rientrare a San Pietroburgo; al momento del commiato zia Katerina si lasciò scappare qualche lacrimuccia; quella vecchia contadina mi aveva preso in simpatia.
Gli dissi, con il mio scarso russo, che sarei ancora tornato a trovarla; per fortuna Vassilissa tradusse in modo corretto e di conseguenza mi beccai i soliti 3 bacioni d'ordinanza sulle guance.
Durante il viaggio, lei parlò poco; era visibilmente triste; ancora un paio di giorni e poi non ci saremmo più visti.
Non sapevo cosa dire, cercavo ma non mi veniva in mente niente.
Quando arrivai in albergo, incrociai i miei 2 colleghi; subito mi chiesero come era andata.
“Bene” risposi.
“E nient'altro ?”
“Appena posso vi farò una relazione” e me ne andai.
Quel martedì, Vassilissa volle accompagnarmi all'aeroporto; per farlo si prese il pomeriggio libero, così da passare ancora assieme un paio d'ore.
Oramai avevo deciso, me ne fregavo anche della profezia, di quello che poteva (o doveva ?) succedere.
Mentre ci salutavamo, le promisi che appena mi sarebbe stato possibile, non sapevo quando, ma sicuramente sarei tornato da lei.
“Promessa di Cavaliere ? “ disse mentre mi baciava.
“Sì mia Regina, promessa di Cavaliere”
…...............
Erano passati 9 anni dall'episodio dello sciamano, 5 dal primo incontro con Vassilissa; in questi 5 anni, 1 o 2 volte all'anno vengo qui da Lei.
Come avevo promesso alla mia Regina, e un vero Cavaliere mantiene sempre le sue promesse.
Purtroppo è sempre solo per un week-end, ma non posso fare diversamente, anche perchè così vuole la profezia.
Mentre l'aereo dell'Air France scende dolcemente verso l'aeroporto di Pulkovo, controllo che la borsa con il regalo per Vassilissa sia al suo posto, a fianco a me.
Questa volta gli farò una sorpresa che non si aspetta.
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.