Dopo una lunga assenza dal mondo delle non pay, lo scorso weekend ho contattato una ragazza di colore che, a sua volta, poco tempo fa rispose ad una mia inserzione che feci su un noto sito d’incontri personali . Dopo un breve colloquio e qualche frase simpatica , decidiamo che un incontro di cortesia è d’obbligo ed è così che stabiliamo di incontrarci il giorno stesso alla periferia della città , nel parcheggio affollato di un noto centro commerciale.
Trattandosi di una donna di colore subito mi preparo al peggio, ben conscio della difficoltà di incontrare una donna con un bel fisico. Le mie esperienze passate mi portarono infatti ad incontrare soltanto donne di una certa stazza e così me l’immaginavo.
Giunto al luogo d’incontro, dopo una breve attesa , con mia grande sorpresa vedo invece arrivarmi incontro una bella ragazza mora, mulatta, con capelli ricci fluenti, con un fisico snello , ben vestita anche se in modo tutt’altro che appariscente. Non può essere lei mi dico, ma invece tale bellezza si rivela essere proprio la ragazza che dovevo incontrare.
Dopo le presentazioni ci spostiamo in un bar dove le offro un drink e dove iniziano i nostri convenevoli. Di lei non fornirò il nome, per motivi di privacy, ma posso dire con assoluta certezza che si rivela molto simpatica oltre che di ottima presenza fisica; è pronta alla battuta, è solare ed estroversa , con l’unico difetto di essere chiacchierona, forse un po troppo all’eccesso per i miei gusti, ma comunque rispettosa e non volgare.
Parliamo del più e del meno, poi di alcuni dettagli su noi , per terminare con una breve accenno ai nostri gusti usuali e sessuali. Lei è mulatta, metà africana e metà italiana, di buona famiglia, istruita ed educata e dichiara la sua propensione alla trasgressione che la spinge a navigare in pensieri arditi che però non ha ancora affrontato; le piace l’esibizionismo, il mostrare se stessa agli occhi altrui e sentirsi desiderata, ma non scende più di tanto nei dettagli dei propri gusti più hard e dunque non mi è compreso dove potrò inoltrarmi con lei nei giochi più spinti.
Mi convinco che però val la pena di tentare l’ approccio di una conoscenza più profonda e, con lei concorde decidiamo di proseguire oltre incontrandoci in un'altra occasione.
Tale occasione è dunque giunta stasera, dopo accordo telefonico in giornata.
Ci incontriamo ancora nel solito luogo, dove lascia il suo mezzo parcheggiato e sale in auto con me .
Trovo che è sempre lei , ma d’aspetto è molto più curata della volta precedente. Per non smentire la sua natura esibizionistica mostra il proprio corpo snello e quasi perfetto su un vestito aderente che risalta la forma del suo dietro bello pieno e regolare; indossa una gonna sopra il ginocchio mostrando al mondo le sue gambe dritte di gazzella della savana , ai piedi calza un paio di scarpe con tacco 10 e mostra con gioia il proprio seno, da seconda , attraverso una scollatura a V, evidente, ma comunque molto discreto .
L’apparenza non inganna , è una bella ragazza , anzi notevole, che inorgoglisce il mio desiderio di esserle accanto per una serata .
Decidiamo di passare una cena insieme e ci avviamo al posto concordato.
Lungo il tragitto parla e parla e parla e parla ancora ed io non riesco ad ascoltare tutto ciò che dice, e mi perdo dalla visione sensuale dalle sue gambe che accavalla con fare provocatorio e da cui si rivelano le calze autoreggenti, non certo messe a caso. Allungo la mano e le accarezzo, dapprima sul ginocchio , ma poi mi spingo insistentemente oltre, sempre più vicino al suo corpo e intanto lei parla e parla e parla ancora, ma si lascia fare e toccare senza nulla obiettare.
Giunti al ristorante scegliamo un tavolo un po appartato, ma il locale , pur essendo ampio, è già abbastanza affollato, ragion per cui non ci troviamo soli; al nostro fianco, non distante c’è infatti un'altra coppia che ha tutta l’aria equivoca e odora di clandestinità, ma forse è soltanto una mia malevole deduzione .
Il nostro dialogo prosegue per tutta la serata ed è lei a tenere banco con quel suo fare simpatico e curioso che lascia poco spazio alle parole altrui perché è sempre lei a muovere le labbra , che io osservo con il pensiero di chi ascolta non il senso delle frasi, ma il sogno che quel movimento di bocca mi ispira ed è una ispirazione sempre ardita, che mi porta ad immaginare con che modalità ella sia portata a suggere non solo da un piatto di minestra , ma ben altro che potrete di buon grado immaginare.
Le sue parole corrono nell’aria, ma anche le sue movenze sembrano accarezzate da un vento silente e inesistente che inavvertitamente ( o forse volutamente) la portano ad uno scostamento del vestito ed un ulteriore aprirsi della scollatura, da cui un seno, leggermente fuoriesce.
La visione è estatica e lei sembra non accorgersene, in apparenza, in realtà si rivela essere un bel gioco, fors’anche voluto, mirato a mostrarsi e ad imbarazzare il sottoscritto e le persone accanto, che notano tanta beltà e che muovono frequentemente gli sguardi ora verso noi due, ora verso le parti esposte e ignude della mia allegra compagna .
Il clou accade quando con la scusa di andare verso la toilette , ella si alza e perde il tovagliolo a terra (è un classico mi dico) e allora si china a raccoglierlo mostrando ancor più la forma delle sue natiche perfette, il seno che sembra fuoriuscire e le calze che insistentemente tendono a mostrare l’attaccatura a mezza coscia. E’ allora che mi accorgo di essere impietrito a bocca aperta e che altri commensali, pur essendo accompagnati dalle rispettive consorti o compagne od amanti, anche loro sbavano guardando tale movimento.
Non c’è dubbio , la ragazza è una master nell’arte dell’apparire in modo evidente, ma ricercato al tempo stesso ; mostra se stessa, ma nel contempo riesce ad essere non volgare esagerando.
Ciò mi attizza e mi porta ad altri pensieri che immagino di consumare dopo il nostro incontro culinario.
Ceniamo, parliamo e al termine usciamo ed io già fantastico sulle potenzialità che questa cena potrà darmi fin quando, entrati in macchina ella non mi propone di essere riaccompagnata a casa, dove, stanca della giornata lavorativa, potrà ritirarsi in dolce sonno.
E’ uno scherzo penso. Stupito ed allibito al crollo del mito che già mi aveva portato a fantasticare su di lei decido che una qualche altra carta devo giocarmela e dunque controbatto proponendo altre intenzioni ben più ludiche a cui sembra però non dare peso importante.
Mi accingo dunque ad avviarmi verso casa sua, un po deluso, ma al tempo stesso con quell’eccitazione che prosegue pur in presenza della amara sua negazione .
Ed è così che durante il viaggio nulla lascio al caso e mentre lei ancora, col suo fare espansivo continua a dialogare un po con me e un po con se stessa , con una mano tengo il volante e con l’altra impunemente esploro ciò che di lei trovo a portata di mano, intrufolandomi lungo le gambe, poi tra le gambe ed ancora sul seno e dentro la scollatura, senza suo divieto e, anzi, rilevando il suo sommo piacere dichiarato dai suoi sporadici gridolini di gioia e sospiri.
Giunti in vicinanza del luogo del nostro commiato noto un luogo appartato a cui accedo senza attendere un suo consenso e, spento il motore , non attendo altra sua reazione e, d’iniziativa, mi avvento su di lei, afferrandole la testa , tentando di baciarla e toccandola ovunque.
Dei baci rubati ella non risponde con quel trasporto che la mia mente immaginava, ma dei miei contatti intimi scopro il suo piacere, soprattutto quando le mie dita incontrano la sua fessura che si rivela calda e umida e quando ancora estraggo i suoi seni dalla scollatura e suggo dai suoi capezzoli che scopro essere scuri e belli larghi, molto eccitanti alla vita e al tatto, oltre che al gusto.
Il tutto dura però soltanto una decina di minuti al termine dei quali ella si ricompone, quasi che ciò che stava accadendo l’avesse turbata al punto da accampare una sua scusa sul suo comportamento, così disponibile a siffatte mie attenzioni.
“Non vorrei che tu pensassi che sono una donna facile” mi dice, e come pensare allora a tutti quei giochi in cui ella si mostrava agli occhi non solo miei in luogo pubblico ?
Questa sua rivelazione , tanto da educanda , quanto inappropriata alla situazione mi lascia un senso di perplessità ed io non obietto quando davanti alla sua auto ella si congeda da me con quell’urgenza che non lascia dubbi sulla sua volontà di terminare presto ciò di cui non sentiva il proprio agio.
La saluto e resto in auto col motore acceso in quella posizione a contemplare il nulla, anche dopo che ella si allontana e ancora mi turbinano in mente le sue parole e le sue immagini, che mal si combinano e che fanno perdurare la mia perplessità.
Peccato che ho il cazzo duro e che oltre al turgore agogna un attenzione non considerata. Decido allora che un lavoro di falegnameria fai da te è l’unica soluzione e così accade che al momento clou, poco dopo, esco dall’abitacolo e rivolto al parcheggio, ormai vuoto, esplodo seminando ovunque e a caso, la mia produzione doc di crema lattea.
Bella sensazione, ma amara delusione di un incontro partito con ottimi auspici e mal terminato (sigh!)
Rag. Fantozzi
Trattandosi di una donna di colore subito mi preparo al peggio, ben conscio della difficoltà di incontrare una donna con un bel fisico. Le mie esperienze passate mi portarono infatti ad incontrare soltanto donne di una certa stazza e così me l’immaginavo.
Giunto al luogo d’incontro, dopo una breve attesa , con mia grande sorpresa vedo invece arrivarmi incontro una bella ragazza mora, mulatta, con capelli ricci fluenti, con un fisico snello , ben vestita anche se in modo tutt’altro che appariscente. Non può essere lei mi dico, ma invece tale bellezza si rivela essere proprio la ragazza che dovevo incontrare.
Dopo le presentazioni ci spostiamo in un bar dove le offro un drink e dove iniziano i nostri convenevoli. Di lei non fornirò il nome, per motivi di privacy, ma posso dire con assoluta certezza che si rivela molto simpatica oltre che di ottima presenza fisica; è pronta alla battuta, è solare ed estroversa , con l’unico difetto di essere chiacchierona, forse un po troppo all’eccesso per i miei gusti, ma comunque rispettosa e non volgare.
Parliamo del più e del meno, poi di alcuni dettagli su noi , per terminare con una breve accenno ai nostri gusti usuali e sessuali. Lei è mulatta, metà africana e metà italiana, di buona famiglia, istruita ed educata e dichiara la sua propensione alla trasgressione che la spinge a navigare in pensieri arditi che però non ha ancora affrontato; le piace l’esibizionismo, il mostrare se stessa agli occhi altrui e sentirsi desiderata, ma non scende più di tanto nei dettagli dei propri gusti più hard e dunque non mi è compreso dove potrò inoltrarmi con lei nei giochi più spinti.
Mi convinco che però val la pena di tentare l’ approccio di una conoscenza più profonda e, con lei concorde decidiamo di proseguire oltre incontrandoci in un'altra occasione.
Tale occasione è dunque giunta stasera, dopo accordo telefonico in giornata.
Ci incontriamo ancora nel solito luogo, dove lascia il suo mezzo parcheggiato e sale in auto con me .
Trovo che è sempre lei , ma d’aspetto è molto più curata della volta precedente. Per non smentire la sua natura esibizionistica mostra il proprio corpo snello e quasi perfetto su un vestito aderente che risalta la forma del suo dietro bello pieno e regolare; indossa una gonna sopra il ginocchio mostrando al mondo le sue gambe dritte di gazzella della savana , ai piedi calza un paio di scarpe con tacco 10 e mostra con gioia il proprio seno, da seconda , attraverso una scollatura a V, evidente, ma comunque molto discreto .
L’apparenza non inganna , è una bella ragazza , anzi notevole, che inorgoglisce il mio desiderio di esserle accanto per una serata .
Decidiamo di passare una cena insieme e ci avviamo al posto concordato.
Lungo il tragitto parla e parla e parla e parla ancora ed io non riesco ad ascoltare tutto ciò che dice, e mi perdo dalla visione sensuale dalle sue gambe che accavalla con fare provocatorio e da cui si rivelano le calze autoreggenti, non certo messe a caso. Allungo la mano e le accarezzo, dapprima sul ginocchio , ma poi mi spingo insistentemente oltre, sempre più vicino al suo corpo e intanto lei parla e parla e parla ancora, ma si lascia fare e toccare senza nulla obiettare.
Giunti al ristorante scegliamo un tavolo un po appartato, ma il locale , pur essendo ampio, è già abbastanza affollato, ragion per cui non ci troviamo soli; al nostro fianco, non distante c’è infatti un'altra coppia che ha tutta l’aria equivoca e odora di clandestinità, ma forse è soltanto una mia malevole deduzione .
Il nostro dialogo prosegue per tutta la serata ed è lei a tenere banco con quel suo fare simpatico e curioso che lascia poco spazio alle parole altrui perché è sempre lei a muovere le labbra , che io osservo con il pensiero di chi ascolta non il senso delle frasi, ma il sogno che quel movimento di bocca mi ispira ed è una ispirazione sempre ardita, che mi porta ad immaginare con che modalità ella sia portata a suggere non solo da un piatto di minestra , ma ben altro che potrete di buon grado immaginare.
Le sue parole corrono nell’aria, ma anche le sue movenze sembrano accarezzate da un vento silente e inesistente che inavvertitamente ( o forse volutamente) la portano ad uno scostamento del vestito ed un ulteriore aprirsi della scollatura, da cui un seno, leggermente fuoriesce.
La visione è estatica e lei sembra non accorgersene, in apparenza, in realtà si rivela essere un bel gioco, fors’anche voluto, mirato a mostrarsi e ad imbarazzare il sottoscritto e le persone accanto, che notano tanta beltà e che muovono frequentemente gli sguardi ora verso noi due, ora verso le parti esposte e ignude della mia allegra compagna .
Il clou accade quando con la scusa di andare verso la toilette , ella si alza e perde il tovagliolo a terra (è un classico mi dico) e allora si china a raccoglierlo mostrando ancor più la forma delle sue natiche perfette, il seno che sembra fuoriuscire e le calze che insistentemente tendono a mostrare l’attaccatura a mezza coscia. E’ allora che mi accorgo di essere impietrito a bocca aperta e che altri commensali, pur essendo accompagnati dalle rispettive consorti o compagne od amanti, anche loro sbavano guardando tale movimento.
Non c’è dubbio , la ragazza è una master nell’arte dell’apparire in modo evidente, ma ricercato al tempo stesso ; mostra se stessa, ma nel contempo riesce ad essere non volgare esagerando.
Ciò mi attizza e mi porta ad altri pensieri che immagino di consumare dopo il nostro incontro culinario.
Ceniamo, parliamo e al termine usciamo ed io già fantastico sulle potenzialità che questa cena potrà darmi fin quando, entrati in macchina ella non mi propone di essere riaccompagnata a casa, dove, stanca della giornata lavorativa, potrà ritirarsi in dolce sonno.
E’ uno scherzo penso. Stupito ed allibito al crollo del mito che già mi aveva portato a fantasticare su di lei decido che una qualche altra carta devo giocarmela e dunque controbatto proponendo altre intenzioni ben più ludiche a cui sembra però non dare peso importante.
Mi accingo dunque ad avviarmi verso casa sua, un po deluso, ma al tempo stesso con quell’eccitazione che prosegue pur in presenza della amara sua negazione .
Ed è così che durante il viaggio nulla lascio al caso e mentre lei ancora, col suo fare espansivo continua a dialogare un po con me e un po con se stessa , con una mano tengo il volante e con l’altra impunemente esploro ciò che di lei trovo a portata di mano, intrufolandomi lungo le gambe, poi tra le gambe ed ancora sul seno e dentro la scollatura, senza suo divieto e, anzi, rilevando il suo sommo piacere dichiarato dai suoi sporadici gridolini di gioia e sospiri.
Giunti in vicinanza del luogo del nostro commiato noto un luogo appartato a cui accedo senza attendere un suo consenso e, spento il motore , non attendo altra sua reazione e, d’iniziativa, mi avvento su di lei, afferrandole la testa , tentando di baciarla e toccandola ovunque.
Dei baci rubati ella non risponde con quel trasporto che la mia mente immaginava, ma dei miei contatti intimi scopro il suo piacere, soprattutto quando le mie dita incontrano la sua fessura che si rivela calda e umida e quando ancora estraggo i suoi seni dalla scollatura e suggo dai suoi capezzoli che scopro essere scuri e belli larghi, molto eccitanti alla vita e al tatto, oltre che al gusto.
Il tutto dura però soltanto una decina di minuti al termine dei quali ella si ricompone, quasi che ciò che stava accadendo l’avesse turbata al punto da accampare una sua scusa sul suo comportamento, così disponibile a siffatte mie attenzioni.
“Non vorrei che tu pensassi che sono una donna facile” mi dice, e come pensare allora a tutti quei giochi in cui ella si mostrava agli occhi non solo miei in luogo pubblico ?
Questa sua rivelazione , tanto da educanda , quanto inappropriata alla situazione mi lascia un senso di perplessità ed io non obietto quando davanti alla sua auto ella si congeda da me con quell’urgenza che non lascia dubbi sulla sua volontà di terminare presto ciò di cui non sentiva il proprio agio.
La saluto e resto in auto col motore acceso in quella posizione a contemplare il nulla, anche dopo che ella si allontana e ancora mi turbinano in mente le sue parole e le sue immagini, che mal si combinano e che fanno perdurare la mia perplessità.
Peccato che ho il cazzo duro e che oltre al turgore agogna un attenzione non considerata. Decido allora che un lavoro di falegnameria fai da te è l’unica soluzione e così accade che al momento clou, poco dopo, esco dall’abitacolo e rivolto al parcheggio, ormai vuoto, esplodo seminando ovunque e a caso, la mia produzione doc di crema lattea.
Bella sensazione, ma amara delusione di un incontro partito con ottimi auspici e mal terminato (sigh!)
Rag. Fantozzi