Pensando al fatto che cerchiamo sempre, data la crisi, di spuntare un rate scontatissimo per i servigi che tanto ci aggradano, mi è tornata in mente una parabola di ispirazione religiosa: la storia del buon mercante di frutta.
Egli era un docile ometto, nerboruto e tozzo, con baffi bianchi e una strana chioma; quel dì alla sua bancarella si avvicinarono alcune suore, che chiesero il prezzo delle pesche. "Quattro danari", rispose l'uomo. Egli era noto per la sua gentilezza e per l'ottima qualità dei suoi frutti. "Ma, vede, non può farci uno sconto? Son frutti per la mensa dei bambini." Dissero le suore. Allora il buon mercante, colto da commozione disse: "posso darvi queste, succosissime, per soli due danari." La madre superiora prese in mano una delle pesche e assaggiò: "mmm... sì, ma non ne avrebbe di più polpose, meno secche?", disse. "Più polpose... Mah, queste?" rispose il docile e gentile uomo, mostrando le pesche che costavano al chilo un solo danaro. "Mmm... Gnam... Mmm... Sì, non sono male... Mmm, chomp chomp... Ma... Mmm... Non ne avrebbe magari altrettanto succose, ma con la buccia più fina?" Chiese la madre superiora, che già aveva morso e ripoggiato diverse pesche. "Buccia più fina" ella chiese... E sapete cosa rispose il buon mercante? "Con la buccia più fina c'è solo la punta del cazzo!!!" Mi pare evidente quale sia la morale tramandataci dall'antica sapienza...
Naturalmente non tacciatemi di anticlericalismo o peggio ancora di blasfemia o mancanza di rispetto, la religione non c'entra niente, è solo un pretesto per veicolare una considerazione...