Il riferimento normativo è
DECRETO 7 gennaio 2013, n. 19
Disposizioni concernenti la comunicazione alle autorita' di pubblica sicurezza dell'arrivo di persone alloggiate in strutture ricettive
http://www.gazzettaufficial…
La sintesi è che vanno comunicati i dati di TUTTE le persone che alloggiano.
Il rischio dell'omessa dichiarazione ha implicazioni amministrative e penali (se sussistenti).
Occorre trasmettere: Data di arrivo; Numero giorni di permanenza; Cognome; Nome; Sesso; Data di nascita; Luogo di nascita (comune e provincia se in Italia, stato se all'estero); Cittadinanza; Tipo documento di identita'; Numero documento di identita'; Luogo rilascio documento (comune e provincia se in Italia,
stato se all'estero).
L'unica eccezione è costituita dai nuclei familiari o dei gruppi guidati.
In questi caso bastano i dati di un coniuge, del capogruppo.
Ciò nonostante il coniuge/capogruppo dovrà fornire l'elenco delle persone al seguito.
Il rischio concreto è che in caso di un controllo di Polizia giudiziaria nella struttura ricettiva, non corrispondano le registrazioni delle persone con le persone effettivamente presenti.
Il controllo può avvenire senza preavviso, in qualsiasi momento e si può entrare in camera.
Nel caso delle pay, c'è il rischio concreto che ci sia una condizione d'immigrazione clandestina, sequestro di persona, sfruttamento della prostituzione, ecc.
Se una struttura ricettiva decide di chiudere un occhio lo fa a suo rischio e pericolo così come se qualcuno fa dichiarazioni mendaci ne risponde penalmente.
Personalmente, in un motel, ho visto (giustamente aggiungo) rifiutare la camera ad una coppia, la cui lei aveva solo una fotocopia di un documento d'identità di un Paese dell'Est Europa.