Era un normale venerdi sera, ero stato a roma tutta la settimana per portare a termine il mio incarico : aprire ed avviare un ufficio nella capitale, mia amatissima roma! Quanto vorrei vivere in questa città... L'occasione era ghiotta e l'entusiasmo alle stelle!
Al rientro a milano i primi segni, il mio tempo non c'era più, mi ero venduto tutte le 24 ore, altro che prostituirsi. Dove erano finiti i miei libri, i miei scritti, i miei amatissimi amici, che ormai vedevo, se andava bene, una volta al mese? Presi in mano il telefono, chiamai i boss e poi i mega-boss : "voglio tre mesi di aspettativa!". "Ok, ragazzo ci rivediamo tra tre mesi".
Improvvisamente sentii che mi ero perso qualcosa, che un’esistenza fatta di orari fissi e impegni 24 su 24 mi aveva pregiudicato una conoscenza approfondita di ciò che stava intorno a me.
Avevo vissuto di una visione solo parziale di quello con cui il mio cuore e i miei occhi si erano nutriti, limitati da una clessidra immaginaria che al calar della sabbia occultava anche le sensazioni.
Che strano fu il rendersi conto che l’aver poco tempo era, per me, un assunto senza senso. Ebbi il gran timore di non riuscire a gestire tanta autonomia, un così grande spazio bianco tra le pagine della mia esistenza.
Avevo in mano la più bella penna che avessi mai potuto utilizzare per scrivere: avrei però saputo sfruttare nel modo dovuto questo inestimabile dono?
Non lo so, ma mi piace
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Al rientro a milano i primi segni, il mio tempo non c'era più, mi ero venduto tutte le 24 ore, altro che prostituirsi. Dove erano finiti i miei libri, i miei scritti, i miei amatissimi amici, che ormai vedevo, se andava bene, una volta al mese? Presi in mano il telefono, chiamai i boss e poi i mega-boss : "voglio tre mesi di aspettativa!". "Ok, ragazzo ci rivediamo tra tre mesi".
Improvvisamente sentii che mi ero perso qualcosa, che un’esistenza fatta di orari fissi e impegni 24 su 24 mi aveva pregiudicato una conoscenza approfondita di ciò che stava intorno a me.
Avevo vissuto di una visione solo parziale di quello con cui il mio cuore e i miei occhi si erano nutriti, limitati da una clessidra immaginaria che al calar della sabbia occultava anche le sensazioni.
Che strano fu il rendersi conto che l’aver poco tempo era, per me, un assunto senza senso. Ebbi il gran timore di non riuscire a gestire tanta autonomia, un così grande spazio bianco tra le pagine della mia esistenza.
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