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CITTA DELL'INCONTRO: Bologna
NOME INSERZIONISTA: Isa / Isabell
NAZIONALITA': Franco-Rumena
ETA': 25/26
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Sì, direi anche meglio
SERVIZI OFFERTI: BBJ – Rai1 – FK – DATY – 1h
RATE DI PARTENZA: 2VU
RATE CONCORDATO: 3VU
DESCRIZIONE FISICA: 1,65 tonica, poco seno
ATTITUDINE: Comanda lei, ma lasciatela fare che non vi tradisce
REPERIBILITA': buona
LOCATION: ok
BARRIERE ARCHITETTONICHE: direi di no, i servizi mi sembrano a norma
INDEX: IDXf3fa7852669ae3958e03702bb16d99a8
RACCONTO (Titolo: La battaglia di Saint Vital)
Repubblica Cisalpina, Bologna. Anno 1813, piena era napoleonica.
Confusione generale nel momento della ritirata. Cavalli motorizzati imbizzarriti si toccano ad un incrocio.
I cadetti dell’accademia vagano indisciplinati, quasi non avessero appreso nulla della disciplina marziale.
Lanterne verdi e rosse faticano a contenere i carri disordinati che si avvicendano al grido di rompete le righe, ora accelerando, ora frenando, non sempre con un senso logico.
Noncurante dello scenario di battaglia, cerco di infilare il mio mezzo in qualche spazio delimitato da righe blu.
Mi avvio verso l’indirizzo del quartier generale, nel mezzo di quell’aria di ritirata strategica. Un plotone misto di bolognesi e nordafricani, dopo aver depredato, come di consueto la Coop, è ora schierato sull’attenti sotto una pensilina, in attesa della la diligenza-bus.
Nonostante tutto, la battaglia non dev’esser stata molto cruenta oggi, perché il vicino ospedale da campo non dà segni di attività intensiva.
Mi faccio annunciare a corte, entro, e sono al cospetto della mia piccola Napoleone.
Certo non aspettativi il generale con stivali, feluca e mano infilata tra i bottoni del panciotto (e per fortuna, aggiungo io).
La divisa di guerra è composta dal tacco d’ordinanza e baby-doll e la giovane Bonaparte sfoggia un dolce nasino alla francese incorniciato da lineamenti dell’est e dominato da occhi celesti. Ma rimane pur sempre un generale.
Quindi comincia ad impartire ordini: metti tutti i vestiti lì, ti voglio nudo!
Potrei anche solo osar contraddire un generale? Giammai!
Procede lei al mio lavaggio e poi via verso la sala reale (effettivamente piuttosto elegante).
Il suo è un piano bellico di tutto rispetto, di cui stupisce l’iniziale silenzio, ma non ha bisogno di spiegarmi nulla a voce. Mentre di spalle mantiene il contatto con il mio armamento, prende le mie mani assieme alle sue e le guida per farmi esplorare il terreno della battaglia.
Piccole sensibili colline, poi una dolce pianura, che scende fino al monte.
Non bacia mai profondo, ma lo fa con grande passione. Ricordatelo lei è il primo console, non è lei che dà a voi, lei prende da voi.
Impugna la penna d’oca e con abili gesti di calamaio, senza mai fargli mancare l’inchiostro, inizia a vergare il suo trattato sull’arte della guerra.
Scrive alla cieca, senza guardar mai la penna, ma fissandoti negli occhi.
Anche quando credi di essere tu il protagonista, è sempre lei che ti guida, con le mani, con il corpo.
Ha imparato a cavalcare all'accademia militare, si vede e, contrariamente all’usanza che vorrebbe i generali nelle retrovie ad osservare i combattimenti, lei partecipa alle ostilità, anzi è lei che ti trascina.
Chi pensasse di aver minor gaudio per l’attitudine al comando di Isabell si sbaglia. È vero lei chiede, lei ordina, ma seguirla nella sua strategia significa andare incontro a vittoria certa. È un piacevole dare-avere: lei vuole qualcosa da te per darti il suo meglio e tirar fuori il tuo.
Per fortuna, la visione, alla fine delle schermaglie, è quella che consiglierei al posto dei teatri di battaglia di tutte le guerre: due persone nude che si osservano sorridenti.
È una ragazza intelligente e cosmopolita, come un Napoleone dopo mille campagne, ambiziosa e non banale e anche dolce, a suo modo. Fare quattro chiacchiere con lei e guardare il suo bel viso, che non sembra appartenere ad un generale è come vedere la faccia da ragazzino di Morrisey nei primi ’80 e sentirne, separatamente, la voce profonda, dai toni gotici. Non ci azzecca nulla, però suona da Dio. Sono quelle alchimie particolari, come quella di Isabell.
Già siamo dovremmo essere 1813, gli Smiths non esistevano ancora. Ma quando esco ci sono i lampioni, i clacson, le insegne ed i kebab. Eppure porta San Vitale è sempre lì, che resiste all’attacco di migliaia di auto e di bus indiavolati, giorno dopo giorno, anche nel 2013.
Nulla di ció é realtà. Trattasi di opera pseudoletteraria, delirio o illusione.