La frase che da il titolo al topic è quella che ha segnato la mia tematica esistenziale ad oggi.
E' abbastanza chiaro che sto dalla parte dei parassiti.
Per uccidere occorre ferocia, istinto predatorio, esaltazione di se!
Per cibarsi di carcasse, per ricomporre in nuova forma di vita le particelle d'un corpo in via di decomposizione, è richiesta pazienza, lento lavorio, una non modica dose di cinismo o forse solo fatalismo.
Così pensavo.
Che il parassitare carezze a pagamento mi avrebbe preservato dall'uccidere. La figlia del vicino, la segretaria venuta a lavorare, la ragazza 'mbriaca sul divano ad una festa, la fiducia d'una moglie a cui trombi la sorella o quella del migliore amico a cui scopi la mogliera...
Parassita fui e preservato fotti!
Ma venne un giorno, ieri per la precisione, in cui la mente mi andò a massa.
E' capitato, certo, che sfilando mutandine se ne venissero via assieme anche pezzi di corteccia.
Lasciando più scoperto il legno verde sotto.
Le ragazze pay, prof, nonprof, straprof, difficilmente vengono. Ma più sovente raccontano da dove vengono, che storia hanno.
Il cuore del punter è spesso liscio e lucido. Come la parete dell'orinatoio dove il piscio scorre e va.
L'eiaculazione interviene purificatrice, come l'acqua dello sciacquone.
Ma vi sono cuori rugosi, ammaccati, sfruttati, dove i residui fecali si annidano come in pieghe diverticolari.
Non me ne accorgevo, ma il peso di tante storie diverse mi si stava incancrenendo dentro.
L'ultima confessione, appena più drammatica, l'ho raccolta nudo (un dramma già di suo...), appeso tra le braccia d'una lei. Ed era un racconto di ultimo respiro accolto tra quelle stesse braccia.
E non ho retto.
Eppure, l'inqualificabile bigolo, ha lavorato su quel letto, senza rispetto per il lutto.
Il corpo... e la mente, in conflitto, sono andati a massa.
Non ho chiesto l'aiuto dell'elettrauto. Ho propeso per il colpo di martello, ben assestato, la ricetta del meccanico improvvisato.
E il giorno dopo ho riprovato, tra braccia ancor più amiche, sopra grossi respingenti che sempre mi furono accoglienti.
E l'ho trovata in fase di liquidazione, gli ultimi saldi prima della definitiva chiusura... non riuscendo più a sopportare il peso della doppia vita o forse d'un doppio affitto.
"ma ti lascio il mio numero personale... tu per me sei anche un caro amico..."
Forse sarebbe stato il caso di fermarsi, di capire. Se fossi stato un vero amico avrei dovuto fare così!
Ma fui un cliente, ancora una volta. Attraversai quel ruscello, un giorno florido e adesso riarso.
E posai con più vergogna l'obolo nel piatto.
La mente... e il corpo, in conflitto, sono andati in corto.
Mi sembra quasi d'avere perso la luce della mia stella polare.
Torno a dire: "consapevoli che il peso del mondo è un peso d'amore, troppo puro da sopportare".
http://tinyurl.com/lkhxarpTorno subito...
E' abbastanza chiaro che sto dalla parte dei parassiti.
Per uccidere occorre ferocia, istinto predatorio, esaltazione di se!
Per cibarsi di carcasse, per ricomporre in nuova forma di vita le particelle d'un corpo in via di decomposizione, è richiesta pazienza, lento lavorio, una non modica dose di cinismo o forse solo fatalismo.
Così pensavo.
Che il parassitare carezze a pagamento mi avrebbe preservato dall'uccidere. La figlia del vicino, la segretaria venuta a lavorare, la ragazza 'mbriaca sul divano ad una festa, la fiducia d'una moglie a cui trombi la sorella o quella del migliore amico a cui scopi la mogliera...
Parassita fui e preservato fotti!
Ma venne un giorno, ieri per la precisione, in cui la mente mi andò a massa.
E' capitato, certo, che sfilando mutandine se ne venissero via assieme anche pezzi di corteccia.
Lasciando più scoperto il legno verde sotto.
Le ragazze pay, prof, nonprof, straprof, difficilmente vengono. Ma più sovente raccontano da dove vengono, che storia hanno.
Il cuore del punter è spesso liscio e lucido. Come la parete dell'orinatoio dove il piscio scorre e va.
L'eiaculazione interviene purificatrice, come l'acqua dello sciacquone.
Ma vi sono cuori rugosi, ammaccati, sfruttati, dove i residui fecali si annidano come in pieghe diverticolari.
Non me ne accorgevo, ma il peso di tante storie diverse mi si stava incancrenendo dentro.
L'ultima confessione, appena più drammatica, l'ho raccolta nudo (un dramma già di suo...), appeso tra le braccia d'una lei. Ed era un racconto di ultimo respiro accolto tra quelle stesse braccia.
E non ho retto.
Eppure, l'inqualificabile bigolo, ha lavorato su quel letto, senza rispetto per il lutto.
Il corpo... e la mente, in conflitto, sono andati a massa.
Non ho chiesto l'aiuto dell'elettrauto. Ho propeso per il colpo di martello, ben assestato, la ricetta del meccanico improvvisato.
E il giorno dopo ho riprovato, tra braccia ancor più amiche, sopra grossi respingenti che sempre mi furono accoglienti.
E l'ho trovata in fase di liquidazione, gli ultimi saldi prima della definitiva chiusura... non riuscendo più a sopportare il peso della doppia vita o forse d'un doppio affitto.
"ma ti lascio il mio numero personale... tu per me sei anche un caro amico..."
Forse sarebbe stato il caso di fermarsi, di capire. Se fossi stato un vero amico avrei dovuto fare così!
Ma fui un cliente, ancora una volta. Attraversai quel ruscello, un giorno florido e adesso riarso.
E posai con più vergogna l'obolo nel piatto.
La mente... e il corpo, in conflitto, sono andati in corto.
Mi sembra quasi d'avere perso la luce della mia stella polare.
Torno a dire: "consapevoli che il peso del mondo è un peso d'amore, troppo puro da sopportare".
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