Effluvio di femmina mischiato a note speziate di un lontano oriente, all’ombra dell’anima.
Incatenato alla follia vivo nella ruvida agonia, immortale il mio desiderio è caduto sul tuo altare.
Ebbro di emozioni sprofondo nella caducità del desiderio; alla sua meta esso mi porterà , ma al risveglio le tue mani suoneranno dolci note per me?
I lunghi capelli sciolti disegnano dune sconosciute sulla tua nuda schiena.
La pelle liscia scivola sotto le mie mani, ultimo suffragio tra sogno e realtà, sei qui? Sei mia?
Come velluto ora morbido e setoso assecondi il mio sentire, ma in silenzio la notte morirà tra le nostre braccia?
Il caldo e aulente corpo su di me, scavalcati muri di emotive prigioni cedo ad un semplice sì, ti vorrei così come sei.
Quanto orgoglio leggere l’orgasmo passare nel corpo fremente, sublimando la balsamica carnalità decisi di farti mia Dea.
Un milione di volte ti ho amata, e ogni volta in modo diverso, ogni volta di più.
Perduto negli abissi dei tuoi occhi cerulei imploro una giusta pena: vivere per adorarti.
Come una rosa del deserto ho visto passare carovane di nomadi che andavano ad est, muto di sentimenti chiudevo gli occhi e sognavo te.
Ho attraversato oscure valli, cieco nelle antiche strade dell’ anima, ho seguito i granelli di sabbia che portano al Regno della fulgente normalità, ora non ho più nemici, ora sono tuo.
Andrò dai Re del mondo per rubare i loro tesori e li porterò ai piedi della mia Regina.
Sotto questo cielo vuoto di divina adesione, ascoltami e seguirò il tuo soffio per il mio respiro.
Mio Velluto, non leggerai ora che sei sposa per un altro, avrai, quando lui sarà distratto dal mondo, un ricordo di come ti amai?
Come il Ghibli hai sferzato la mia fragile sostanza, ed io, piccola rosa del deserto, ritorno a guardare le carovane che vanno ad est.
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.
Incatenato alla follia vivo nella ruvida agonia, immortale il mio desiderio è caduto sul tuo altare.
Ebbro di emozioni sprofondo nella caducità del desiderio; alla sua meta esso mi porterà , ma al risveglio le tue mani suoneranno dolci note per me?
I lunghi capelli sciolti disegnano dune sconosciute sulla tua nuda schiena.
La pelle liscia scivola sotto le mie mani, ultimo suffragio tra sogno e realtà, sei qui? Sei mia?
Come velluto ora morbido e setoso assecondi il mio sentire, ma in silenzio la notte morirà tra le nostre braccia?
Il caldo e aulente corpo su di me, scavalcati muri di emotive prigioni cedo ad un semplice sì, ti vorrei così come sei.
Quanto orgoglio leggere l’orgasmo passare nel corpo fremente, sublimando la balsamica carnalità decisi di farti mia Dea.
Un milione di volte ti ho amata, e ogni volta in modo diverso, ogni volta di più.
Perduto negli abissi dei tuoi occhi cerulei imploro una giusta pena: vivere per adorarti.
Come una rosa del deserto ho visto passare carovane di nomadi che andavano ad est, muto di sentimenti chiudevo gli occhi e sognavo te.
Ho attraversato oscure valli, cieco nelle antiche strade dell’ anima, ho seguito i granelli di sabbia che portano al Regno della fulgente normalità, ora non ho più nemici, ora sono tuo.
Andrò dai Re del mondo per rubare i loro tesori e li porterò ai piedi della mia Regina.
Sotto questo cielo vuoto di divina adesione, ascoltami e seguirò il tuo soffio per il mio respiro.
Mio Velluto, non leggerai ora che sei sposa per un altro, avrai, quando lui sarà distratto dal mondo, un ricordo di come ti amai?
Come il Ghibli hai sferzato la mia fragile sostanza, ed io, piccola rosa del deserto, ritorno a guardare le carovane che vanno ad est.
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.
)