Gnocca forum
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SYNAPSE73
Sandokan (1511 post)
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canna-men:

Catturato .....
io aspetto ancora 2043 terza parte ormai è diventato come una serie televisiva alla CSI
nella vita dobbiamo imparare a tenerci le cose belle strette a noi
canna-men
Sr. Member (440 post)
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Catturato .....
Censurare è come Barare , se non è cosi' fate come vi pare .....
legendarius
Hero Member (531 post)
K+ 1603 | K- 582
Doisneau, Cartier-Bresson, Avedon, Capa…
Attimi folgoranti, di vita, corpi, guerra. In bianco e nero.
E tu bianco su nero …… dell’ anima.

P.S.
Mi fai passar la voglia di scrivere.
Dentro noi ci sono 2 cani: uno buono e uno cattivo.
Chi vincera'? Quello che nutrirai di piu'.
vuotopieno
KING (2581 post)
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La domanda come una tediosa nenia era più insistente nei giorni che precedevano il Natale: “Mamma, dov’è papà?”

I suoi grandi occhi colmavano la mia vita ma a volte cercavo risposte impossibili da dare a un bimbo di 6 anni.

Fantastici racconti massaggiavano la mia solitudine, ora era a fare lo sceriffo in una città del west, ora capitano su una nave a caccia di pirati nel Mar dei Sargassi, a volte scopriva antiche civiltà perdute.
Il mio papà era un eroe, ma un eroe senza volto; un flebile ricordo ricostruito mi portava ad una macchinina gialla e ad un’imponente figura offuscata che cantava:”Taxi, taxi, il mio amore è finito lì”-

La vita spesso è beffarda.
“Sì, era lui, ma è impossibile che tu possa ricordarlo, avevi 2 anni!” E i favolosi occhi della mia mamma non bastavano più; un sbiadito ricordo in bianco e nero è tutto ciò che ho di lui.

Quell’anno a Milano ci fu una nevicata straordinaria. Guardai dalla finestra la neve cadere ancora su quella altissima accumulata nella notte, pregai che ne cadesse ancora.
Fiocchi grandissimi entravano nella mia bocca spalancata verso il cielo, un sms telepatico corse da cervello a cervello in tutti bambini della zona: ci ritrovammo per le strade come api operaie a costruire alveari candidi: il nostro posto era semplicemente stare lì con questo soffice e bianco fenomeno naturale.
Anche gli adulti non sembravano arrabbiati per i disagi che questo straordinario evento avrebbe inevitabilmente portato, tanta era la maestosa bellezza che si rivelava ai loro occhi: non c’era qualche pezzo di città che non fosse candido, per qualche attimo tornarono bambini e, per pochi istanti eterni Milano quel giorno, diventò un mondo di bimbi.

Ci pensarono gli zoccoli di mia madre a farmi tornare repentinamente dal mondo fatato … giocai e giocai per ore, senza sosta, con il viso arrossato e le braccia stanche usate come catapulta, avrò lanciato un milione di palle di ghiaccia neve.

Tornai di sera a casa zuppo e accaldato, la mamma dopo avermi gonfiato come una zampogna mi fece un bagno caldo e poi subito a letto. Ero talmente felice che riuscii a capire che furono botte d’amore.

Nel lettino la temperatura si alzò bollente, nel delirio febbrile mi convinsi che la mia mamma non mi voleva più bene, contraddicendo i pensieri di poche ore prima, piccoli singhiozzi mi si strozzarono in gola e molte lacrime silenziose si fecero strada sul viso paffuto.

Una mano fresca si pose sulla mia fronte, guardai con stupore la dolcezza del suo viso:”Vieni piccolino, è arrivato qualcosa per te.”
Nella sala immersa nel buio solo il grande albero e le sue luci mi guidarono, nel silenzio della notte guardai il presepe e il bimbo arrivato nella mangiatoia, un sentimento di intimo tepore invase i nostri cuori.
Scartai la grande scatola e vidi il più grande e meraviglioso regalo della mia vita: un fantastico trenino Lima.

“E’ questo che volevi?”- “ Sì sì , grazie mammina, sei la più bellissima issima issima del mondo!”
Prese la mia testa tra le mani e dolcemente pose le labbra sulla mia fronte. Sono felice.

Una grande stanza bianca trasmetteva metallica freddezza.

Questo videro gli occhi dopo che per un tempo indefinito avevo ascoltato piccole e grandi esortazioni a vivere da parte di sconosciuti.

Uscii dal coma dopo una settimana dall’infausto incidente.

Una voce calda ripeteva all’infinito sempre la stesse domande” Come ti chiami? Quanti anni hai?”
Vedevo quel viso angelico, sentivo le sue mani stringere le mie ma non potevo, non riuscivo, a rispondere a quel gesto insieme umano e professionale.
Ricaddi in un sonno profondo.

Il successivo risveglio invece fu traumatico, ascoltavo gente che si agitava intorno, una voce maschile imperiosa urlava ordini, figure bianche si muovevano veloci come anime dannate, il frastuono mi contorceva l’anima, fino a quando due occhi scuri e severi fissarono i miei, il suo viso si illuminò di colpo e mi rivolse un grande sorriso senza dire nulla.

Dopo pochi giorni, la grande stanza bianca si riempì di visi familiari, si colmò di giocattoli, erano talmente tanti che alcuni non feci in tempo a giocarci.
Infermiere bellissime mi coccolarono in ogni momento, vedevo sorrisi ovunque e baci, continui baci, baci e carezze. Non sono mai stato più così preso in considerazione dal prossimo, neanche dalla Gilda e dalla Vanessa, due peripatetiche che tanto mi amarono anche senza denari.

Ma ero infelice, cercavo solo il mio diamante, il mio amore. Chiedendo sempre, cercando tra i visi.

La vidi così, ferma sulla porta, il suo viso stanco da notti insonni e lavoro duro di operaia, con il vestito della Upim sembrava una regina che passa tra la plebe con il dovuto distacco nobiliare.

Mi strinse così forte che quasi mi soffocò, più volte e più volte l’infermiera mi strappò dai suoi amorevoli e quasi mortali abbracci... ci staccammo per un momento, ci guardammo e ci accorgemmo di avere la faccia bagnata, ci scambiammo le lacrime come fisica testimonianza del nostro perpetuo e immenso amore.
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.